Con la fine del 2017 è arrivata la conclusione della XVII legislatura, che avrebbe dovuto durare pochi mesi e che invece si è contraddistinta per l’avvicendamento di tre Presidenti del Consiglio e per un Referendum costituzionale bocciato da oltre il 60% degli elettori. I cinque anni sono stati caratterizzati dall’uscita dalla crisi economica, con il Pil che è passato dal -2,8% del 2013 al +1,5% del 2017. Dopo la decisione del Capo dello Stato di sciogliere le Camere, il 2018 si è aperto in piena campagna elettorale: le prossime elezioni politiche si terranno domenica 4 marzo assieme a quelle regionali di Lazio e Lombardia.
Mancano poco meno di 8 settimane al voto e i partiti sono già all’opera per la costruzione delle alleanze. I macro scenari sembrano ormai delineati: il centro destra, costituito da FI, Lega, Fratelli d’Italia e Noi per l’Italia, sfiderà una coalizione di centro sinistra il cui perno principale è rappresentato dal Pd, il M5S e il neo partito Liberi e Uguali.
Dopo settimane di tensioni e rinvii, nel centro destra, Berlusconi, Salvini e Meloni hanno trovato un primo accordo sul programma elettorale. Fra gli impegni comuni ci sono la flat tax, la revisione della legge Fornero, l’abbassamento delle tasse, la riduzione della burocrazia, più sicurezza, la riforma della giustizia, il rilancio del Made in Italy, il sostegno alla natalità, l’adeguamento delle pensioni minime a mille euro e la revisione del sistema istituzionale in senso federale e presidenzialista.
In attesa di discutere le candidature nei collegi, a tenere banco è stata soprattutto la decisione di Maroni di non ripresentarsi alle prossime elezioni regionali per la carica di Presidente della Regione Lombardia. Decisione che lascia presagire un ritorno alla politica nazionale di Maroni e che potrebbe dare vita a un nuovo asse con Berlusconi in un’ottica anti Salvini.
In casa del Pd, Renzi ha escluso ogni possibilità d’intesa con Berlusconi. In questa prima fase di campagna elettorale il segretario dem vuole allontanare il sospetto, più che legittimo se si incrociano gli effetti della nuova legge elettorale e gli ultimi sondaggi, di accordi post elettorali al di fuori delle coalizione che si è presentata alle elezioni, ragion per cui ha rivolto durissimi attacchi a tutti dal M5S sino a Liberi e Uguali. Ma se da un lato lo scontro politico è quotidiano, dall’altro il Pd lavora a un'intesa con LeU sulle regionali in Lazio e Lombardia così da dare più forza alle candidature di Nicola Zingaretti e Giorgio Gori.
Il M5S è alle prese con le parlamentarie. Alla fine sono arrivate 15 mila autocandidature dai militanti. Un numero esorbitante che rischia di far slittare il voto on line previsto per metà gennaio. Al contempo però, sembra che i destini di Grillo e del M5S possano allontanarsi. Al Comico genovese non sarebbero piaciute alcune delle scelte del candidato Premier Di Maio, come ad esempio quella sulla permanenza nell’Euro, a pesare sarebbe anche il rapporto non sempre felice con Davide Casaleggio. Quale sarà il ruolo del comico genovese in questa campagna elettorale non è ancora chiaro anche se in molti all’interno del Movimento sostengono che Grillo parteciperà solamente nelle ultime settimane prima del voto.
I Sondaggi della Settimana 5 - 12 gennaio 2018
Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto EMG, il Partito Democratico prosegue la sua caduta. Questa settimana ha perso lo 0,8% e si attesta al 24,9%. Il Movimento 5 Stelle perde lo 0,3% e nelle intenzioni di voto raggiunge il 28,2%. Il partito di Grillo e Di Maio è stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal Partito Democratico è di 3,3 punti percentuali.
Nell’area delle sinistre, Liberi ed Eguali, partito fondato da Movimento Democratici Progressisti, Sinistra Italiana e Possibile, arriva al 5,5%, mentre in quelle di centro, il partito della Bonino, Più Europa, è dato all’1,4% e quello fondato da Beatrice Lorenzin e Pierferdinando Casini, Civica Popolare, è stimato all’1%.
Nel centro destra, Fratelli d’Italia è al 5,5%, mentre perde lo 0,2% Forza Italia. Il partito di Berlusconi oggi è dato al 14,8%. Torna a crescere la Lega Nord di Matteo Salvini. Ad oggi il Carroccio si attesta al 13,6%. Forza Italia ormai da settimane è il primo partito del centro Destra. Ora la distanza con la Lega è dell’1,2%.
Ad oggi, se l’area di centro destra si presentasse unita potrebbe raccoglie il 36,1%, mentre il centro sinistra il 28,4%. Il Movimento 5 Stelle che è dato al 28,2%, mentre Liberi e uguali chiude al 5,6%.
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Settimana Politica 5 - 12 gennaio 2018