Alle 15 il Parlamento si riunirà in seduta comune per l'elezione di tre giudici della Corte costituzionale.
Al Senato prenderà il via l'esame dei disegni di legge di riforma del servizio radiotelevisivo. Il governo e la maggioranza sono intenzionati ad arrivare al voto finale in prima lettura entro la prossima settimana. Il testo approda all'esame dell'Aula con diversi cambiamenti, frutto della trattativa con Forza Italia e M5S in commissione Lavori pubblici, come i requisiti di onorabilità per i consiglieri, la funzione di garanzia del presidente – con il consenso di due terzi della Vigilanza – e un ruolo rafforzato del cda nelle nomine dei direttori di testata, che possono essere bloccate con una maggioranza qualificata di 5 membri su 7 del consiglio. Resta però il nodo dei poteri dell'amministratore delegato, cuore della riforma del governo Renzi: “È incostituzionale sostituire la Rai parlamentare con la monocrazia, la dittatura di un partito che poi è quello del presidente del Consiglio, è ipocrita dire di volere allontanare i partiti per farne rimanere uno solo al comando”, avverte Gasparri. Se al Senato tutto filerà liscio, si potrebbe tentare un'approvazione lampo alla Camera nella prima settimana di agosto, con l'attivazione di una corsia preferenziale. Un'ipotesi legata in ogni caso all'agenda dei lavori di Montecitorio e al confronto all'interno del Pd: il tema Rai sarà al centro dell'assemblea del gruppo dem prevista oggi. La commissione Affari costituzionali porterà avanti il confronto sulla riforma della seconda parte e del Titolo V della Costituzione. La Commissione Bilancio proseguirà ad esaminare il ddl di conversione del decreto-legge sugli enti territoriali; oggi pomeriggio sono attesi gli emendamenti delle relatrici. In commissione Finanze saranno ascoltati i rappresentanti di Associazione Nazionale Commercialisti (Anc), Dirpubblica, Istituto Nazionale Revisori Legali (Inrl), Equitalia, Agenzia delle entrate e Agenzia delle dogane e dei monopoli nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco. Nel primo pomeriggio la ong “Save the children” sarà ascoltata dall'ufficio di presidenza della commissione Sanità.
Alla Camera proseguirà il dibattito sugli articoli del disegno di legge delega “Madia” sulla riforma della Pubblica amministrazione. Ieri, dopo una lungo confronto tra maggioranza e opposizioni, è stato dato il via libera all’accorpamento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri. La commissione Affari costituzionali esaminerà alcune proposte di legge su trasparenza di statuto e rendiconti dei partiti. La commissione Giustizia e la commissione Finanze riprenderanno l'analisi dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva Ue relativa ai bilanci d’esercizio, ai bilanci consolidati e alle relative relazioni di talune tipologie di società di capitali. Nel pomeriggio la commissione Finanze e la commissione Attività produttive porteranno avanti l'iter della legge annuale sulla concorrenza e il mercato a cui sono stati presentati oltre 1.300 emendamenti. I rappresentanti di Facebook saranno auditi dalla commissione Trasporti nell'ambito dell'esame della proposta di legge recante “Disposizioni in materia di fornitura dei servizi della rete internet per la tutela della concorrenza e della libertà di accesso degli utenti”. La commissione Affari sociali avvierà l'esame del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle malattie rare.
Dopo una giornata di spaccature, trattative e scontri di piazza, il Parlamento di Atene ha dato il via libera al primo pacchetto di “riforme” proposto dal governo di Alexis Tsipras e concordato con la Troika. Il primo ministro greco ha però davanti agli occhi la gravissima spaccatura del suo partito. Quaranta deputati su 149 non hanno votato il piano, tra cui l'ex ministro Varoufakis, l'agguerrita presidente del Parlamento Zoe Konstantopolou e il leader dell'ala radicale Lafazanis, mentre la vice ministro delle Finanze Nantia Valavani si è dimessa. “A Bruxelles avevo di fronte tre alternative: l'accordo, il fallimento con tutte le sue conseguenze e il piano Schaeuble di una Grexit temporanea”, fra le tre, “ho fatto una scelta di responsabilità” e di “dignità”, ha rimarcato Tsipras. I numeri per far approvare il piano li ha avuti. Ma con il voto determinante delle opposizioni di Nea Dimokratia, Pasok e To Potami, che hanno votato sì come il partito di destra Anel del ministro della Difesa Kammenos. La sconfitta “politica” per Tsipras è tutta dentro il suo partito. Ora la parola passerà ai creditori.