Il Governo supera il voto sul Mes ma è caos nel M5S

La maggioranza supera senza incidenti la prova del voto al Senato. Il testo della risoluzione giallorossa sul Mes, frutto di una difficile mediazione, ha incassato 164 voti favorevoli, numeri che mettono in sicurezza il Governo che supera l'asticella della maggioranza assoluta. Certo, sono arrivati in soccorso alcuni voti esterni, come quello di Emma Bonino e degli ex grillini De Falco e Fattori. Ma le tensioni sono evidenti ed esplodono sia alla Camera che al Senato, con il M5S nel caos. A Montecitorio in 14 non partecipano al voto. A palazzo Madama, dove per tutto il giorno si sono rincorse voci di possibili e imminenti addii per andare con la Lega, in 4 votano contro in dissenso dal gruppo: sono i senatori Paragone, Urraro, Lucidi e Grassi.

M5S nel caos, in tanti pronti a entrare nella Lega

Prima la formalizzazione del passaggio alla Lega del senatore M5s Ugo Grassi, poi gli annunci di Francesco Urraro e Stefano Lucidi: parte il temuto esodo di parlamentari M5S verso il Carroccio. Per ora sono in tre, ma anche il capo politico Luigi Di Maio sa che la lista potrebbe non fermarsi qui e lancia il suo anatema contro il “mercato delle vacche” avviato da Matteo Salvini, al cui confronto, dice, Silvio Berlusconi pare quasi “un pivello”. Immediata la risposta di Matteo Salvini: “Se c’è qualcuno che per salvare la poltrona ha tradito gli ideali sono Di Maio e Grillo, andando con il Pd: pensare che ci siano soldi o ricompense è roba da vecchia politica”. Per il Capitano la “coerenza non è in vendita, ognuno raccoglie ciò che semina” e dunque la porta della Lega resta aperta.

Il Premier Conte assicura che a gennaio ci sarà una verifica di Governo

Per Giuseppe Conte “l'orizzonte rimane quello della fine della legislatura da perseguire con un’agenda condivisa su cui confrontarsi a gennaio, superato lo snodo della manovra da approvare” e annuncia una verifica sulle priorità dell'esecutivo: “Chiederò alle forze politiche di condividere un percorso anche sul piano cronoprogramma e delle priorità che andremo a realizzare. Il Paese chiede chiarezza, non possiamo proseguire con dichiarazioni o differenti sensibilità, sfumature varie e diversità di accento”. Luigi Di Maio ha immediatamente dichiarato: “La condivisione interna di dover stilare un'agenda con precise priorità per il Paese, come chiesto già settimane fa dal M5S, dimostra che ci sono le basi per fare ancora meglio”.

Sono tanti i nodi da sciogliere all’interno della maggioranza

Superato lo scoglio del Mes, ora maggioranza e esecutivo dovranno affrontare nuove sfide interne, che già hanno messo a dura prova la tenuta: non solo il voto sulla manovra, che ancora procede a rilento al Senato e arriverà alla Camera super blindata, ma ci sono da sciogliere anche i nodi sulla prescrizione, sull'Autonomia differenziata, la spada di Damocle degli esuberi dell'ex Ilva, il fronte Alitalia, solo per citarne alcuni.

L'Italia dei sindaci marcia a Milano: in 600 al fianco della Segre

Oltre seicento sindaci sono arrivati da tutta Italia a Milano per dire no all'odio, al razzismo, all'intolleranza ma soprattutto per testimoniare la loro solidarietà a Liliana Segre, la senatrice a vita sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti che è sotto scorta dopo aver ricevuto ripetute minacce antisemite. Insieme, sindaci del nord e del sud, di Comuni grandi e piccoli, di centrosinistra e centrodestra, in fascia tricolore hanno marciato nella manifestazione “L'odio non ha futuro”, promossa da Anci, Ali e Upi, nel centro di Milano, da piazza Mercanti a piazza della Scala.

I sondaggi della settimana

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, il consenso della Lega di Matteo Salvini rimane praticamente invariato (33%) rispetto alla scorsa settimana, così come quello del Movimento 5 Stelle. Il partito guidato da Luigi Di Maio si ferma infatti al 15,5%. La Lega si conferma il primo partito del Paese con una distanza dal secondo partito (PD) di 15 punti percentuali, mentre il gap rispetto al M5S si attesta a 17,5 punti percentuali.

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Stabilità anche nell’area delle sinistre con i Verdi che rimangono al 2,2% mentre l’alleanza tra Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno si ferma al 3,2%. Nell’area centrista, +Europa si ferma all’1,5%, mentre il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, viene dato al 4,6%, in calo di qualche decimale rispetto alla scorsa settimana. In leggero aumento Azione, il partito fondato dall’ex ministro Carlo Calenda che sale al 3,5%. In leggera risalita anche il Partito Democratico. Rispetto alla scorsa rilevazione, i dem guadagnano qualche decimale fino al 18%. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma stabilmente come la seconda forza della coalizione (9,8%), Forza Italia si ferma al 5,3% mentre Cambiamo!, il partito del Governatore ligure Giovanni Toti, rimane all’1,2% nelle intenzioni di voto degli italiani.

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 41,3% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 49,3%, quella di centrosinistra il 27,3%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 15,5%.

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Settimana Politica 7 - 13 dicembre 2019



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