Via libera allo scostamento. Il Governo lavora al nuovo decreto ristori

Mentre il Parlamento con un’approvazione bipartisan (nessun contrario e un astenuto al Senato, tre contrari e due astenuti alla Camera) dà il via libera alla nuova richiesta di scostamento di bilancio da 32 miliardi, il Ministro dell’economia Roberto Gualtieri è al lavoro sul nuovo decreto ristori, con il quale potrebbe arrivare il finanziamento di altre 26 settimane di Cig Covid da utilizzare di qui a fine anno. “Ci stiamo lavorando”, conferma il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, spiegando che la proroga dovrebbe interessare la cassa Covid ordinaria e in deroga, abbinata allo sgravio contributivo al 100% alternativo all'utilizzo della cassa per chi riporta i lavoratori in azienda. Il Governo punta insomma a mettere in campo tutte le difese possibili, anche con un nuovo intervento sulla Naspi, contro il rischio di un vero e proprio tsunami del mercato del lavoro quando, dalla fine di marzo, finirà il blocco generalizzato dei licenziamenti. Roberto Gualtieri conferma, in Parlamento, che è in corso una valutazione sull’opportunità di prolungare “ulteriormente il blocco dei licenziamenti” per le attività più colpite e “tornare alla normalità su settori meno impattati”. Il tema, ammette Gualtieri, è delicato e una decisione arriverà solo dopo il confronto con le parti sociali: imprese e sindacati attendono una convocazione ad hoc che potrebbe avvenire già a inizio della prossima settimana. 

Di sicuro il decreto ristori, il quinto e nelle intenzioni anche l'ultimo, dovrà essere approvato entro la fine di gennaio, quando scade la mini-proroga dell'invio delle cartelle esattoriali e degli avvisi dell'Agenzia delle Entrate: la riscossione non si può “eliminare”, come chiedono le opposizioni, e il Covid non può giustificare tutto, sottolinea Gualtieri confermando però che si sta preparando un intervento per “attenuare l'impatto” “sulle categorie più deboli” della ripresa della riscossione. Il capitolo più corposo sarà però quello dei ristori veri e propri, 7-8 miliardi cui si aggiungeranno i quasi 5 miliardi già appostati per eliminare in parte o in toto le tasse finora sospese. Bisognerà anche continuare a dare ristoro alle attività ferme per ordinanza anti-Covid, con un “tesoretto da mettere a disposizione ogni volta che faremo delle chiusure”, dice il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, e pensare a un meccanismo “perequativo parametrato sul calo annuo di fatturato”. In più, spiega Gualtieri, anche l'elemento dei costi fissi deve entrare “nell'equazione del sistema dei ristori”, per sfruttare il nuovo temporary framework Ue sugli aiuti di Stato. Si dovrà anche studiare come superare i codici Ateco introducendo “soglie adeguate” per l'accesso ai nuovi ristori, in cui saranno inclusi “anche i professionisti”. 

Il Governo cerca sponde sul Recovery 

Affinare il Recovery Plan, coinvolgendo il Paese dalle parti sociali agli enti locali, e nel frattempo mettere in campo i 32 miliardi di scostamento appena approvati dalle Camere per sostenere l'economia ancora provata dalla crisi Covid. Mentre cerca di assestarsi dopo l'addio di Italia Viva, il Governo mostra di procedere spedito sui dossier più urgenti, dal piano per i fondi Ue al nuovo decreto Ristori che dovrebbe vedere la luce la prossima settimana. Giuseppe Conte chiama tutti: s’inizia con i sindacati, poi imprese, commercianti e artigiani lunedì, e martedì sindaci e governatori, tra i più attivi nelle ultime ore nell'avanzare suggerimenti ma anche richieste, come quella di stanziare 4 miliardi e mezzo per gli aiuti a sci e montagna. Non a caso il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, nella lettera in cui spiega ai commissari Valdis Dombrovsis e Paolo Gentiloni le ragioni della nuova deviazione sui conti pubblici, solo per il 2021, chiarisce che un intervento così corposo è stato pensato proprio per avere fieno sufficiente in cascina se la stretta anti-Covid, che al momento è prevista fino a metà febbraio, si dovesse protrarre anche in primavera: è un’eventualità che “non si può escludere”, mette nero su bianco il titolare di via XX Settembre, che nello stilare l'elenco delle misure cita anche nuovi fondi per la scuola e per il Reddito di cittadinanza e la possibilità di prolungare la cassa Covid “fino all'autunno se necessario”. Non è un tema, almeno per il momento, quello del cashback, sollevato da Italia Viva e dalle opposizioni, che punterebbero a spostare sui ristori i 4,75 miliardi dei rimborsi per chi paga con carte e bancomat. 

Il meccanismo dei ristori invece, è ancora oggetto di approfondimenti ma i nuovi aiuti, precisa Gualtieri, “consisteranno principalmente in crediti di imposta”. Il tema sarà oggetto di confronto con le parti sociali, anche se la convocazione ufficiale è sul Recovery: la versione aggiornata del PNRR è all'esame delle Commissioni ma non entrerà nel vivo prima di febbraio. Solo verso la fine della prossima settimana dovrebbe ricominciare un ricco ciclo di audizioni sia alla Camera sia al Senato, poi tutte le Commissioni esprimeranno i loro pareri che saranno riassunti in una relazione delle Bilancio (insieme alle Politiche Ue al Senato) e poi avviate, al termine di questo percorso, all'attenzione dell'Aula. Proprio il Parlamento potrebbe dare qualche indicazione sulla governance, stralciata per ora dal Piano ma che va definita prima di inviarlo a Bruxelles. Andranno peraltro dettagliate meglio, avvisa Gentiloni, sia le riforme, “con un messaggio chiaro” in linea con le raccomandazioni Ue 2019, sia “tempi e obiettivi dei progetti”, che erano stati messi a punto per la prima versione del piano, quella con cabina di regia a tre e capi missione, poi bocciata dai partiti. 

Sondaggio Bce, gli economisti tagliano le stime del Pil Eurozona nel 2021

L'economia dell'eurozona crescerà meno del previsto quest'anno ma con un tasso maggiore nel 2022. È quanto emerge dal sondaggio condotto dalla Banca Centrale Europea fra 66 economisti secondo cui il Pil salirà del 4,4% contro il 5,3% stimato a ottobre. Per il prossimo anno tuttavia le aspettative salgono dal 2,6 al 3,7%. Per quanto riguarda l'inflazione le attese sul breve restano invariate cosi' come quelle sul lungo termine (1,7%). Le attese per il tasso di disoccupazione media sono limate all'8,9% per quest'anno e all'8,3 per il prossimo. Sul lungo termine la riduzione è al 7,4%. 

La Bce non fa passi indietro: avanti con Pepp, ma restano i rischi generati dal Covid

La Bce non fa passi indietro e insiste sulla necessità di fare presto. Erogare gli aiuti europei il più presto possibile e andare avanti con gli stimoli di politica monetaria e fiscale restano la direzione a cui puntare per uscire velocemente dalla crisi. Una crisi che vista la recrudescenza dei casi nel mondo e la proroga dei lockdown porterà probabilmente l'Europa in contrazione anche nel quarto trimestre. Resta quindi indispensabile restare accomodanti, almeno fino alla prima metà dell'anno. La ripresa arriverà, spiega Francoforte, ma probabilmente solo a partire dalla fine del 2021. Del resto “la recrudescenza dei casi di coronavirus in Europa e le conseguenti e prolungate restrizioni stanno perturbando l'attività economica”. In linea con le attese del mercato la Bce ha deciso di lasciare i tassi invariati e di non annunciare nessuna nuova iniziativa. Francoforte conferma che continuerà gli acquisti del Quantitative easing pandemico, il Pepp, o Pandemic Emergency Purchase Programme, almeno fino a marzo 2022 e in ogni caso finché sarà necessario. La dotazione finanziaria complessiva, pari a 1.850 miliardi, non dovrà però necessariamente spesa per intero. Se le condizioni finanziarie diventeranno più favorevoli, infatti, la Bce potrebbe anche decidere di interrompere gli acquisti sui titoli di Stato.  

La fine del 2020 ha comunque portato alla risoluzione di alcuni punti critici per la stabilità dei mercati finanziari. In particolare, come ricordato dalla stessa presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa, le elezioni statunitensi, la Brexit e l'avvio delle vaccinazioni. Quest'ultimo punto, in particolare, rappresenta “un'importante pietra miliare per la risoluzione della crisi legata al Covid-19”, ha spiegato Lagarde. “Ma la pandemia continua a porre seri rischi per l’economia europea e globale”, ha precisato la numero uno dell'Eurotower. Insomma, l'attenzione della Bce resta alta. Anche perché gli sviluppi macroeconomici sono in linea con le aspettative di dicembre. Le stesse che hanno portato a un potenziamento del Pepp da 500 miliardi. La Bce ne è consapevole. Infatti sottolinea come l'inflazione rimanga estremamente bassa, destinata a salire per questioni statistiche nei mesi a venire ma, in sostanza, ancora "molto debole.



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