La manovra italiana non convince Austria e Olanda chiedono la procedura

Non basta il tentativo di rassicurare l'Europa con la promessa d’interventi rapidi se si dovesse andare fuori rotta. La scelta dell'Italia di non arretrare sul progetto di bilancio già respinto da Bruxelles scatena i falchi, a partire da Olanda e Austria, che aprono le ostilità e premono per una risposta altrettanto rigida dell'Europa: una bocciatura senza appello per la manovra, che non porta crescita e anzi rischia di destabilizzare l'intera area euro, e l'apertura della procedura d’infrazione.

A chiederlo sono quelli che la procedura la invocano da anni, minimizza il vicepremier Luigi Di Maio, mentre l'altro vicepremier Matteo Salvini sfoggia l'usuale “non ci muoviamo di un millimetro”. Fatto sta che lo spettro della procedura diventa sempre più concreto e si ripercuote sui mercati, con Piazza Affari peggiore in Europa e lo spread che si riaccende, fino a sfiorare i 317 punti base. Le critiche di Amsterdam e Vienna (e con la Germania a insistere sul rigore fiscale) sono pesanti e sono solo l'antipasto di quello che aspetterà il ministro dell'Economia Giovanni Tria lunedì prossimo, quando è fissato un Eurogruppo straordinario.

In agenda la riforma dell'Esm, ma è altissimo il rischio che la riunione si trasformi in un processo all'Italia, a due giorni dal verdetto finale di Bruxelles. Non è “affare interno italiano, ma europeo”, scandisce il ministro delle finanze di Vienna Hartwig Loeger, accusando “il governo populista italiano” di “tenere in ostaggio il suo popolo” e invocando il rispetto alla lettera delle regole. “Poco sorprendente ma molto deludente” la scelta italiana, gli fa eco la collega olandese Wopke Hoekstra esprimendo la “preoccupazione” che serpeggia nell'eurozona.

La decisione, comunque, dovrà adottarla la Commissione Europea, chiamata il prossimo 21 novembre a dare la sua opinione definitiva. E il clima lo descrive bene Valdis Dombrovskis, che parla di piani controproducenti per l'economia, ricordando che già ora “i tassi d'interesse sul debito sovrano sono una volta e mezzo più alti di un anno fa”.

A poco, insomma, sono serviti i ritocchi proposti da Roma nel nuovo Documento programmatico di bilancio e l'impegno esplicito a rispettare i saldi e a considerare come invalicabile il deficit al 2,4%, pronti comunque a intervenire tempestivamente in caso di scostamenti come previsto peraltro dalla riforma delle regole sul bilancio dello Stato. Il piano di privatizzazioni da 18 miliardi in un solo anno è giudicato da tutte le opposizioni come irrealizzabile e in ogni caso non inciderebbe “sul deficit strutturale”.

Naufraga Liberi e Uguali: Sinistra Italiana e Mdp si dividono

È vita da separati in casa per Sinistra italiana e Mdp. LeU resta, ma solo come gruppo parlamentare alla Camera (al Senato non ha raggiunto i 10 senatori e gli eletti sono già nel gruppo Misto). Insomma, il partito unico non si farà. E anche se Pietro Grasso, il leader con cui Liberi e Uguali ha corso alle elezioni del 4 marzo, cita Mark Twain e sostiene che “la morte di LeU è un tantino esagerata”, da entrambe le parti arriva la conferma che la forza politica nata dai fuoriusciti del Pd e dall'ex Sel si sta ormai scomponendo. “Se le strade si divideranno, il gruppo parlamentare resta”, ha assicurato il capogruppo dei deputati Federico Fornaro.

I litigi sono un dato di fatto da almeno tre settimane. Da un lato Mdp con Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani chiede un congresso dove una testa vale un voto e dall'altro il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e lo stesso Piero Grasso. Immagine plastica della separazione in atto sono i raduni divisi del 24 novembre a Roma e del 16 dicembre: il primo è fortemente voluto dall'ex presidente del Senato e raduna tutti i cosiddetti autoconvocati, circa trenta comitati territoriali che vorrebbero avviare LeU verso la trasformazione in partito; il secondo è una grande assemblea aperta voluta dal coordinatore di Mdp Roberto Speranza per dare all'Italia una nuova forza politica rossoverde capace di costruire un'alternativa alle destre fondata su ambiente, welfare e lotta all'evasione.

Hanno già preso le distanze da LeU tanto Giuseppe Civati con il suo Possibile quanto Laura Boldrini. Volano le accuse reciproche di fronte al fallimento del progetto di unire le forze a sinistra del Pd: quelli di Mdp non ci stanno a farsi dipingere come desiderosi di rientrare nella casa madre. Ciascuno ha le proprie ragioni, ma intanto l'arca di LeU che avrebbe dovuto portare in salvo la sinistra è naufragata.

Il PD verso la fase congressuale: Minniti si fa attendere, Zingaretti c’è

Paolo Gentiloni non sarà della partita congressuale: l'ex presidente del Consiglio si dice pronto a dare il suo contributo, ma non da numero uno. Sembra così sfumare definitivamente la possibilità di arrivare a una soluzione unitaria del congresso del Partito Democratico, anche se tra le fila dem c’è chi continua a evocare un possibile ticket Zingaretti-Gentiloni. Più probabilmente si vedrà, come mai prima nella storia del Pd, un congresso vero, senza vincitori in partenza e con un risultato apertissimo. Nicola Zingaretti è ancora per qualche ora l'unico candidato sul campo, ma il passo avanti di Marco Minniti è atteso a brevissimo, per alcuni renziani forse già domani con la prima uscita in pubblico, quando sarà a Firenze a presentare il suo libro.

E in quell'occasione dovrebbe esserci anche Matteo Renzi, suo principale sponsor. A chi lo intercetta al Tempio di Adriano, dove ha ricambiato la cortesia partecipando alla presentazione del libro di Gentiloni, Minniti chiede però di pazientare ancora e c’è chi sostiene che la riserva possa essere sciolta addirittura dopo l'assemblea del 17 novembre. In realtà tra i fedelissimi dell'ex segretario circolano non pochi dubbi sulla scelta di sostenere la corsa di Minniti e si parla ancora di Teresa Bellanova quale possibile candidata di area.

Comunque sia sabato, all'assemblea nazionale, gli schieramenti dovrebbero essere delineati con l'unica eccezione di Maurizio Martina: il segretario uscente, che si dimetterà davanti all’assemblea, potrebbe attendere qualche ora prima di indossare la casacca di candidato. I lavori cominceranno sabato mattina all'Ergife con la relazione del presidente Matteo Orfini e quella dell'ospite Frans Timmermans, candidato presidente della Commissione Europea per il Pse. Seguirà l'intervento di Martina con il recepimento delle dimissioni del segretario da parte dell'assemblea. Poi gli interventi e la convocazione della Direzione. Quest'ultima si riunirà nella stessa giornata di sabato per l'istituzione della Commissione congresso, l'unico organo direttivo che sarà in carica durante i tre mesi di congresso se, come sembra ormai certo, le primarie dovessero tenersi il 3 marzo.

L’Aula del Senato

L’aula del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per le dichiarazioni di voto e il voto finale del decreto, già approvato la dalla Camera, relativo alle disposizioni urgenti per la città di Genova, alla sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, e agli eventi sismici del 2016 e 2017. Come di consueto giovedì alle 15 è previsto lo svolgimento delle interrogazioni e delle interrogazioni a risposta immediata.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, nell’arco della settimana la Giustizia, in sede riunita con la Esteri, esaminerà il ddl di ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla manipolazione di competizioni sportive. La Commissione Esteri ascolterà il Direttore delle relazioni internazionali di ENI Lapo Pistelli nell'ambito dell'Affare assegnato sul futuro delle relazioni tra l'Italia e la Federazione russa. La Finanze si confronterà e svolgerà alcune audizioni sul decreto fiscale. La Lavoro svolgerà alcune audizioni sul ddl relativo al Caregiver familiare. La Salute si confronterà sul ddl sulle disposizioni di corpo e tessuti post mortem e svolgerà alcune audizioni sul disegno di legge relativo alle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale. La Politiche dell’Unione Europea proseguirà l’esame della legge europea 2018, della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione Europea per l'anno 2018 e della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017.

L’Aula della Camera

Dopo che nella giornata di ieri sono state discusse le mozioni sulle criticità connesse al conferimento in discarica dei rifiuti speciali in provincia di Brescia e sulle iniziative volte a prevenire e contrastare la violenza contro le donne, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi a partire dalle 10.30 per l’esame della proposta di legge sull’accertamento delle violazioni in materia di sosta da parte dei dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone, e delle mozioni sul contrasto della violenza neofascista e neonazista.

Le Commissioni della Camera

La Commissione Affari costituzionali si confronterà sul decreto sicurezza e immigrazione, approvato dal Senato la settimana scorsa. In sede riunita con la Giustizia, esaminerà e svolgerà diverse audizioni sulla proposta di legge per il contrasto dei reati contro la Pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici. Dopo che nei giorni scorsi in Commissione Bilancio è iniziato l’esame del disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e di bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, oggi alle 16 scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti. La Finanze esaminerà la proposta di legge per la semplificazione fiscale. La Commissione Cultura esaminerà la proposta di legge per l’accesso aperto all'informazione scientifica.



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