Panetta spinge per fusioni bancarie basate su solidità
Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, intervenuto a margine delle riunioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI), ha sottolineato l'importanza di fusioni bancarie basate su criteri oggettivi per consolidare il sistema creditizio europeo. Panetta ha ribadito che una valutazione di queste operazioni deve puntare sulla solidità del nuovo istituto e non sulla nazionalità delle banche coinvolte: "Se le banche sono forti e redditizie, possono alimentare l’economia reale con i loro prestiti e offrire servizi di qualità".
Sul fronte della politica monetaria, Panetta ha affermato che la Banca Centrale Europea (BCE) è ancora lontana dal raggiungere il "tasso neutrale", ossia un livello dei tassi di interesse che non abbia effetti di stimolo né di freno. Con la crescita europea debole e l'inflazione in discesa, si rende necessaria una politica di tassi bassi, da accompagnare con l'Unione Bancaria e nuove fusioni. Secondo Panetta, occorre ridurre il costo del denaro e favorire investimenti per dare slancio all'economia dell'UE.
Nel dialogo con Alfred Kammer del FMI, Panetta ha risposto indirettamente alle domande sulle recenti indiscrezioni riguardanti una possibile fusione tra Unicredit e Commerzbank, affermando che il giudizio su tali fusioni deve basarsi sulla stabilità e solidità del futuro soggetto bancario, senza badare alla nazionalità. Ha scherzato dicendo: "Non è una sfida Italia-Germania, quelle le facciamo sul campo di calcio", riportando l’attenzione sull’importanza della solidità economica delle banche.Panetta ha messo in guardia le banche che, sebbene attualmente redditizie, non possono ignorare la necessità di consolidamenti a lungo termine. I profitti recenti derivano, infatti, da condizioni di mercato transitorie, legate alla pandemia e all'aumento della liquidità. Con un ritorno alla normalità e una crescita europea ancora fiacca, il consolidamento bancario rimane una priorità per sostenere l’economia reale.
Nella sua analisi, Panetta ha espresso preoccupazione per la crescita globale rallentata, in particolare in Europa, e ha evidenziato il problema del debito globale, che raggiungerà il 100% del PIL mondiale entro il 2030. I Paesi maggiormente coinvolti, tra cui Stati Uniti, Cina, Italia, Francia e Giappone, rappresentano il 70% del PIL mondiale e, secondo Panetta, devono adottare misure di contenimento per evitare crisi finanziarie improvvise.
Per l’Italia, Panetta ha ribadito la necessità di uno sforzo costante per mantenere un equilibrio tra crescita e contenimento del debito. Anche con un deficit in calo, dal 4% di quest’anno fino al 3,1% previsto per il 2029, il rapporto debito/PIL italiano continuerà a crescere, passando dal 136,9% di quest'anno al 142,3% entro il 2029. Secondo Panetta, questa crescita va affrontata con un approccio misurato per non soffocare l'economia.
Debito in crescita: il monito del FMI all'Italia
Secondo Helge Berger, vicecapo del Dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale (FMI), il rapporto debito/PIL italiano, nonostante sia calato rispetto ai picchi del 2020, rimane elevato e destinato a crescere leggermente nei prossimi cinque anni. Pur riconoscendo gli sforzi di bilancio fatti dal governo italiano e dall’Unione Europea, Berger ha sottolineato che l’Italia deve adottare un approccio più ambizioso per contenere il debito, riducendo i deficit in modo più deciso.Berger ha inoltre invitato l’Italia a sfruttare il periodo di stabilità post-pandemica, caratterizzato da inflazione sotto controllo e calo della disoccupazione, per implementare riforme strutturali mirate. Secondo l'analisi del FMI, tali riforme, se orientate al rafforzamento della credibilità del Paese, potrebbero generare maggiore fiducia e tradursi in un incremento degli investimenti e dello sviluppo economico.
Nelle ultime previsioni del FMI, la crescita del PIL italiano è stata rivista leggermente al ribasso per il 2025, con una stima del +0,8%. Questo dato si aggiunge all’allarme per il debito pubblico italiano destinato ad aumentare nei prossimi anni. Alfred Kammer, capo del Dipartimento europeo del FMI, ha sottolineato come le prospettive di crescita per l’Europa siano ancora incerte, e che il contenimento dell’inflazione non sarà sufficiente a risolvere i problemi strutturali che frenano lo sviluppo.
Kammer ha evidenziato una serie di ostacoli che impediscono all’Europa di competere efficacemente su scala globale: bassa produttività, scarsità di start-up dinamiche e mercati troppo frammentati che limitano la crescita delle imprese più grandi. L’Europa fatica a ridurre il divario di reddito pro capite rispetto agli Stati Uniti, mantenendosi attorno al -30%, e il FMI ribadisce la necessità di riforme strutturali per cambiare la traiettoria di crescita del continente.
KKR entra nel capitale di Enilive con 2,9 miliardi
Eni ha siglato un accordo significativo con il fondo d'investimento americano KKR per l'ingresso di quest'ultimo nel 25% del capitale sociale di Enilive, la divisione di Eni dedicata alla trasformazione della mobilità sostenibile. Con una presenza di oltre 5.000 stazioni di servizio in Europa (tra cui punti per veicoli elettrici, a idrogeno, a metano e a biofuel), Enilive rafforza così la propria strategia di transizione energetica, contando su un investimento complessivo di 2,938 miliardi di euro. Parte di questa somma sarà destinata a un aumento di capitale di 500 milioni di euro, riservato a KKR. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha sottolineato come questo accordo rappresenti un passo fondamentale per la transizione verso modelli energetici sostenibili. Descalzi ha evidenziato l’importanza di creare business low-carbon autonomi, come Enilive e Plenitude, per rispondere alla crescente domanda di soluzioni energetiche decarbonizzate: “Con il supporto di KKR, Enilive è pronta a valorizzare i propri ambiziosi piani di crescita e a offrire soluzioni scalabili per la transizione energetica”, ha dichiarato Descalzi.
Alberto Signori, Partner del team European Infrastructure di KKR, ha espresso soddisfazione per la collaborazione strategica con Eni, descrivendo Enilive come un attore chiave nella transizione energetica dei trasporti in Europa. Grazie alla piattaforma d’investimento globale di KKR, la partnership consentirà a Enilive di accelerare la propria crescita a livello internazionale. Anche Stefano Ballista, Amministratore Delegato di Enilive, ha accolto con entusiasmo il contributo di KKR, sottolineando il valore aggiunto che questo apporto rappresenta nel percorso verso una mobilità sempre più decarbonizzata.
Fitch e S&P confermano il rating per l’Italia, debito sotto osservazione
l’Italia ha superato l’esame delle agenzie di rating, con Fitch e Standard&Poor’s che confermano il rating BBB per il Paese. Fitch ha rivisto al rialzo le prospettive di crescita, mentre S&P ha mantenuto stabili le sue valutazioni, segnalando il potenziale di miglioramento fiscale e, al contempo, evidenziando le sfide strutturali. La prossima verifica sarà il 22 novembre con Moody’s: quest’ultima mantiene per ora il rating Baa3, il più basso tra i giudizi di investment grade, a un passo dal livello "junk". S&P ha confermato il rating “BBB/A-2” per l’Italia, con outlook stabile. Secondo l'agenzia, l’Italia potrà contare su una crescita media dell’1% tra il 2024 e il 2027, superiore al 0,2% del decennio precedente alla pandemia. Tuttavia, S&P prevede che, con l’esaurirsi degli incentivi del Superbonus e dei fondi Next Generation EU, riemergeranno sfide strutturali economiche. S&P stima che il disavanzo pubblico scenderà sotto il 3% del PIL entro il 2027, mentre il saldo primario tornerà in attivo nel 2025. L'agenzia sottolinea, tuttavia, che il debito pubblico aumenterà ulteriormente, spinto dagli aggiustamenti stock-flow legati al Superbonus. Secondo le previsioni, il rapporto debito/PIL, che si attesta al 135% per il 2024, potrebbe raggiungere il 138% entro il 2027, limitando la capacità del governo di sostenere la crescita economica. Nel primo semestre del 2023, il debito pubblico italiano è aumentato di 99 miliardi di euro, toccando i 2.948 miliardi a giugno. Secondo le stime di Mazziero Research, l'ammontare totale potrebbe raggiungere tra i 2.937 e i 2.970 miliardi entro la fine dell’anno, un dato che rafforza le preoccupazioni di S&P riguardo alla sostenibilità del debito.
Fitch ha anch’essa confermato la tripla B per l’Italia, sottolineando un aumento della credibilità di bilancio, grazie al recente miglioramento fiscale e all’impegno del Paese a rispettare le regole di bilancio dell’Unione Europea. Questo, afferma l'agenzia, potrebbe ridurre i rischi di finanziamento legati all’alto debito pubblico. Fitch prevede una crescita del PIL pari allo 0,7% per il 2024 e all’1,1% per il 2025, mentre il deficit dovrebbe scendere dal 4,7% al 3,7% del PIL entro il 2024, grazie a un mercato del lavoro più forte e alla scadenza del Superbonus. Fitch aggiunge che le obbligazioni italiane hanno anche beneficiato del recente taglio dei tassi da parte della BCE.
INPS: contributi agevolati in calo, restano gli incentivi per il Sud
L’ultimo report INPS evidenzia l’andamento degli incentivi all’occupazione per il settore privato non agricolo, concentrandosi su agevolazioni contributive per nuove assunzioni e trasformazioni contrattuali. Questi incentivi, che rappresentano uno strumento chiave per sostenere il mercato del lavoro, hanno un impatto rilevante soprattutto per categorie come giovani, donne e lavoratori nel Sud Italia, cui sono destinati sgravi mirati.
Nel triennio 2021-2023, gli incentivi contributivi hanno sostenuto mediamente circa il 26% delle attivazioni lavorative complessive, con un aumento del 35% tra il 2021 e il 2022, e una lieve contrazione nel primo semestre del 2024 rispetto all’anno precedente. Gli incentivi per le assunzioni e le trasformazioni contrattuali si sono stabilizzati a circa 2,3 milioni nel 2022 e 2023, a fronte di un totale di 9 milioni di attivazioni annuali.
Il Nord Italia registra la maggior parte dei contratti agevolati per apprendistato e giovani, mentre Sud e Isole beneficiano soprattutto della “Decontribuzione Sud” e dell’Incentivo Donne. I settori con il maggior numero di contratti agevolati includono commercio, trasporti, e ristorazione per apprendistato e “Decontribuzione Sud”, mentre i servizi di supporto e le attività professionali si distinguono per l’Incentivo Donne.
Il report evidenzia che, mentre gli incentivi hanno sostenuto in modo significativo il mercato del lavoro, l’incidenza percentuale delle agevolazioni sul totale delle attivazioni è in leggera flessione, anche a causa della mancata proroga di alcune misure totali per giovani e donne nel 2024. Questo scenario potrebbe influire sulla stabilità dei livelli occupazionali nelle aree più svantaggiate e per le categorie protette, rendendo essenziale una strategia continuativa di incentivi.