Dopo che nella giornata di ieri è stata svolta l’informativa del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sulla situazione di emergenza nel centro Italia e approvata la risoluzione sulla Relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito e illecito approvata dalla Commissione antimafia, l’ Assemblea del Senato tornerà a riunirsi a partire dalle 9.30 per discutere il ddl per il contrasto al cyberbullismo e la legge di delega al Governo, già approvata dalla Camera, per il riordino della protezione civile, anche se sembra difficile che la Commissione Affari costituzionali riesca a terminarne l’esame nella giornata di oggi. Successivamente esaminerà il ddl sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati, la proposta di legge sulle disposizioni in materia di cittadinanza, la relazione della Giunta delle elezioni sull’elezione contestata nella regione Liguria e le mozioni relative ai tumori femminili, ai docenti di seconda fascia e all' abilitazione degli insegnanti precari. Come di consueto alle 16 è previsto lo svolgimento delle interpellanze e interrogazioni.
Dopo i rinvii della settimana scorsa ieri al Mise si è tenuta la delicata riunione tra maggioranza e Governo per la ripresa dell’esame della legge sulla concorrenza ferma alle soglie dell’Aula di palazzo Madama ormai dalla scorsa estate. All’incontro hanno partecipato il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, quello dei Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato, i presidenti delle Commissioni Attività produttive e Industria e i relatori del provvedimento, Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marino (Ap). Secondo quanto sarebbe stato deciso l’intenzione sarebbe di portare il provvedimento in aula del Senato già nella seconda o terza settimana di febbraio così da poterlo approvare e inviare alla Camera, che lo ha già calendarizzato a marzo, per la sua approvazione definitiva. Secondo quanto riferiscono partecipanti all'incontro, il Ministro Calenda non avrebbe escluso che il Governo possa apportare nuove modifiche al testo con l’obiettivo di trovare una soluzione alle fortissime tensioni politiche interne alla maggioranza che sono emerse durante il lungo dibattito in Commissione.
Per quanto riguarda i lavori della Commissioni, la Affari costituzionali in sede riunita con la Territorio esaminerà a legge di delega al Governo, già approvata dalla Camera, per il riordino della Protezione civile. Successivamente inizierà l’esame degli oltre 1200 emendamenti che sono stati presentanti al decreto mille proroghe; l’esame avrebbe dovuto iniziare nella giornata di martedì ma l’esigenza di approvare i ddl su cyberbullismo e protezione civile ne ha di fatto decretato il rinvio. Il ritardo è stato accompagnato dall’altissimo numero di emendamenti presentanti che molto probabilmente impedirà l’approdo del decreto in aula la prossima settimana come previsto e dunque il provvedimento slitterà al 6 febbraio, dopo l'esame del dl salva banche. La Commissione Finanze, dopo che ieri sono stati dati i pareri d'inammissibilità, inizierà il confronto sugli emendamenti al decreto salava banche per la tutela del risparmio nel settore creditizio con l’obiettivo di concluderne l’esame entro la prossima settimana così che il provvedimento possa essere discusso in aula alla ripresa dei lavori.
La Commissione Istruzione in sede riunita con la Cultura della Camera domani ascolterà le dichiarazioni programmatiche della Ministra dell’istruzione Valeria Fedeli. La Commissione Territorio esaminerà diversi Atti dell’Unione Europea che riguardano i conti economici ambientali europei, la governance internazionale degli oceani, l’accordo di Parigi sui gas effetto serra, le statistiche sui rifiuti, il futuro sostenibile dell'Europa e le misure specifiche di assistenza agli Stati membri colpiti da catastrofi naturali. Riprenderà poi l’esame del ddl sui piccoli Comuni e ascolterà un rappresentante di ARPA Lombardia sul ddl relativo all’utilizzo dei fanghi da depurazione in agricoltura.
Per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento, oggi l’ Assemblea della Camera non si riunirà. Nella giornata di ieri l’Aula di Montecitorio ha approvato la pdl sulla valorizzazione del Festival Verdi di Parma e Busseto e del Roma Europa Festival, le mozioni sui quesiti referendari in materia di Jobs Act e la risoluzione sulle Relazioni sull'attività svolta della Commissione d'inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro.
Passando ai lavori delle Commissioni, la Affari costituzionali si confronterà sulla pdl sull'elezione degli organi delle amministrazioni comunali. La Commissione Giustizia esaminerà la pdl di delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi d'impresa e dell'insolvenza. La Commissione Bilancio proseguirà il confronto sugli oltre 250 emendamenti presentanti ieri al decreto relativo agli interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno. La Commissione Cultura svolgerà diverse audizioni sui profili attuativi della legge di riforma della scuola varata dal Governo Renzi.
La Commissione Attività Produttive esaminerà la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla cooperazione tra le Autorità nazionali responsabili dell'esecuzione della normativa che tutela i consumatori e lo schema sul piano strategico di sviluppo del turismo in Italia per il periodo 2017-2022. La Commissione Lavoro proseguirà l’esame della pdl per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e sulle misure per favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato, e svolgerà diverse audizioni, fra cui quelle dei rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL, sulla pdl relativa alla disciplina del lavoro accessorio. La Commissione Affari sociali proseguirà il confronto sul testo unificato relativo alle norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari.
Dopo mesi di lunghe attese e tensioni politiche ieri pomeriggio la Corte Costituzionale ha sentenziato sulla legittimità costituzionale dell’Italicum, la legge elettorale fortemente voluta dall’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi. La Consulta ha dichiarato illegittimo il ballottaggio, mentre ha dato via libera al premio di maggioranza previsto per il partito che supera il 40% dei voti. Bocciata anche la disposizione che avrebbe consentito al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio: si procederà per sorteggio. La sentenza di fatto rende la legge elettorale immediatamente utilizzabile e lascia alla politica e al Parlamento la decisione di modificarla o meno.
Così come emendata dalla Corte la legge elettorale perde il più forte dei correttivi maggioritari e determina unimpianto proporzionale con un eventuale premio di maggioranza (340 seggi) al partito che raggiunge almeno il 40% dei voti, una soglia che per l’attuale conformazione del sistema politico, non più bipolare ma tripartitico, sembra estremamente difficile da raggiungere. Restano i 100 collegi con i capilista bloccati, la possibilità di dare la preferenza sui rimanenti candidati della lista e quella di pluricandidature (fino a un massimo di 10). Dunque, se si dovesse andare a votare con il sistema elettorale risultante dalla sentenza della Consulta, si avrebbe un modello proporzionale corretto, con piccoli collegi e preferenze alla Camera, mentre per il Senato varrebbe un sistema strettamente proporzionale senza premio di maggioranza con collegi su base regionale a lista bloccata. Due leggi elettorali profondamente diverse che difficilmente consentirebbero di avere un unico vincitore certo la sera delle elezioni.
Asimmetrie che con ogni probabilità dovranno essere corrette per evitare il rischio, così come avvento per con il porcellum, di ottenere risultati profondamente differenti tra una camera e l’altra e così come richiesto dallo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio di fine anno. Ora la palla passa ai partiti e al Parlamento. La situazione non appare delle più semplici. Immediatamente dopo la sentenza è arrivata la richiesta a gran voce da parte della Lega Nord di Matteo Salvini, ma soprattutto del Movimento 5 Stelle di andare immediatamente al voto. Beppe Grillo sul suo blogo ha scritto: “Fumata bianca della Consulta. Habemus Legalicum! Ora c’è una legge elettorale costituzionale e pronta all’uso per il voto subito. La nostra proposta, fin dal giorno della vittoria del No al referendum, è sempre la stessa: applichiamo il Legalicum al Senato con i dovuti correttivi e andiamo a votare subito.”
Sebbene con toni diversi anche per il Partito Democratico vorrebbe andare a votare il prima possibile, magari provando la strada del ritorno al matterellum, più cauta Forza Italia che tramite le parole del capogruppo alla Camera Renato Brunetta prende tempo. I prossimi giorni saranno determinati per capire quale sarà la direzione che prenderà il dibattito politico anche se sembra difficile al momento che la riforma della legge elettorale possa trovare l’ampia condivisione delle principali forze politiche.