Il Parlamento rende omaggio, con qualche tensione, al Papa
Un commosso minuto di silenzio, culminato con un lungo applauso di tutto l'emiciclo: è l'ultimo saluto del Parlamento a Papa Francesco. L'Aula di Montecitorio ha accolto deputati e senatori, esponenti del governo e, seduti sugli scranni più alti, i presidenti di Camera e Senato. A chiudere la commemorazione le parole della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. I ripetuti appelli per la pace, la vicinanza agli ultimi (come i detenuti e i migranti), la difesa della vita e della famiglia, ma anche la tutela del clima e, soprattutto, l'incessante ricerca del dialogo. Sono gli insegnamenti lasciati in eredità da Papa Bergoglio, sottolineati nei diversi interventi. Non sono mancati i ricordi personali: la stessa premier ha sottolineato “il privilegio di un rapporto personale, sincero, con il Pontefice”, citando le sue parole in occasione dell'ultimo incontro, quando la invitò a non “perdere mai l'umorismo”.
È soprattutto sul Magistero del Pontefice che si sono concentrati gli interventi e la convinzione, bipartisan, che Francesco mancherà molto, in particolare per la sua capacità di parlare ai credenti sì, ma anche ai laici. “Io e l'Italia gli saremo riconoscenti sempre” anche per “il regalo” della sua partecipazione al G7 in Puglia, ha detto la premier Meloni, in tailleur nero, con al fianco i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. “Sapeva essere determinato, ma quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava barriere. Con lui eri a tuo agio, potevi parlare di tutto, e raccontarti senza filtri e senza timore di essere giudicato. Poteva vedere la tua anima e guardarti a nudo. Ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile”. “Sarò sempre grata a Papa Francesco per il tempo trascorso insieme, per i suoi insegnamenti, per i suoi consigli”. Prima della premier è stato il turno dei leader.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha sottolineato come “la scomparsa di Papa Francesco ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti”. Il Pontefice “merita il nostro ricordo e il nostro cordoglio, non merita l'ipocrisia di chi deporta migranti, nega l'emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”. La parola ipocrisia viene citata anche dal leader M5S Giuseppe Conte “Il modo migliore per ricordare Papa Francesco è non lasciare cadere nel vuoto i suoi insegnamenti. Il modo migliore per onorarlo è essere scomodi”. “Ora viene celebrato da tutti, in uno scomposto teatro dell'ipocrisia”.
Matteo Renzi, ha bacchettato tutti: “E' molto buffo che ciascuno di noi in qualche misura cerchi di accaparrarsi un pochino della sua eredità”. C'e' chi “lo ricorda per le carceri e dimentica le sue parole sull'aborto, chi lo ricorda per la famiglia tradizionale e dimentica le parole sui lager libici”. “Ci ha insegnato il valore della laicità: la confondiamo con laicismo e c'e' chi la confonde con un baciapilismo esasperato”, c'e' poi “una corrente nel mondo che pensa di rappresentare il pensiero cattolico e tutti gli altri sono peccatori”. “Ha avuto rispetto per le nostre idee molto più di quanto noi abbiamo rispettato le sue. Tipico dei farisei, piangere e commuoversi per il Papa e non ricordare il grido di dolore sui campi lager dei migranti, era una sua ossessione. Tipico dei farisei ergerlo al pensiero globale della sinistra e non ricordare le sue prescrizioni morali sulla vita”. Alle stoccate risponde il capogruppo di FI Maurizio Gasparri: “Ci atterremo alla commemorazione perché questo è il momento”, altri sono i momenti per le polemiche “e le tante ipocrisie” di quelli “che hanno accompagnato la sua missione sulla terra”.
L'Ue multa le Big Tech Usa e spinge per un vertice
Settecento milioni di euro di multa e un messaggio: le Big Tech possono davvero finire nel mirino. Dopo giorni di impasse la Commissione Ue ha sciolto le riserve dando via libera alle sanzioni contro Apple e Meta per violazioni del regolamento sui mercati digitali (Digital Market Act). Si è trattato di un passo annunciato ma non scontato, perché va a cadere nel bel mezzo del difficile negoziato tra Ue e Stati Uniti sui dazi. Un negoziato sul quale Bruxelles è tornata a chiedere “chiarezza” e che potrebbe essere il convitato di pietra del possibile primo scambio tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, a margine dei funerali del Papa a Roma. L'attesa per l'ipotetico incontro, sabato mattina, va ben al di là della questione tariffe. Von der Leyen e Trump non hanno mai avuto contatti finora. Anzi, a stento si sono reciprocamente citati.
Un vertice vero e proprio, ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, è tuttavia difficile che ci sia. “Fatevi una domanda. Dove si fa un vertice il giorno del funerale?”, ha osservato il titolare della Farnesina. Ed è una posizione sulla quale, in linea teorica, concorderebbe anche Giorgia Meloni, sebbene l'organizzazione di un summit tra Ue e Usa sia stato uno dei maggiori incassi diplomatici della premier nella sua missione a Washington. C'è, inoltre, un dato protocollare da tener presente. I vertici tra Ue e Usa, di prassi, non prevedono la partecipazione dei leader dei singoli Paesi ma quella di von der Leyen, del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e del presidente americano. Diverso, invece, sarebbe il caso di uno scambio informale a margine delle esequie del Pontefice. Dal Consiglio europeo e dalla Commissione non lo escludono.
Tradotto, la disponibilità c'è. Anche perché, a Bruxelles, è ormai evidente l'urgenza di chiarire alcuni dossier cruciali con Trump: i dazi, ma anche la difesa e il futuro dell'Ucraina. E attendere il vertice Nato di fine giugno potrebbe essere un rischio. Non a caso, da Washington, il commissario all'Economia Valdis Dombrovskis ha ribadito la ferma volontà dell'Ue a negoziare sulle tariffe ma ha anche puntualizzato: “Noi la proposta l'abbiamo fatta, Trump ci dica cosa vuole”. E se l'obiettivo della Casa Bianca è allontanare l'Ue dalla Cina i dazi hanno un effetto quasi opposto, ha avvertito il lettone. Tutte le opzioni, al momento, restano sul tavolo. E, nel frattempo, l'Ue ha comminato 500 milioni di euro di multa a Apple e 200 a Meta per aver impedito ai consumatori di usare i servizi concorrenti.
Non si smorzano le polemiche sul 25 aprile
Roma, Milano, Napoli, Firenze, Bologna. Sono solo alcune delle città in cui il 25 aprile si celebrerà la Festa della Liberazione, mentre ancora non si placa la polemica per il lutto nazionale proclamato dal governo fino al giorno successivo. Una giornata alla quale tiene molto anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha confermato la sua partecipazione a Genova. Le divergenze di approccio alla Festa della Liberazione permangono tutte alla vigilia della ricorrenza. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, non usa mezzi termini per stigmatizzare l'invito del governo alla sobrietà nelle manifestazioni: “Il 25 aprile non è che beviamo e quindi dobbiamo essere sobri. È una giornata di mobilitazione e di lotta”.
Parole criticate duramente dal centrodestra: “Nostalgico, sbaglia ad alimentare tensioni”, puntano il dito da Forza Italia. E la Lega, con il vicesegretario Andrea Crippa, non è più morbida: “Non hanno senso le polemiche della sinistra sulla sobrietà, visto che il 25 aprile sarà un giorno di lutto nazionale. Organizzare le piazze è giusto, speriamo che non siano piazze violente verbalmente o fisicamente”. Il leader forzista, Antonio Tajani, cerca di smorzare, il ministro Musumeci “ha parlato di un tema generico. Non ha detto sobrietà per il 25 aprile. Non c'è da fare nessuna polemica”.
Per Avs Angelo Bonelli tiene il punto: “Non si tratta di un happy hour, ma della commemorazione della liberazione dell'Italia dalla dominazione nazifascista, che ci ha restituito la democrazia. Una dominazione che ha causato l'assassinio di tanti italiani”. Musumeci “ha usato una parola sbagliata, sbagliata quella e la polemica che segue. Il 25 aprile si festeggia e lo si fa in forme sempre state sobrie, non è che uno va a ballare”, sottolinea da Azione Carlo Calenda. Il M5S si tiene distante dalle polemiche, ma Giuseppe Conte sarà in prima linea a festeggiare la liberazione, venerdì mattina alle Fosse Ardeatine. Quanto a Elly Schlein, sarà a Milano.
Le Regioni criticano apertamente il nuovo piano pandemico, salta l’intesa
Il piano pandemico 2025-2029 messo a punto dal governo potrebbe rivelarsi una nuova fonte di frizione tra il ministero della Salute e le Regioni. Rinviato all'esame della Conferenza delle Regioni, ha infatti ricevuto un netto stop dalla commissione Salute della Conferenza: è “ridondante”, “manca la catena di comando” ed è dunque necessaria una sua “revisione e ristrutturazione”. Critiche alle quali il dicastero risponde, ma aprendo al dialogo e con la richiesta di un “confronto immediato”. Le osservazioni sul piano sono contenute in una nota della Commissione: il “Piano strategico-operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2025-2029”, proposto dal ministero della Salute, “risulta “eccessivamente discorsivo, ridondante e di difficile consultazione” e “non presenta una catena di comando chiara e definita”, si legge. Le Regioni chiedono pertanto di “renderlo molto più sintetico e schematico per facilitarne la fruizione, evitando ridondanze e ripetizioni di concetti”.
Critico il tema della catena di comando: il piano si limita “ad elencare sommariamente i vari possibili attori”. Inoltre, “non assume alcun valore decisionale né orientativo per le Regioni, ma rimanda a decisioni successive, non affronta gli aspetti relativi alla gestione della privacy e non propone scenari coerenti e sostenibili con la risposta che il Piano dovrebbe invece proporre”. La Commissione Salute richiede anche lo stralcio di alcune parti e la loro inclusione in un documento successivo “concordato con le Regioni”. Si richiedono poi maggiori dettagli per “l'utilizzo del finanziamento soprattutto per l'assunzione di personale al fine di rafforzare le strutture regionali che si occupano della preparedness pandemica”. La nota è del 18 aprile scorso e si convoca una riunione tecnica in videoconferenza per il 21 maggio. Quello che è certo è che per ora le distanze sul testo siano piuttosto profonde e che servirà ancora del tempo per trovare l’intesa.
Alla Camera
Dopo che ieri è stato approvato, in prima lettura, il decreto Pa, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per la discussione sul Documento di finanza pubblica 2025 (DFP).
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Giustizia, svolgerà delle audizioni e si confronterà sul decreto in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario. Esaminerà, poi, il decreto relativo alle consultazioni elettorali e referendarie 2025. La Giustizia esaminerà pdl in materia di disposizione delle spoglie mortali delle vittime di omicidio. La Attività Produttive svolgerà delle audizioni sugli atti Ue sul piano d’azione industriale per il settore automobilistico europeo e sulla decarbonizzazione delle flotte aziendali. L’Agricoltura esaminerà l’atto Ue sullo status di protezione del lupo (Canis lupus).
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per la discussione sul Documento di finanza pubblica 2025 (DFP).
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul decreto in materia di cittadinanza, sul ddl relativo all’ordinamento giurisdizionale e alla Corte disciplinare e sul ddl per la semplificazione normativa. La Giustizia dibatterà sul ddl per la determinazione del valore dell'immobile espropriato, sul ddl in materia di successioni, sui ddl relativi ai consulenti tecnici d'ufficio, sul ddl sulla responsabilità degli avvocati, sul ddl in materia di oralità e contraddittorio nel giudizio penale di appello, sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli, sul ddl sull’Albo dei grafologi, sul ddl per il processo telematico e sul ddl per il contrasto alla violenza sulle donne. Provvedimento, quest’ultimo, sui svolgerà delle audizioni.
La Industria esaminerà il ddl, già approvato dalla Camera, sulla space economy, l’atto Ue per il sostegno nel settore dei prodotti vitivinicoli e vitivinicoli aromatizzati, l’atto Ue sullo status di protezione del lupo (Canis lupus), il ddl per la valorizzazione della transumanza, i ddl per il contenimento dello spreco alimentare e il ddl in materia di tartufi.