Mattarella vede von der Leyen e spinge sugli allargamenti dell’UE
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato al Quirinale la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Nel colloquio, durato oltre 50 minuti e che è il primo bilaterale tra i due presidenti, Mattarella ha ricordato che l'Italia ritiene che la solidarietà europea debba applicarsi anche al tema dell'allargamento. Per l'Italia non ci devono essere ritardi sui Balcani e nel colloquio si è parlato anche di Moldavia, Georgia e ovviamente Ucraina. Per il Capo dello Stato la crisi alimentare rischia di investire la sponda sud del Mediterraneo: la Commissione europea, davanti all'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione russa, dimostri lo stesso nuovo atteggiamento mostrato nell'affrontare la crisi covid. Mattarella loda il nuovo corso della Ue e sollecita Bruxelles a utilizzare lo stesso approccio che ha prodotto il Next generation Ue, mettendo a terra un'altra iniziativa per affrontare la crisi.
Dall’Ocse Draghi rilancia il Price cap e il nuovo Sure
Aiutare l'Ucraina ma non dimenticare “i nostri cittadini e quelli nelle aree più povere del mondo, in particolare in Africa”: è la ricetta che Mario Draghi ha dettato in apertura del Consiglio ministeriale Ocse a Parigi. Soltanto così, diventando “sostenibili nel tempo” e “coinvolgendo le economie emergenti”, i nostri sforzi potranno “essere pienamente efficaci”. Il premier sa che in Europa aumenta ogni giorno la preoccupazione per le ricadute sui cittadini della crisi generata dalla guerra. Giovedì ha tenuto il suo discorso inaugurale dell'evento più importante dell'anno per l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, un discorso molto centrato sulla protezione dell'Ucraina ma anche dei cittadini dei Paesi colpiti dalle conseguenze della crisi. Ed ha lanciato un primo appello: “Dobbiamo sbloccare i milioni di tonnellate di cereali che sono bloccati a causa del conflitto”. Per Mario Draghi, è essenziale che “i salari recuperino il loro potere d'acquisto”, senza però alimentare “una spirale prezzi-salari”. Il price cap, ovvero un tetto ai prezzi dell'energia, è lo strumento proposto dal premier ai rappresentanti economici dei Paesi dell'Ocse: “Offriamo un sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese, soprattutto a quelle in maggiore difficoltà” e ancora una nuova edizione di SURE, il Sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in caso di emergenza, lo strumento che ha consentito di erogare “prestiti stabili e a basso costo agli Stati membri dell'Unione europea affinché potessero salvare posti di lavoro e sostenere i redditi”.
Gabrielli ribadisce: nessuna lista proscrizione o dossier dai servizi
Dopo le polemiche sulla lista di proscrizione dei filorussi è toccato all’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica prenderne le distanze: l’intelligence italiana, sostiene il sottosegretario Franco Gabrielli, “non ha mai stilato alcuna lista di politici, giornalisti, opinionisti o commentatori, né ha mai svolto attività di dossieraggio”. Il fatto consiste nella recente riunione, “secondo una prassi routinaria”, del “gruppo di lavoro interministeriale dedicato alla minaccia ibrida alla sicurezza nazionale”, un tavolo “di confronto istituito sin dal 2019 presso il Dis, la cui attività, svolta esclusivamente sulla base di fonti aperte, mira non all'individuazione di singoli soggetti, bensì alla disamina di contenuti riconducibili al fenomeno della disinformazione”. Le polemiche sono scattate domenica dopo la pubblicazione dell'articolo del Corriere della Sera sui “Putiniani d'Italia” che vede tra i nomi i più noti Alessandro Orsini e il senatore ex M5s Vito Petrocelli. Tra le polemiche è finito il Copasir, che sta svolgendo un'indagine conoscitiva sulla disinformazione russa: i componenti del Copasir hanno negato che quei nomi siano trapelati dal Comitato, se non altro per la semplice ragione che il report sul tema è arrivato solo lunedì.
Letta rilancia il Pd, la missione del campo largo e ribadisce la vicinanza a Draghi
Dal forum dell’Ansa Enrico Letta ha inviato un messaggio alla maggioranza, soprattutto al M5S che, da qualche tempo, sembra voler salire sulle barricate. Per il 21 giugno, quando il Parlamento voterà sull'Ucraina, i 5 stelle chiedono una risoluzione che contenga lo stop all'invio di armi. Ma per il segretario dem “quella discussione non può che essere in continuità con le decisioni prese adesso”, che invece l'aiuto militare non lo escludono: “Credo che ci debba essere una linea in continuità con l'alleanza europea”. Nonostante le distanze, il segretario Pd scommette su un'alleanza stabile per il 2023 con i Cinque Stelle. Nel frattempo, per il patto progressista c’è la prova delle amministrative; per Letta “L'obiettivo sarà dimostrare che il campo largo è meglio dell'autosufficienza”, quella perseguita dal Pd nel 2017, quando il centrodestra vinse in 19 dei 26 capoluoghi. Infine, pur ribadendo la massima vicinanza a Draghi, ha ribadito che una maggioranza come quella attuale, con Lega e Fi, in futuro sarà irripetibile.
Il reddito di cittadinanza irrompe nella campagna elettorale
Il reddito di cittadinanza torna ad animare la campagna elettorale. Del resto, quanto il tema fiscale sia sensibile per i partiti non è una novità. Il leader del M5S Giuseppe Conte è stato accolto a Palermo dal plauso di alcuni cittadini: “Arriva il papà del Reddito di cittadinanza”. La Presidente di FdI Giorgia Meloni non ha mai fatto mistero di volerlo abolire e usare quei fondi per tagliare il costo del lavoro e rilanciare l'occupazione. Stessa idea del capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone: “Bisogna far tornare la gente a lavorare, trasferendo risorse dai sussidi al taglio del cuneo fiscale”. Salvini era stato ancora più netto: il reddito di cittadinanza è uno “strumento per incentivare il lavoro nero. Fosse per me andrebbe dato agli imprenditori che poi lo usano per assumere gente per lavorare”. Le parole del leader della Lega non sono piaciute a Giuseppe Conte: “Salvini a volte si distrae, le misure per le imprese non mancano. Togliere dal reddito di cittadinanza per dare agli imprenditori mi sembra un'idea che non ha molta consistenza e che non esprime una politica economica-sociale adeguata per il Paese”. Anche Forza Italia non s’è sottratta al dibattito: “Dai conti che abbiamo fatto, una riforma del reddito di cittadinanza per ridurne la portata e l'utilizzo porterebbe a un risparmio di circa quattro miliardi di euro” ha detto il vicepresidente Antonio Tajani.
Salvini e Meloni si presentano insieme a Verona
Dopo settimane di tensione, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono insieme alla manifestazione elettorale di Verona a sostegno di Federico Sboarina, che rappresenta il centrodestra tranne Forza Italia che, invece, sostiene Flavio Tosi. Ci sono anche Maurizio Lupi (Noi con l'Italia), il governatore del Veneto Luca Zaia e Antonio De Poli (Udc). La presidente di Fratelli d'Italia e il leader della Lega si abbracciano per alcuni secondi, poi durante la serata stanno l'una accanto all'altro. L’obiettivo è quello di mettere alle spalle le ruggini del post elezione al Quirinale anche se i battibecchi negli ultimi giorni non sono mancati, visto che la coalizione in alcune città si presenta a geometrie variabili e non sempre unita. “Poiché hanno detto che faremo come Romeo e Giulietta, dico che non faremo la stessa fine”, scherza la Meloni chiedendo per un attimo il microfono a Salvini. Matteo Salvini confida: “Sono ben felice di essere venuto a Verona e penso che la piazza di oggi faccia giustizia a tante polemiche e a tante robe strane. Per me vince la squadra, per me il centrodestra è una squadra, lavoro per unire e non per dividere o separare”.
Manca poco al voto per le elezioni amministrative
Ognun per sé, anche se tutti apparentemente uniti. Vale a sinistra e vale nel centrodestra a pochi giorni dalle elezioni amministrative. E la spia sta, anche, nelle piazze separate scelte dai vari leader per la chiusura della campagna elettorale. Matteo Salvini battezza Alessandria, Giorgia Meloni va a L'Aquila, Enrico Letta chiude a Lodi mentre Giuseppe Conte sceglie Taranto. Scelte plausibili, visto che mancano all'appello grosse competizioni. Al voto vanno 974 Comuni di cui 4 i capoluoghi di regione (Palermo, Genova, L'Aquila e Catanzaro) e 22 capoluoghi di provincia (Alessandria, Asti, Barletta, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lodi, Lucca, Messina, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Verona e Viterbo); di questi, 18 sono governati dal centrodestra, 7 dal centrosinistra (2 civiche) e 1 dal centro. (Leggi lo speciale di Nomos)
Napoli congela ricorso sul M5S e c’è chi parla di nuovo soggetto politico
Per conoscere l'esito dei nuovi ricorsi contro lo Statuto e la leadership del Movimento 5 Stelle bisognerà aspettare ancora: ci vorrà qualche giorno perché il Tribunale di Napoli decida sulla richiesta di sospensione cautelare delle nuove delibere assembleari richiesta da un gruppo di attivisti pentastellati. Sono ben 18 i motivi di contestazione avanzati dai ricorrenti, che gli avvocati del Movimento 5 Stelle giudicano “formali e strumentali” e che invece Lorenzo Borrè, legale degli iscritti, ritiene siano la dimostrazione che le nuove delibere assembleari sono caratterizzate da “vizi macroscopici sostanziali” che negano “l'ABC della democrazia”. Ma il leader 5 stelle Giuseppe Conte si mostra tranquillo. Se la sentenza dovesse sospendere le delibere assembleari e di fatto congelare l’intero apparato centrale del Movimento, c’è già chi parla della nascita di un nuovo soggetto politico, un partito che vada oltre il Movimento 5 Stelle con al centro Giuseppe Conte. Per questa possibile evoluzione che potrebbe portare a una profonda spaccatura politica nel movimento bisognerà aspettare, ma quel che sembra certo è che anche su questo la spaccatura tra contiani e dimaiani abbia trovato l’ennesimo terreno di scontro politico.
Pd e M5S cercano un’intesa sulle primarie in Sicilia in vista delle politiche
Enrico Letta e Giuseppe Conte hanno aperto il cantiere delle primarie per la scelta del candidato alla presidenza della regione Sicilia, che andrà al voto in autunno. Ma la definizione delle regole non è per nulla un fatto scontato: lo strumento è nelle corde del Pd, un po' meno in quello dei Cinque Stelle. Non a caso, Letta ha compiuto un primo passo per adeguarle allo stile del Movimento: “Ci approcciamo a questa vicenda con delicatezza per trovarci a metà strada con i 5 stelle. Io sono molto affezionato alle primarie dei gazebo, primarie con una partecipazione fisica, ma anche quelle on line sono da utilizzare”. C’è anche un po' di diffidenza reciproca, tanto che il tavolo regionale non ha ancora chiuso l'intesa: c’è l'accordo sull'apertura delle urne anche ai sedicenni e sugli aspetti finanziari. Ma manca quello sulla modalità di voto nei gazebo, che saranno 32: il Pd avrebbe proposto il modo tradizionale, con carta e matita, mentre il M5S avrebbe puntato su tablet e penna digitale.