La presentazione della Nota di aggiornamento al DEF dello scorso 30 settembre ha segnato l’inizio della manovra di Bilancio 2020, seppur in ritardo di qualche giorno rispetto alla scadenza fissata dalla legge per il 27 settembre. La nota sarà esaminata dalla Camera e dal Senato che, dopo averla discussa, approveranno una risoluzione sui contenuti della Nota.
La manovra entra nel vivo a metà ottobre: entro il 15 ottobre, il Governo presenta alla Commissione europea il Documento programmatico di bilancio (DPB) che, tra le altre cose, illustra i provvedimenti della manovra finanziaria proposti per il conseguimento degli obiettivi programmatici e l’impatto sui conti pubblici e sulla crescita economica; entro il 20 ottobre, invece, deve essere presentato in Parlamento il disegno di Legge di Bilancio che quest’anno dovrebbe iniziare l’iter al Senato. In base all’esperienza degli scorsi anni, è probabile che al Senato il termine presentazione emendamenti in Commissione Bilancio possa scadere intorno al 10 novembre (l’anno scorso fu il 15 novembre), mentre in seconda lettura alla Camera potrebbe essere il 10 dicembre (l’anno scorso fu il 13 dicembre). Durante la discussione in Parlamento, il disegno di Legge di Bilancio viene mandato anche alla Commissione Europea, che entro il 30 novembre (il termine non è perentorio) si esprime sui contenuti della proposta del Governo.
Qualora il Parlamento non dovesse approvare il ddl entro il 31 dicembre, inizia l’esercizio provvisorio, durante il quale il governo è vincolato, per massimo quattro mesi, a gestire l’ordinaria amministrazione con margini di spesa estremamente ridotti, calibrati in tanti dodicesimi quanti sono i mesi di esercizio provvisorio. Infine, entro il 31 gennaio 2020, il Governo dovrà presentare alle Camere i ddl collegati alla manovra di bilancio.
La manovra di bilancio, che dovrebbe comprendere l’azzeramento delle clausole di salvaguardia sull’Iva per il 2020 e la riduzione per il biennio successivo, lotta all’evasione fiscale, riduzione del cuneo fiscale e incremento degli investimenti pubblici tramite conversione all’economia verde e potenziamento delle infrastrutture immateriali sociali, sembrerebbe aggirarsi intorno ai 29-30 miliardi di euro, con un deficit atteso intorno al 2,2% per il 2020. Con un tasso di crescita del Pil stimato intorno allo +0,6%, il debito raggiungerebbe il 135,2% del Pil.
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