La settimana che si è chiusa verrà ricordata più per la scissione nel Partito Democratico che per i lavori parlamentari che hanno portato all’approvazione definitiva del decreto Milleproroghe alla Camera e del decreto Mezzogiorno al Senato. L’attenzione, com'era inevitabile, è stata tutta rivolta alle dinamiche interne al PD e alla fuoriuscita di una parte importante del partito, quella di Bersani e Speranza. Una scelta che inevitabilmente avrà degli effetti sulla maggioranza che sostiene il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e che comunque peserà quando il Paese tornerà a votare, sia che si vada a elezioni anticipate che alla scadenza naturale della legislatura. Certo la scissione alla fine non ha coinvolto il Presidente della Puglia Michele Emiliano che ha deciso di rimanere nel partito e di confermare la sua candidatura al congresso per la guida del PD; è una decisione che ha deciso di prendere anche il ministro della giustizia Andrea Orlando che proprio ieri ha annunciato la sua discesa in campo. Insomma fra mille difficoltà sembra che il Pd stia incominciando a ricostruire anche se bisognerà attendere ancora qualche settimana per capire realmente quale sarà la direzione vera del partito.

Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato e le Commissioni non si riuniranno. Nell'arco di questa settimana, l’Aula di palazzo Madama ha discusso e approvato definitivamente con 122 favorevoli, 44 contrari e 50 astenuti il decreto sugli interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno. Nel decreto, sono previste diverse misure relative alle problematiche dell’ Ilva di Taranto: si va dalla restituzione dei 300 mln erogati nel 2015 a favore di Ilva Spa, all’estensione dell’ amministrazione straordinaria fino a che non entrerà in vigore il “Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria”. E vi sono misure per il sostegno all’occupazione, al tessuto aziendale dell’intera area e per il rafforzamento del piano di bonifica. La conversione in legge del decreto prevede anche norme per l'adeguamento dellereti fognarie e di depurazione; la nomina di un Commissario unico che dovrà operare anche per chiudere le procedure di contenzioso avviate negli ultimi anni da Bruxelles; il risanamento ambientale e la rigenerazione urbana di alcune aree; la riqualificazione professionale nei porti, in particolare nella movimentazione dei container; l’incremento di 50 milioni di euro del Fondo per le non autosufficienze e, infine, gli interventi per il G7 2017. Tra le misure fiscali adottate anche la modifica al credito d'imposta per le imprese del Sud: sarà pari al 45% per le piccole, al 35% per le medie e al 25% per le grandi.

Passando all’altro ramo del Parlamento, oggi l’Assemblea della Camera si riunirà alle 9.30 per lo svolgimento delle interpellanze urgenti. Questa settimana, l’Aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva e con voto di fiducia la legge di conversione del decreto Milleproroghe. Fra le novità del provvedimento, approvato con 249 favorevoli, 147 contrari e 3 astenuti, spiccano lo stop all'obbligo del proprietario di indicare nel 730 la registrazione del contratto d'affitto, la proroga della detraibilità al 50% (ai fini Irpef) per l'Iva dovuta sugli acquisti d'immobili ad alta efficienza energetica e la proroga dell’ indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi. Nel decreto viene anche previsto lo slittamento dell’avvio sperimentale della lotteria nazionale degli scontrini, la proroga per la presentazione dei bilanci dei partiti, lo slittamento di tre mesi per l'attuazione del Piano ambientale per l' Ilva e il termine di esonero della responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente e dei soggetti delegati; si prevede anche l’estensione agli eredi delle prestazioni del Fondo vittime amianto, la proroga di 15 giorni per la trasmissione delle dichiarazioni Ires eIrap, lo slittamento di un anno per l’ adeguamento antincendio di asili e alberghi, e quella dell'entrata in vigore delle norme in materia di destinazione di quota parte delle risorse assicurate dal mercato dei diritti audiovisivi sportivi alla mutualità generale. Il decreto interviene anche sulle zone colpite dal sisma del Centro Italia prevedendo l'erogazione e il riparto dei contributi finanziari per gli anni dal 2017 al 2020 nei confronti dei Comuni colpiti, la sospensione delle fatture relative alle utenze delle case inagibili e la proroga dell'esenzione dal pagamento dell 'imposta di bollo.

Successivamente l’Aula di Montecitorio ha discusso e approvato le iniziative per agevolare il trasferimento di detenuti stranieri nei Paesi d'origine; il Governo viene di fatto impegnato a proseguire nella promozione di accordi bilaterali volti a favorire il trasferimento dei detenuti provenienti soprattutto dai Paesi che fanno registrare il maggior flusso d'immigrazione verso l'Italia, a incentivare l'utilizzo delle procedure previste dalla Convenzione di Strasburgo, ad adoperarsi, presso le sedi internazionali, affinché i Paesi ancora non firmatari aderiscano alla Convenzione di Strasburgo, a semplificare le procedure di trasferimento dei detenuti stranieri e a informare annualmente il Parlamento.

Com'era prevedibile, viste le vicende che hanno segnato il Partito Democratico, anche questa settimana il dibattito sulla legge elettorale è rimasto completamente fermo. Al momento non ancora dato sapere quando realmente le diverse forze politiche inizieranno una vera discussione visto che non passa ormai giorno nel quale qualcuno non presenti una nuova riforma della legge elettorale di Camera e Senato. Ieri è stato il turno di Forza Italia che ha presentato una proposta che si basa su di un sistema proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione che superi il 40% dei voti validi, il leader della coalizione che viene individuato dal miglior risultato di lista, i capilista bloccati nei macrocollegi che a loro contengono dei subcollegi uninominali e di piccole dimensioni, per garantire un rapporto vero fra eletto ed elettore. Nei prossimi giorni invece toccherà ai rappresentanti di Area Popolare presentare la loro proposta; secondo alcune indiscrezioni i pilastri dovrebbero essere un turno unico su base proporzionale con premio di maggioranza al 40% esteso alle coalizioni, soglie di sbarramento uguali in entrambi i rami del Parlamento fissate al 3% sia che esse siano coalizzate sia che si presentino autonomamente, capilista bloccati e possibilità di esprimere 3 preferenze. Sebbene in molte proposte ci siano degli elementi comuni (come ad esempio l’estensione del premio di maggioranza alle coalizioni) bisogna prendere atto che al momento sono stati presentati 18 modelli elettorali, più quelli che arriveranno, e che la discussione si preannuncia estremamente complicata salvo che il Partito Democratico non decida, essendo il partito più grande del Parlamento, di guidare questo processo di riforma.

Il processo che senza ombra di dubbio sarà influenzato dalla nascita di un nuovo gruppo parlamentare: i fuori usciti dal Partito Democratico guidati da Pierluigi Bersani e Roberto Speranza, che nel complesso dovrebbero essere una ventina alla Camera e una quindicina al Senato, in queste ora sono al lavoro per aggregare più parlamentari possibile così da creare almeno alla Camera un gruppo composto da almeno una cinquantina di deputati. Gli occhi sono rivolti verso il gruppo di Sinistra Italiana e Sel ma non solo, perché al momento la proposta è stata anche rivolta ad alcuni ex Scelta Civica. L'obiettivo dei fuorusciti dal Pd è comunque sostenere il governo di Paolo Gentiloni e i provvedimenti dell'esecutivo che arriveranno in Parlamento, ma se così dovesse essere è legittimo pensare che non mancheranno le fibrillazioni sia sul lato sinistro che su quello destro: basti pensare che la prossima settimana il Senato dovrà votare la legge sulla cittadinanza ma soprattutto la riforma del processo penale, provvedimento sul quale il Governo sembrerebbe intenzionato a porre la fiducia. Quello che è certo è che oggi non sarà il giorno della nascita del nuovo gruppo e che molto probabilmente sarà tutti rimandato alla prossima settimana.

Mentre la Commissione per il congresso lavora agli ultimi ritocchi del regolamento e discute sulla data delle primarie, si delinea la corsa alla segreteria Pd con due nuovi candidati in campo: dopo Matteo Renzi e Michele Emiliano oggi è sceso ufficialmente in campo il ministro della Giustizia Andrea Orlando e a sorpresa è entrata in "gara" una donna, Carlotta Salerno, segretario cittadino a Torino dei Moderati, partito fondato da Giacomo Portas e alleato del Pd. Dopo giorni d'indiscrezioni finalmente ieri Andrea Orlando ha sciolto ogni riserva ed ha ufficializzato la sua candidatura al Congresso per la guida del Partito Democratico: ne ha fatto l'annuncio in un Circolo della periferia romana al grido di "mi candido conto la politica della prepotenza”. Era una scelta attesa da una fetta del Pd e senza ombra di dubbio contribuirà a rendere la lotta per il congresso molto meno scontata delle previsioni. Data la forza del leader dei Giovani turchi sembra estremamente difficile una vittoria di Matteo Renzi a mani basse o con un plebiscito. Al contempo però la sfida, almeno fra i due principali leader, non sarà distruttiva e soprattutto non metterà in discussione l’operato del Governo di questi ultimi 3 anni e sicuramentenon avrà effetti, almeno eclatanti, sullo svolgimento dei lavori parlamentari. Oggi si riunirà la Direzione Nazionale per dare il via libera al regolamento e alle tempistiche del congresso e quindi delle primarie. Di sicuro però dovranno tenere in fortissima considerazione che l' aumento dei candidati in campo potrebbe rendere di fatto nullo il risultato delle primarie aperte. Se sarà mantenuto infatti su questo punto del regolamento 2013, per essere eletto direttamente segretario un candidato dovrà ottenere il 50% dei voti più uno. Altrimenti sarà l'Assemblea Nazionale a scegliere tra i primi due candidati.

 



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