Bce, Lagarde rassicura: politica monetaria resta accomodante, economia non fuori da guai

Christine Lagarde prova a rassicurare. Anche nei prossimi mesi la politica monetaria della Bce resterà accomodante anche perché le economie non sono ancora del tutto fuori dai guai.

“La politica monetaria dovrà rimanere ancora accomodante in modo da uscire dalla pandemia in modo sostenibile e riportare l'inflazione al 2% - spiega aprendo un Forum delle banche centrali – “anche perché se le economie sono uscite dal baratro della pandemia, non si possono ancora considerare fuori pericolo”.  “Resta il fatto – continua la presidente della Bce - che prevediamo che il Pil dell'eurozona torni a livelli pre-Covid entro la fine dell'anno e con la pandemia si è assistito al crollo più profondo mai registrato mentre la ripresa è stata la più rapida dal 1975. Al di là della pandemia, ci aspettiamo che l'inflazione convergerà lentamente verso il 2% e reagiremo ai miglioramenti dell'inflazione soltanto se saremo sicuri che saranno duraturi".  

Draghi vara la Nadef della crescita e annuncia la riforma di fisco e catasto

L'economia cresce “di gran lunga” più del previsto: +6% quest'anno e un ritorno da metà 2022 ai livelli pre-crisi. La crescita, sorretta dalle vaccinazioni anti-Covid, va “protetta” e accresciuta nei prossimi anni, senza disperdere la fiducia che “ora c’è nell'Italia”. Mario Draghi avvia così la fase 2 del suo Governo con l'approvazione in Consiglio dei ministri della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef), annuncia per la prossima settimana l'approvazione della delega sul fisco e la prima riunione della cabina di regia sul Recovery plan. Poi bisognerà varare la legge di bilancio.  Quello che è certo è che il quadro economico è incoraggiante: non solo la crescita è più alta del previsto, ma volano gli investimenti (+15%) e deficit e debito sono in netto calo, rispettivamente al 9,4% (era previsto l'11,8%) e al 153,5% (era 155,6% nel 2020).  

Per una manovra che Draghi e Franco annunciano come “espansiva” ci sono 22 miliardi di extradeficit e oltre 4 miliardi per il taglio delle tasse. “In legge di bilancio bisognerà scegliere misure che spingono la crescita, spiega Draghi; s’interverrà sugli ammortizzatori e sulle pensioni. In parallelo, entro fine ottobre, arriverà la legge sulla concorrenza e le concessioni. Abbiamo già recuperato due terzi del Pil perso lo scorso anno e anche grazie al Recovery plan l'obiettivo è una crescita superiore, spiega il ministro dell'Economia, “alla media dell'ultimo quarto di secolo”. Ci sono ancora forti incognite per effetto delle varianti Covid e dell'inflazione, ma se non ci saranno scossoni nel 2024 si inizierà un percorso di crescita “neutrale”, non più espansiva, e di più forte riduzione del debito, nella convinzione, assicura Draghi, che sia “irrealistico” il ritorno dal 2023 al vecchio patto di stabilità europeo. 

Il Governo pensa a una riforma fiscale in due step

Sul fisco il Governo starebbe ragionando su un intervento in due tempi, con un primo taglio delle tasse già in manovra e la riforma complessiva del sistema fiscale con una legge delega che dovrebbe contenere, dopo anni di annunci, anche il riordino di sconti e agevolazioni, e punta a chiudere entro il prossimo mese la complessa partita del fisco e impostare il lavoro che in prospettiva porterà non solo alla riforma dell'Irpef ma anche alla revisione del catasto. Temi, però, ad alta tensione politica, tanto che il primo strappo si potrebbe consumare la prossima settimana, quando il premier Mario Draghi porterà in Cdm il testo che dà la cornice alla riforma del registro degli immobili: Matteo Salvini schiera, infatti, la Lega su una posizione di ostilità assoluta. Che si tratti di una “sfida di grandi proporzioni” lo mettono in evidenza anche i tecnici della commissione del Mef che hanno stilato la relazione annuale sulle tax expenditures, che nel frattempo continuano a lievitare: quelle attive nel 2021 sono 602, settanta in più del 2020, e valgono 68 miliardi. Una riforma “organica”, “di ampia portata e destinata a durare a lungo” come quella in cantiere, osservano ancora i tecnici, richiede analisi approfondite e soprattutto “un ampio consenso”, che ancora non c’è. Un confronto formale tra governo e maggioranza ancora non è stato fissato.

Intanto la riforma della riscossione potrebbe essere invece un capitolo della delega, anche se le Commissioni Finanze la prossima settimana voteranno una relazione in cui si chiederà, anche in questo caso, di anticipare qualche misura già alla legge di bilancio. In manovra di sicuro arriverà “qualche primo passo sull'alleggerimento del carico fiscale”, ha confermato, con cautela, il ministro dell'Economia Daniele Franco: il conto delle risorse a disposizione si farà solo nella composizione dell'intero puzzle della legge di bilancio. Si parte dai 2,3 miliardi del fondo per la riforma già a bilancio e dal tesoretto “potenziale” di 4,3 miliardi che arriva dal contrasto all'evasione che però potrebbe non essere tutto destinato al calo delle tasse. Ancora è da stabilire se si interverrà sull'Irap o già con una prima riduzione dell'Irpef per il ceto medio, mentre la riforma complessiva del prelievo sarà rinviata alla delega. Tutto nella delega sarà invece lo spinosissimo capitolo catasto, cui dovrebbero però essere dedicate poche righe, con mandato al Parlamento a rivedere le norme catastali e forse un riferimento all'assenza di tasse sulla prima casa. 

Inflazione, ISTAT: a settembre schizza al 2,6%, al top dal 2012

Accelera l'inflazione a settembre. L'indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento del 2,6% su base annua (da +2% del mese precedente) portandosi a un livello che non si registrava da ottobre 2012. Su base mensile, invece, ha segnato un lieve calo (-0,1%). È la stima preliminare diffusa dall'Istat. L'inflazione, anche nel mese di settembre, continua a essere sostenuta in larga parte dalla crescita dei prezzi dei Beni Energetici sia di quelli della componente sia dei prezzi di quella non regolamentata. Questi ultimi contribuiscono all'accelerazione rispetto ad agosto, che si deve in misura ancora più ampia ai prezzi dei Beni alimentari, a quelli dei Beni durevoli e a quelli dei Servizi relativi ai trasporti. Un contributo all'accelerazione dell'inflazione viene anche dai prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.

Lavoro, ISTAT: ad agosto -80mila occupati su mese, +430 mila da gennaio

Nel mese di agosto 2021, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati e si registra un lieve calo dei disoccupati, a fronte di una crescita degli inattivi. Così l'ISTAT nella stima preliminare. La flessione dell'occupazione (-0,3%, pari a -80mila unità), osservata per gli uomini e in misura più accentuata per le donne, coinvolge dipendenti, autonomi e tutte le classi d'età. Il tasso di occupazione scende al 58,1% (-0,2 punti). Nonostante ad agosto il numero di occupati sia in calo per il secondo mese consecutivo, spiega l'ISTAT, la forte crescita registrata nei precedenti cinque mesi ha determinato, rispetto a gennaio 2021, un saldo positivo di oltre 430 mila occupati; in particolare, i dipendenti sono cresciuti di 420 mila unità e il tasso di occupazione è più alto di 1,3 punti percentuali. 

Industria, ISTAT: ad agosto prezzi produzione +0,5% su mese, +11,6% su anno

Ad agosto 2021 i prezzi alla produzione dell'industria aumentano dello 0,5% su base mensile e dell'11,6% su base annua. Lo rileva l'ISTAT. Sul mercato interno i prezzi aumentano dello 0,4% rispetto a luglio e del 13,8% su base annua. Al netto del comparto energetico, i prezzi registrano un incremento congiunturale dello 0,7% e crescono del 6,9% in termini tendenziali. 

Sul mercato estero i prezzi aumentano su base mensile dello 0,6% (+0,7% area euro, +0,6% area non euro) e segnano un incremento su base annua del 6,4% (+7,1% area euro, +5,8% area non euro). Nel trimestre giugno-agosto 2021, rispetto al trimestre precedente, i prezzi alla produzione dell'industria crescono del 4,8%. La dinamica congiunturale è più sostenuta sul mercato interno (+5,6%) rispetto a quello estero (+2,7%). Ad agosto 2021, si rilevano aumenti tendenziali diffusi a quasi tutti i settori manifatturieri su tutti e tre i mercati di riferimento; i più marcati interessano coke e prodotti petroliferi raffinati (+30,0% mercato interno, +47,1% area non euro), metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+20,2% mercato interno, +29,1% area euro, +22,3% area non euro), prodotti chimici (+10,6% mercato interno, +10,3% area euro, +8,1% area non euro) e fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+9,2% area non euro). 

Sono ancora, in particolare, coke e prodotti petroliferi raffinati, metallurgia e fabbricazione dei prodotti in metallo e prodotti chimici a fornire i maggiori contributi alla crescita. Contributi importanti derivano anche da articoli in gomma e materie plastiche e industria del legno. Anche per le costruzioni, prosegue la crescita congiunturale dei prezzi alla produzione, che risulta più sostenuta per le strade; la dinamica tendenziale è in ulteriore accelerazione sia per gli edifici sia per le strade".



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