Il Governo Meloni guarda a Starlink per le telecomunicazioni civili e militari

Il Governo Meloni sta valutando un possibile accordo con Starlink, la costellazione satellitare di Elon Musk, per potenziare le telecomunicazioni italiane. Anche se fonti governative assicurano che nessun accordo è stato ancora firmato, il tema è fortemente discusso, sia per le applicazioni civili che per quelle militari. Tra i principali sostenitori dell’operazione ci sono la stessa premier Giorgia Meloni e il Ministro della Difesa Guido Crosetto.

Sul fronte civile, il progetto prevede di utilizzare la rete di Starlink per accelerare il piano Italia a 1 Giga, volto a portare la banda larga anche nelle zone ancora scoperte. I fondi del PNRR stanziati per questo progetto superano i 3 miliardi di euro, ma i lavori sono in ritardo. Il Governo starebbe quindi pensando di aprire un nuovo bando per il servizio Internet satellitare, in cui Starlink potrebbe imporsi facilmente, essendo l’unico operatore con una rete già pronta e capillare.

L’attenzione maggiore è però rivolta all’ambito militare. Il Governo vuole dotare l’Esercito Italiano di un’infrastruttura di comunicazione più sicura ed efficace, utilizzando proprio la rete satellitare di Musk. Attualmente, le comunicazioni militari italiane si appoggiano alla rete Sicral, composta da soli due satelliti, in collaborazione con la Francia. Sebbene sia previsto il lancio di un terzo satellite entro il 2026, questa rete viene ritenuta insufficiente per garantire una copertura continua e affidabile, soprattutto in caso di emergenze.

Per questo motivo, il Governo valuta Starlink come una soluzione temporanea in attesa della nuova costellazione europea IRIS2, promossa dall’UE con un investimento di oltre 10 miliardi di euro, ma il cui completamento è previsto non prima del 2030. L’Italia, dunque, potrebbe appoggiarsi a Starlink per garantire continuità e latenza minima nelle comunicazioni militari, come già fatto dall’Ucraina durante la guerra. Il costo stimato per questo accordo si aggira intorno a 1,5 miliardi di euro.

L’idea di affidare un’infrastruttura strategica a un operatore privato straniero, come Starlink, ha sollevato diverse critiche. Le opposizioni e alcuni esperti temono che una tale dipendenza dagli Stati Uniti, seppur alleati, possa rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale. I dubbi sono rafforzati dal fatto che Elon Musk e il Presidente Donald Trump, attualmente in carica negli USA, vengono considerati imprevedibili e poco affidabili nelle relazioni internazionali. Tuttavia, l’urgenza di dotare le Forze Armate di strumenti più avanzati potrebbe spingere il Governo a compromettersi con Starlink almeno fino al 2030, quando IRIS2 sarà operativo. La situazione italiana si inserisce però nel quadro delle difficoltà europee nel settore spaziale. IRIS2, infatti, avrà bisogno di lanciatori per mettere i satelliti in orbita, ma l’Europa sta affrontando ritardi significativi nello sviluppo del proprio razzo Ariane 6, che avrebbe dovuto essere pronto già nel 2020. Nonostante i 4 miliardi di euro investiti dagli Stati europei, di cui 500 milioni dall’Italia, Ariane 6 ha effettuato il primo lancio solo a fine 2024, con anni di ritardo e problemi tecnici persistenti.

Il progetto Ariane è inoltre fortemente sbilanciato a favore della Francia, che detiene la maggior parte delle quote nel consorzio che sviluppa il razzo. L'Italia, pur avendo contribuito con mezzo miliardo di euro, ha solo il 3,4% delle quote e nessun rappresentante nel management.

Cipollone (Bce): "L’Europa deve innovare e superare le divisioni interne"

Piero Cipollone, nuovo membro del comitato esecutivo della Bce, ha evidenziato in un’intervista al Corriere della Sera le debolezze economiche dell’area euro, richiamando la necessità di investimenti e innovazione per recuperare terreno rispetto a Stati Uniti e Cina. Il rischio maggiore, secondo Cipollone, è che l’Europa continui a competere sui prezzi del manifatturiero, una battaglia persa in partenza contro la Cina. La vera sfida si gioca invece su tecnologia e finanza, dove l’Europa è in ritardo.

Nonostante le eccellenze universitarie, molte imprese innovative si spostano negli Stati Uniti per beneficiare di un mercato più ampio e di capitali più disponibili. Il problema principale è la frammentazione del mercato europeo, che frena la crescita delle aziende. Secondo una stima del Fondo Monetario Internazionale, le barriere interne tra i Paesi europei equivalgono a dazi del 44% sui beni e del 110% sui servizi.

Cipollone critica la scarsa propensione agli investimenti privati nell’area euro. Nonostante un surplus di risparmi pari a 435 miliardi di euro, questi fondi non vengono reinvestiti in economia. Anche le imprese esitano a investire a causa dell’incertezza politica e della debole domanda interna.

Tra le priorità della Bce c’è il progetto dell’euro digitale, che mira a ridurre la dipendenza dai sistemi di pagamento americanie rafforzare la sovranità monetaria europea. Oggi, il 60% delle transazioni digitali passa attraverso operatori non europei, con conseguenti costi più alti per commercianti e consumatori. L’euro digitale rappresenterebbe un mezzo di pagamento sicuro e universale per tutta l’area euro.

Sul fronte della politica monetaria, Cipollone invita la Bce a evitare un eccesso di prudenza. Tenere la crescita economica sotto il suo potenziale per paura di choc inflazionistici rischia di indebolire ulteriormente l’area euro. Per rilanciare l’economia europea, Cipollone sostiene che sia essenziale puntare su mercati integratiinvestimenti mirati e una visione strategica comune. 

La Bce promuove l’Italia, migliora lo spread rispetto a Francia e Germania

La Banca Centrale Europea ha valutato positivamente le politiche fiscali del governo italiano, evidenziando un andamento virtuoso dei rendimenti dei titoli di Stato rispetto ad altri Paesi europei. Nel suo Bollettino economico, l’Istituto di Francoforte rileva che a fine 2024 il rendimento medio dei titoli decennali dell’area euro si è attestato intorno al 2,6%, con un aumento del differenziale di 15 punti base rispetto al tasso OIS (Overnight Indexed Swap), considerato il riferimento a rischio zero.

Secondo la Bce, il rialzo dei rendimenti è stato in gran parte influenzato dal contesto internazionale, in particolare dal contagio dei mercati statunitensi. Dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il differenziale sui titoli europei si è ampliato ulteriormente, poiché l’aumento dei rendimenti dei Treasury americani ha avuto ripercussioni anche sui mercati europei.

La situazione è risultata peggiore in Francia e Germania. Il differenziale sui titoli tedeschi ha registrato un incremento di 23 punti base, mentre per i titoli francesi l'aumento è stato ancora più significativo, pari a 30 punti base, a causa delle incertezze sulle prospettive di bilancio di Parigi.

L'Italia, invece, si distingue in positivo. La Bce sottolinea che il differenziale dei titoli di Stato italiani rispetto al tasso OIS si è ridotto di 9 punti base, un miglioramento attribuibile a un migliore clima di fiducia verso le politiche di bilancio del Paese. Al contrario, in Spagna e Portogallo il differenziale è aumentato rispettivamente di 4 e 6 punti base.

Il report della Bce indica che i mercati hanno accolto con maggiore fiducia le prospettive economiche dell’Italia rispetto a quelle di altri grandi Paesi europei, riconoscendo la stabilità fiscale delle politiche attuate negli ultimi mesi.

Lufthansa entra in Ita Airways: nasce un nuovo colosso europeo

Lunedì 13 gennaio 2025Lufthansa ufficializzerà l’ingresso in Ita Airways, segnando una svolta storica per la compagnia aerea italiana, attualmente controllata al 100% dal Ministero dell’Economia. Per quella data è convocata l’assemblea degli azionisti che porterà alla finalizzazione dell’accordo da 325 milioni di euro, firmato lo scorso maggio, con cui il gruppo tedesco acquisirà il 41% del vettore tricolore.

Durante l’assemblea verrà annunciato anche il nuovo consiglio di amministrazione, che passerà dagli attuali tre membri a cinque. La governance sarà bilanciata: tre posti saranno di nomina italiana, compreso il presidente, mentre due saranno riservati a Lufthansa, tra cui il ruolo cruciale dell’amministratore delegato. Il nome più accreditato per ricoprire questa posizione è quello di Jörg Eberhart, attuale presidente di Air Dolomiti e protagonista della trattativa.

L’investimento complessivo di Lufthansa in Ita Airways raggiungerà 829 milioni di euro. Il gruppo tedesco, partendo dal 41% iniziale, prevede di incrementare progressivamente la propria partecipazione, salendo al 90% entro il 2028 e al 100% entro il 2033. La cifra include un bonus aggiuntivo di 100 milioni di euro, legato al raggiungimento di specifici obiettivi di performance fissati nel piano industriale.

La Commissione Europea ha posto alcune condizioni per il via libera all’operazione. Per garantire maggiore concorrenza sui voli intra-europei e intercontinentali, Ita e Lufthansa hanno dovuto rinunciare a un pacchetto di slot presso l’aeroporto di Milano Linate. Inoltre, è stato necessario cedere alcune frequenze di volo tra Linate, Fiumicino e varie destinazioni in Germania, Svizzera, Austria e Belgio, permettendo ad altri vettori — come easyJet — di operare su quelle tratte. È stato richiesto anche di siglare accordi commerciali con i gruppi Iag (che comprende British Airways e Iberia) e Air France-KLM, al fine di migliorare la connettività delle rotte a lungo raggio con scali intermedi.

L’accordo segna la nascita del più grande gruppo aereo europeo e rappresenta un’occasione di rilancio per Ita Airways, che punta a beneficiare delle sinergie operative e commerciali con Lufthansa per rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali.

Swisscom completa l'acquisizione di Vodafone Italia

La fusione tra Fastweb e Vodafone Italia si è ufficialmente conclusa il 31 dicembre, portando alla creazione di una nuova realtà chiamata Fastweb + Vodafone. Con questa operazione, la società diventa il secondo operatore italiano per la banda larga, subito dopo TIM, e il primo nella fibra FTTH (Fiber to the Home), ovvero la connessione ultraveloce in fibra ottica diretta fino al modem dell'utente.

Questa acquisizione, del valore di 8 miliardi di euro, segna un punto di svolta nel mercato delle telecomunicazioni italiane, dove i margini di guadagno sono ridotti e gli investimenti infrastrutturali spesso insufficienti. La creazione di un gruppo più grande e solido potrebbe facilitare nuovi investimenti in innovazione e potenziamento della rete.

L'operazione, autorizzata dal governo italiano a maggio e dalla Commissione Europea a settembre, rappresenta la realizzazione di un progetto discusso da tempo nel settore. Inizialmente si era ipotizzata una possibile alleanza tra Vodafone e Iliad, ma Swisscom ha invece deciso di consolidare la sua posizione attraverso Fastweb.

Questa mossa consente a Swisscom di rafforzare la propria presenza in Italia, consolidando la leadership nella rete a banda ultralarga e sfidando i principali player del mercato.

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