Il Ministro dell’Economia Franco: evitare una recessione ad ogni costo

L'incertezza è tale, dopo i due “cigni neri” del Covid e della guerra in Ucraina, come li ha chiamati il Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni, che fra Bruxelles, Francoforte e Roma non sanno decidersi se l'area euro rischi una recessione, vada verso la stagnazione economica o riuscirà a mantenere una buona crescita nonostante la guerra sul cortile di casa. “Dobbiamo assolutamente evitare un'altra recessione”, dice il Ministro dell'Economia Daniele Franco, promettendo al Forum Confcommercio-Ambrosetti nuovi interventi sui crediti d'imposta per il caro-bollette, e invocando, se necessario, “interventi ambiziosi” di bilancio. Anche a livello europeo. “Abbiamo vari indicatori ancora positivi sulla robustezza della nostra economia”, dal turismo con il suo balzo pasquale alla fiducia delle imprese fino all'export in rialzo del 2% a marzo. “Tutto bene? No, è evidente che i rischi sono enormi”, riconosce però il Ministro dell'Economia.

Ignazio Visco, il Governatore di Bankitalia, spiega che “nello scenario peggiore”, quello di uno stop completo delle forniture di gas dalla Russia, ci sarà “una recessione moderata in Italia nei prossimi due anni che dovrà essere contrastata dalle politiche di bilancio”. Più che un nuovo scostamento che “farebbe salire lo spread” si pensa a un intervento sull'extra-gettito da energia. Lo propone il Ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta: l'idea è quella di abbassare l'imposta sui beni di prima necessità, sui beni di consumo, di fatto assorbendo l'extra IVA derivante dai rincari energetici. Il tutto in senso redistributivo, aiutando le fasce più deboli, sulla falsariga di quello sugli extra-profitti delle imprese energetiche. 

Invece la Bce la pensa diversamente: nonostante l'inflazione che nell'Eurozona “rimarrà elevata” nei prossimi mesi, pur avendo raggiunto un probabile picco al 7,5%, e il suo peso sui consumi, il Vicepresidente Luis de Guindos non si aspetta una fase di crescita negativa. “Per il momento, stando alle nostre analisi, anche nel peggior scenario possibile, nel 2022 avremo una crescita positiva”. Anche se molto “dipenderà in modo cruciale dall'evoluzione del conflitto, dall'impatto delle sanzioni e da eventuali ulteriori misure”. Previsioni non proprio sulla stessa linea, dunque. Del resto, come spiega il Commissario Ue agli Affari economici, “l'invasione dell'Ucraina crea per l'Europa una situazione di “incredibile imprevedibilità e incertezza”. 

Goldman Sachs prevede un rialzo dell’inflazione

Le aspettative di inflazione a lungo termine rimangono al di sopra del livello pre-covid e continuano ad aumentare. È quanto afferma Goldman Sachs in una ricerca nella quale stima anche che l'inflazione core nell'area dell'euro raggiungerà il picco a maggio e giugno di quest'anno, al 3,3% su base annua mentre l'indice generale toccherà un picco dell'8,5% su base annua in settembre. Inoltre, l'inflazione core e quella nominale dovrebbero attestarsi rispettivamente al 2,8% e al 7,6% su base annua a dicembre di quest'anno. Goldman Sachs ricorda che il suo indicatore sintetico dell'inflazione sottostante è aumentato a marzo di 8 punti base rispetto a febbraio, al 2,08% su base annua, mentre l'inflazione core è aumentata al 2,95%. L'aumento dell'inflazione a marzo, spiegano gli analisti, continua a essere trainato principalmente dai prezzi dell'energia mentre i prezzi dei beni industriali non energetici e il contributo dai servizi sono rimasti relativamente costanti. Abitazioni e trasporti hanno invece continuato a registrare pressioni al rialzo a causa degli elevati costi energetici. 

Goldman Sachs rivede a rialzo le stime del Pil per il I trimestre dell’area euro

La crescita nell'area dell'euro ha finora tenuto meglio del previsto dall'inizio della guerra in Ucraina. Il Pmi flash ha sorpreso notevolmente al rialzo in aprile, con l'indice composito che ha raggiunto un massimo di 7 mesi. Mentre lo slancio del settore manifatturiero si è moderato, guidato dalla Germania, la crescita dell'attività dei servizi è aumentata, a causa di un continuo rimbalzo post-Omicron. Allo stesso tempo, i prezzi dell'energia sono scesi e i flussi di gas russo nella zona euro non sono peggiorati rispetto alla fine dell'anno scorso, indicando una minore debolezza della produzione nelle industrie dipendenti dal gas. È quanto rileva Sven Jari Stehn, economista di Goldman Sachs, che ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Pil europeo: “Abbiamo quindi aggiornato la nostra stima di crescita del PIL del I trimestre a 0,3% e abbiamo alzato il nostro nowcast del II trimestre a +0,2%, e quindi non prevediamo più una contrazione dell'attività nell'area euro”.

La Bce nel 2021 ha concluso il riesame della strategia di politica monetaria

Nel rapporto annuale 2021 la Banca Centrale Europea ha portato a termine il riesame della strategia di politica monetaria, che è stata aggiornata per fronteggiare nuove sfide, offrendo un quadro di riferimento per gestire la complessità della situazione attuale. Il Consiglio direttivo ha adottato un obiettivo di inflazione, chiaro e di facile comprensione, pari al 2% nel medio termine. Come spiega il rapporto, si tratta di un obiettivo simmetrico, nel senso che scostamenti dell'inflazione dall'obiettivo sono considerati ugualmente inopportuni, in entrambe le direzioni. Inoltre, aver ricevuto l'approvazione dell'intero Consiglio direttivo gli conferisce solidità. Il Consiglio direttivo ha altresì stabilito come la Bce debba perseguire l'impegno alla simmetria. Specificamente, quando l'economia si trova in prossimità del limite inferiore effettivo dei tassi di riferimento, sono necessarie misure di politica monetariaparticolarmente incisive o persistenti per scongiurare il radicarsi di deviazioni negative dall'obiettivo di inflazione. 

“La nuova strategia si è riflessa nella ricalibrazione delle indicazioni prospettiche sui tassi di interesse (forward guidance) e ha orientato la risposta della nostra politica monetaria agli andamenti economici nella seconda metà dell'anno. A fronte di una ripresa fragile e di un'inflazione contenuta, abbiamo fornito ampio sostegno monetario per riportare l'inflazione più vicina al nostro obiettivo. All'aumentare dell'inflazione abbiamo gestito con pazienza e persistenza il corso della nostra politica per evitare un inasprimento prematuro in risposta a shock indotti dall'offerta. Abbiamo adeguato il ritmo degli acquisti netti effettuati nell'ambito del Programma di acquisto per l'emergenza pandemica (Pepp) in linea con l'evoluzione delle prospettive e con la nostra valutazione delle condizioni di finanziamento”, si legge nel rapporto.

A febbraio +2,8% il fatturato dell’industria

Il fatturato dell'industria a febbraio è aumentato del 2,8% in termini congiunturali (+2,5% sul mercato interno e +3,6% su quello estero), raggiungendo il livello massimo dal 2000. Lo rileva l'Istat sottolineando che il fatturato è cresciuto su febbraio 2021, dato corretto per gli effetti del calendario, del 20,9% (+ 21,4% sul mercato interno, +20,2% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2021. Si registrano incrementi tendenziali marcati per l'energia (+47,7%) e i beni intermedi (+31,6%), più contenuti per i beni di consumo (+15,3%) e i beni strumentali (+7,1%). Nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022 l'indice complessivo del fatturato è cresciuto del 3,2% rispetto al trimestre precedente (+2,4% sul mercato interno e +4,5% su quello estero). 

Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a febbraio gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per tutti i principali settori: l'energia (+4,8%), i beni di consumo (+3,9%), i beni intermedi (+3,3%) e i beni strumentali (+0,8%). Su base annua sii registrano incrementi tendenziali degli indici corretti per gli effetti di calendario molto marcati per l'energia (+47,7%) e i beni intermedi (+31,6%), più contenuti per i beni di consumo (+15,3%) e i beni strumentali (+7,1%). Nel comparto manufatturiero gli aumenti tendenziali riguardano tutti i settori di attività economica, ad eccezione del comparto dei mezzi di trasporto (-2,4%) con incrementi significativi per il settore coke e prodotti petroliferi (+51,7%), per il legno e la carta (+34,5%), per la metallurgia (+34%) e per i prodotti chimici (+33,2%). Recupera il tessile abbigliamento con un +24,4% tendenziale. 



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