Prove d’intesa Salvini-Di Maio: si va avanti, evitare infrazione
A due settimane dalle europee si è tenuto il tanto atteso vertice a tre fra Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini per rinsaldare l'alleanza e accorciare la distanza fra i due in vista del delicato dialogo con l’Europa per evitare la procedura d’infrazione per debito eccessivo, nodo sul quale il Capo dell’esecutivo avrebbe posto un altro ultimatum: “Tratto io con l'Europa o mollo”. La verifica si è conclusa con la soddisfazione di entrambi gli azionisti del Governo che, al termine del confronto di quasi due ore, si sono scambiati una stretta di mano. Entrambi hanno incassato qualcosa: Matteo Salvini il decreto sicurezza bis e Luigi Di Maio un'accelerazione sul salario minimo.
La Lega spinge Giorgetti a Commissario europeo e Bagnai a ministro all’UE
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti si difende così quando gli chiedono se è pronto a trasferirsi a Bruxelles per fare il Commissario europeo: “Io faccio quel che serve, non sono quello che comanda”. Non sono passate nemmeno 24 ore dal cruciale vertice a tre Conte-Salvini-Di Maio, e impazza il toto-nomine per le future istituzioni europee. Tramontata la suggestione di vedere Enrico Letta alla guida del Consiglio europeo, l'attenzione passa alla composizione della prossima Commissione europea, su cui fervono le trattative. Alla casella ambisce la Lega, e il candidato ideale sarebbe proprio Giorgetti.
Il caso Garavaglia riapre la partita del rimpasto nel Governo
Fare un tagliando alla squadra di governo dopo un appuntamento elettorale è prassi consolidata ma se, ci saranno cambiamenti, per i 5 Stelle non dovranno alterare gli equilibri numerici fra le due forze di maggioranza. Il rimpasto, quindi, resta in stand by, anche se una eventuale condanna del viceministro Garavaglia nel processo in corso a Milano potrebbe riaprire la partita. Per Luigi Di Maio bisogna evitare che la Lega rivendichi il 34% ottenuto nell'ultima tornata elettorale che non ha riscontro alcuno nei numeri in Parlamento. Per ora quindi Toninelli e Grillo rimangono al loro posto anche se la Lega sarebbe pronta a chiedere per sé il Mit e il ministero delle Politiche UE. Per quest'ultimo il nome più accreditato è quello di Alberto Bagnai o quello di Claudio Borghi.
Berlusconi prova a rilanciare Forza Italia
Chi dovrà sedersi al tavolo con Matteo Salvini? Chi dovrebbe preparare le liste in caso di elezioni anticipate? Sono alcuni dei nodi che agitano FI, anche perché sul tavolo c’è una simulazione secondo la quale Lega e Fdi insieme prenderebbero quasi tutti i seggi. Al momento Silvio Berlusconi ha indicato la strada: un Consiglio nazionale per modificare lo statuto e prevedere una squadra di tre big per gestire la fase di transizione. Una rivoluzione alla quale è invitato anche Giovanni Toti anche se in FI si sostiene che il governatore della Liguria abbia già un’asse con Giorgia Meloni ragion per cui sembra difficile che possa accettare l'invito. Berlusconi al termine di un vertice ha annunciato l'indizione entro l'anno di un Congresso Nazionale, che definirà i futuri assetti di Forza Italia.
Il salvataggio di Radio Radicale spacca il Governo
I timidi segnali di ripresa dei rapporti tra Lega e M5S sono già tornati ai minimi livelli. La tensione si è alzata dopo il sì della Lega a un emendamento del PD per il salvataggio di Radio Radicale. Per Luigi Di Maio: “La maggioranza si è spaccata, per la prima volta”. Parole che fanno trasparire tutta l'irritazione per la mossa dell'alleato, non concordata o preannunciata da Matteo Salvini: “La Lega ha votato a favore (insieme a Forza Italia), con mia grande sorpresa; è una cosa gravissima, di cui dovrà rispondere davanti ai cittadini”. I Cinque Stelle vivono questa vicenda come una rottura del contratto di Governo, ma soprattutto come l’ennesima provocazione.
I sondaggi della settimana 8-14 aprile
Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini continua a crescere sfruttando l’onda lunga del risultato delle elezioni europee superando il 37% nelle intenzioni di voto degli italiani (37,3%). Continua la risalita dell’altro partner di governo, il Movimento 5 Stelle, che questa settimana cresce di quasi un punto percentuale. Il partito guidato da Luigi Di Maio si attesta al 18,4% nelle intenzioni di voto. La Lega di Matteo Salvini si conferma stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal secondo partito (PD) si attesta a 14,5 punti percentuali, mentre quella con il M5S è di 18,9 punti.
Nell’area delle sinistre, Sinistra Italiana e Rifondazione comunista perdono terreno fermandosi all’1,5%, mentre i Verdi dimostrano di godere di buona salute arrivando al 2,8%. Nell’area centrista, +Europa, alleata con Italia in Comune, il movimento civico dell’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, si stabilizza al 2,8%. Frena di poco il Partito Democratico. I dem questa settimana sono fermi al 22,8% (-0,7 punti rispetto alla scorsa settimana). Nel centrodestra, Fratelli d’Italia perde qualche decimale percentuale e rimane al 6,3%. Nonostante la frenata, il partito di Giorgia Meloni raggiunge Forza Italia, indebolita dall’ipotesi di una scissione del gruppo filo-salviniano capeggiato da Giovanni Toti. Il partito fondato da Silvio Berlusconi cede terreno finendo al 6,3%.
Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 55,7% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 49,9%, quella di centro sinistra il 25,6%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 18,4%.
Scarica la settimana politica