Rimbalzo terzo trimestre, Pil vola a +16,1%

La variazione acquisita del Pil italiano per il 2020 è pari a -8,2%. Lo calcola l'Istat in base al maxi-rimbalzo dell'economia registrato nel terzo trimestre. Il dato acquisito è quello che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale pari a zero nel quarto trimestre. Il Pil italiano nel terzo trimestre del 2020 ha registrato un deciso rimbalzo del 16,1% rispetto al trimestre precedente chiusosi a -13%. Il dato, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è stato reso noto dall'Istat in base alle stime provvisorie. Su base annua, rispetto al periodo giugno-settembre 2019, l'economia ha invece registrato una contrazione del 4,7%. Il rimbalzo registrato dall'economia italiana nel terzo trimestre dell'anno, pari a +16,1% secondo i dati provvisori dell'Istat, è superiore alle stime degli analisti e dello stesso governo. L'esecutivo si aspettava una crescita poco superiore al 13%, tale da recuperare il crollo del secondo trimestre, mentre il consensus si aggirava tra l'11 e il 12%. Bankitalia aveva recentemente indicato una possibile crescita del 12%, stessa cifra stimata anche dall'Ufficio parlamentare di bilancio. Il terzo trimestre del 2020, specifica l'Istat, ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2019. La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell'industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia di quella estera netta.

Per l’Istat l’inflazione ad ottobre è ancora negativa -0,3% ma vola il carrello della spesa +1,4%

Nel mese di ottobre 2020 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e una diminuzione dello 0,3% su base annua (da -0,6% di settembre). È la stima preliminare diffusa dall'Istat che ha spiegato che anche a ottobre l'inflazione al netto delle componenti più volatili, tra le quali quella degli energetici pur accelerando, rimane modesta. D'altra parte, la crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa si conferma vivace, trainata dagli incrementi dei prezzi degli alimentari freschi. Pur vedendo confermata per il sesto mese consecutivo un'inflazione negativa a causa per lo più dei prezzi dei beni energetici (-9,5%), la flessione dell'indice Nic si dimezza rispetto al mese precedente. Ciò è dovuto all'accelerazione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +2,7% di settembre a +3,5%) e alla minore ampiezza della diminuzione, che rimane sostenuta, di quelli degli Energetici regolamentati (da -13,6% a -9,6%). Accentuano invece la flessione i prezzi dei beni energetici non regolamentati (da -8,2% a -9,4%). L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe, rispettivamente da +0,1% a +0,3% e da +0,2% a +0,5%. L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei beni energetici regolamentati (+7,6%) e, in misura minore, di quelli dei beni alimentari non lavorati (+0,9%), solo in parte compensata dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,1%). L'inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l'indice generale e a +0,6% per la componente di fondo. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano (da +1% a +1,4%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto continuano a registrare una flessione (da -0,1% a -0,2%).  

Il Governo vara il decreto ristori, da metà novembre i primi pagamenti

Un provvedimento doveroso messo in campo in tempi record che mobilita una massa consistente di risorse e che vedrà i primi pagamenti già a partire da metà novembre: descrivono così il decreto ristori i rappresentanti del Governo Giuseppe Conte, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli in conferenza stampa dopo l'approvazione del Cdm. “Si tratta di un decreto che mobilita una massa consistente di risorse, si tratta per la precisione 5,4 miliardi di indebitamento netto, 6,2 miliardi in termini di saldo netto da finanziare”, spiega il titolare del Mef. Si va dal fondo da 30 milioni per far sì che medici di base e pediatri possano effettuare i tamponi antigenici rapidi alle misure per la didattica a distanza, dai rimborsi per gli spettacoli dal vivo ai fondi per il sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche. Previste poi altre 6 settimane di Cig Covid-19 e il blocco licenziamenti fino al 31 gennaio. Sono alcune delle misure contenute nei 32 gli articoli che compongono il decreto che prevede interventi economici in favore delle attività che sono state chiuse totalmente o parzialmente con l'ultimo Dpcm. 

Nel decreto è previsto anche lo stop ai pignoramenti immobiliari, due nuove mensilità di reddito di emergenza, l’abolizione del versamento della seconda rata dell'Imu e la proroga al 30 novembre 2020 del termine per la presentazione del modello 770. Gli importi erogati tramite decreto saranno “significativi”, dice Gualtieri spiegando che l'importo medio che arriverà ai ristoranti fino a 400 mila euro di fatturato è di 5.172 euro, quello per ristoranti di fascia maggiore, fino a un milione di fatturato, sarà di 13.390 euro e quello per ristoranti fino a 5 milioni di fatturato sarà di 25 mila euro. C’è poi il ristoro immediato per i teatri e i cinema chiusi dal dpcm della scorsa settimana, 1.000 euro per tutti i lavoratori autonomi e intermittenti dello spettacolo, proroga della cassa integrazione e indennità speciali per i settori del turismo. Per il mese di novembre è prevista un’indennità di 800 euro per i lavoratori precari dello sport. Viene inoltre istituito il Fondo per il sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche e delle società sportive dilettantistiche. Arriva, poi, un credito d'imposta sugli affitti commerciali.

L’Istat è netta: a settembre la disoccupazione è calata al 9,6%

Per l’Istat a settembre, il numero di occupati risulta sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente, si conferma la flessione dei disoccupati registrata ad agosto e prosegue il calo degli inattivi. La sostanziale stabilità dell'occupazione (+ 6mila unità) è sintesi, da un lato, dell'aumento osservato tra le donne, i dipendenti a tempo indeterminato e gli over50 e, dall'altro, della diminuzione tra gli indipendenti e i 25-34enni. Nel complesso il tasso di occupazione sale al 58,2% (+0,1 punti percentuali). La flessione del numero di persone in cerca di lavoro (-0,9% pari a -22mila unità) coinvolge gli uomini e gli under 50, mentre tra le donne e gli ultra 50enni si osserva una leggera crescita. Il tasso di disoccupazione scende al 9,6% (-0,1 punti) e tra i giovani al 29,7% (-1,7 punti). Anche il numero di inattivi risulta in lieve diminuzione (-0,1% pari a -15mila unità); tale andamento è frutto del calo tra le donne e gli over35, non completamente compensato dall'aumento osservato tra gli uomini e gli under35. Il tasso di inattività resta invariato al 35,5%. Il livello di occupazione nel terzo trimestre 2020 è superiore dello 0,5% a quello del trimestre precedente, registrando un aumento di +113mila unità. Nel trimestre crescono anche le persone in cerca di occupazione (+18,1% pari a +379mila) e calano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,7% pari a -521mila unità). Le ripetute flessioni congiunturali registrate tra marzo e giugno 2020 hanno fatto sì che, anche nel mese di settembre 2020, l'occupazione continui a essere più bassa di quella registrata nello stesso mese del 2019 (-1,7% pari a -387mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne di qualsiasi età, dipendenti (281mila) e autonomi (-107mila), con l'unica eccezione degli over50, tra i quali gli occupati crescono di 194mila unità, soprattutto per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,9 punti percentuali. A settembre 2020 le ore pro capite effettivamente lavorate, calcolate sul complesso degli occupati, sono pari a 34,8, livello di 0,7 ore inferiore a quello registrato a settembre 2019; la differenza si riduce a 0,4 ore per i dipendenti. Nell'arco dei dodici mesi diminuiscono le persone in cerca di lavoro (-2,3%, pari a -59mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+2,5%, pari a +333mila).

Stallo su licenziamenti, critica Confindustria, i sindacati sono pronti alla piazza

Il giorno dopo l'incontro con il Governo e mentre i ministri vedono le imprese, i Sindacati arrivano a evocare la piazza se non sarà garantita piena protezione dei posti di lavoro almeno fino a primavera. Ma una proroga del blocco generalizzato dei licenziamenti non può andare avanti all'infinito, e il Governo non deve cedere a ricatti come le minacce di sciopero, incalza il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: per gli industriali e le altre associazioni dei datori di lavoro bisogna ritornare il prima possibile alle normali dinamiche del mercato del lavoro. Le posizioni restano distanti e sarà il nuovo round di oggi con i Sindacati presieduto dal premier Giuseppe Conte a dover tentare di trovare un’intesa, anche per poter chiudere la manovra economica che, a due settimane dal varo, ancora non è arrivata in Parlamento. Il Governo, presenti i ministri Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli mentre al posto di Gualtieri ci sono il capo di gabinetto e il sottosegretario Pierpaolo Baretta, ripropone quanto già ha illustrato ai Sindacati, cioè l'idea di chiudere con il divieto generalizzato di licenziare alla fine di gennaio e proseguire dopo quella data (anche fino a fine marzo) con blocchi selettivi, legati all'effettivo utilizzo della cassa Covid da parte di quelle imprese che ne continuano ad avere bisogno per evidenti cali di fatturato e che ne potranno continuare a usufruire gratuitamente. La proposta non dispiace a Confcommercio, mentre la scelta di imporre, invece, dei costi tra il 9 e il 18% per quelle aziende che hanno perdite inferiori al 20% o che non hanno subito cali per Confindustria è “non accettabile”. 

 



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