Le oramai tradizionali crisi della XVIII legislatura si arricchiscono di un nuovo e forse definitivo capitolo: il Governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi, così come nato nel febbraio 2021 per implementare la campagna vaccinale e gestire il PNRR, potrebbe non esistere più. L’iniziale convergenza di quasi tutto l’arco parlamentare non ha retto: il M5S ha deciso di non votare la fiducia all’esecutivo al Decreto Aiuti aprendo la crisi di Governo.
La crisi non è stata un fulmine a ciel sereno. L’azione di governo dell’ultimo anno e mezzo, infatti, non è stata semplice a causa della grande eterogeneità della maggioranza e di una crescente litigiosità fra i partiti, con le prime crepe emerse durante le trattative per la rielezione di Sergio Mattarella. Punto di svolta saranno la giornata di domani, quando alle 9.30 il presidente Mario Draghi renderà le proprie comunicazioni al Senato e successivamente si recherà alla Camera per la consegna del suo discorso, e quella di dopodomani, con l’inizio della discussione generale alla Camera prevista per le ore 9.00 a cui seguirà la replica dell’ex capo della Bce alle 11.30.
Per l’occasione, Nomos Centro Studi Parlamentari ha realizzato uno speciale sull’evoluzione della crisi di Governo, le posizioni dei partiti e i possibili scenari.
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