Con i lavori parlamentari ormai sospesi il dibattito sulla riforma della legge elettorale sarà rimandato ad inizio settembre. Nel frattempo continueranno i contatti fra i partiti per trovare un punto di partenza così da consentire, come più volte ha chiesto il Presidente della Repubblica Mattarella, di approvare una nuova legge o quantomeno di armonizzare i due sistemi elettorali di Camera e Senato.
Ma la partita non è affatto semplice e i nodi politici sono moltissimi, primo fra tutti quello di individuare un modello elettorale che incentivi le coalizioni pre-elettorali o che invece rimandi a una fase successiva al voto l’aggregazione delle forze politiche in Parlamento per la nascita di una maggioranza e la scelta del prossimo Presidente del Consiglio.
La questione è spinosa e implica direttamente la capacità, principalmente per i partiti tradizionali, di essere nelle condizioni di creare una coalizione. Il Centro Destra sembra più avanti in questo: ormai da settimane Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia sono al lavoro per cercare di creare un percorso comune. Nei giorni scorsi il leader del Carroccio ha dichiarato che per lui un’alleanza con il Cavaliere è più che naturale. Manca ancora da capire chi sarà il leader, se Berlusconi o Salvini o se addirittura un outsider capace di riunire compattamente il Centro Destra.
Nel Centro Sinistra la confusione regna sovrana. Giuliano Pisapia è al lavoro da mesi per trovare il modo di riunire sotto un unico tetto tutte le diverse aree di sinistra, impresa difficile che a oggi ha portato ancora a pochi risultati. Difficile sarà superare le fortissime rivalità tra gli scissionisti di Mdp guidati da Bersani e D’Alema e il Partito Democratico di Matteo Renzi. E se per i primi la questione è prevalentemente personale, per l’ex Presidente del Consiglio forte è la necessità di non presentarsi davanti agli elettori con un progetto politico pigliatutto come fu l’Unione nel 2006.
Ma alleanze a parte, in casa del Pd le acque sembrano tranquille solamente in apparenza. Renzi, pubblicamente, ostenta distacco dai rumors di Palazzo e si tiene alla larga dalle polemiche, ma sono in molti a sostenere che a settembre Franceschini e Orlando lanceranno un’offensiva verso il segretario.
L’obiettivo sarà quello, grazie anche alla sponda di Pisapia, di costringere Renzi a cambiare e a far uscire il partito dall’isolamento politico nel quale è da mesi. A spaventare molte delle correnti interne del Pd è soprattutto il possibile ritorno a un modello elettorale proporzionale che porterebbe inevitabilmente a un accordo post elettorale con Forza Italia e quindi con Berlusconi.
Intanto Luigi Di Maio conferma la volontà del Movimento 5 Stelle di presentarsi alle prossime elezioni con la squadra di Governo al completo e ha annunciato l’intenzione di presentare il candidato premier e i ministri il prossimo 24 settembre. L'appuntamento è già fissato a Rimini in una tre giorni (22, 23 e 24 settembre) che Beppe Grillo ha lanciato con l’hastag #Italia5Stelle.
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