Oggi l'assemblea del Senato non si riunirà. Entreranno infatti nel vivo i lavori della commissione Bilancio, che affronterà i punti più delicati della legge di stabilità. Ieri si sono concluse le operazioni di voto sull'articolo 1, con l'eccezione degli emendamenti accantonati o riformulati. I senatori non hanno quindi ancora deciso come comportarsi con le norme relative all'Irap, la revisione del regime dei minimi Iva, la tassazione dei fondi pensione e la modulazione dei tagli destinati a Regioni ed Enti locali, tutti temi che dovrebbero essere affrontati con appositi emendamenti del relatore, Giorgio Santini. Stamattina la commissione Affari costituzionali vaglierà i presupposti costituzionali del decreto-legge sull'Imu agricola, provvedimento che prevede anche la disattivazione della clausola di salvaguardia prevista nel d.l. 66 del 2014 che prevedeva l’aumento di accise nel caso il gettito IVA derivante dal pagamento dei debiti arretrati delle Pubbliche amministrazioni risultasse inferiore alle previsioni. Successivamente riprenderà il confronto sulla modifica della legge elettorale. Ieri, il leghista Roberto Calderoli ha confermato di non voler ritirare i suoi oltre 16.000 emendamenti, proposte di modifica che superano le 17.000 se si sommano quelle depositate dagli altri gruppi. Il premier Matteo Renzi si è tuttavia dichiarato sicuro di riuscire ad approvare la riforma in Senato a gennaio, secondo l'obiettivo indicato. Fonti di Forza Italia hanno fatto sapere che con il Pd si sarebbe trovato un accordo per il Consultellum-ponte in attesa del varo dell'Italicum nel 2016, accordo che oggi potrebbe essere messo nero su bianco in un emendamento. La preoccupazione rimane altissima specie tra i senatori del Pd su cui incombe il compito concreto di mandare avanti l'Italicum. Il capogruppo Luigi Zanda e la presidente della Commissione e relatrice sulla riforma Anna Finocchiaro hanno stigmatizzato “l'ostruzionismo” di Calderoli, ma lui non si è mostrato intimorito di finire sul banco degli imputati. La commissione Finanze inizierà un'indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano nella prospettiva della vigilanza europea. In commissione Territorio proseguiranno le audizioni informali sul collegato ambientale.
La Camera sarà impegnata per tutta la giornata con il dibattito sulla modifica della seconda parte e del Titolo V della Costituzione. Lavori caratterizzati dalla continua tensione tra i contraenti del Patto del Nazareno e le altre forze politiche, ostruzionismo e distinguo che, anche in questo caso, non minano l'ottimismo del presidente del Consiglio. Determinato ad incassare il voto in seconda lettura di Montecitorio entro il mese di gennaio. Nuovi problemi potrebbero nascere in connessione al dibattito sulla legge elettorale: una forte modifica dell'Italicum potrebbe infatti rendere inattuale la collaborazione di Forza Italia e Nuovo centrodestra in merito alla revisione costituzionale. I rappresentanti di CartaSì e Setefi saranno ascoltati dalle commissioni Finanze e Attività produttive nell’ambito della discussione delle risoluzioni in materia di revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico. Nel primo pomeriggio sempre la commissione Attività produttive, questa volta insieme alla commissione Ambiente, svolgerà l'audizione informale di Piero Gnudi, Commissario straordinario dell’Ilva, in merito al piano strategico di risanamento ambientale e di efficientamento energetico del polo siderurgico di Taranto. In mattinata, di fronte alla commissione Attività produttive, il governo risponderà ad un'interrogazione sulla riconversione della centrale elettrica di Porto Tolle. In commissione Affari sociali proseguirà l'audizione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in merito all'indagine conoscitiva sul ruolo, l’assetto organizzativo e le prospettive di riforma dell’Istituto superiore di sanità (ISS), dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Age.NA.S.).
Ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha blindato le riforme istituzionali ed esortato le forze della maggioranza ad andare avanti lungo il solco tracciato negli ultimi mesi. Nel consueto saluto di fine anno alle alte cariche dello Stato il presidente della Repubblica, pur confermando le sue dimissioni subito dopo la fine del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea, ha tracciato quasi un programma di Governo ripetendo quali sono le sue aspettative e quali le sue delusioni nei confronti della politica. Nel suo discorso ha difeso Matteo Renzi criticando chi si è lanciato in “spregiudicate tecniche emendative”. Un'accusa che ha causato la presa di posizione delle minoranze, Fi in testa. Insomma, Napolitano ha tentato di dettare l'agenda al suo successore.