Manovra: Giorgetti a Cernobbio, non sarà correttiva, valutare effetti spese difesa

Al Forum di Cernobbio, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito che la prossima manovra non sarà di carattere correttivo. In un collegamento video per la chiusura del simposio organizzato dal Teha Group, il titolare del Mef ha sottolineato che i conti pubblici italiani non richiedono interventi straordinari, poiché le previsioni formulate si sono rivelate attendibili. Ha ricordato di aver già considerato, in fase di programmazione, il rallentamento legato alla guerra commerciale globale e di aver fissato una crescita allo 0,6%. Il ministro ha tuttavia avvertito che un elemento di incertezza riguarda l’escalation del conflitto in Ucraina e le conseguenti decisioni europee sull’aumento delle spese per la difesa. Secondo Giorgetti, si tratta di un fattore imponderabile che dovrà essere gestito con attenzione, con l’obiettivo di trasformare gli sforzi in opportunità per l’industria italiana. Ha inoltre osservato che il Patto di stabilità consente deroghe solo per la spesa militare e non per altri tipi di investimento.

Rispondendo a chi gli chiedeva se sia terminata la stagione dei sacrifici, Giorgetti ha ritenuto eccessiva questa interpretazione, ricordando come siano state ridotte misure considerate insostenibili, quali superbonus e reddito di cittadinanza, a fronte del sostegno ai redditi più bassi. Ha aggiunto che restano margini per ulteriori interventi fiscali in favore delle famiglie, pur nel rispetto dei vincoli europei. Nel contesto del Forum, un sondaggio interno ha mostrato un ampio consenso nei confronti del governo guidato da Giorgia Meloni: oltre l’80% degli intervistati tra imprenditori e manager ha espresso un giudizio positivo, con un quarto del campione che ha attribuito voti molto alti. Le opposizioni hanno invece ricevuto valutazioni negative da oltre il 70% della platea riunita a Villa d’Este.

Banche: Gros-Pietro, “Non in grado di competere con Usa e Cina, serve consolidamento europeo”

Il presidente del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, intervenuto a margine del Forum di Cernobbio, ha affrontato il tema del consolidamento bancario in Europa, sottolineando come l’attuale assetto del settore non consenta di competere efficacemente con i colossi statunitensi e cinesi. Ha spiegato che le dimensioni delle banche europee, pur rilevanti su scala nazionale, non risultano sufficienti a garantire la stessa forza di mercato e capacità di investimento delle grandi istituzioni finanziarie internazionali. Secondo Gros-Pietro, la risposta dovrebbe essere la creazione di istituti più grandi attraverso processi di consolidamento che vadano oltre i confini nazionali, coinvolgendo realtà di Paesi diversi. Ha tuttavia riconosciuto che tale prospettiva si scontra con ostacoli significativi, legati sia alle reazioni negative dei governi che alle resistenze delle opinioni pubbliche, restie a favorire fusioni transfrontaliere. Nonostante queste difficoltà, Gros-Pietro ha ricordato che l’Italia può contare su alcune tra le banche più solide e rilevanti dell’Eurozona, il che la colloca, a suo giudizio, tra i Paesi meglio posizionati rispetto ai principali concorrenti continentali. Ha quindi ribadito la necessità di guardare a un consolidamento europeo come unico percorso possibile per rafforzare la competitività del sistema bancario nel confronto globale.

Banche, Turco (M5S): festival di fondi esteri in mps e bpm, capolavoro sovranista

Il vicepresidente del Movimento 5 Stelle Mario Turco ha diffuso una nota nella quale ha criticato con durezza l’operazione che coinvolge MpsMediobanca e Generali, definendola il vero progetto finanziario del governo. Secondo il senatore, il cosiddetto “regalo” della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Francesco Gaetano Caltagirone e a Leonardo Del Vecchio avrebbe determinato un effetto domino che sta favorendo l’ingresso massiccio di fondi esteri nella compagine azionaria.Turco ha evidenziato come, dopo l’ingresso della banca svizzera Ubs al 5% del capitale di Mps, anche il fondo statunitense BlackRock sia salito alla stessa quota in Rocca Salimbeni. Ha ricordato inoltre che BlackRock detiene un’analoga partecipazione in Bpm, a sua volta azionista di Mps con il 9%, delineando così un intreccio che ha definito emblematico del carattere meramente finanziario dell’operazione.

Il senatore ha sostenuto che questa dinamica confermerebbe la natura di “capolavoro sovranista” della strategia, che a suo giudizio consiste in una distribuzione selettiva delle quote di Mps a soggetti considerati vicini al governo. Ha accusato l’esecutivo di non aver mai chiarito la visione industriale di fondo, i progetti legati al nuovo agglomerato bancario e le possibili ricadute sull’economia reale, sui lavoratori, sulle imprese e sulle famiglie. Turco ha ribadito infine che, a suo avviso, la sola vera manovra economica promossa da Meloni e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non risiederebbe nei provvedimenti di bilancio, ma nell’operazione Mps-Mediobanca, che rappresenterebbe l’asse portante delle scelte economico-finanziarie dell’esecutivo.

Bce in stand by sui tassi, faro su dollaro e caos Francia

La Banca centrale europea si prepara a confermare per la terza volta consecutiva i tassi d’interesse al 2%, mantenendo una linea di prudenza di fronte a un contesto internazionale incerto. La presidente Christine Lagarde intende ribadire che le decisioni saranno prese “riunione dopo riunione”, senza annunciare nuovi tagli, nonostante le pressioni politiche. Il quadro è condizionato dall’accordo sui dazi al 15% tra Europa e Stati Uniti, accolto positivamente da Ursula von der Leyen ma reso fragile dalle minacce di Donald Trump, e dal rafforzamento dell’euro, che rischia di toccare 1,20 dollari dopo i probabili tagli della Fed. Le nuove previsioni Bce indicheranno inflazione stabile al 2% e una lieve revisione al rialzo della crescita per il 2025, mentre un’analisi dell’Investment Institute di Unicredit prevede tassi fermi fino al 2026. Nonostante i segnali positivi dei Pmi, Italia e Germania hanno chiuso il secondo trimestre in contrazione, mentre la crisi politica francese ha allineato lo spread con l’Italia poco sopra gli 80 punti base. Lagarde sarà chiamata a rassicurare i mercati sulla vigilanza di Francoforte, in uno scenario in cui la strategia resta quella dell’attesa, con margini di intervento pronti in caso di peggioramento economico.

Pnrr: Durigon, più importante raggiungere obiettivi rispetto a spesa

Il sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon, intervenuto in Commissione Lavoro pubblico, ha chiarito che la priorità del governo in materia di Pnrr riguarda il raggiungimento degli obiettivi previsti, più che la velocità della spesa. Ha spiegato che l’erogazione delle rate da parte della Commissione europea è subordinata a una verifica stringente del soddisfacimento delle performance, delle milestones e dei target fissati, e non all’ammontare effettivamente speso entro una determinata scadenza. Durigon ha ricordato che, secondo quanto precisato dagli uffici del Mef, non è necessario aver liquidato tutte le spese connesse a un progetto alla data di conseguimento degli obiettivi, poiché la natura stessa del Pnrr consente l’erogazione delle risorse anche successivamente. Questa impostazione, ha sottolineato, riflette l’attenzione del Ministero a garantire che le misure siano coerenti con le priorità del governo, ponendo al centro la verifica dei risultati concreti piuttosto che la tempistica dei pagamenti. In merito agli interventi che rientrano nelle competenze del ministero del Lavoro, Durigon ha infine precisato che le risorse vengono erogate solo una volta completati integralmente i progetti, in modo da assicurare la piena realizzazione delle misure e la conformità agli impegni assunti con Bruxelles.

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