Dazi, verso accordo 15% Ue-Usa, ma Bruxelles ha pronto bazooka
L’Unione europea si prepara a una possibile rottura definitiva nelle trattative commerciali con gli Stati Uniti, guidati da Donald Trump, predisponendo contromisure di ampia portata. Secondo fonti diplomatiche, il pre-accordo raggiunto tra il commissario europeo Maroš Šefčovič e l’inviato americano Howard Lutnick prevederebbe alcune esenzioni dai dazi del 15% annunciati da Trump. Tra i prodotti esclusi figurerebbero aeromobili, dispositivi medici e superalcolici, mentre restano incertezza e preoccupazione sul trattamento riservato ad altri alcolici, come il vino, che potrebbe comunque essere gravato dalla tariffa base. Un capitolo centrale riguarda il settore automotive: i dazi statunitensi scenderebbero dal 25% al 15%, in cambio della disponibilità dell’Ue ad azzerare le tariffe sulle auto americane, attualmente al 10%. Tuttavia, l’effettiva entrata in vigore di queste intese dipenderebbe dalla volontà politica dell’ex presidente Trump, che sembra detenere il destino dell’accordo.
In previsione di un fallimento delle trattative, Bruxelles ha già predisposto un elenco unico di contromisure fondendo due liste precedenti per un valore complessivo di oltre 90 miliardi di euro. In caso di escalation, tali beni verrebbero colpiti da dazi del 30% a partire dal 7 agosto, come risposta simmetrica alle misure annunciate da Trump nella sua recente lettera. Oggi i governi degli Stati membri voteranno sul pacchetto, con un’approvazione considerata certa, anche se l’applicazione delle tariffe sarà sospesa per due settimane in attesa di sviluppi. Resta tuttavia un potenziale squilibrio nel confronto tariffario, che ha spinto la Commissione europea a presentare il ricorso a un nuovo strumento anti-coercizione, pronto a essere attivato in caso di ulteriori pressioni o ritorsioni da parte americana. Ad oggi, solo la Francia avrebbe formalmente chiesto l’attivazione immediata di tale strumento. Tuttavia, fonti diplomatiche riportano un cambio di clima nei palazzi europei, dove si registrerebbe un'ampia maggioranza favorevole all’utilizzo del cosiddetto "bazooka" difensivo dell’Unione, segnale di una crescente determinazione nel voler difendere la sovranità commerciale europea.
Unicredit: in 6 mesi utile record. Orcel, Ops era un peso
Unicredit chiude il primo semestre 2025 con utili record pari a 6,1 miliardi di euro, superando le attese e aggiornando al rialzo le previsioni annuali. I profitti del secondo trimestre hanno raggiunto quota 3,3 miliardi, mentre le stime sull’utile netto 2025 salgono a 10,5 miliardi, con una distribuzione agli azionisti prevista di almeno 9,5 miliardi, di cui la metà in dividendi cash. Ma la solidità dei numeri non ha potuto cancellare l’attenzione sulla rinuncia alla scalata di Banco Bpm, una delle operazioni più discusse della finanza italiana recente. Il ceo Andrea Orcel, in conferenza con gli analisti, ha spiegato che l’operazione su Bpm era ormai diventata insostenibile, anche a causa del mutato contesto di valutazione e delle crescenti pressioni regolatorie. L’elemento decisivo è stato però l’ostacolo posto dal golden power esercitato dal governo italiano, ritenuto da Bruxelles sproporzionato e in parte censurato dal Tar. Di fronte alla prospettiva di un braccio di ferro istituzionale con Palazzo Chigi, Unicredit ha scelto di fermarsi, nonostante la proroga concessa dalla Consob.
Nel frattempo, i francesi di Crédit Agricole sono saliti al 19,9% di Bpm, mentre Mps tenta la scalata su Mediobanca, in un risiko bancario sempre più fluido. Orcel ha poi spostato l’attenzione su Commerzbank, dove Unicredit detiene già una quota del 10%, con un ulteriore 10% in derivati da convertire entro fine anno. Il ceo ha ribadito la centralità di quest’investimento, nonostante le resistenze politiche tedesche sulle operazioni di M&A. L’obiettivo di ricavi aggiornato per il 2025 è di oltre 23,5 miliardi, mentre la strategia al 2027 punta a 30 miliardi di distribuzioni totali agli azionisti, metà in dividendi in contanti. A commentare la rinuncia di Unicredit è stato anche il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che ha parlato di grande soddisfazione per l’epilogo dell’operazione, da lui definita una “non offerta”, perché priva di valore per gli stakeholder. Con il ritiro ufficiale dell’Ops, cade la passivity rule, e Bpm può ora valutare nuove opzioni strategiche sul mercato, mantenendo però alta la guardia: la banca, ha sottolineato Castagna, resta sotto i riflettori. Resta infine il dubbio se quello di Orcel sia un addio definitivo a Piazza Meda o una pausa tattica. Il destino dell’operazione potrebbe ancora dipendere da una futura decisione del governo Meloni sul golden power e dal possibile intervento delle istituzioni europee.
Ue-Cina: von der Leyen a Xi, “essenziale riequilibrare relazioni”
In occasione del summit a Pechino per celebrare i 50 anni di relazioni diplomatiche tra Europa e Cina, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha tracciato un bilancio lucido e strategico dell’evoluzione dei rapporti bilaterali, sottolineando al tempo stesso la necessità di una nuova fase, fondata su equilibrio, reciprocità e trasparenza. Von der Leyen ha ricordato come, in mezzo secolo, la cooperazione tra Bruxelles e Pechino sia cresciuta in maniera significativa, sia in termini di profondità dei legami politici ed economici, sia per la portata degli scambi commerciali. Oggi, ha sottolineato, l’Unione Europea e la Cina sono due delle tre principali potenze economiche mondiali, con flussi di beni che superano i due miliardi di euro al giorno. L’Europa ha storicamente sostenuto la crescita economica cinese, accompagnandola nella sua ascesa industriale e commerciale, e continua ancora oggi a giocare un ruolo importante nel suo sviluppo.
Tuttavia, ha messo in evidenza von der Leyen, il rafforzamento della cooperazione ha portato con sé anche un disequilibrio crescente, sia sul piano commerciale che su quello strategico. La presidente ha rimarcato che una relazione economica duratura non può basarsi su vantaggi unilaterali, ma deve garantire benefici concreti per entrambe le parti. Da qui l’invito a un riequilibrio strutturale, che tenga conto delle preoccupazioni europee legate a pratiche distorsive del mercato, accesso asimmetrico agli appalti e agli investimenti, e politiche industriali aggressive adottate da Pechino in alcuni settori strategici. Von der Leyen ha ribadito l’urgenza di affrontare questi nodi attraverso un dialogo trasparente e costruttivo, capace di produrresoluzioni concrete. Ha auspicato che l’Europa e la Cina riescano a riconoscere reciprocamente le proprie priorità e le rispettive vulnerabilità, evitando che le divergenze diventino terreno di scontro.
Vertice UE-Giappone: nasce l’Alleanza Competitiva
L’Unione Europea e il Giappone hanno annunciato il lancio di una nuova Alleanza Competitiva durante il 30° Vertice bilaterale tenutosi a Tokyo, alla presenza della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, del Presidente del Consiglio europeo António Costa e del Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba. L’obiettivo dell’iniziativa è rafforzare la cooperazione nei settori del commercio, della sicurezza economica e dell’innovazione, in linea con le sfide poste dalla duplice transizione verde e digitale. I due partner strategici, che insieme rappresentano oltre 650 milioni di persone e più del 20% del PIL mondiale, si sono impegnati ad approfondire una cooperazione fondata su valori comuni e sull’esigenza condivisa di stabilire regole globali in materia di tecnologia e scambi commerciali.
L’Alleanza si articolerà in tre pilastri principali. Il primo riguarda il commercio, con il rafforzamento dell’accordo di partenariato economico che ha già incrementato gli scambi bilaterali del 20%. Si prevede una piena attuazione dell’accordo, la promozione degli investimenti e la semplificazione normativa per le imprese. Il secondo pilastro è la sicurezza economica, con particolare attenzione alla resilienza delle catene di approvvigionamento, alla cybersicurezza e alla protezione delle infrastrutture critiche. Il terzo riguarda l’innovazione e le transizioni digitale e verde, con nuove collaborazioni su economia circolare, quote di emissione, tecnologie pulite e connettività dei cavi sottomarini, anche nell’Artico. Le parti hanno confermato l’intenzione di concludere entro l’anno i negoziati per l’associazione del Giappone a Horizon Europe, mentre l’UE rafforzerà i rapporti con i paesi dell’Accordo di partenariato transpacifico per promuovere un commercio aperto e basato su regole. Nel vertice è stato affrontato anche il tema della sicurezza e difesa, con la riaffermazione del sostegno all’Ucraina e il riconoscimento dell’interconnessione tra sicurezza europea e indo-pacifica. In tale contesto, è stato annunciato per il prossimo anno l’avvio di un dialogo congiunto sull’industria della difesa.