Sale la tensione tra M5S e Lega in vista del voto su Salvini e Toninelli
La tensione all’interno della maggioranza si fa sempre più alta in vista del voto della settimana prossima in Senato su Matteo Salvini per quanto riguarda la Diciotti e della mozione di sfiducia al Ministro dei trasporti Danilo Toninelli. È da questi due passaggi parlamentari che si capirà il livello di compattezza della maggioranza. “Io non ho paura del voto”, ha dichiarato più volte il vicepremier leghista, mentre nel M5S non tutti sarebbero d’accordo nel sostegno al Ministro dei Trasporti, ma i vertici pentastellati ribadiscono che non c’è alcun caso.
Il M5S mette in discussione il programma F35
Dalla Via della Seta agli F35 fino al World Congress of families di Verona: il ring dei duelli tra M5S e Lega si allarga sulla scia delle Regionali in Basilicata e con l'avvicinarsi della grande campagna per le Europee. Così, dal Memorandum per la Belt and Road Initiative si passa a quel programma per gli F35 che Matteo Salvini sostiene con nettezza ma che Luigi Di Maio guarda con prudenza. E come al solito tocca al premier Giuseppe Conte intervenire per trovare una mediazione che salvaguardi anche i rapporti con gli Stati Uniti.
Scontro tra M5S e Lega sulla kermesse del Movimento Globale pro-Family
Lo scontro tra M5S e Lega con il passare delle ore cambia campo e si trasferisce a Verona che a fine marzo ospiterà il Movimento globale pro-family. Da giorni il M5S attacca la kermesse mentre Salvini ha più volte assicurato la sua presenza. Ma è la questione del patrocinio di palazzo Chigi all’evento che desta i malumori fra i due partiti della maggioranza. Nei giorni scorsi, il ministro Fontana senza alcuna consultazione aveva garantito il patrocinio della Presidenza del Consiglio scatenando le durissime proteste del M5S.
Salvini chiede l’esclusione del 5G dall’accordo con la Cina
Per tutta la settimana ha tenuto banco la questione della firma di un memorandum sulla Via della Seta tra Italia e Cina. Dopo un pranzo al Quirinale tra Mattarella, Conte, Di Maio e Salvini la tensione politica è scesa ma rimane latente. I 50 accordi, cui il Memorandum fa da cornice, dovrebbero essere siglati da Conte e dal presidente Xi Jinping il 23 marzo. Intanto, martedì prossimo Conte riferirà in Parlamento sul Memorandum.
Alle amministrative il centro destra sarà unito. Ma sul Piemonte non c’è ancora l’intesa
Torna a riunirsi il centrodestra dopo le vittorie alle ultime regionali in Abruzzo e Sardegna ma questa volta a casa di Salvini e non più di Berlusconi. A quanto sembra, sarebbe stata raggiunta un’intesa per l’indicazione di candidati comuni in tutti i capoluoghi che andranno al voto a maggio. Ma il vero nodo rimane il candidato per la regione Piemonte. Ferma la posizione di FI che rivendica la candidatura insindacabile dell'europarlamentare Alberto Cirio. Se così non sarà, il partito di Berlusconi è pronto a far saltare il banco, distruggere il centrodestra e rompere tutte le giunte. Il partito di Salvini, per ora evita di polemizzare: fonti vicine al vicepremier si limitano a osservare che si sta lavorando per cercare una soluzione di buon senso senza preclusioni o pregiudizi ma per il meglio della Regione.
Zingaretti al lavoro per l’Assemblea Nazionale
Domenica l’Assemblea Nazionale del PD ufficializzerà la nomina di Nicola Zingaretti a segretario e le correnti provano a posizionarsi. A dare un segnale potrebbero essere i delegati renziani, eletti sia con la mozione di Maurizio Martina sia con quella di Roberto Giachetti. Sul tavolo, infatti, c'è l'ipotesi di non votare Paolo Gentiloni come presidente del partito. Comunque sia l'eventuale astensione dei renziani non sarà determinante per l’elezione di Gentiloni. L’obiettivo di Zingaretti è quello di rimettere in carreggiata il Pd riportando l’unità interna: una volta ottenuta l’investitura dovrà occuparsi delle liste per le elezioni europee. A tal proposito, dopo il no ricevuto da +Europa, Zingaretti sembra aver convinto Carlo Calenda e Giuliano Pisapia a candidarsi con il Partito Democratico.
I Sondaggi della Settimana 9 - 15 marzo 2019
Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini aumenta, seppur di poco, il proprio consenso rispetto alla settimana scorsa e si attesta al 33,7% delle intenzioni di voto. Continua la discesa del Movimento 5 Stelle che, rispetto a sette giorni fa, indietreggia di qualche decimale. Il partito guidato da Luigi Di Maio si attesta al 21,8% delle intenzioni di voto scontando molto probabilmente le tensioni sulla realizzazione della TAV che sta scontentando l’ala movimentista del M5S. La Lega di Matteo Salvini si conferma stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal M5S cresce fino a 11,9 punti percentuali.
Nell’area delle sinistre, gli ex di Liberi e Uguali, formati da Mdp e Sinistra Italiana si attestano al 2,6%, e il partito Potere al popolo scende all’1,9%. Nell’area centrista, anche +Europa, perde qualcosa (2,8%). Continua la crescita del Partito Democratico. I dem, cavalcando l’ondata di entusiasmo portata dal nuovo segretario Nicola Zingaretti, guadagnano altro terreno e tornano sopra il 20%. Ad oggi, la distanza tra M5S e PD è di solo un punto e mezzo. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia scende al 4,1%, mentre Forza Italia stabilizza il proprio consenso all’8,9% nelle intenzioni di voto degli italiani.
Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 55,5% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 46,7%, quella di centro sinistra il 25,7%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 21,8%.
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