La Meloni blinda la manovra. La Lega rassicura su Kiev, la posizione è una

L’obbiettivo è chiaro “Concentrare le risorse a disposizione su quello che è importante, senza sperperarle”. Poche parole bastano a Giorgia Meloni per tracciare la linea della prossima legge di bilancio. La premier blinda così la prossima manovra che, come ribadito anche in occasione del primo Cdm dopo la pausa estiva, sarà “ispirata, come quelle precedenti, al buon senso e alla serietà”. Una legge di bilancio prudente che non potrà superare i 25 miliardi. L'obiettivo a Palazzo Chigi e al Mef resta quello di concentrarsi su alcune misure essenziali. D'altronde, come spesso ricorda la presidente del Consiglio, “la stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita e non tornerà fin quando ci saremo noi al governo”. 

Le priorità restano perciò la riduzione delle tasse, il sostegno a giovani, famiglie e natalità, e gli interventi per le imprese che assumono e che creano posti di lavoro. “Sono convinta, lo sono sempre stata, che gli italiani vogliano un governo che ha il coraggio di cambiare quello che non funziona. Che rappresenta l'Italia nel mondo con autorevolezza e affidabilità”. Un messaggio rivolto anche agli alleati di governo, con la Lega che, dopo il giallo della nota diffusa per errore con un passaggio in più (poi cancellato) sul no all'uso di armi da parte di Kiev in territorio russo, rassicura la coalizione: “Sulla politica estera la maggioranza è compatta, come già chiarito ufficialmente anche dopo il vertice di centrodestra. Sull'Ucraina la posizione del governo è una. Insomma, almeno sul dossier Ucraina da via Bellerio non sembrano esserci all'orizzonte fughe in avanti. 

La Lega attacca sulla cittadinanza, stop per i reati gravi

Non si placano le tensioni nella maggioranza sulla cittadinanza. La Lega ribadisce tramite Andrea Crippa: “Non saremo mai d'accordo a votare Ius scholae o qualsiasi altra proposta che accorci i tempi per concederla”. Non solo. Il partito prepara un ordine del giorno da presentare al ddl sicurezza per la sospensione delle procedure per l'acquisizione della cittadinanza in caso si sia accusati di reati gravi nei confronti dello Stato o delle persone. L'iniziativa della deputata Laura Cavandoli riprende un emendamento già proposto mesi fa in materia ma che giocoforza torna d'attualità anche dopo le prese di posizione del partito sull'assassinio di Sharon Verzeni. Il tutto mentre Antonio Tajani fa sapere di aver dato mandato ai gruppi parlamentari di approfondire il tema Ius scholae in vista di una proposta di legge a nome degli azzurri. Insomma, il tema sarà certamente caldo alla ripresa dei lavori parlamentari e in particolare quando, a partire dal 10 settembre, il ddl sicurezza arriverà in Aula alla Camera per l'esame. 

Per la Cavandoli “L'odg riprende un emendamento che prevedeva la preclusione dell'acquisto della cittadinanza in caso di condanna per gravi reati, ma anche, vista la durata dei procedimenti, la sospensione della procedura per l'acquisizione durante il processo penale fino alla sentenza definitiva per chi è accusato di reati gravi”. Un ragionamento che, non viene bollato come negativo dalle parti di FI in quanto collegato alla questione della sicurezza. Altro discorso è quello, invece, della cittadinanza tout court che va però, si ragiona tra gli azzurri, tenuto separato nonostante i casi di cronaca abbiano dato il destro per frenare a chi lo voleva fare. Il ddl sicurezza, che insieme al decreto omnibus al Senato sarà il primo provvedimento alla ripresa, sarà anche banco di prova sulla questione quando sarà messo in votazione l'emendamento di Azione sullo Ius scholae sul quale si misurerà, per altro, anche la compattezza del campo largo. Forza Italia, con tutta probabilità, non appoggerà la proposta visto che si riserva di presentarne una propria.

Non si chiude il Caso Sangiuliano-Boccia. Le opposizioni attaccano

Nomine presunte e prese di distanze, accuse via social, chat silenziate e imbarazzi: la querelle sul ruolo di Maria Rosaria Boccia e dei suoi rapporti con il ministero della Cultura assume sempre più i contorni di un caso politico, che sarebbe finito anche nel mirino della premier Giorgia Meloni. E a complicarlo è ora una mail, relativa all'organizzazione del G7 Cultura previsto a Pompei dal 19 al 21 settembre: anticipato dalla Stampa e pubblicato da Dagospia, il documento dai contenuti sensibili, anche perché fa riferimento a spostamenti e sicurezza dei ministri coinvolti, è indirizzato per conoscenza anche all'imprenditrice campana che il 27 agosto si è proclamata consigliera di Sangiuliano per i Grandi Eventi, salvo essere smentita dal Mic. Insorge l'opposizione, che già nei giorni scorsi aveva annunciato interrogazioni sulla vicenda. “Bisogna che il ministro Sangiuliano riferisca al più presto al Parlamento: se non è in grado di spiegare, allora si dimetta. Meloni non può accettare una simile situazione. Se necessario, siamo pronti alla mozione di sfiducia”, attacca da Italia Viva Ivan Scalfarotto

E dai dem Irene Manzi chiede la “convocazione urgente della commissione Cultura della Camera” per “un question time straordinario del ministro. Il silenzio di Sangiuliano, sottolinea, sta alimentando il sospetto che vi siano ricatti o altre questioni poco chiare che gli impediscono di rendere pubbliche dichiarazioni. Un ministro sotto ricatto non è tollerabile”. Datata 5 giugno, la mail fa riferimento alla serata di gala nell'ambito del G7 e parla dell'opportunità di organizzare il concerto nell'Anfiteatro e la cena riservata agli ospiti nella Palestra Grande. Il testo è indirizzato al consigliere diplomatico Clemente Contestabile, al capo della segreteria del ministro Narda Frisoni; alle responsabili delle strutture organizzative e di comunicazione, Maria Antonella Brunetto e Sara Daietti, tutti con account ministeriali, e per conoscenza all'indirizzo @gmail di Boccia. A dispetto delle regole molto rigide che garantiscono la sicurezza del G7 e dei suoi partecipanti, informazioni riservate sarebbero dunque state messe a disposizione di “persone esterne all'amministrazione”. Si fa inoltre cenno a sopralluoghi al sito archeologico in cui il 3 giugno Boccia ha accompagnato Sangiuliano. Dal ministero di via del Collegio Romano tutto tace, dopo che lo staff di Sangiuliano nei giorni scorsi ha fatto sapere che Boccia non ha ruoli ufficiali

Il M5S apre a Orlando in Liguria. Iv alla finestra

In Liguria la coalizione di centrosinistra ha trovato il punto di sintesi in Andrea Orlando sulla candidatura alla presidenza della Regione in vista del voto di ottobre. Il passo indietro del candidato pentastellato Luca Pirondini e le parole di Giuseppe Conte hanno spianato la strada all'accordo elettorale. Tanto da far dire a Elly Schlein: “Sono felice delle dichiarazioni del M5S, è un passo avanti significativo”. La leader Pd lo dice arrivando alla festa dell'Unità delle Marche a Pesaro. Del resto, solo un paio d'ore prima Conte aveva sciolto le riserve. “Il M5S sostiene convintamente la candidatura di Andrea Orlando per la guida della Regione Liguria” ha dichiarato il leader 5s facendo così uscire dallo stallo l'accordo. Conte si dice consapevole che c'è “la necessità di restituire ai cittadini liguri la possibilità di immaginare un futuro migliore, improntato alla trasparenza e all'etica pubblica”. Un futuro dove “la politica regionale lavori per tutti i cittadini e non per pochi amici”. Con l'assicurazione che “non ci tiriamo indietro, ci mettiamo al servizio dei cittadini. Andiamo avanti insieme per vincere questa importante sfida”. 

“Una decisione assolutamente importante” commenta a caldo Orlando consapevole che “ci sono ancora nodi da sciogliere e questioni da affrontare. La coalizione, assicura, “sta lavorando in queste ore e credo che sia giusto attendere per poi tirare le somme e valutare ciascuno di noi se ci sono le condizioni per la mia candidatura”. Schlein incassa e prosegue il suo tour alle feste dell'Unità. A Pesaro non pronuncia il nome di Matteo Renzi, che nei giorni scorsi aveva invocato per il centrosinistra un accordo ampio, ma la segretaria dem fa sapere che proprio “in queste ore continua il confronto anche con le altre forze politiche che vorranno costruire una coalizione che sia competitiva e vincente per la Liguria, così come abbiamo fatto per l'E-R attorno alla candidatura di Michele De Pascale e anche per l'Umbria con Stefania Proietti sindaca di Assisi”. Dalle parti di Iv ufficialmente si sceglie il silenzio anche se fonti sottolineano che così come si lavora per l'unità del centrosinistra a livello nazionale così deve essere per le regioni. Italia viva attenderebbe insomma la formalizzazione della richiesta di uscire dalla giunta Bucci ma si attende anche che lo stesso principio sia applicato a tutte le forze dell'alleanza. Insomma, si chiede un metodo condiviso per tutti. 

Alla Camera

Nell’arco di questa settimana l’Assemblea della Camera non si riunirà. I lavori dell’aula di Montecitorio riprenderanno martedì 10 settembre alle 10.00 con la discussione del ddl in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario e di diverse ratifiche di trattati internazionali. Anche le Commissioni questa settimana non terranno sedute.

Al Senato

L’Assemblea del Senato questa settimana non si riunirà. I lavori dell’Aula di Palazzo Madama riprenderanno mercoledì 11 settembre alle 16.30 con il confronto su diverse ratifiche di trattati internazionali. Per quanto riguarda le Commissioni, la Bilancio, con la Finanze, dibatterà sul decreto-legge recante misure urgenti di carattere fiscale, proroghe di termini normativi ed interventi di carattere economico. Tutte le altre Commissioni, invece non terrano seduta per tutta l’arco di questa settimana.

  1. La Meloni blinda la manovra. La Lega rassicura su Kiev, la posizione è una
  2. La Lega attacca sulla cittadinanza, stop per i reati gravi
  3. Non si chiude il Caso Sangiuliano-Boccia. Le opposizioni attaccano
  4. Il M5S apre a Orlando in Liguria. Iv alla finestra
  5. Alla Camera
  6. Al Senato