Dal G20 la Meloni rilancia l’alleanza contro la povertà e la fame
L’Italia aderisce convintamente all’alleanza contro la povertà e la fame, con la premier Giorgia Meloni che al G20 di Rio conferma il sostegno al progetto lanciato da Lula da Silva. L’iniziativa coinvolge 82 Paesi, l’Unione Africana, l’Unione Europea, e numerose organizzazioni internazionali. Meloni ribadisce il diritto di ogni nazione a scegliere il proprio modello produttivo, criticando il cibo sintetico come soluzione iniqua. L’Italia conferma il suo impegno attraverso il Piano Mattei e il ruolo di Roma come sede di Fao, Pam e Ifad, centrali nella lotta contro la fame. La premier ha tenuto incontri bilaterali con il principe ereditario di Abu Dhabi, Sheikh Khaled bin Mohamed, e il premier canadese Justin Trudeau, con altri colloqui in programma, tra cui quello con Narendra Modi. Dopo il vertice, Meloni volerà a Buenos Aires per una visita ufficiale in Argentina.
Tensione nel Governo dopo la sentenza della Cpi su Netanyahu
La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d'arresto per Netanyahu, scatenando divisioni in Italia tra maggioranza e opposizione. Nel Governo, emergono posizioni discordanti: Guido Crosetto, pur criticando la decisione, dichiara che l'Italia dovrebbe rispettare il diritto internazionale e arrestare Netanyahu se entrasse nel Paese. Più cauto Antonio Tajani, che propone di valutare la questione con gli alleati, sottolineando il ruolo giuridico della Corte.
Il partito di Meloni mantiene il silenzio, complice l'assenza della premier in viaggio da Buenos Aires. L'Italia, tra i primi a ratificare lo Statuto di Roma, è vincolata a eseguire le sentenze della Cpi, come ribadito dall'Ue tramite Josep Borrell. L'opposizione del Pd, per bocca di Peppe Provenzano, sostiene il rispetto delle decisioni della Corte. Più critica Iv, che denuncia l'uso di mandati di cattura come soluzione impropria. Infine, Salvini attacca duramente definendo la sentenza “assurda e politica”, alimentando tensioni interne.
Sanchez apre a Fitto per sbloccare la nomina di Ribera
A poche ore dal voto sulle nomine dei Commissari europei, si apre uno spiraglio per superare l’impasse. I socialisti spagnoli, guidati da Pedro Sanchez, sono pronti a sostenere Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo, per sbloccare i veti incrociatiche minacciano la nomina di Teresa Ribera. Sanchez ne discuterà con von der Leyen al G20, dove sono presenti anche Meloni, Macron e Scholz. L’apertura del Psoe potrebbe spingere il Pd e altre delegazioni S&D a rivedere le loro posizioni. Cruciale sarà l’atteggiamento del Ppe, con Manfred Weber e il leader spagnolo Feijoo fermi sul no a Ribera, mentre il voto segreto in Commissione potrebbe ribaltare la situazione. La partita si deciderà probabilmente entro il 27 novembre, con il voto finale a Strasburgo.
Dopo il G20 Meloni vola in argentina da Milei
Giorgia Meloni ha incontrato il presidente argentino Javier Milei per discutere di rapporti bilaterali e temi internazionali. Milei, noto per le sue posizioni radicali, ha proposto un asse tra Stati Uniti, Argentina, Italia ed Israele. I due leader, al loro quarto incontro, puntano a rafforzare le relazioni tra i due Paesi, legate da profondi vincoli storico-culturali, inclusa la più grande comunità italiana all’estero. L’incontro si è concentrato su giustizia e sicurezza, con particolare attenzione alla lotta alla criminalità organizzata transnazionale, e sul piano economico, esplorando il potenziale di crescita nei settori di energia, informatica, meccanica di precisione e industria alimentare di qualità. L’Italia, con oltre 300 imprese in Argentina e un giro d’affari di 3 miliardi di euro, mira a rafforzare la cooperazione economica. Tra i temi globali, anche gli esiti del G20 e la crisi in Venezuela.
Meloni è favorevole a mantenere gli aiuti all’Ucraina anche nel 2025
Restare uniti nel sostegno all’Ucraina e non spaccare il fronte occidentale è il messaggio di Giorgia Meloni al G20 di Rio, con un appello anche a Donald Trump per evitare un possibile “disimpegno” degli Stati Uniti. L’Italia, assicura la premier, rinnoverà a fine anno il decreto per l’invio di aiuti, anche militari, a Kiev, e potrebbe prorogarlo anche nel 2025, nonostante le difficoltà e la “stanchezza” dell’opinione pubblica. Meloni ha avuto colloqui brevi con Macron e Biden e ha espresso comprensione per la decisione degli USA di autorizzare l’utilizzo di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina, pur ribadendo che l’Italia ha fatto “un’altra scelta”. Riguardo al fronte occidentale, la premier si è detta fiduciosa nel mantenimento dell’unità, confermata anche dalla telefonata tra Olaf Scholz e Vladimir Putin, giudicata non sorprendente ma inefficace: Mosca non ha dato “alcun segnale di dialogo”, come dimostrano i recenti raid. Nonostante le difficoltà nei negoziati, il G20 ha cercato di mantenere un messaggio comune, annacquato per includere tutti, ma i leader del G7 restano compatti nel loro giudizio su Putin.
Il centrosinistra trionfa in Emilia-Romagna e si riprende l'Umbria
Il centrosinistra trionfa in Emilia-Romagna, superando le previsioni, e conquista anche l'Umbria, dove il risultato era meno scontato. Il Pd esulta per le percentuali “straordinarie” definite dalla segretaria Elly Schlein, mentre il Movimento 5 Stelle registra un altro risultato deludente. A pesare è stato l’astensionismo: in Emilia-Romagna ha votato solo il 46,4%, con un calo di 21 punti rispetto al 67,2% delle precedenti regionali. In Umbria, l’affluenza è scesa al 52,3%, rispetto al 64,6% precedente. Schlein ha celebrato la vittoria di Michele de Pascale (56,7%) a Bologna e di Stefania Proietti (51,1%) a Perugia, che ha sottratto la guida dell’Umbria alla candidata uscente del centrodestra Donatella Tesei (46,1%). La vittoria in Umbria, più sofferta, segna un trend favorevole al centrosinistra e apre riflessioni nel centrodestra di Giorgia Meloni. FdI, spiega Lorenzo Pregliasco di YouTrend, “cala rispetto a europee e politiche”, mentre Forza Italia supera la Lega in entrambe le regioni. Il Pd, vincitore indiscusso, quasi doppia FdI in Emilia-Romagna (42,9% contro 23,8%) e si conferma primo anche in Umbria (31,1% contro 19,5%). Conciso il commento di Matteo Salvini: “Gli elettori hanno sempre ragione”.
Meloni al centrodestra: vediamo cosa non ha funzionato
Da Rio de Janeiro, Giorgia Meloni ha analizzato il risultato delle regionali, definendosi “dispiaciuta” per la sconfitta in Umbria ma ottimista sul consenso futuro. La premier invita il centrodestra a riflettere: “Bisogna interrogarsi su quanto non ha funzionato” e garantire candidati migliori per evitare altre battute d’arresto. Pur difendendo l'operato di Donatella Tesei, Meloni sottolinea la necessità di superare automatismi sulle ricandidature e coinvolgere maggiormente i partiti nelle scelte. La sconfitta alimenta tensioni nella coalizione: la Lega, indebolita, punta a rilanciare con Salvini, mentre una Forza Italia rinvigorita frena sull’Autonomia. Fratelli d’Italia si prepara a rivendicare un maggiore peso decisionale nelle prossime sfide regionali, con il rischio di attriti, specialmente in Veneto, dove la Lega difende il ruolo di Luca Zaia. All’orizzonte, le sfide in Campania e Puglia saranno il banco di prova per l’unità della coalizione.
Per sciogliere i nodi si va verso un vertice di maggioranza tra i leader
La legge di bilancio richiede un vertice tra i leader di maggioranza per affrontare temi chiave: Irpef, pensioni, flat tax e canone Rai. Meloni, rientrata dal Sud America, dovrà mediare su divisioni tra Lega e FI, con votazioni sul decreto fiscale previste da lunedì. Tra le proposte: flat tax fino a 50 mila euro e 3 miliardi per il Ponte sullo Stretto (Lega), pensioni minime e revisione della web tax (FI). Anche i ministeri spingono: Zangrillo contro la stretta sul turnover e Schillaci per la flat tax su indennità sanitarie.
Il sindaco di Napoli Manfredi è il nuovo presidente dell’Anci
Sergio Mattarella, intervenendo all’assemblea dell’Anci a Torino, ha ribadito il ruolo centrale dei Comuni nell’attuazione del Pnrr e nella risposta ai bisogni primari dei cittadini, sottolineando la necessità di collaborazione tra istituzioni come “dovere repubblicano”. L’evento ha visto l’elezione di Gaetano Manfredi a presidente dell’Anci, che ha presentato un’agenda riformista per garantire equilibrio e crescita alle realtà comunali. Manfredi ha evidenziato priorità come diritto alla casa, servizi di prossimità, trasporti, sostenibilità ambientale e maggiore attenzione ai giovani, chiedendo una riforma della finanza locale per compensare la capacità fiscale ormai esaurita dei Comuni. Senza interventi strutturali, ha avvertito, sarà sempre più difficile garantire i bisogni primari e ridurre i divari territoriali.
I sondaggi della settimana
Negli ultimi sondaggi realizzati dall’Istituto SWG il 18 novembre , tra i partiti del centrodestra si nota un passo indietro di Fratelli d’Italia con -0,2%. Il partito di Giorgia Meloni si conferma primo partito italiano con il 29,6%. In seconda battuta il PD con il 22,1%. Terza forza nazionale in leggero calo il Movimento 5 Stelle (11,2%). Nella galassia delle opposizioni, AVS subisce un leggero aumento al 6,9%, mentre i centristi sono rilevati singolarmente con Azione (2,5%), IV (2,5%) e +Europa (2,0%). Chiudono il quadro settimanale le rilevazioni sul movimento di Cateno de Luca Sud Chiama Nord stabile al 1,0% e Noi Moderati stabile al 1,2%.
La stima di voto per la coalizione di centrodestra (FdI, Lega, FI e NM), registra un leggero calo dello 0,1%. Il centrosinistra (Pd, All. Verdi Sinistra) registra il 29,0% delle preferenze; fuori da ogni alleanza, il M5S registra un leggero calo (11,2%). A chiudere il Centro rimane stabile con il 7,0%.
- Dal G20 la Meloni rilancia l’alleanza contro la povertà e la fame
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