M5S, cinque dissidenti non votano la fiducia al decreto sicurezza
Non sarà un processo e nemmeno una gogna, ma la scelta dei 5 dissidenti del M5S di non votare la fiducia al governo sul decreto sicurezza non può restare impunito. Ecco perché il gruppo parlamentare del Senato si è già mosso: “Ho segnalato ai probiviri il comportamento tenuto in aula dai senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, ed essi hanno avviato un'istruttoria nei loro confronti”, ha annunciato il capogruppo Stefano Patuanelli. Al momento non sembrano in vista espulsioni o sospensioni, semmai un richiamo scritto. Le priorità sono quindi il rispetto delle regole interne ma anche la necessità di evitare danni d’immagine.
Per superare le tensioni Conte convoca un vertice con Salvini e Di Maio
Mercoledì, dopo giorni di tensione tra i due leader della maggioranza, sembra arrivato l'inizio del disgelo. In casa giallo-verde il nervosismo è altissimo e Il premier Giuseppe Conte è riuscito a mettere attorno al tavolo Matteo Salvini e Luigi Di Maio. I fronti dello scontro sono molti e la questione del ddl anticorruzione ed il nodo sulla prescrizione è solamente l’ultima occasione di conflitto. Fonti parlamentari parlano di un Di Maio in difficoltà, complici anche i mancati risultati del decreto dignità sul fronte occupazione. A questo si aggiunge il lavoro a rilento sul reddito di cittadinanza, che non ha trovato spazio in manovra. Intanto la Lega vola nei sondaggi, ha incassato l'ok al decreto sicurezza, e si appresta a lanciare il testo del nuovo sistema pensionistico con la quota 100. In una simile situazione Luigi Di Maio è stretto all’angolo, una posizione che inizia a pesare anche all’interno del Movimento.
Prescrizione: M5S e Lega hanno trovato l’accordo
Dopo una settimana di fortissima tensione, Lega e M5S hanno raggiunto un compromesso sulla prescrizione che si è subito tradotta in alcuni passaggi parlamentari, che faranno sì che il testo approderà in Aula alla Camera il 19 novembre per essere approvato entro il 21. I pentastellati incassano l'inserimento della riforma della prescrizione nel ddl anticorruzione, mentre la Lega porta a casa modifiche al provvedimento sulla base di alcuni suoi emendamenti presentati nei giorni scorsi. A tenere alta la tensione nella maggioranza rimane però il metodo per arrivare all'applicazione della prescrizione: secondo il M5S scatta automaticamente tra un anno, a partire dal 2020, per la Lega è subordinata all'approvazione della riforma Bonafede sul processo penale.
Scontro su stime deficit tra UE e Governo
Arrivano come un'ondata di gelo le nuove stime della Commissione europea sull'Italia. La crescita economica sarà molto inferiore a quella prevista dal governo dell’1,5%, il debito non scenderà affatto, restando praticamente fisso al 131% del Pil per tre anni, e il deficit non sarà del famigerato 2,4% ma del 2,9% nel 2019, a un passo dal limite del 3%, addirittura scavalcato nel 2020. I numeri sono pesanti, troppo, secondo Palazzo Chigi e il Ministero dell'Economia, tali da lasciare presagire la richiesta di una inevitabile manovra correttiva e, soprattutto, quasi contraddittori rispetto alla volontà di dialogo manifestata finora da Bruxelles.
Mattarella: possiamo crescere ma dobbiamo ispirare fiducia
Nel giorno in cui sono arrivati i dati delle previsioni autunnali della Commissione Ue, che smorzano gli entusiasmi del Governo sulla crescita nel 2018 e nel 2019-20, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato le potenzialità del nostro Paese ma chiesto alla Ue di prestare maggiore attenzione alla crescita e al governo guidato da Giuseppe Conte di averne maggiore ai necessari segnali di fiducia e al dialogo. Per il capo dello Stato l'Italia può “fronteggiare le difficoltà che abbiamo davanti” solamente unita e “senza perdere di vista il bene comune”. Nessun altolà, nessun monito, a maggior ragione mentre la sessione di bilancio è aperta e la trattativa con l'Europa è in corso. L'atteggiamento del Presidente resta quello d’invito al dialogo e ai toni pacati.
I Sondaggi della Settimana 3 - 9 novembre 2018
Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, i partiti di governo calano rispetto alla settimana scorsa. La Lega di Matteo Salvini si attesta al 30,4% dei sondaggi, perdendo lo 0,2% rispetto all’ultimo sondaggio. Insegue ancora il Movimento 5 Stelle che, a causa delle fortissime tensioni interne sul decreto sicurezza, perde lo 0,8% attestandosi al 28,2%. Il partito guidato da Matteo Salvini è stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal M5S è di 2,2% punti percentuali.
Nell’area delle sinistre, Liberi e Uguali, perde lo 0,1% raggiungendo il 2,7%, mentre in quella di centro, il partito della Bonino, Più Europa, è dato al 2,6%. In leggera crescita il Partito Democratico. I dem, che dalla settimana scorsa hanno aperto la fase congressuale per l’elezione del nuovo segretario, guadagnano lo 0,5% e si attestano al 17,5% delle intenzioni di voto.
Nel centro destra, Fratelli d’Italia è in leggero calo attestandosi al 3,9%, mentre torna a crescere Forza Italia. Il partito di Berlusconi oggi è dato all’8,3% e dimostra ancora di non aver trovato una via di uscita alla crisi interna.
Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 58,6% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 42,6%, quella di centro sinistra il 22,7%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 28,2%.
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