Mattarella ha firmato il decreto ristori bis

Un nuovo decreto da due miliardi e mezzo, la metà per dare ristoro alle attività costrette a ridimensionarsi o a chiudere per la nuova stretta anti-Covid: a tre giorni dall'ok del Consiglio dei ministri arriva firma del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il decreto individua in tutto 130 categorie che possono accedere a circa 1 miliardo di contributi a fondo perduto e lascia disponibili fin da subito circa 400 milioni per l'ingresso di altre Regioni in zona arancione o rossa. Mentre Roberto Speranza firma le nuove ordinanze già partono i calcoli per valutare se le risorse saranno sufficienti a ristorare tutti: al Mef spetterà di vigilare perché le spese non superino i limiti di deficit autorizzati dalle Camere per quest'anno. Intanto arrivano i primi bonifici sul conto corrente di oltre 200mila partite Iva, in gran parte bar e ristoranti, previsti dal decreto Ristori 1, che già dovranno essere integrati con le previsioni del Ristori bis. Il meccanismo è complesso, anche se in gran parte automatico; intanto la prima lista dei danneggiati con accesso al primo decreto Ristori viene allungata e comprende una ventina di attività in più, dai musei ai corsi di danza. Nelle zone rosse tutti avranno anche la sospensione per un mese del versamento dei contributi. Per lo stop ai versamenti il decreto stanzia 549 milioni, altri 35 per la sospensione degli acconti di novembre per tutti i soggetti Isa delle zone rosse indipendentemente dalle perdite di fatturato, 234 milioni per il credito d'imposta al 60% per tre mensilità di affitto (ottobre-dicembre) e 38 milioni per il ristoro ai Comuni per la cancellazione, per le attività nelle zone rosse, della seconda rata Imu. Una cinquantina di milioni va invece agli aiuti alle famiglie

Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria saranno zone arancione

Altre cinque regioni arancioni, la provincia di Bolzano rossa e un approfondimento sulla Campania, che potrebbe seguire la Lombardia e il Piemonte e diventare rossa. La cabina di regia del ministero della Salute ha aggiornato il monitoraggio sulla situazione epidemiologica in Italia e il Ministro Roberto Speranza ha firmato le ordinanze con cui Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana, Umbria e la provincia di Bolzano finiscono in fascia arancione. “La situazione continua a peggiorare” dice il direttore del Dipartimento di prevenzione del ministero Gianni Rezza “e giustifica l'adozione di interventi più restrittivi”. Le misure sono scattate mercoledì 11 novembre, dopo giorni di tira e molla tra Governo e Regioni, con i dati che hanno faticato ad arrivare a Roma e la pressione costante di buona parte dei governatori affinché l'esecutivo abbandonasse il sistema di restrizioni localizzate adottato con il Dpcm del 3 novembre a favore di un provvedimento nazionale, un lockdown generale che il premier Giuseppe Conte continua a non volere e che però chiedono anche i medici lanciando allarmi da due giorni. Per il momento, però, non si cambia. E dunque: nei prossimi 15 giorni in Abruzzo, Basilicata, Umbria, Liguria e Toscana, oltre alle misure già in vigore in tutta Italia, scatterà il divieto di entrata e uscita dalla Regione e di spostamento tra i Comuni, salvo per motivi di lavoro, studio, salute e necessità, e la chiusura di bar e ristoranti per tutto il giorno; continueranno ad essere invece aperte le scuole, che saranno in presenza per infanzia, elementari e medie. Lockdown ancora più duro in provincia di Bolzano, che il Ministero ha inserito in zona rossa, ma che, di fatto, lo era già da diversi giorni. (Leggi lo speciale Coronavirus) 

Il Governo lavora al decreto ristori ter e rilancia il dialogo con l’opposizione

Il conto del Covid lievita ogni giorno; nel weekend, nuove ordinanze potrebbero portare la maggior parte delle regioni d'Italia in fascia arancione o rossa. I governatori di Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna già chiedono nuove risorse per la loro mini stretta e sembra ormai certo che il Governo sia pronto a varare un decreto ristori ter, così come un nuovo scostamento di bilancio, che secondo alcuni potrebbe essere di 20 o addirittura sfiorare i 30 miliardi di deficit ulteriore per il 2021. Sul nuovo scostamento potrebbe costruirsi il dialogo con l'opposizione che porti a una legge di bilancio maggiormente condivisa; il tavolo di confronto potrebbe essere una conferenza dei capigruppo allargata ai presidenti di Camera e Senato. Ma il percorso, aperto da Silvio Berlusconi e Nicola Zingaretti, non decolla: è agli atti la freddezza di Matteo Salvini. In una riunione con i capi delegazione e il ministro Roberto Gualtieri, il premier Giuseppe Conte ribadisce di voler garantire aiuti a tutti coloro che dalla crescita dei contagi sono costretti a chiudere. Nelle “pieghe del bilancio” sarebbe rimasto ancora qualche ulteriore risparmio da dirottare sulla partita, risorse che potrebbero superare il miliardo, ma fermarsi sotto i due. Che basti, viene ritenuto improbabile, non solo perché altre Regioni rischiano di passare in zona arancione o rossa, ma anche perché cresce il pressing per estendere i ristori già disposti con i primi due decreti. 

A gennaio arriveranno 1,7 milioni vaccini in Italia

Il countdown per l'arrivo dei vaccini anti-Covid è cominciato: “Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio”, annuncia il Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri. A ricevere subito le dosi saranno un milione e 700mila cittadini, che saranno scelti in una serie di categorie individuate in funzione della loro “fragilità e potenziale esposizione al virus”. Dunque davanti alla fila ci saranno, com'era prevedibile, le persone che negli ospedali lavorano in prima linea sul fronte della lotta al virus, ma anche gli anziani e i fragili. In coda i più giovani. Parole di speranza arrivano dallo stesso premier Giuseppe Conte, per il quale la distribuzione, in tutto il mondo, dovrà essere “equa” e sarà “una sfida enorme che richiede una pianificazione molto accurata”. In queste settimane di attesa sarà messo a punto un piano del Ministero della Salute che determinerà un target di persone. La somministrazione della cura non avverrà quindi “da domani né da subito per tutti” e non sarà su base regionale, ma “il Governo ha deciso per una centralizzazione del meccanismo”, individuando le categorie dei primi cittadini per i quali sarà necessaria, spiega il commissario Arcuri, investito in queste ore dal Governo anche come responsabile del piano operativo per la distribuzione delle dosi in Italia.  

Centrodestra si spacca su Mediaset. Il Cav al governo: lavoriamo insieme

Silvio Berlusconi, però, si chiama fuori dal muro contro muro contro il Governo. Non è un caso che il Cav abbia più volte ripetuto negli ultimi giorni che “se avessimo le stesse idee saremmo un partito unico”. La linea insomma è cambiata: Forza Italia, complice anche il mutamento politico mondiale, con il sovranismo in affanno, punta evidentemente sull'anima liberale e moderata che l'ha sempre distinta da Lega e Fdi. L'esecutivo di Giuseppe Conte, e su questo è d'accordo tutta la coalizione, sta creando solo confusione con provvedimenti a singhiozzo e destabilizzanti. In questo quadro, tuttavia, il Cav è andato oltre e invece di attaccare e tuonare contro una maggioranza di “incapaci”, ha vestito un abito istituzionale che nessuno nel centrodestra aveva mai osato indossare: “Rinnovo il mio appello al Governo e a tutte le forze politiche per lavorare insieme, per mettere in campo coesione e solidarietà, saggezza e responsabilità”. Ma nelle parole del Cav, c'è di più. Il richiamo alle origini liberali per molti azzurri è interessato: il Governo si sta occupando della scalata di Vivendi a Mediaset e non inasprire i toni contro la maggioranza, malignano, “ha partorito l'emendamento al dl Covid” che di fatto punta a tutelare l’italianità dei gruppi editoriali del nostro Paese. La norma non è stata votata in Commissione Affari Costituzionali del Senato dalla Lega provocando l’immediata reazione di Forza Italia. 

Il M5S va verso gli Stati Generali. Previsto un intervento di Conte 

Tutto pronto per l'atto conclusivo degli Stati generali del M5S, in programma questo fine settimana. La giornata di domani e la mattina di domenica saranno dedicate a 3 tavoli di lavoro distinti, cui parteciperanno 305 rappresentanti scelti dalla rete. I delegati avranno il compito di approfondire il contenuto dei documenti prodotti dalle assemblee regionali. Nell'ambito di questi tavoli, si legge sul sito degli Stati generali, potranno essere previsti dei sotto-tavoli necessari ad affrontare singoli argomenti; l'obiettivo è “la redazione di un documento di sintesi”.  I riflettori sono puntati soprattutto sull'assemblea plenaria di domenica, della durata di 3 ore, che sarà trasmessa interamente in streaming dai canali social del M5S. Al dibattito prenderanno parte 30 relatori (anch'essi votati dagli iscritti) per un tempo prestabilito di 5 minuti ciascuno. 

Il Blog delle Stelle, al termine delle votazioni, ha diffuso l'elenco delle persone che prenderanno la parola alla plenaria di domenica: presenti tutti i big, dall'ex capo politico Luigi Di Maio al presidente della Camera Roberto Fico, passando per Alessandro Di Battista. Nella lista figurano anche il viceministro dello Sviluppo economico Stefano Buffagni, la Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina e gli ex Ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. Parlerà anche l'ex titolare della Salute Giulia Grillo, voce spesso critica all'interno del gruppo parlamentare. E ancora: la consigliera pugliese Antonella Laricchia, considerata molto vicina a Di Battista; i deputati dimaiani Michele Gubitosa e Luigi Iovino e il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano; l'ex Iena oggi europarlamentare Dino Giarrusso; sempre nella giornata di domenica, è previsto l'intervento del premier Giuseppe Conte. Hanno deciso di restare fuori, invece, Riccardo Fraccaro, Stefano Patuanelli e Alfonso Bonafede che però aprirà la giornata, dopo l'intervento del capo politico Vito Crimi. Al momento non è previsto alcun intervento di Davide Casaleggio e di Beppe Grillo.

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini fa registrare una frenata di mezzo punto percentuale (23,3%). Discorso diverso per il Movimento 5 Stelle. Il consenso del partito guidato da Vito Crimi rimane stabile al 14,9%. La Lega resta comunque il primo partito del Paese con una distanza dal secondo (PD) di 2,9 punti percentuali, mentre il gap rispetto a FdI, la terza forza politica italiana, si attesta a 7,2 punti.

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Nell’area delle sinistre, i Verdi riprendono quota (2%) mentre Sinistra Italiana-MDP Articolo Uno rimane pressoché stabile (3,8%). Nell’area centrista, +Europa non fa registrare grosse variazioni (2,6%), così come Italia Viva che arriva al 3,5% e Azione che si ferma al 3,1%. Il Partito Democratico invece perde qualche decimale rispetto alle stime della scorsa rilevazione (20,4%). Nell’area del centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma come la terza politica nazionale tornando a crescere nei sondaggi (16,1%). Nessuna variazione da segnalare per Forza Italia (6%) e Cambiamo!, il partito di Giovanni Toti (1,1%).

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 42,6% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 46,5%, quella di centrosinistra il 30,3%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 14,9%



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