Eletti Presidenti di Camera e Senato ora è il turno dei Vice

Dopo che la Camera ha eletto, al quarto scrutinio con 422 voti, Roberto Fico del Movimento 5 Stelle, l’Assemblea di Montecitorio tornerà a riunirsi giovedì 11 per l'elezione dei quattro Vicepresidenti, dei tre Questori e degli otto Segretari. Anche il Senato ha eletto il suo Presidente. Alla terza votazione, con 240 voti, ha prevalso Maria Elisabetta Casellati di Forza Italia. L’Assemblea di Palazzo Madama tornerà riunirsi mercoledì alle 16.00 per procede all’elezione dei vicepresidenti e delle altre figure, segretari e questori, che nel loro insieme costituiranno i vertici amministrativi del Senato.

Secondo gli accordi un vicepresidente spetterà alla Lega che con ogni probabilità proporrà Giancarlo Giorgetti, uno a Forza Italia, uno al Partito Democratico e uno a Fratelli d'Italia. Al Senato invece una vicepresidenza spetterà alla Lega, al momento sembra data per certa la riconferma di Roberto Calderoli, una al Movimento 5 Stelle e in pole sembra esservi Vito Crimi e una al Partito Democratico. Al momento non è chiaro chi sarà dei dem a ricoprire questo ruolo, molto probabilmente potrebbe toccare a Valeria Fedeli anche se le quotazioni di Luigi Zanda sono in crescita. L’ultima vicepresidenza potrebbe andare alla senatrice Loredana De Petris di Liberi e Uguali. Nessuno a Forza Italia che ha già il presidente.

Nascono i gruppi parlamentari

Entro domani dovranno essere formati i gruppi parlamentari. Entro oggi, ciascun deputato e senatore dovrà comunicare a quale gruppo intenda aderire (coloro che non aderiscono ad alcun gruppo confluiscono nel Gruppo Misto). Per costituire un gruppo parlamentare sono necessari venti deputati o dieci senatori, ma è possibile che siano concesse delle deroghe (ad esempio per i rappresentanti delle minoranze linguistiche).

I gruppi parlamentari costituiscono in linea di massima la proiezione dei partiti che si sono presentati alle elezioni, ma non sempre questo rapporto è stato così univoco e stringente. Nel corso della passata legislatura si erano costituiti molti gruppi nuovi, risultato di scissioni, fusioni e ripetuti cambi di “casacca”. Un fenomeno che aveva raggiunto un livello così esasperato che al Senato, con il nuovo regolamento varato proprio alla fine della XVII legislatura in virtù di un accordo tra Pd, Forza Italia, M5S e Lega, sono stati introdotti dei paletti molto più rigorosi. Sempre entro domani, ciascun gruppo dovrà eleggere, al proprio interno, i rispettivo Presidente.

Per le presidenze dei gruppi ancora non ci sono tutti i nomi. Al momento sembra certo che il Movimento 5 Stelle schiererà alla Camera Giulia Grillo mentre al Senato Danilo Toninelli. Meno chiare le posizioni degli altri partiti. Forza Italia, aveva dapprima riconfermato gli incarichi a Renato Brunetta e Paolo Romani, ma dopo le fortissime frizioni interne e con la Lega derivate dall’elezione del Presidente della Senato, il primo ha fatto un passo indietro mentre la posizione di Romani appare fortemente compromessa.

In casa del Partito Democratico non va certo meglio. Dopo la decisione di rimanere all’opposizione e di non partecipare attivamente all’elezione dei Presidenti di Camera e Senato i malumori interni sono fortissimi. Al momento i nomi che girano sono quello di Lorenzo Guerini a Montecitorio e quello di Francesco Verducci per palazzo Madama. Ma la loro elezione non appare affatto scontata vista la loro vicinanza all’ex segretario Matteo Renzi.

Paolo Gentiloni si è dimesso da presidente del Consiglio

Intanto sabato, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è andato al Quirinale e ha dato le sue dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che le ha accettate, pregandolo di restare in carica per il disbrigo degli affari correnti. Gentiloni è poi andato al Senato per comunicare alla neopresidente Casellati l'esito del suo incontro con Mattarella. E successivamente alla Camera da Fico.

Gentiloni ha affidato il suo saluto da premier a Twitter: “Eletti i presidenti delle Camere (auguri!). Il governo ha dato le dimissioni e si occupa solo di affari correnti. Voglio ringraziare ministre e ministri, tutto il governo. Sono orgoglioso di questa squadra, e onorato di aver servito l'Italia insieme”.

Verso le consultazioni al Quirinale

Una volta eletti i Presidenti delle due Camere e costituiti i gruppi parlamentari, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrà avviare le consultazioni. Al momento sembra che il Capo dello Stato abbia deciso di non avviarle prima Pasqua, ma solo a partire da martedì 3 aprile.

Le consultazioni non sono normate dalla Costituzione, ma sono una prassi. Dopo con i presidenti delle Camere Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, sarà ricevuto il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

Poi saliranno al Quirinale i rappresentanti dei gruppi parlamentari, che potranno decidere di avere in delegazione anche il leader del partito. Non c’è una regola su quale debba essere il primo ascoltato. In molte occasioni è stato ascoltato il gruppo più grande, mentre in altre si è incominciato da quello più piccolo.

Le consultazioni durano un minimo di due giorni, solitamente. Se alla fine del primo giro di consultazioni non si arriva all'individuazione di una maggioranza, si può procedere ad altri giri di consultazioni o, come in passato, all'indicazione di un esploratore, che potrebbe essere anche uno dei presidenti del Parlamento appena eletti, poiché espressione di una maggioranza numerica, che compirà i suoi sondaggi tra i partiti per verificare se è possibile indicare una maggioranza che sostenga un governo. Se e quando si troverà una maggioranza, essa esprimerà anche un candidato premier.



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