La maggioranza fissa roadmap sulla legge elettorale

La maggioranza si dà un primo traguardo sulla legge elettorale. L'obiettivo degli alleati, che si sono riuniti alla Camera insieme al ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, è incardinare un testo base in commissione Affari costituzionali alla Camera tra il 16 e il 20 dicembre. La roadmap prevede un nuovo incontro la prossima settimana e un altro dopo ancora. L'accordo siglato prima dell'ok definitivo al taglio dei parlamentari prevede di incrementare le garanzie di rappresentanza democratiche e assicurare il pluralismo politico e territoriale; per questo gli alleati bollano come impraticabili soluzioni fondate su collegi uninominali maggioritari o modelli proporzionali senza correttivi. Sul tavolo ci sono principalmente le proposte fatte dal PD che preferirebbero ragionare su un sistema proporzionale con premio di maggioranza alle coalizioni al secondo turno

Tensione nella maggioranza sul Dl fisco

Lo stop al carcere per i grandi evasori proposto da Italia Viva manda su tutte le furie i pentastellati, incrinando ulteriormente rapporti del M5S con l'ala renziana. Teatro dello scontro è il decreto fiscale all'esame della commissione Finanze della Camera. Luigi Marattin spiega di aver proposto la modifica per “combattere l'evasione con i nuovi strumenti come la fatturazione elettronica, la trasmissione telematica dei corrispettivi, l'incrocio di banche dati, il contrasto d’interessi, ma non vogliamo che un imprenditore che subisce un accertamento fiscale, prima ancora che si chiarisca se è colpevole o no, si ritrovi in carcere”. La battaglia politica è solo iniziata: in piedi rimangono oltre 700 emendamenti, che saranno votati a partire da lunedì, e l'opposizione minaccia di non concedere sconti. Intanto sempre lunedì è fissata un'altra scadenza, quella per la presentazione degli emendamenti alla legge di bilancio. Tanti i temi sul tavolo, dalla questione Ilva al taglio del cuneo fiscale, fino all'emergenza maltempo. 

Alt di Di Maio a processi interni, fuori dal Movimento chi rema contro

Luigi Di Maio rompe gli indugi e, dopo giorni d’indiscrezioni sui malumori dei suoi parlamentari e sui dubbi che avrebbero maturato anche esponenti del Governo, decide di intervenire con il pugno duro “Chi di fronte alle vittime di Venezia e al dramma dell'Ilva preferisce guardarsi gli affari suoi, conosce la strada. Il movimento non lo piangerà”. Il leader M5S nonostante le critiche che ormai sono sempre più aperte non teme gli attacchi né contraccolpi: “Non vedo pericoli di scissione”. Ma la critica verso chi “alimenta discussioni sui giornali anziché nelle sedi appropriate” è un tema che rilancia prima in un post e poi in alcune dichiarazioni. Soprattutto, è il suo ragionamento, “chi si presta a strumentalizzazione non fa che indebolire il Governo e la stabilità della maggioranza”

Alta tensione in Forza Italia tra Berlusconi e Carfagna

Ancora acque agitate all'interno di Forza Italia, dove tiene banco il gelo calato nei rapporti tra il Presidente Silvio Berlusconi e l'ex ministro Mara Carfagna. Al centro del contendere il ruolo di FI all'interno di un centrodestra sempre più a trazione leghista. La vice Presidente della Camera, figura di spicco dell'ala moderata del partito azzurro, pur smentendo le voci di un'adesione a Italia viva, continua a esprimere grande preoccupazione nei confronti dell'egemonia salviniana sulla coalizione. Sul fronte opposto raccontano di un Cavaliere molto irritato con lei per colpa dei suoi toni definiti eccessivamente ultimativi, in un momento di oggettiva difficoltà per il partito. Del resto, anche le semplici voci di un suo dialogo con Italia Viva di Matteo Renzi stanno provocando reazioni forti dentro il partito. Ora per Mara Carfagna, raccontano, non è il momento delle scelte ma della riflessione. 

I sondaggi della settimana 

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini continua la proprio crescita attestandosi al 34,5%. Il consenso del Movimento 5 Stelle, invece, subisce un calo deciso. Il partito guidato da Luigi Di Maio scende al 15,8% nelle intenzioni di voto, in diminuzione di un punto percentuale rispetto alla scorsa settimana. La Lega si conferma il primo partito del Paese con una distanza dal secondo partito (PD) di 15,9 punti percentuali, mentre il gap rispetto al M5S si attesta a 18,7 punti percentuali.

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Nell’area delle sinistre, i Verdi frenano (1,9%) e l’alleanza tra Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno perde qualcosa nei sondaggi: le forze che esprimono l’attuale ministro della Salute si attestano al 3%. Nell’area centrista, +Europa si ferma all’1,5%, mentre il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, viene dato al 5,6% in leggero calo rispetto alla scorsa settimana. In forte crescita invece il consenso stimato del Partito Democratico rispetto alla scorsa rilevazione. I dem incrementano il proprio bottino di poco più di un punto percentuale salendo al 18,6%. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma stabilmente come la seconda forza della coalizione (9,5%). Forza Italia dopo settimane molto difficili rimane stabile (6,2%) mentre Cambiamo!, il partito del Governatore ligure Giovanni Toti, rimane fermo all’1,3% nelle intenzioni di voto degli italiani.

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 43% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 51,5%, quella di centrosinistra il 28,7%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 15,8%.

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Settimana Politica 9-15 novembre 2019

 



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