Proteste contro l’accordo UE-Mercosur. Scontro su agricoltura e ambiente

Le tensioni in Francia contro l'accordo commerciale tra l’Unione Europea e il Mercosur si sono riaccese. Questo trattato, il più vasto mai negoziato dall’UE per popolazione coinvolta e volume di scambi, punta a eliminare gradualmente i dazi tra i due blocchi economici, incentivando le esportazioni di settori chiave come automobili, vino e abbigliamento. Tuttavia, gli agricoltori francesi temono una concorrenza sleale, poiché le aziende sudamericane godono di standard produttivi meno rigorosi e prezzi più bassi.

Mentre paesi come Germania e Italia sostengono l’accordo, la Francia si oppone apertamente, temendo ripercussioni sull’agricoltura nazionale. Il governo francese, supportato da Coldiretti in Italia, solleva dubbi sull'impatto ambientale e sanitario delle importazioni sudamericane, chiedendo l’introduzione di clausole che garantiscano standard produttivi equivalenti. Emmanuel Macron ha elogiato la premier italiana Giorgia Meloni per la sua recente posizione critica durante il G20.

Il Brasile, principale esportatore di carne bovina, è al centro delle critiche: non rispetterebbe i divieti europei sull’uso di ormoni della crescita come l’estradiolo 17-β. Inoltre, un rapporto francese del 2020 ha stimato che l’accordo potrebbe accelerare la deforestazione amazzonica del 5% annuo per sei anni, aumentando lo spazio destinato agli allevamenti intensivi.

Per superare il veto francese, la Commissione Europea propone sussidi agli agricoltori danneggiati e la possibilità di separare il trattato in due parti: una commerciale e una di cooperazione. Tuttavia, i sindacati francesi restano contrari, ritenendo insufficienti queste misure. Con le decisioni finali attese nelle prossime settimane, l’accordo rimane sospeso tra pressioni diplomatiche e resistenze locali.

BCE: rischio di bolla sui mercati azionari, Intelligenza artificiale nel mirino

La Banca Centrale Europea (BCE) avverte che le valutazioni elevate e la concentrazione del rischio nei mercati finanziari, in particolare quelli azionari, li rendono vulnerabili a repentini aggiustamenti. Nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria, la BCE sottolinea come i mercati azionari abbiano finora assorbito gli shock recenti, ma avverte: le vulnerabilità strutturali restano, alimentando il rischio di crisi future. Uno dei settori più osservati è quello dell’Intelligenza artificiale (IA). La crescente concentrazione della capitalizzazione di mercato e degli utili tra poche grandi aziende, soprattutto negli Stati Uniti, ha sollevato preoccupazioni per una bolla dei prezzi delle attività legata all’IA. La BCE avverte che eventuali delusioni sulle prospettive di guadagno di queste aziende potrebbero avere ricadute globali negative, amplificate dall'integrazione dei mercati azionari a livello mondiale.

Tra i fattori che potrebbero scatenare un crollo, la BCE elenca, un deterioramento improvviso delle prospettive economiche globali, cambiamenti inattesi nelle politiche monetarie, l'aggravarsi dei conflitti geopolitici.

Questi eventi potrebbero provocare un drastico cambiamento del sentiment degli investitori, con conseguenti vendite massicce che impatterebbero diverse classi di attività.

Un ulteriore rischio riguarda la mancanza di liquidità in alcuni segmenti del mercato finanziario. La BCE evidenzia che i fondi di investimento aperti, con esposizioni concentrate e partecipazioni ridotte in attività liquide, potrebbero innescare vendite forzate in caso di crisi. Questa dinamica, aggravata da una leva finanziaria elevata, amplificherebbe gli aggiustamenti al ribasso dei prezzi, colpendo soprattutto i portafogli concentrati su poche grandi aziende. La BCE avverte che la combinazione di rischi sistemici e dinamiche di mercato incentrate su pochi colossi tecnologici rende i mercati estremamente fragili. Sebbene l’IA rappresenti una tecnologia rivoluzionaria, l’entusiasmo speculativo potrebbe sfociare in un ridimensionamento drastico, con ripercussioni sia finanziarie che economiche.

Il Tesoro cede il 15% di MPS

Mercoledì 20 il ministero dell’Economia ha completato una nuova vendita di azioni di Monte dei Paschi di Siena (MPS), cedendo un ulteriore 15% del capitale. L’operazione, del valore di 1,1 miliardi di euro, segue le precedenti dismissioni di novembre 2023 e marzo 2024, riducendo la quota dello Stato nell’istituto bancario senese dal 40% all’11,7%. Tra gli acquirenti principali si distingue Banco BPM, che ha acquisito circa il 5% delle azioni e raggiungerà il 9% grazie a un accordo con Anima, società di gestione del risparmio. Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, hanno rilevato la restante parte.

La cessione rispetta gli impegni presi con l’Unione Europea, che prevedevano una riduzione della quota statale sotto il 20% entro la fine del 2024. Lo Stato era diventato azionista di maggioranza di MPS nel 2017, in seguito a un’operazione di salvataggio. Con questa vendita, il Tesoro compie un passo decisivo verso il disimpegno da una delle banche storiche italiane, segnando una svolta nella sua strategia finanziaria. 

Italia al terzo posto nell'OCSE per pressione fiscale

L'Italia si conferma tra i Paesi con la pressione fiscale più elevata nell'area OCSE, posizionandosi al terzo posto nel 2023 con un rapporto tra imposte e Pil del 42,8%, superiore alla media OCSE del 33,9%. A precederla sono la Francia (43,8%) e la Danimarca (43,4%), mentre il Messico registra il livello più basso con appena il 17,7%.

Pressione fiscale stabile, ma sopra la media

L'indagine dell'OCSE, pubblicata il 21 novembre, rileva che la pressione fiscale media nell'organizzazione si è mantenuta stabile rispetto al 2022, ma è aumentata rispetto al 33,4% del 2019, pre-pandemia. Tra i 36 Paesi analizzati, 18 hanno registrato un incremento, 17 una riduzione e solo uno, l’Italia, ha mantenuto invariato il proprio rapporto.

Sul fronte della crescita economica, nel terzo trimestre del 2023 il Pil italiano è rimasto fermo allo 0%, in calo rispetto allo 0,2% del trimestre precedente. Anche il Regno Unito ha segnato un rallentamento significativo (0,1%), mentre negli Stati Uniti la crescita è rimasta stabile allo 0,7%. Il tasso di crescita del G7 complessivo si è mantenuto invariato allo 0,5%.

Pagamenti delle PA. Le nuove regole per evitare ritardi

La Ragioneria Generale dello Stato ha pubblicato una circolare per richiamare l’attenzione delle Pubbliche Amministrazioni sui pagamenti delle fatture, tema centrale per il rispetto degli impegni del PNRR. L’obiettivo è migliorare la puntualità nei pagamenti e assicurarsi che le amministrazioni rispettino le regole previste dalla legge.

Secondo le norme vigenti, le fatture devono essere pagate entro 30 giorni dalla data di ricevimento. In alcuni casi, come nei contratti particolari o nel settore sanitario, il termine può arrivare a 60 giorni, ma solo se c’è una giustificazione scritta e documentata. Tuttavia, dall’analisi dei dati relativi al 2023 sono emerse diverse irregolarità, come scadenze calcolate in modo errato e proroghe oltre i 60 giorni non adeguatamente motivate.

Un problema frequente è il calcolo scorretto dei giornimolte amministrazioni escludono impropriamente i giorni festivi o non lavorativi, ma la normativa prevede che il conteggio includa tutti i giorni di calendario. Inoltre, alcune PA hanno utilizzato i termini di pagamento per compensare sospensioni nella lavorazione delle fatture, una pratica espressamente vietata.

La Ragioneria invita quindi le amministrazioni a prestare particolare attenzione al rispetto delle scadenze e alla corretta registrazione delle sospensioni nei sistemi informativi. Questo è fondamentale non solo per garantire pagamenti puntuali, ma anche per consentire al sistema di monitoraggio nazionale di elaborare dati attendibili. I risultati sui pagamenti effettuati nel 2024 saranno infatti valutati all’inizio del 2025 per verificare il rispetto degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’invito è chiaro: adottare procedure più rigorose per evitare errori, rispettare le scadenze e garantire trasparenza. Solo così sarà possibile ridurre i tempi di pagamento e migliorare il rapporto tra le Pubbliche Amministrazioni e le imprese che lavorano con esse.

  1. Proteste contro l’accordo UE-Mercosur. Scontro su agricoltura e ambiente
  2. BCE: rischio di bolla sui mercati azionari, Intelligenza artificiale nel mirino
  3. Il Tesoro cede il 15% di MPS
  4. Italia al terzo posto nell'OCSE per pressione fiscale
  5. Pressione fiscale stabile, ma sopra la media
  6. Pagamenti delle PA. Le nuove regole per evitare ritardi