Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato e le Commissioni non terranno sedute. Volendo fare il punto su quanto successo nella settimana, bisogna ricordare che mercoledì pomeriggio l’assemblea di Palazzo Madama, dopo ben 5 letture parlamentari, ha approvato definitivamente, con voto di fiducia, il ddl che introduce il reato di omicidio stradale. I voti a favore sono stati 149 mentre sono stati solamente 3 i contrari e 15 gli astenuti. Il provvedimento prevede pene fino a 12 anni, con particolari aggravanti per chi si dà alla fuga o guida senza patente o è privo di assicurazione; inoltre, per lesioni gravi o gravissime, la pena può arrivare fino a 7 anni, anche in questo caso con aggravanti omologhe a quelle per l'omicidio. Come pena accessoria resta la revoca della patente che, nei casi più gravi, potrà arrivare fino 30 anni. Per i nuovi reati, previsto il raddoppio dei termini di prescrizione e l'arresto in caso di flagranza per i casi più gravi; negli altri esso è facoltativo, restando escluso, limitatamente alle lesioni, se il conducente presta subito soccorso.

Per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento, questa settimana la Camera dei Deputati ha approvato il provvedimento per l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e per il sostegno all’editoria con 292 voti favorevoli, 113 contrari e 29 astenuti. La legge mira a creare un meccanismo più trasparente di finanziamento al settore e a porre una più stratta correlazione fra i risultati conseguiti e il contributo pubblico. Vengono poi disposti diverse forme di incentivo all’innovazione dell’informazione sia per quanto riguarda la distribuzione che la vendita dei prodotti. Sono poi state discusse e votate le mozioni per le politiche a sostegno della famiglia e sono state approvate le risoluzioni sulla relazione della Commissione Antimafia sullo stato dell'informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie, e sulla relazione della Commissione d'inchiesta sui fenomeni di contraffazione e le possibili proposte di normative penali in tema.

Infine, nel pomeriggio di ieri l’assemblea di Montecitorio ha approvato con 282 voti favorevoli, 4 contrari e 14 gli astenuti il testo unificato delle proposte di legge per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale. Dopo anni di attesa, il provvedimento riconosce al commercio equo e solidale e ai soggetti delle sua filiera la funzione di sostegno alla crescita economica e sociale dei Paesi in via di sviluppo. Ora la proposta di legge passa all'esame del Senato per la sua probabile approvazione definitiva.

Nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi a partire dalle 9.30 per lo svolgimento delle interpellanze urgenti che in particolare riguarderanno i trattamenti in materia di ammortizzatori in deroga, la gestione dell’Ospedale Israelitico di Roma, la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città, il caso Abu Omar e le concessioni autostradali. Per la giornata non sono previsti lavori delle Commissioni.

Dopo le fortissime polemiche dei scorsi giorni da parte del Movimento Cinque Stelle, nella giornata di ieri la Commissione Finanze ha proseguito i lavori sulla discussa questione del recepimento della direttiva europea in tema di finanziamenti per l'acquisto della casa, ipotizzando delle correzioni da inserire nel parere che la Commissione dovrà esprimere. Le banche potranno entrare direttamente in possesso della casa ipotecata da un mutuatario solamente dopo il mancato pagamento di 18 rate, e non più 7, di mutuo, anche non consecutive; questa facoltà, da inserire nel contratto tra istituti e clienti, non potrà essere retroattiva.

Nella giornata di ieri si svolto un importante Consiglio dei Ministri nel quale dopo settimane di attesa è stato approvato il nuovo Codice degli Appalti. A darne l’ufficialità è stato Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio al termine della riunione dell'esecutivo. Delrio l'ha presentato come "una corposa riforma che mira a rendere il sistema dei lavori pubblici e delle concessioni finalmente all'altezza di un grande Paese europeo. Semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione e qualità sono gli elementi chiave" della riforma. Sul primo punto, quello dello snellimento delle norme, il ministro ha sciorinato i numeri: si passa dal vecchio codice "da 660 articoli e 1500 commi, a 217 articoli con una scelta di grandissima semplificazione". Si tratta di un testo estremamente complesso che dà attuazione alla legge delega approvata a gennaio dal Parlamento per recepire le direttive dell’Unione Europea in materia. Tra i punti centrali del nuovo codice c’è una forte attenzione alla programmazione degli interventi e alla trasparenza delle gare anche tramite procedure informatiche, la riduzione delle stazioni appaltanti, la semplificazione delle procedure, il nuovo ruolo dell'Autorità Nazionale Anti Corruzione e l'abbandono del ricorso al massimo ribasso. Il testo dovrà ora raccogliere i pareri delle Commissioni Parlamentari, del Consiglio di Stato e della Conferenza Unificata, per avere poi il via libero definitivo entro il 18 aprile, termine ultimo per esercitare la delega.

Il Presidente dell’Anac Raffaele Cantone giudica il nuovo codice una rivoluzione copernicana per la lotta alla corruzione e a margine di una audizione al Senato ha affermato: "Sono assolutamente ottimista sul fatto che ci metteranno in condizione di raccogliere la sfida, perché è evidentissimo che il Codice degli appalti prevede un potere enorme in capo all'Anac, potere che noi intendiamo svolgere non in modo formale, ma molto concreto e sostanziale. Abbiamo grandi responsabilità in ordine alla possibilità che il Codice degli appalti dia risultati o meno".

Il Consiglio dei Ministri ha approvato anche le deleghe e la carica a vice Ministro per Mario Giro, attualmente al Ministero degli affari esteri, e per Teresa Bellanova al Ministero dello sviluppo economico. Confermato l’incarico di vice ministro al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a Riccardo Nencini.

A meno di 48 ore dalle primarie, che a Roma, Napoli e in altri Comuni decideranno i candidati sindaci del Partito Democratico alle prossime amministrative, è ancora l'ombra di Denis Verdini e del suo sostegno al Governo ad agitare le diverse anime del Pd. L'ipotesi di un appoggio di Ala a Roberto Giachetti alle primarie romane e a Giuseppe Sala a Milano, sebbene sia stata più volte smentita, fa tornare sulle barricate la minoranza dem e induce il presidente del Pd Matteo Orfini ad una netta chiusura: "Se davvero Verdini ha voglia di primarie, convinca la destra a organizzarle. Le nostre sono off limits per chi non è di centrosinistra". 



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