Con il Def arrivano nuovi tagli ai ministeri e aumenta l'assegno unico

Arriva una nuova stretta per la spesa dei ministeri, ma il Governo assicura anche risorse per i rinnovi contrattuali. Il Def entra nel dettaglio delle misure che il Governo ha in cantiere per i prossimi anni, sul piatto però le risorse a disposizione sono poco meno di 8 miliardi in deficit in due anni, peraltro già destinati a ridurre il cuneo fiscale e abbassare le tasse. E mentre il Pd lancia l'allarme sul taglio dei fondi alla sanità, l'orizzonte resta “incerto e non privo di rischi”: un nuovo caro energia o i possibili ritardi sul Pnrrpotrebbero rallentare la crescita. Per questo le previsioni inserite nel Def sono “di natura estremamente prudenziale”, ripete il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che però considera “del tutto realistico” puntare per i prossimi anni a un aumento del Pil e dell'occupazione “ben oltre le previsioni”. Professa ottimismo anche sul Pnrr, per il quale, una volta rivisti alcuni progetti, assicura, “vi sono tutte le condizioni per accelerare” riforme e investimenti che innalzeranno il potenziale di crescita. La piena attuazione del Pnrr, infatti, stima il Def, darebbe una spinta al Pil del +3,4% in più a fine piano. 

Per l’Upb i dati sono plausibili se il Pnrr sarà pienamente realizzato. Ma ci sono variabili di rischio come un nuovo aumento delle materie prime energetiche. In questo scenario una certezza è data dal tesoretto ricavato dalle nuove stime sul deficit, 3,4 miliardi per quest'anno e 4,5 per il prossimo, risorse che per quest'anno serviranno a “sostenere il reddito disponibile e il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti”, con un nuovo taglio del cuneo fiscale; per il prossimo anno andranno a “interventi di riduzione della pressione fiscale”. Qualche risparmio in vista della prossima LdB potrebbe arrivare dal nuovo ciclo di spending review che, sommata a quella già prevista, porta la riduzione complessiva a 1,5 miliardi nel 2024, 2 miliardi nel 2025 e 2,2 miliardi a partire dal 2026. L'attenzione alla famiglia troverà spazio nella delega fiscale con misure “per aumentare gli importi base dell'assegno unico, aiutare le famiglie con figli neonati e le famiglie numerose” e incrementare i congedi parentali anche dei papà. 

Lagarde (Bce): “prospettive economiche globali migliorate ma ripresa è fragile”

"Le prospettive economiche globali sono migliorate e l'inflazione è diminuita, ma la ripresa è fragile e incerta. Si prevede che l'inflazione rimarrà troppo alta per troppo tempo e alla BCE siamo determinati a riportarla al nostro obiettivo del 2%". Ad affermarlo è la presidente della BCE, Christine Lagarde. Dalla riunione di ottobre, le prospettive economiche globali, rileva, "sono migliorate sulla scia di un graduale allentamento delle strozzature dell'offerta globale, del calo dei prezzi dell'energia e della ripresa dell'economia cinese a seguito della revoca delle misure di contenimento legate alla pandemia. Anche l'inflazione globale è diminuita da quando ha raggiunto il picco nell'estate 2022, sostenuta dall'allentamento dei vincoli di offerta, nonché dall'inasprimento della politica monetaria tra le economie avanzate".

Tuttavia, osserva Lagarde, "le prospettive di ripresa per l'economia globale rimangono fragili in un contesto di continua incertezza, alimentata dalla guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina, e dalla possibilità che le pressioni nei mercati globali dell'energia e del cibo possano riapparire, portando a nuovi picchi dei prezzi e a un aumento dell'inflazione. La resilienza dei mercati del lavoro e la forte crescita dei salari, soprattutto nelle economie avanzate, suggeriscono che le pressioni inflazionistiche di fondo rimangono forti. Allo stesso tempo, altri fattori che possono accelerare la disinflazione includono: tensioni persistentemente elevate sui mercati finanziari, calo dei prezzi dell'energia e un indebolimento della domanda, dovuto in parte anche a una decelerazione più forte del credito bancario o a una trasmissione della politica monetaria più forte del previsto". Poiché si prevede che l'inflazione rimanga troppo elevata per troppo tempo, a marzo il Consiglio direttivo della BCE, ricorda la presidente, "ha deciso di aumentare i tassi di interesse di riferimento di 50 punti base, portando l'aumento totale dal luglio 2022 a 350 punti base. Questi aumenti sottolineano la nostra determinazione a garantire il tempestivo ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo del 2% a medio termine".

Dopo le tensioni arrivano le nomine di Eni, Enel, Leonardo e Poste

Alcune conferme ma anche molti volti nuovi arrivano alla guida delle aziende partecipate: mercoledì il Mef ha depositato le liste dei cda di EniEnelLeonardo e Poste. Le conferme annunciate sono quelle di Claudio Descalzi all'Eni e di Matteo Del Fante a Poste; a presiedere il Cda dei due gruppi arrivano, rispettivamente, Giuseppe Zafarana, comandante generale della GdF, e Silvia Rovere, presidente di Assoimmobiliare con una grande esperienza nel private equity, nella finanza immobiliare e nel risparmio gestito. Cambiano invece i vertici di Enel e Leonardo: al gruppo elettrico arrivano Flavio Cattaneo come Ad e Paolo Scaroni come presidente, alla società di piazza Monte Grappa invece sono stati nominati Roberto Cingolani come Ad e Stefano Pontecorvo come presidente. 

“Le nomine dei nuovi vertici di Eni, Enel, Leonardo e Poste sono frutto di un attento percorso di valutazione delle competenze e non delle appartenenze. È un ottimo risultato del lavoro di squadra del Governo”, ha sottolineato la Premier Giorgia Meloni. “Ringrazio chi ha servito l'Italia con passione in queste aziende, auguro ai prossimi amministratori buon lavoro. Il loro compito è quello di ottenere risultati economici solidi e duraturi nell'interesse della nazione che rappresentano in tutto il mondo”. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha ringraziato i presidenti uscenti, gli amministratori delegati e tutti i consiglieri di amministrazione per il lavoro svolto e i risultati ottenuti. Soddisfazione anche da parte della Lega: “bene le scelte. Il centrodestra ha dimostrato ancora una volta di saper trovare la sintesi”, hanno detto i capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. (Leggi lo speciale di Nomos sulla prima tornata di nomine delle partecipate)

Bankitalia: a febbraio debito amministrazioni pubbliche +21,6 miliardi su mese

Nel mese di febbraio il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 21,6 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.772,0 miliardi. L'aumento è dovuto al fabbisogno (12,9 miliardi) e all'incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (8,6 miliardi, a 43,3). Vi ha inoltre contribuito l'effetto complessivo di scarti e premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 21,6 miliardi mentre quello delle Amministrazioni locali e quello degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. 

febbraio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 34,9 miliardi, in diminuzione del 3,0% (1,1 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2022. Nel primo bimestre dell'anno le entrate tributarie sono state pari a 79,1 miliardi, in aumento del 4,5% (3,4 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 

Istat: nuovo calo della produzione industriale, -0,2% a febbraio

A febbraio l'Istat rileva, per il secondo mese consecutivo, una flessione congiunturale dell'indice destagionalizzato della produzione industriale. La riduzione è dello 0,2% rispetto a gennaio e "l'intonazione negativa" è diffusa a quasi tutti i principali comparti, con l'esclusione dell'energia (+0,2%). Corretto per gli effetti di calendario, l'indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 2,3% rispetto a febbraio 2022. Le flessioni tendenziali più ampie si registrano nell'industria del legno, della carta e della stampa (-15,9%), e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,9%).  

"Una marcata crescita tendenziale", secondo i dati Istat, contraddistingue invece la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+19,6%), seguono la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+3,8%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,3%). Guardando ai raggruppamenti principali di industrie, l'indice destagionalizzato mensile cresce rispetto a gennaio 2023 solo per l'energia, diminuiscono invece i beni strumentali (-0,9%) e i beni intermedi (-0,3%). L'Istat che commenta che nonostante l'intonazione negativa diffusa di febbraio, "resta, tuttavia, positivo l'andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi" della produzione dell'industria. 



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