Alle 12 il Consiglio dei Ministri si riunirà a Palazzo Chigi. All'ordine del giorno un menù molto vasto: il punto più importante con cui si confronterà l'esecutivo è però rappresentato dalla Legge europea per il 2015.

Alla Camera la commissione Bilancio si appresta a iniziare il tour de force sulla legge di Stabilità. Esaminato ieri il disegno di legge di bilancio, la Commissione, che oggi e domani non terrà sedute, a partire da domenica pomeriggio inizierà a entrare nel vivo della manovra economica con l’esame dei 600 emendamenti segnalati dai gruppi, in attesa che i relatori e il governo presentino le loro proposte di modifica. I deputati e l’esecutivo si dovranno però misurare con uno scenario macroeconomico mutato. Ieri la Banca centrale europea ha infatti annunciato nuovi interventi per sostenere la timida ripresa che percorre il Vecchio Continente. La Bce ha rilanciato la sua lotta alla deflazione strisciante dell'Eurozona, con un pacchetto di cinque misure fra cui il taglio del tasso sui depositi e un'estensione degli acquisti di debito. Ma non è il Quantitative easing 2 su cui puntavano molti dopo che Mario Draghi aveva fatto salire le aspettative: le borse europee cadono infatti pesantemente e bruciano 250 miliardi e l'euro balza del 3% come non accadeva dal 2009, arrivando a superare 1,09 dollari fra prese di profitto e delusione. Lo spread Btp-Bund che chiude sopra i 97 punti. Due gli architravi della nuova offensiva della Bce di fronte a un'inflazione anemica (0,1% a novembre) che ha spinto i tecnici di Francoforte a tagliare a 1,6% la previsione d'inflazione al 2017, ben lontana dall'obiettivo del quasi 2% che si sperava fosse centrato alla fine d'anno. Da una parte, il rodato quantitative easing, gli acquisti di debito per creare moneta, anziché esaurirsi a settembre 2016 continuerà fino a marzo 2017 con la previsione di arrivare a nuove proroghe. Draghi ha precisato che la misura si interromperà solo quando l'inflazione sarà riportata in un range considerato accettabile. Ai 1.140 miliardi iniziali, il “nuovo” Qe ne aggiunge almeno altri 360. Dall'altra il tasso sulla liquidità che le banche parcheggiano alla Bce scende da -0,2% a -0,3%. Un ulteriore disincentivo per spingere invece le banche a fare credito verso famiglie e imprese, una spinta al ribasso dell'euro, e un meccanismo che consente di comprare più bond dei Paesi, come la Germania, i cui rendimenti dei titoli a breve ormai sono sotto il tasso sui depositi, che è la soglia sotto la quale la Bce non può comprare. Va letta in questo senso anche la decisione di puntare sui titoli del debito emessi dagli enti locali. Infine, per evitare che l'espansione del bilancio della Bce faccia marcia indietro quando i titoli comprati inizieranno a scadere, fra poco più di un anno, la Bce reinvestirà il capitale a scadenza “oltre marzo 2017”, spiega il presidente dell'Eurotower. “Siamo pronti e in grado di agire di fronte ai rischi per l'inflazione”, ha ribattuto Draghi a chi gli ha chiesto se non sia poco. “Senza le nostre misure avremmo mezzo punto d'inflazione in meno l'anno prossimo”, quando la Bce prevede invece un +1%. Ma oltre all'euro, che fa pesantemente marcia indietro dopo il forte calo delle ultime settimane, anche le borse rispondono con forti vendite: Francoforte e Parigi chiudono a -3,58%, Milano cede il 2,47% e Londra il 2,27%.

Lo scenario italiano dovrà fare i conti con alcuni dati in chiaroscuro provenienti da uno studio condotto dalla Banca d'Italia. Il reddito equivalente, che misura il benessere economico tenendo conto della dimensione e della struttura demografica della famiglia, e quindi a differenza del reddito pro capite conta anche le economie di scala nell'uso di risorse (per esempio le abitazioni), è calato ancora negli ultimi due anni (-1,3% tra 2012 e il 2014) anche se molto meno che nel periodo 2006-2012 (-13%). In questo contesto, la flessione riguarda tra il 2006 e il 2012 gli individui tra i 19 e i 54 anni di età mentre negli ultimi due anni la caduta si attenua per tutte le fasce di età tranne tra le persone di 55-64 anni, dove si concentra il fenomeno degli esodati o di coloro che trovano più difficoltà a ricollocarsi in caso di uscita dal lavoro. Per quanto riguarda inoltre il bonus di 80 euro deciso dal governo, il rapporto conferma come le famiglie che dichiarano di averlo percepito affermino anche di averlo consumato in media per il 90% del suo valore. Bankitalia rileva inoltre che alle fine del 2014 la ricchezza netta delle famiglie italiane è in media di 218 mila euro costituita per lo più dall'abitazione principale mentre un terzo di questo patrimonio è ricevuto in eredità. Tra le altre note positive che emergono dallo studio diffuso da Palazzo Koch c'è quella relativa alla vulnerabilità finanziaria, ovvero l'indice che misura la congiunta presenza di una rata per il rimborso dei prestiti superiore al 30% del reddito e di un reddito monetario inferiore a quello mediano.



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social