Approvato il taglio dei parlamentari. Ora al via il piano delle riforme del Governo

La Camera ha approvato in quarta e ultima lettura il disegno di legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari con 553 voti favorevoli, 14 contrari e due astenuti. Dalla prossima legislatura si passerà quindi da 315 senatori a 200 e da 630 deputati a 400 (gli eletti all’estero passeranno rispettivamente da 12 e 8 a 8 e 4). Ora spazio al piano delle riforme del Governo che fungerà da contrappeso per correggere il sistema istituzionale. Tra gli impegni presi troviamo la diminuzione da tre a due dei delegati regionali per l'elezione del Capo dello Stato, lo stesso elettorato attivo (18 anni) e passivo (25 anni) per Senato e Camera e un Senato eletto su base regionale o pluri-regionale. Infine, verrà riformata anche la legge elettorale: al momento ci sono molte opzioni sul tavolo: si va dal modello greco (proporzionale con premio di governabilità), a quello spagnolo (proporzionale su circoscrizioni piccole), dal proporzionale con soglia di sbarramento elevata al doppio turno nazionale di coalizione.

Prove di grande intesa: si struttura l’alleanza M5S-PD

Dopo l’accordo trovato sul nome del civico Vincenzo Bianconi in Umbria, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti hanno intenzione di stipulare un accordo analogo in Calabria: Pippo Callipo, il re del tonno già candidato alle Regionali 2010 per l’Idv e i Radicali, sembra il nome giusto per suggellare l’alleanza tra M5S e PD. Sul territorio, però, si registrano da entrambe le parti delle resistenze: da una parte l’ala ortodossa del M5S calabrese vorrebbe candidare la deputata Dalila Nesci nonostante le regole del Movimento vietino la candidatura a chi è al momento parlamentare; dall’altra alcuni segretari dei circoli PD calabresi hanno raccolto 5000 firme per chiedere le primarie per scegliere il candidato. Questa possibilità rimetterebbe in gioco il presidente uscente, Mario Oliverio.

Obiettivo Regionali: il centrodestra si ricompatta

In vista delle prossime Regionali, a partire da quelle in Umbria del 27 ottobre in cui è candidata la senatrice leghista Donatella Tesei, i partiti di centrodestra fanno fronte comune evitando polemiche e scontri interni. A testimonianza di questo, sono da registrare la comune raccolta firme a sostegno del presidenzialismo e per l’indizione del referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Sul fronte delle regionali, l'accordo, ancora non ufficiale, stipulato tra le forze del centrodestra prevedrebbe candidati di Forza Italia per Calabria e Campania, mentre alla Lega andrebbero quelli di Veneto, Toscana ed Emilia Romagna, a Fratelli d'Italia invece quelli di Marche e Puglia. 

M5S: non si sblocca la partita sui capigruppo di Camera e Senato

Continuano i mal di pancia all’interno del Movimento 5 Stelle riguardo la nomina dei nuovi capigruppo di Camera e Senato che sostituiranno Francesco D'UvaStefano Patuanelli. A Montecitorio è andato in scena un vero e proprio coup de théâtre: Anna Macina, fedelissima di Luigi Di Maio che ha seguito l’iter del taglio dei parlamentari, raccoglie solo 33 voti, superata di gran lunga dal duro e puro Raffaele Trano (61 preferenze). Il più votato è Francesco Silvestri, vice di D'Uva, con 67 voti, che si è presentato in ticket con Riccardo Ricciardi con l’obiettivo di tenere insieme le due anime del partito. Anche sommando i voti di Macina e Silvestri non si raggiungerebbe la soglia dei 109 voti necessari per l’elezione del capogruppo. Al Senato la situazione è forse meno intricata: l’attuale vicecapogruppo Gianluca Perilli, che ha partecipato al tavolo di trattativa con il Pd, ha ottenuto 43 voti, staccando nettamente l’ex ministro Danilo Toninelli, espressione degli esclusi dal nuovo governo (25 voti). Al terzo posto con 15 preferenze il senatore umbro Stefano Lucidi, critico con l’alleanza con i dem in Umbria e appoggiato da uno dei maggiori dissidenti, Mario Giarrusso. Quarto, con 14 voti, Marco Pellegrini. La soglia per raggiungere la maggioranza assoluta è di 54 preferenze.

I sondaggi della settimana

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini continua a perdere terreno attestandosi al 32,3%. In arretramento di quasi un punto il Movimento 5 Stelle. Il partito guidato da Luigi Di Maio si ferma al 18,5% nelle intenzioni di voto. La Lega si conferma il primo partito del Paese e la distanza dal secondo partito (PD) cala a 12,3 punti percentuali, mentre quella con il M5S si cresce a 13,8 punti percentuali.

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Nell’area delle sinistre, l’alleanza tra Sinistra Italiana e Rifondazione comunista scende all’1,8%, mentre i Verdi arrivano al 2,3%. Torna ad essere stimato il consenso di MDP-Art.1/LeU: il partito che esprime l’attuale ministro della Salute si attesta all’1,5% Nell’area centrista, +Europa si ferma all’1,8%. Il nuovo partito di Matteo Renzi, Italia Viva, viene dato al 5,6% in crescita nei sondaggi. Il consenso stimato del Partito Democratico nel Paese è in leggera crescita rispetto alla scorsa settimana al 20%. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia si attesta stabilmente come la seconda forza della coalizione totalizzando il 7,1%. Insegue Forza Italia a circa due punti di distanza (5%) anche a causa della scissione del gruppo legato a Giovanni Toti: Cambiamo!, il partito del Governatore ligure, è dato all’1,6% nelle intenzioni di voto degli italiani.

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 45,6% delle preferenze di voto. Quella di centrodestra il 46%, quella di centrosinistra il 28,9%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 18,5%.

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Settimana Politica 5 - 11 ottobre 2019



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