Saranno mesi delicati per il Governo che ormai è impegnato su due fronti: il primo è quello della Legge di Bilancio, il secondo è quello delle leggi che attendono di essere approvate. A pesare ci sono i numeri della maggioranza che non rassicurano, soprattutto al Senato. Basti pensare che al Pd l’approvazione del Rosatellum con cinque fiducie è costato l'addio di Pietro Grasso, dimessosi dal gruppo.
Sulla Legge di Bilancio, Gentiloni ostenta sicurezza e assicura che i numeri ci saranno. Parole che attenuano le forti critiche arrivate da Ap. Il partito di Alfano accusa il Ministro Padoan di non aver inserito nella manovra sufficienti misure a tutela della famiglia.
A rincarare la dose anche i bersaniani di Mdp, che consapevoli di essere determinati al Senato, hanno presentato provocatoriamente 28 emendamenti al decreto fiscale per chiedere l'abolizione del superticket, lo stop alla rottamazione delle cartelle di Equitalia e il rinvio a giugno della decisione sullo scatto automatico dell’età pensionabile, proposte che se non approvate saranno ripresentate alla legge di bilancio.
Fra i provvedimenti da approvare, molti dei quali profondamente divisivi, ci sono lo Ius soli, quello sul fine vita, la proposta di legge sulla Cannabis terapeutica senza dimenticare quella sul consumo del suolo, sulle aree protette e il ddl Lorenzin.
In casa del Centro Destra, dopo mesi di rinvii e polemiche incrociate, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni si sono incontrati a Catania, per fare il punto sulle alleanze di Centro Destra, al termine di tre comizi separati in sostegno al candidato di centrodestra alla Regione Sicilia Nello Musumeci.
Sebbene il summit abbia rischiato di saltare, alla fine i tre si sono incontrati per siglare quello che è già stato denominato il “Patto dell’arancino”. Di fatto i nodi che da mesi sono al centro del dibattito interno, come la questione leadership, non sono stati affrontati ma è stata stabilita una sorta di tregua armata.
Intanto mancano poche ore alle elezioni in Sicilia. Domenica gli elettori siciliani sceglieranno il nuovo governatore. Sono cinque i candidati: Fabrizio Micari appoggiato da PD e AP, Giuseppe Fava sostenuto da SI e da Mdp, Nello Musumeci, candidato favorito e fortemente voluto da tutto il Centro Destra (FI, Lega e FdI), Giovanni Cancelleri candidato del M5S e l’indipendentista Roberto La Rosa.
Sembra ormai molto probabile, che il nuovo Presidente della Regione Sicilia non avrà una maggioranza nell’Assemblea, un fatto che potrebbe favorire Nello Musumeci visto che Giovanni Cancelleri del M5S ha già dichiarato che non si alleerà con nessuno.
Secondo i sondaggi, Musumeci sarebbe in leggero vantaggio sul candidato grillino mentre sembrano fuori dai giochi quelli di Pd e Ap e delle Sinistre. Quello che è certo è che queste elezioni avranno un doppio significato: non si decide solamente il prossimo governo regionale, ma si misureranno i rapporti di forza dei partiti in vista delle elezioni politiche della primavera 2018.
I Sondaggi della Settimana 28 ottobre - 3 novembre
Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto EMG, il Pd arresta la sua caduta. Rispetto alla settimana scorsa è aumentato dello 0,1%, attestandosi al 26,5%. Al contrario, il Movimento 5 Stelle continua a crescere di settimana in settimana. Aumenta dello 0,5% e nelle intenzioni di voto raggiunge il 28,8%. Il partito di Grillo e Di Maio è stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal Partito Democratico è del 2,3%.
Cala il partito di Alfano, Alternativa Popolare, che è dato al 2%. Nell’area delle sinistre, guadagna un leggerissimo consenso il Movimento Democratici Progressisti, dato al 3%, mentre è stabile Sinistra Italiana che raccoglie il 2% delle intenzioni di voto. Continua a calare il movimento guidato da Pisapia, Campo Progressista, che è stimato allo 0.6%.
Nel Centro Destra, Fratelli d’Italia è al 5%; torna a crescere dello 0,6% Forza Italia. Il partito di Berlusconi oggi è dato al 13,2%. Dopo settimane di crescita, la Lega Nord torna a calare sensibilmente. Il partito di Matteo Salvini cala dello 0,7% e si attesta al 13,6%, solamente 0.4 punti percentuali sopra al partito del Cavaliere.
Nel complesso, l’area di Governo raccoglie il 28,8% delle preferenze. Ad oggi se l’area di Centro Destra si presentasse unita potrebbe raccoglie il 32,4%, mentre il Centro Sinistra il 34,4%. Distaccato di diversi punti, il Movimento 5 Stelle è dato al 28,8%.
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