Von der Leyen trova l’intesa sulla Commissione Ue. Confermato Fitto
A tarda sera di martedì 17 settembre la nuova Commissione Ue di Ursula von der Leyen ha avuto l'atteso, ma ancora informale, via libera dei gruppi della maggioranza. Dopo qualche ora, alla Conferenza dei presidenti dei gruppi von der Leyen ha presentato la sua lista, con una sorpresa dell'ultima ora: al posto di Thierry Breton, nella casella destinata alla Francia ci sarà Stéphane Séjourné. Tra i principali nodi che la presidente della Commissione ha dovuto affrontare c'è stato quello della vicepresidenza esecutiva da destinare a Raffaele Fitto. Il ministro italiano avrà la delega alla Coesione e al Pnrr e dovrebbe mantenere il ruolo pensato per lui prima della protesta di socialisti, liberali e verdi, quello, cioè di una vicepresidenza forte, formalmente dello stesso peso di quelle che avranno il francese Séjourné, la spagnola Teresa Ribera, il lettone Valdis Dombrovskis, lo slovacco Maros Sefcovic e l'estone Kaja Kallas, il tutto nonostante il voto contrario a von der Leyen di Giorgia Meloni a luglio. Sul tavolo di Fitto ci sarà subito un dossier caldissimo, quello del rinvio della deadline del Pnrr.
Al di là della distribuzione dei ruoli, ciò che emerge dalle nomine di von der Leyen è che la futura Commissione sarà nettamente di sua fiducia. I socialisti avranno la delega della Concorrenza affidata a Teresa Ribera, mentre sul portafoglio del Commercio è dato in vantaggio il ceco Jozef Sikela sull'olandese Woepke Hoekstra, dato tra i papabili per l'Economia. La delega alla Giustizia appare diretta alla svedese Jessika Roswall, quella dell'Agricoltura al lussemburghese Christophe Hanses, i Trasporti al greco Apostolos Tzitzikostas. Il dossier della Migrazione potrebbe finire invece nelle mani della belga Hadja Lahbib mentre il Digitale avrà i colori finlandesi di Henna Virkkunen. Resta da capire se oggi von der Leyen presenterà la squadra, undici in totale le donne, anche alla stampa, perché il Parlamento sloveno non ha dato ancora via libera alla candidata Marta Kos.
Meloni ha incontrato Draghi per uno scambio sul report sulla competitività Ue
Dopo quasi due anni di governo, Giorgia Meloni ha incontrato Mario Draghi a Palazzo Chigi per discutere il Rapporto sulla competitività europea e i futuri scenari dell'Unione. L'incontro, durato circa un'ora, è stato definito proficuo e concreto. Durante la conversazione, hanno scambiato impressioni sul nuovo esecutivo europeo, in cui Raffaele Fitto è stato nominato vicepresidente esecutivo. Una nota di Palazzo Chigi sottolinea che il report di Draghi offre diversi spunti importanti, tra cui l'innovazione, la questione demografica, l'approvvigionamento di materie prime e la possibilità di un nuovo debito comune. Questi temi sono stati apprezzati dalla maggioranza, sebbene i leghisti siano rimasti critici. Draghi continuerà il suo tour istituzionale, parlando di innovazione al Kilometro Rosso di Bergamo.
Il Parlamento Ue dà l’ok all’uso delle armi in Russia. Italiani contrari
L'uso delle armi inviate a Kiev per colpire obiettivi in Russia ha causato una spaccatura tra le delegazioni italiane all'Eurocamera, allontanandole dalla maggioranza europea. A Strasburgo, la plenaria ha approvato un passaggio cruciale di sostegno all'Ucraina, ma le delegazioni italiane, tra cui Fi, Fdi, Lega, Pd, M5S, Verdi e Sinistra, hanno votato contro il paragrafo 8 della risoluzione, che autorizza l'uso delle armi in territorio russo, allineandosi alla posizione del Governo, come anticipato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Sul testo finale di sostegno generale all'Ucraina, le delegazioni italiane si sono divise: Pd, Fi e Fdi a favore, mentre Lega, M5S e Verdi hanno votato contro.
Meloni incontra Starmer: al centro il contrasto all’immigrazione illegale
Dopo Rishi Sunak, anche il premier laburista Keir Starmer ha dimostrato forte intesa con Giorgia Meloni sul contrasto all'immigrazione illegale. Nel vertice a Villa Pamphilj, il tema è stato centrale, culminando in una dichiarazione congiunta: l'Italia collaborerà con il Regno Unito, anche tramite il nuovo Border Security Command, per smantellare le reti di traffico illegale. Meloni ha sottolineato l'importanza di “seguire i soldi” per colpire questi traffici, un approccio già condiviso al G7. Starmer ha lodato i risultati ottenuti dall'Italia, citando una riduzione del 60% degli arrivi illegali.
Meloni è al lavoro sul Cda Rai ma l’accordo ancora non c’è
Il 26 settembre, data del voto per i quattro membri del nuovo cda Rai, si avvicina, ma l'intesa tra maggioranza e opposizioni resta incerta, e la ratifica del presidente in Commissione di Vigilanza è in bilico. Giorgia Meloni vorrebbe chiudere la partita la prossima settimana, ma l'apertura a una riforma della governance del servizio pubblico non ha sbloccato la situazione. Le opposizioni chiedono impegni concreti sulle nuove norme e insistono su un presidente di garanzia, rifiutando la candidatura di Simona Agnes, sostenuta da FI. Se Antonio Tajani insisterà sul suo nome, la maggioranza rischia di non avere i voti necessari. Antonio Di Bella e Gianni Minoli restano possibili candidati di garanzia. Intanto, Giampaolo Rossi (FdI) sembra destinato a diventare il nuovo Ad, con quattro consiglieri eletti da Camera e Senato: due per la maggioranza (FdI e Lega) e due per l'opposizione (M5S e Pd).
Tajani mette i paletti sui nuovi possibili ingressi in Fi
L'uscita di quattro parlamentari da Azione, contrari al "campo largo", è solo la punta dell'iceberg di movimenti sotterranei al centro. Forza Italia, come ribadito da Antonio Tajani, mira a occupare lo spazio tra FdI e Pd, sfruttando la fine del terzo polo come opportunità. Tajani, pur ammettendo trattative per nuovi ingressi, avverte: "Fi non è un taxi né un albergo a ore," messaggio interpretato come diretto a Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, ex ministre forziste uscite nel 2022 per unirsi a Carlo Calenda. Si vocifera che entrambe, insieme a Giusy Versace, potrebbero passare a Noi Moderati di Maurizio Lupi e diventare capigruppo alla Camera e al Senato, ma Carfagna rimanda ogni annuncio, riaffermando l'impegno per un centro moderato e contro le derive estremiste. Carlo Calenda le accusa di "tradire il mandato elettorale" unendosi alla maggioranza, mentre Matteo Renzi dichiara la fine del centro come spazio autonomo.
Calenda parla di tradimento dopo le uscite di Gelmini, Carfagna, Costa e Versace
In una nota, Carlo Calenda ribadisce che il posizionamento di Azione è “distinto dal campo largo e dai populismi di destra e di sinistra” e si colloca “al centro dello schieramento politico così come hanno voluto gli elettori”, per offrire una sua proposta “riformista e pragmatica”. Queste parole censurano l'addio al partito di Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Giusy Versace ed Enrico Costa, dopo la scelta di Calenda di sostenere il candidato di centrosinistra anche per la successione di Giovanni Toti in Liguria, dopo l'Emilia-Romagna e l'Umbria. Calenda ha augurato loro “Buona strada” ma poi ha chiarito: “L'unico dispiacere è che quando si viene eletti all'opposizione, se si ha rispetto per gli elettori, normalmente non si passa in maggioranza a metà legislatura. È chiaro che tradiscono il mandato elettorale e ne rispondono agli elettori”.
Per il momento, le destinazioni delle tre ex di Azione non sono ufficiali. Certo è che lo schieramento cui guardano è scontato e lo rivendicano loro stesse: il centrodestra. Qualche invito lo hanno già ricevuto: “Noi moderati” ha scritto Maurizio Lupi “da sempre è un partito impegnato a rafforzare l'area centrista, popolare, liberale, sussidiaria e riformatrice del centrodestra, che si riconosce nei valori e nei principi del Ppe, la nostra famiglia politica europea. Guardiamo con grande rispetto al disagio politico di chi si è impegnato a costruire una forza centrista e poi, pur non avendo una storia personale di sinistra, si è trovato di fatto nel cosiddetto Campo largo”.
Tensione massima tra Conte e Grillo. L'ex premier valuta stop a suoi contratti
Il recente gelo tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo si è trasformato in un vero e proprio scontro. Nella sua lettera di risposta alla diffida di Grillo, Conte chiarisce che il garante non ha alcun diritto di veto e che le sue esternazioni sono incompatibili con il Movimento. Conte mette in dubbio anche il contratto di comunicazione di Grillo, che potrebbe essere annullato. Grillo, in una diffida inviata pochi giorni prima, aveva chiesto di fermare il processo costituente e ribadito i tre pilastri del Movimento: la regola dei mandati, il simbolo e il nome. Dopo la risposta di Conte, Grillo si è detto "irritato" e ha richiesto la pubblicazione del carteggio sul sito del Movimento. Conte, inoltre, critica l'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, per essersi schierata con Grillo, inviando la sua nota anche al Comitato di Garanzia.
Il Pd chiede che Meloni riferisca in Parlamento sul caso Crosetto-Aise
La premier Giorgia Meloni “riferisca al Parlamento su un tema delicato come quello della sicurezza nazionale” dopo il caso Crosetto-Aise, chiedono i parlamentari Pd della Commissione Antimafia. Non ci sta il ministro della Difesa, che contrattacca: “I dem mistificano. Siamo alla follia. Io sono pronto a riferire al Copasir”. Il Comitato, da parte sua, si è riunito per un'ora nel pomeriggio ed ha stabilito come procedere dopo la pubblicazione del verbale delle dichiarazioni, critiche nei confronti dell'intelligence esterna, rese dal Ministro nel gennaio scorso al procuratore di Perugia Raffaele Cantone. A quanto si apprende, sarebbe stata chiesta al magistrato copia del verbale. Successivamente l'organismo parlamentare dovrebbe svolgere audizioni sulla vicenda, a cominciare dallo stesso Crosetto. Il Governo aveva provato a chiudere le polemiche con la nomina a prefetto, giunta all'unanimità nel corso del Cdm di martedì, del direttore dell'Aise Gianni Caravelli, un modo per rimarcare la compattezza nell'Esecutivo a sostegno del vertice attuale dell'Agenzia. Ma il Pd va all'attacco e chiama Meloni a rispondere in Parlamento alzando il tiro della disputa.
È scontro sul maltempo in E-R. Musumeci accusa. Schlein parla di sciacallaggio
L'alluvione in Emilia-Romagna ha scatenato uno scontro politico con accuse reciproche tra maggioranza e opposizione. FdI ha attaccato la Regione governata dal centrosinistra, in vista delle elezioni di novembre, con la deputata Daniela Dondi che ha chiesto responsabilità per i presunti errori nella gestione dell'emergenza. Altri esponenti di FdI, come Alice Buonguerrieri e Marta Farolfi, minacciano esposti per verificare le responsabilità. L'opposizione, attraverso Angelo Bonelli (Avs), ha risposto chiedendo alla premier Giorgia Meloni di spiegare le sue promesse non mantenute e di affrontare seriamente la crisi climatica.
Il capogruppo FdI Tommaso Foti ha respinto le accuse, affermando che il governo ha fatto tutto il possibile e che le responsabilità sono della sinistra. Nello Musumeci, Ministro della Protezione Civile, ha sottolineato che la prevenzione è competenza delle Regioni, cercando di evitare polemiche in vista delle elezioni. La segretaria del Pd Elly Schlein ha criticato la destra, accusandola di fare "sciacallaggio politico" mentre gli amministratori locali gestivano l'emergenza.
I sondaggi della settimana
Gli ultimi sondaggi realizzati dall’Istituto SWG sono aggiornati al 16 settembre. Tra i partiti del centrodestra, Fratelli d’Italia registra un lieve aumento, con un +0,1%, confermandosi il primo partito italiano (30,3%). Forza Italia registra un lieve calo del -1%. Riprende terreno il PD, che sale al 22,8%. Terza forza nazionale in aumento il Movimento 5 Stelle (11,7%). AVS registra un lieve calo (-0,2%), mentre +Europa non subisce modifiche. Un lieve calo per il partito di Carlo Calenda (-0,2%). Infine, il movimento di Michele Santoro Pace Terra e Dignità non rientra più nelle rilevazioni e al suo posto è stato preso in esame Sud chiama Nord di Cateno De Luca, dato al 1,1%.
La stima di voto per la coalizione di centrodestra (FdI, Lega, FI e NM), registra un lieve calo dello 0,3%. Il centrosinistra (Pd, All. Verdi Sinistra) in aumento raccoglie il 29,8% delle preferenze; fuori da ogni alleanza, il M5S, aumenta lievemente con un +0,2%. In lieve calo il Centro, che si ferma al 7,3%.
- Von der Leyen trova l’intesa sulla Commissione Ue. Confermato Fitto
- Meloni ha incontrato Draghi per uno scambio sul report sulla competitività Ue
- Il Parlamento Ue dà l’ok all’uso delle armi in Russia. Italiani contrari
- Meloni incontra Starmer: al centro il contrasto all’immigrazione illegale
- Meloni è al lavoro sul Cda Rai ma l’accordo ancora non c’è
- Tajani mette i paletti sui nuovi possibili ingressi in Fi
- Calenda parla di tradimento dopo le uscite di Gelmini, Carfagna, Costa e Versace
- Tensione massima tra Conte e Grillo. L'ex premier valuta stop a suoi contratti
- Il Pd chiede che Meloni riferisca in Parlamento sul caso Crosetto-Aise
- È scontro sul maltempo in E-R. Musumeci accusa. Schlein parla di sciacallaggio
- I sondaggi della settimana