Il Parlamento Ue ha votato la fiducia alla Commissione

Mercoledì 27 novembre, a Strasburgo, è stata votata la fiducia alla nuova Commissione Ue, con una maggioranza politica più ampia ma meno coesa rispetto a luglio. Il capogruppo del PPE, Manfred Weber, ha orchestrato un'alleanza che include Popolari, Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e parte dei Conservatori dell'ECR. Tuttavia, questa maggioranza è considerata dai gruppi un'eccezione e non un modello stabile, soprattutto per l’ingresso formale dell’ECR, sancito dalla vicepresidenza assegnata a Raffaele Fitto. L’ECR, antagonista di Verdi e Socialisti, ha accettato il compromesso proposto dal PPE, votando quasi tutti i Commissari designati. Questo posiziona i Conservatori come ponte tra il PPE e le destre estreme, consolidando una maggioranza di centro-destra. Anche von der Leyen ha giocato un ruolo chiave, evitando il voto contrario dei Verdi e includendoli formalmente nella maggioranza. Resta da vedere se questa fragile intesa reggerà alla prova del voto.

La Commissione UE dà il via libera alla sesta rata del Pnrr da 8,7 miliardi

La Commissione Ue ha approvato la sesta rata del Pnrr per l'Italia, che riceverà 8,7 miliardi di euro entro fine anno (1,8 miliardi in sovvenzioni e 6,9 miliardi in prestiti). La premier Giorgia Meloni esprime “grande soddisfazione” per il risultato, definendo l'Italia “al primo posto in Europa” per l’attuazione del piano, con aiuti complessivi che a fine 2024 raggiungeranno 122 miliardi di euro, pari al 63% della dotazione totale. Meloni, ringraziando il ministro Raffaele Fitto, sottolinea che il via libera “certifica il primato europeo dell’Italia” e dimostra che il piano procede rispettando gli obiettivi concordati. Tra i 39 obiettivi collegati alla rata figurano riforme su disabilitàanziani non autosufficientilavoro sommerso e la riduzione dei ritardi nei pagamenti della PA. La settima rata sarà richiesta nelle prossime settimane.

Mattarella: sulla violenza sulle donne non si è fatto abbastanza

I numeri restano allarmanti e dimostrano che quanto fatto finora “non è sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime”. Sergio Mattarella, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ribadisce che si tratta di un’emergenza: le donne continuano a subire violenze e discriminazioni, spesso in ambito familiare, a causa di disuguaglianze e stereotipi di genere. Il Presidente richiama la Convenzione di Istanbul e invita a “eradicare pregiudizi e atteggiamenti discriminatori” con azioni concrete. Giorgia Meloni definisce la violenza sulle donne una “piaga sociale e culturale” e sottolinea che la sfida è soprattutto culturale, pur ammettendo che il dibattito è insufficiente. Tuttavia, le sue parole e quelle di Matteo Salvini accendono lo scontro politico. Entrambi collegano l’immigrazione irregolare all’aumento delle violenze sessuali. Meloni parla di una “maggiore incidenza” tra gli aggressori stranieri, mentre Salvini insiste sul tema sui social, provocando dure polemiche dalle opposizioni.

Meloni a pranzo da Mattarella per un confronto su legge di bilancio e dopo Fitto

L'incontro tra Mattarella e Meloni, previsto da giorni, è avvenuto in un clima “cordiale e collaborativo”, ma in un momento delicato per la maggioranza, dopo le tensioni sul decreto fiscale al Senato. Si è discusso di legge di bilancio, Europa (con la nomina di Fitto), e della gestione delle deleghe ministeriali, con Meloni che esclude un rimpasto immediato. Mattarella ha ribadito l’importanza di unità e interesse nazionale, mentre permangono divergenze su temi come il finanziamento pubblico ai partiti e i rapporti tra politica e magistratura.

L’Italia supera il test del nuovo Patto, via libera su bilancio e piano di rientro

La Commissione Ue ha approvato il piano di bilancio 2025 e il percorso di aggiustamento fiscale di medio termine dell’Italia, ritenendoli conformi alle nuove regole del Patto di stabilità. L’Italia è tra i 20 Stati membri su 21 ad aver ricevuto il via libera e, insieme a Finlandia, Francia, Spagna e Romania, ha ottenuto l’estensione del percorso di aggiustamento fiscale a sette anni. La Commissione ha elogiato l’Italia per il taglio del cuneo fiscale, che semplifica il sistema e riduce le aliquote marginali sul reddito. Sul fronte del deficit, il disavanzo dovrà scendere sotto il 3% del Pil entro il 2026, con limiti alla crescita della spesa netta dell’1,3% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026. Il Ministro Giancarlo Giorgetti ha commentato: “Un giudizio atteso, frutto di scelte improntate alla serietà”.

La maggioranza si spacca sul canone Rai. Meloni rassicura

La maggioranza si spacca sul canone RaiFdI e Lega votano per il taglio, mentre Forza Italia, insieme alle opposizioni, blocca l'emendamento. La tensione cresce in Commissione Bilancio, dove i leghisti si astengono su una proposta di Claudio Lotito sulla sanità in Calabria, facendola bocciare. L'incidente alimenta le critiche delle opposizioni, con Elly Schlein che accusa la coalizione di essere “in frantumi” e Giuseppe Conte che chiede a Meloni di chiarire se la maggioranza esista ancora. Da Palazzo Chigi, la premier definisce il Governo “impegnato e credibile”, ma ammette che l'inciampo sul canone Rai è controproducente. Nel caos, alcuni puntano il dito contro la sottosegretaria Lucia Albano di FdI per un errore sul parere governativo. Intanto, le dichiarazioni dei leader cercano di placare gli animi: per Maurizio Lupi, il canone Rai non destabilizzerà il Governo; Antonio Tajani difende la coerenza di FI, mentre Matteo Salvini minimizza: “Non c'è nessun problema, avanti con altri tre anni produttivi”.

La tensione fra FI e Lega pesa anche sulle giunte di Lazio e Calabria, e non solo

Le tensioni nel centrodestra non si limitano al livello nazionale ma si riflettono anche nei governi territoriali, in particolare nel Lazio e in Calabria. Nel Lazio, guidato da Francesco Rocca (FdI), si registra una guerra fredda interna, con Forza Italia che, rafforzata da nuovi consiglieri, chiede maggiore rappresentanza, a scapito di Lega e FdI. In Calabria, il governatore Roberto Occhiuto (FI) cerca di gestire le tensioni causate da defezioni nella Lega, mentre FI continua la sua “campagna acquisti” in altre regioni come PiemonteValle d’AostaCampania e Sardegna, intensificando le frizioni interne alla coalizione.

Il decreto fiscale rallenta per via del nodo sul canone Rai

Il vertice tra Giorgia Meloni e i leader della maggioranza non ha risolto i nodi principali della manovra, in particolare la proposta della Lega di ridurre il canone Rai, osteggiata anche dalla premier per le tensioni che potrebbe generare con FI. Il clima interno si deteriora, con Matteo Salvini criticato per nuove “invasioni di campo” e polemiche su sanità e trasporti in Lombardia, sollevate da FdI e FI. La discussione sugli emendamenti al decreto fiscale si è arenata su temi divisivi, portando a un rinvio della chiusura del decreto. Nonostante l’intervento del Quirinale per garantire coerenza normativa, il canone Rai resta il nodo più critico, con la maggioranza ancora in cerca di una soluzione.

Grillo chiede di ripetere il voto. Conte accetta e parla di sabotaggi

Dopo il via libera alle modifiche statutarie volute da Giuseppe Conte, Beppe Grillo chiede un nuovo voto, appellandosi a una clausola statutaria per riesaminare punti chiave come i ruoli di presidente e garante. Conte accusa Grillo di “sabotaggio” e di tradire il principio “uno vale uno”, ma accetta di tornare al voto per rispettare la democrazia diretta. Lo scontro interno resta aperto, con dubbi sulla sua risoluzione.

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall’Istituto SWG il 25 novembre, tra i partiti del centrodestra si nota un passo indietro di Fratelli d’Italia con -0,2%. Il partito di Giorgia Meloni si conferma primo partito italiano con il 29,4%. In seconda battuta il PD con il 22,6%. Terza forza nazionale stabile il Movimento 5 Stelle (11,2%). Nella galassia delle opposizioni, AVS subisce un leggero calo al 6,8%, mentre i centristi sono rilevati singolarmente con Azione (2,7%)IV (2,6%) e +Europa (1,9%). Chiudono il quadro settimanale le rilevazioni sul movimento di Cateno de Luca Sud Chiama Nord in leggero aumento al 1,1% Noi Moderati in leggero calo al 1,1%.

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La stima di voto per la coalizione di centrodestra (FdI, Lega, FI e NM), registra un leggero calo dello 0,6%. Il centrosinistra (Pd, All. Verdi Sinistra) registra il 29,4% delle preferenze; fuori da ogni alleanza, il M5S registra stabilità (11,2%). A chiudere il Centro in leggero aumento con il 7,2%.

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  1. Il Parlamento Ue ha votato la fiducia alla Commissione
  2. La Commissione UE dà il via libera alla sesta rata del Pnrr da 8,7 miliardi
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