La Camera è a un passo dall’approvazione in prima lettura della manovra 

È una corsa contro il tempo alla Camera per approvare la legge di bilancio entro la Vigilia di Natale, per poi lasciare la parola al Senato, che dovrà licenziare la manovra in via definitiva entro il 31 dicembre così da scongiurare l’esercizio provvisorio. Nella notte di martedì la Commissione Bilancio ha approvato il testo e giovedì sera il Governo, verso le 20.30, ha posto la questione di fiducia, tramite il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, sul provvedimento uscito dalla Commissione in seguito ai rilievi della Ragioneria dello Stato. La votazione sulla fiducia avrà inizio venerdì alle 20:30, mentre le dichiarazioni di voto cominceranno alle 19.00. Tra questa notte e sabato mattina l’aula approverà poi il testo della manovra dopo aver discusso gli ordini del giorno.

Dopo la discussione generale di giovedì mattina, l'esame in aula è continuato a singhiozzo, in un clima di tensione tra maggioranza e opposizione: alla fine, dopo varie interruzioni per definire con esattezza il perimetro delle modifiche indicate dalla Ragioneria, l'aula a metà pomeriggio ha approvato la richiesta di rinvio in Commissione della legge di bilancio, avanzata dal presidente della Commissione Bilancio Giuseppe Mangialavori. “Propongo il rinvio della legge di bilancio in Commissione, esclusivamente al fine di modificare o sopprimere alcune disposizioni che presentano profili problematici dal punto di vista della copertura finanziaria, quali risultanti dalla nota della Ragioneria generale dello Stato” aveva detto in aula il presidente della Commissione Bilancio. A saltare o a subire modifiche, per problemi di coperture, non solo l'emendamento del Pd che stanziava 450 milioni per i Comuni (approvato per errore in Commissione, per stessa ammissione della maggioranza), visto che dal ministero dell'Economia e delle Finanze sono giunte altre 44 correzioni relative ad altrettanti emendamenti. 

La Meloni dice no al Mes e parla della revisione del patto di stabilità

Giorgia Meloni dice no all'uso del Mes, ammette e anzi rivendica le “frizioni con la Francia” sui migranti, ribadisce il pieno sostegno all'Ucraina, chiede un Patto Ue che sia “meno di stabilità e più di crescita”. Giovedì sera la presidente del Consiglio è volata in Iraq dove ha portato il saluto ai militari italiani, ma prima ha affrontato una giornata densa di impegni: gli auguri di Natale ai suoi parlamentari e ai dipendenti di Palazzo Chigi, l'intervento alla XV Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori alla Farnesina, la prima intervista televisiva da premier nel salotto di Bruno Vespa. Del Mes, il fondo salva-stati, la Meloni parla proprio a Rai1 e senza mezzi termini assicura: “Finché io conto qualcosa l'Italia non accederà al Mes, lo posso firmare col sangue”. Per quanto riguarda la ratifica, però, è più cauta, anche perché se l'Italia dicesse no sarebbe isolata in Europa. La premier ammette che c'è un problema dovuto proprio al fatto che “se siamo gli unici che non approvano la riforma blocchiamo anche gli altri”, ma sostiene che la ratifica “non è un grande tema”. Il problema, per lei, è che lo strumento è “troppo poco utile”, tanto è vero che “non lo ha mai utilizzato nessuno”. Per questo, ha annunciato, “voglio parlare con il direttore del Mes per capire se c'è un modo per farlo diventare utile”.

Altro tema su cui l'Italia può “fare la differenza” nei prossimi mesi è quello della revisione del Patto di stabilità. Fino a ora, ha detto la premier ai diplomatici, “è stato più stabilità che crescita e invece deve essere più crescita e meno stabilità”. Su questo il Governo interverrà facendo “sentire la sua voce senza arroganza e con spirito costruttivo ma con la consapevolezza, che non sempre ho letto, di quello che rappresentiamo, della nostra forza reale”. 

Il Governo approva il decreto mille proroghe, dalle ricette elettroniche ad Alitalia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto milleproroghe. Tra le norme contenute del provvedimento c’è la proroga, fino alla fine del 2023, della norma che permette l'invio della ricetta elettronica via sms o via mail e lo slittamento di sei mesi della dichiarazione Imu. Congelata fino alla fine del 2023 la fatturazione elettronica in campo sanitario; in parallelo slitta di un anno anche l'obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati al sistema della tessera sanitaria per completare la dichiarazione precompilata dei redditi. Il decreto proroga, per il biennio 2024-2025, il contratto di espansione, la riduzione oraria e l'integrazione salariale per determinate categorie di lavoratori, anche per gli anni 2024 e 2025.

C’è la proroga sino al 31 dicembre 2023 della sospensione dei termini di prescrizione degli obblighi contributivi riferiti alle gestioni previdenziali dei pubblici dipendenti. Si proroga per tutto il 2023 la competenza attribuita in via esclusiva ai consulenti del lavoro e alle associazioni datoriali per quel che riguarda la verifica dei requisiti concernenti l'osservanza delle prescrizioni del contratto collettivo di lavoro e la congruità del numero delle richieste d’ingresso di cittadini non comunitari. Il provvedimento, inoltre, consente alle ONLUS iscritte nella relativa anagrafe di essere destinatarie del 5 per mille anche per l'anno 2023. Prorogato al 31 marzo 2023 il termine di presentazione delle domande di cassa integrazione guadagni straordinaria per le aziende rientranti nel campo di applicazione del Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale.

Si conferma, per l'anno 2023, la facoltà del Ministro della salute di ripartire le quote premiali per il finanziamento del Servizio sanitario regionale a favore delle Regioni che abbiano istituito una Centrale per gli acquisti. Prorogata al 31 dicembre 2023 la durata dell'amministrazione straordinaria di Alitalia; differito al 31 luglio 2023 il termine di efficacia del contratto di servizio vigente tra il Ministero delle imprese e del Made in Italy e la Rai; estesa al 2023 la durata dello stanziamento di 40 milioni di euro per l'erogazione dei contributi per l'installazione delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici

La Bce tira dritto sui tassi

Aumenti dei tassi Bce da mezzo punto per volta, come lo scorso 15 dicembre, “potrebbero diventare la nuova normalità”. Luis de Guindos sceglie un'intervista a Le Monde per ribadire a muso duro che la linea della Bce non cambia. E lascia intravedere uno scivoloso terreno di scontro con i Governi nel 2023, quando la recessione inizierà a mordere, i tassi faranno rincarare il costo delle emissioni di debito e il ritiro degli acquisti di bond accorcerà pericolosamente la coperta dei bilanci pubblici. L'intervento del vicepresidente della Bce arriva in una settimana di vuoto mediatico dopo che giovedì Christine Lagarde aveva preannunciato nuovi rialzi al costo del denaro per contrastare l'inflazione a due cifre. 

Il numero due della Bce prova a smontare tutte le argomentazioni di chi lamenta una banca centrale che smette di aiutare la ripresa proprio quando l'economia, nelle previsioni della stessa Bce, va verso una recessione nel quarto trimestre 2022 e nel primo del 2023. Ma sarà una recessione “morbida” non il paventato tracollo da shock energetico. E non c'è alternativa al frenare la domanda (consumi e investimenti) se si vuole abbassare l'inflazione, che “è il problema principale” per l'economia e il centro del mandato della Bce. E così de Guindos rincara la dose rispetto a quanto detto dalla numero uno dell'Eurotower: “Dobbiamo aspettarci rialzi dei tassi a questo ritmo per un certo periodo di tempo”, e “i tassi entreranno poi in territorio restrittivo”.

Per l’Istat cala il fatturato dell’industria ad ottobre

Ad ottobre l’Istat stima che il fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca dello 0,8%, in termini congiunturali, registrando una dinamica negativa su entrambi i mercati (-1,1% su quello interno e -0,3% su quello estero). Nel trimestre agosto-ottobre 2022 l'indice complessivo è cresciuto dell'1,9% rispetto al trimestre precedente (+1,8% sul mercato interno e +2,4% sul mercato estero). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, ad ottobre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano una flessione congiunturale per i beni di consumo (-0,8%), per i beni intermedi (-1,5%) e per l'energia (-2,9%), mentre per i beni strumentali si registra un lieve aumento (+0,5%). Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 12,5%, con incrementi dell'11,0% sul mercato interno e del 15,7% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 21 come a ottobre 2021. 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social