I partiti cercano una quadra per la legge di Bilancio. Al Mef si lavora alle coperture
Dal palco del Forum di Cernobbio il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha affermato che la prossima legge di bilancio non sarà una manovra correttiva “perché i conti stanno andando come previsto” e tra le forze della maggioranza l'ipotesi è che si potrebbe arrivare come l'anno scorso ad una cifra intorno ai 30 miliardi. I capisaldi sono: alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, intervenire a favore della natalità per contrastare l'inverno demografico, innalzare la spesa della Difesa fino al 2% del Pil, sterilizzare l'aumento di 3 mesi dell’età pensionabile. FdI punta tutto sul taglio delle tasse al ceto medio e sulle politiche a sostegno della natalità. Forza Italia insiste sul taglio del cuneo fiscale dal 35 al 33% per i redditi fino a 60mila euro, per rendere strutturale l'Ires premiale e per detassare la tredicesima. La Lega invece spinge sulla rottamazione delle cartelle e sulla flat tax al 15%.
Ma mentre i partiti che sostengono l'esecutivo si muovono per mettere a punto le misure di riferimento, la Ragioneria lavora alle coperture, che al momento non sarebbero state ancora trovate. Intanto prende sempre più corpo l'ipotesi che sia difficile trovare spazi, se non marginali, all’eventualità di una nuova operazione sulla rottamazione delle cartelle.
È polemica sul viaggio a NY. Ira di Meloni per le accuse infondate
Giorgia Meloni contrattacca al termine di una giornata in cui un'interrogazione parlamentare del senatore di IV Enrico Borghi ha sollevato il dubbio di un suo viaggio a New York a bordo di un aereo di Stato, cui ha replicato nel giro di un'ora e mezza da Palazzo Chigi: si è trattato di un viaggio privato a bordo di “voli di linea”. Nel giallo s’incastravano anche le parole di Donald Trump, che ha parlato di imminenti visite di “alcuni leader europei” negli Usa per discutere della crisi ucraina, nonché le voci di un volo a bordo dell'aereo di Stato su cui ha viaggiato la ministra del Turismo Daniela Santanchè, che rappresentava il Governo alla finale degli Us Open.
Tensione nella lega su Vannacci. Ancora aperto il nodo regionali
Nel partito di Matteo Salvini da giorni diversi colonnelli sono in fibrillazione per le mosse di Roberto Vannacci. E lo stesso leader ha provato ad abbassare la temperatura interna. “Make the League great again”, il motto in salsa trumpiana rilanciato dal generale, che rivendica “la volontà di vannaccizzare la Lega”. Le mosse estive (incluse quelle sulle liste elettorali, soprattutto in Toscana) del vicesegretario della Lega hanno generato critiche da parte di vari big leghisti e, dopo il proclama di “resistenza” di Attilio Fontana, pronto a combattere i tentativi di “vannaccizzare” il partito, è arrivato l'aut aut del senatore Gian Marco Centinaio.
Il quadro è complesso, anche perché ancora manca l'accordo di coalizione per individuare i candidati governatori di Campania, Puglia e, soprattutto, Veneto. Comincia a farsi strada l'ipotesi che il nome scelto per il Veneto possa essere quello del vicesegretario della Lega Alberto Stefani e a lanciarlo è stato nei giorni scorsi Matteo Salvini, mentre il governatore uscente Luca Zaia non ha alzato muri.
Nelle altre regioni c'è la conferma degli uscenti Francesco Acquaroli (Fdi) nelle Marche e Roberto Occhiuto (Fi) in Calabria. È decisa la corsa di Alessandro Tomasi (Fdi) in Toscana. Per la Puglia circola il nome del deputato di Fi Mauro D'Attis e per la Campania sembra concreta l’ipotesi di un profilo civico: Giosy Romano o il rettore Matteo Lorito. La soluzione finale dovrà tenere conto di un equilibrio complessivo fra le forze, che pesi sia la presenza sui territori sia le indicazioni dei sondaggi.
Il vertice dei leader del centrodestra sull’autonomia
I leader del centrodestra, insieme al ministro Roberto Calderoli, hanno affrontato il dossier sull'autonomia: il responsabile degli Affari regionali ha portato all'attenzione della coalizione le pre-intese con le regioni Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria per il trasferimento delle materie non Lep. Si parte da protezione civile, previdenza complementare integrativa e professioni. E si punta anche sulla sanità, sulla possibilità, per esempio, che le Regioni, oltre alle funzioni che già hanno, possano decidere anche sulla gestione del personale, sugli stipendi, sulla quantificazione del numero dei medici. L'obiettivo è rilanciare il tema dell'autonomia prima del raduno della Lega a Pontida previsto per il 21 settembre e soprattutto in vista delle elezioni in Veneto. FI e FdI frenano e l'invito che dovrebbe quindi arrivare a Calderoli è di procedere con calma.
Alla Camera al via il dibattito in Giunta sul caso Almasri. Indagata Bartolozzi
Entra nel vivo la battaglia alla Camera sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano nell'ambito del caso Almasri. La maggioranza chiederà anche di valutare come estendere l'immunità della capo di gabinetto del ministero della giustizia, Giusi Bartolozzi, indagata con l'accusa di false informazioni al Pubblico ministero. La collaboratrice di Nordio, tuttavia, non risultava indagata per i reati in concorso con i componenti del governo. Quindi, non è rientrata nella medesima richiesta di autorizzazione a procedere. A Montecitorio sta maturando la convinzione che l'unica strada per tutelare la collaboratrice di Nordio è sollevare dinanzi alla Consulta un conflitto di attribuzione della Camera nei confronti del Tribunale dei ministri di fronte alla Corte costituzionale. L'approfondimento si renderebbe necessario perché il reato contestato a Bartolozzi è “connesso”, ma non “in concorso” con quello per cui sono indagati gli altri esponenti del Governo ed è per questo motivo che “lo scudo” della richiesta di autorizzazione a procedere non è scattato. La sede della decisione in quel caso sarebbe l'ufficio di presidenza di Montecitorio presieduto dal presidente della Camera Lorenzo Fontana.
L'ipotesi non convince il presidente della Giunta Devis Dori, ma in ogni caso la Giunta esprimerà un voto su ogni posizione: per Nordio, Piantedosi e Mantovano.
La politica interviene con preoccupazione sui droni russi abbattuti in Polonia
Il Presidente della Repubblica, in visita ufficiale in Slovenia, stigmatizza il blitz russo nello spazio aereo Nato, e ammonisce sul rischio di un conflitto di dimensioni “inimmaginabili e incontrollate”. Poco prima è intervenuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a condannare l'accaduto senza giri di parole e a esprimere “piena solidarietà alla Polonia”. Di “un fatto gravissimo e inaccettabile” parla anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre l'altro vicepremier, Matteo Salvini, invita alla cautela. Preoccupazione sul fronte dell'opposizione viene espressa anche dalla segretaria del Pd Elly Schlein e dal leader M5S Giuseppe Conte.
Il centrosinistra si divide sulle mozioni sui fondi alla difesa
Cinque mozioni, cinque posizioni, anche radicalmente diverse, sull'aumento delle spese per la difesa. Al rientro in Aula le opposizioni tornano a dividersi sui temi di politica estera, mentre la maggioranza sceglie di non esporsi e non presenta alcun documento. Il Pd, a sua volta, registra dei distinguo al suo interno: tre deputati di area riformista, Lorenzo Guerini, Marianna Madia e Lia Quartapelle, sulle mozioni di M5S e Avs non seguono la linea del partito che aveva indicato l'astensione e mettono agli atti la loro contrarietà. Esito: in un intricato puzzle di votazioni incrociate all'interno della minoranza parlamentare, tutte le mozioni vengono bocciate.
I dem, al termine di una vivace assemblea del gruppo decidono per la linea dell'astensione su tutte le altre mozioni e di voto contrario su quella di Azione. Di “mozioni arlecchino” parla Forza Italia. Le mozioni di Avs e M5S chiedevano, anziché portare la spesa militare al 5% del Pil, di finanziare la sanità. Di tutt'altro avviso Azione.
Alla Camere Tajani apre alle sanzioni a Israele. Duro scontro con il M5S
L'Italia rivendica l'intenzione di tenere aperto “il dialogo” con Israele, il ministro degli esteri Antonio Tajani nell'informativa alle Camere apre alle nuove sanzioni contro lo Stato ebraico proposte da Ursula Von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell'Unione, un passo che, però, non basta all'opposizione, in pressing per il riconoscimento della Palestina e per la rottura dei rapporti con Israele.
Se Nicola Fratoianni riconosce “toni diversi” chiedendo ora azioni, il M5S attacca a testa bassa. A meno di 10 giorni dall'assemblea generale dell'Onu, quando alcuni paesi, come la Francia, riconosceranno lo Stato di Palestina, il vicepremier conferma la cautela italiana.
Più condivisa la posizione del governo sull'Ucraina all'indomani della violazione dello spazio aereo della Nato. Il vicepremier impegnan l'Italia nel 19/mo pacchetto di sanzioni contro Mosca e nel sostegno anche nella difesa di Kiev. Resta immutata la posizione sul dopo guerra.
La Lega spinge per le sue Regioni. Tajani: ci sono altre urgenze
Tutti assicurano che “non ci sono problemi” e “la quadra si troverà”. Ma la diversa urgenza con cui nel centrodestra si guarda al dossier Regionali conferma che l'intesa sui candidati non è dietro l'angolo, soprattutto per quanto riguarda il Veneto. La Lega lo rivendica apertamente, senza contemplare uno scambio che garantirebbe a FdI la scelta del front runner in Lombardia fra tre anni. Nel partito di Giorgia Meloni c'è molta più prudenza e su una linea simile si sta muovendo FI.
Per Veneto, Campania e Puglia si profila il voto nell'ultima finestra possibile, il 23 novembre, quindi ci sarebbe tempo fino al 25 ottobre per presentare le liste. La Lega spinge perché sia Alberto Stefani a correre per prendere l'eredità di Luca Zaia in Veneto, mentre le soluzioni alternative valutate per ora sono due meloniani come Raffaele Speranzon e Luca De Carlo. A Pontida la Lega lombarda presenterà la Carta per il Nord, frutto di una due giorni in corso in Valtellina con Salvini, il governatore Attilio Fontana, i consiglieri regionali, gli assessori e i cinque ministri, tutti lombardi. Si annuncia una sintesi di temi identitari, dall'autonomia al federalismo fiscale, e strettamente regionali, come il bilanciamento degli stipendi in base al costo della vita, troppo alto soprattutto in alcune città come Milano, per cui il Carroccio chiede gli stessi poteri speciali che il governo vuole per Roma Capitale. L'obiettivo è riaccendere un faro sulla questione settentrionale.
Al centrodestra restano da definire anche i candidati in Puglia e in Campania.
Schlein in Calabria rilancia il campo largo: centrodestra ottimista
Rilanciare il campo largo, partendo dalla Calabria. Elly Schlein arriva nella regione dove si voterà il 5 e 6 ottobre, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale dopo la decisione del governatore forzista Roberto Occhiuto di dimettersi per sottrarsi al logoramento dopo essere stato indagato per corruzione dalla Procura di Catanzaro. E proprio in Calabria il campo schierato a sostegno di Pasquale Tridico non è solo largo, ma larghissimo, visto che coinvolge tutte le forze del centrosinistra a esclusione di Azione.
Questo schieramento, sottolinea Schlein, già a livello nazionale si è schierato unito per proporre al Governo come individuare 5 miliardi di euro per le assunzioni in sanità, un precedente, evidenzia, che rappresenta una “base” per la competizione calabrese, dove la priorità delle priorità è proprio la sanità, una base, però, che si può ripetere in futuro anche altrove e a livello nazionale. Schlein incentra tutta la sua visita calabrese sulla sanità pubblica.
Se da Polistena il campo largo attacca a testa bassa Occhiuto per la gestione della regione nei quattro anni di governo, tutt'altro clima si respira a Feroleto Antico. L’entusiasmo di Fdi, sottolineato dallo stesso Occhiuto, prevede un ottimo risultato per il partito di Giorgia Meloni. La campagna elettorale calabrese, dunque, entra nel vivo e si scalda, in attesa dell'arrivo degli altri big nazionali.
Nuove intese tra Italia e Turchia su crimine, immigrazione irregolare e difesa
Un documento operativo per approfondire la cooperazione tra Italia e Turchia nel settore del contrasto all’immigrazione irregolare, al traffico di esseri umani e in generale al crimine organizzato transnazionale, incluso il terrorismo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani stringe ulteriormente i rapporti con la Turchia, dopo la firma del documento, ieri alla Farnesina, col Ministro degli Esteri della Repubblica di Turchia Hakan Fidan. L’obiettivo è rafforzare la collaborazione contro tutte le forme di criminalità organizzata e smantellare le reti di trafficanti nel Mediterraneo, attraverso una tempestiva gestione delle richieste di espulsione, estradizione e congelamento di beni e l’interdizione di ogni attività di finanziamento e reclutamento da parte di enti e soggetti coinvolti nelle attività criminali, ma anche una potenziata collaborazione tra forze di polizia e un migliorato scambio d’informazioni tra le rispettive Guardie Costiere per prevenire e contrastare le partenze irregolari e un più stretto raccordo per rafforzare il fianco sud della Nato.
Tra i due Paesi i rapporti sono solidi e continui e continueranno in più settori, come la difesa. Si tratta infatti dell’ottavo incontro con l’omologo turco.
I sondaggi della settimana
Negli ultimi sondaggi realizzati dall’Istituto SWG l’8 settembre, tra i partiti del centrodestra Fratelli d’Italia scende al 30,0%. In seconda battuta il Partito Democratico guadagna 0,2 punti, attestandosi al 22,2%. Terza forza nazionale il Movimento 5 Stelle che acquista 0,3 punti e si attesta al 13,6%. Tra le altre forze del cetrodestra, la Lega rimane all’8,6%, mentre Forza Italia guadagna 0,1 punti (8,3%). Nella galassia delle opposizioni, AVS sale al 6,8%. I centristi vengono rilevati singolarmente con Azione (3,3%), IV (2,4%), +Europa (2,0%) e Noi Moderati (1,0%).
La stima di voto per la coalizione di centrodestra (FdI, Lega, FI, Noi Moderati) segna -0,1% rispetto all’ultima rilevazione, scendendo al 47,9%. Il centrosinistra (Pd, All. Verdi Sinistra) registra il 29% delle preferenze registrando un aumento di 0,3 punti percentuali; fuori da ogni alleanza, il M5S, guadagna 0,3 punti e si attesta al 13,6%. A chiudere il Centro che registra un risultato con segno negativo di 0,4 punti, scendendo al 7,7%.
- I partiti cercano una quadra per la legge di Bilancio. Al Mef si lavora alle coperture
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