Nella giornata di oggi l’Assemblea e le Commissioni del Senato non si riuniranno. Nell'arco diquesta settimana, l’Aula ha approvato in via definitiva il Rendiconto generaledell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015 e le disposizioni sull' assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016.

Nella seduta di giovedì, l’Aula di palazzo Madama ha approvato, con 145 voti favorevoli, 6 contrari e 30 astenuti, il ddl per la disciplina del cinema e dell'audiovisivo e deleghe al Governo per la riforma normativa in materia di attività culturali, collegato alla manovra di finanza pubblica. Il provvedimento, che passa ora all'esame della Camera, prevede un nuovo Fondo per il cinema e l'audiovisivo da 400 milioni l'anno, a fronte degli attuali 260; il riordino dei crediti d'imposta e dei contributi; una sezione speciale presso il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese e l'istituzione del Consiglio superiore del cinema e dell'audiovisivo, con compiti di consulenza e supporto nell'elaborazione e attuazione delle politiche di settore. Il Fondo finanzierà il Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali e quello per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo: nello specifico, una dotazione annua di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019, di 20 milioni per l'anno 2020 e di 10 milioni di euro per l'anno 2021 sarà destinata allaconcessione di contributi, a fondo perduto o in conto interessi sui mutui o locazioni finanziarie, per aprire sale cinematografiche chiuse o dismesse, con particolare riguardo a quelle presenti nei Comuni con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti.

La prossima settimana sarebbe dovuto iniziare al Senato l’esame del ddl Concorrenza: dopo oltre nove mesi di esame in seconda lettura, e il via libera da parte della Commissione Industria prima della pausa estiva, sembrava che l'iter del ddl potesse concludersi con l'approvazione, dopo un percorso così lungo e travagliato, entro l'autunno, come indicato nel cronoprogramma contenuto nella Nota di aggiornamento del Def in cui il Governo ha indicato la fine del 2016 come scadenza per far divenire legge il testo, così da poter presentare nel 2017 il Ddl per la seconda legge annuale sulla concorrenza. Invece così non sarà perché l'approvazione da parte del Senato potrebbe slittare a dopo il referendum costituzionale, fissato al prossimo 4 dicembre, in modo da evitare una discussione parlamentare estremamente delicata e fortemente divisiva. A questo punto sembra molto probabile che il provvedimento, complice anche l’imminente inizio della sessione di bilancio, scavalli addirittura il 2016. Se questa circostanza dovesse realizzarsi, l'approvazione definitiva del ddl Concorrenza, varato con grandissima enfasi dal Governo nell’ormai lontano 2015, potrebbe arrivare a quasi due anni dalla sua presentazione. Dopo l'ok del Senato, infatti, il disegno di legge dovrà tornare alla Camera per il terzo e probabile ultimo passaggio. Non è sembrato però di questo avviso il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda che, in audizione presso le Commissioni Industria del Senato e Attività produttive della Camera, ha ribadito che “ Lo slittamento del provvedimento sulla concorrenza non è un fatto acquisito. Il calendario lo stiamo decidendo con il Governo; per me rimane l'idea che debba passare in aula prima del referendum”. Visti gli enormi ritardi nell’approvazione di una legge che dovrebbe essere annuale appare quindi comprensibile che il ministro Calenda abbia invitato per il futuro a "riflettere se questo strumento della legge sulla concorrenza può funzionare in questo modo".

Passando all’altro ramo del Parlamento, oggi l’Assemblea della Camera si riunirà alle 9.30 per lo svolgimento delle interpellanze urgenti. Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà diverse audizioni nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante disciplina della dirigenza della Repubblica, mentre le altre non si riuniranno. Nell'arco di questa settimana, l’Aula di Montecitorio ha approvato la mozione relativa al Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo (Catania). Dopo le fortissime criticità nella sua gestione, il Governo viene quindi impegnato a ridurre progressivamente le presenze all'interno del Centro, proseguendo nel ridimensionamento della struttura avviato dopo il commissariamento e quindi realizzando la necessaria discontinuità rispetto al precedente modello di gestione, a garantire una migliore qualità dell'accoglienza tutelando la dignità dei migranti ospitati, a escludere l'ipotesi di adibire il Cara di Mineo alla funzione di hotspot e a destinare appositi lotti all'ospitalità e all'assistenza di categorie vulnerabili, quali donne in difficoltà, famiglie e minori non accompagnati.

Successivamente, l’Aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva, con 275 voti favorevoli, 80 contrari e 32 astenuti, la legge per l’ istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e per il sostegno all’editoria. Il provvedimento mira direttamente a creare un meccanismo più trasparente di finanziamento al settore e a porre una più stretta correlazione fra i risultati conseguiti e il contributo pubblico. La legge riserva una particolare attenzione nei confronti del no profit e delle cooperative di giornalisti, mentre vengono esclusi, in maniera molto chiara, sia i giornali di partito sia le società quotate in Borsa. Inoltre vengono disposte diverse forme d'incentivo all’innovazione dell’informazione sia per quanto riguarda la distribuzione sia la vendita. Altro punto importante del provvedimento è la revisione dell'Ordine dei giornalisti e del suo Consiglio nazionale secondo un principio di razionalizzazione delle competenze. Per quanto riguarda la Rai, viene introdotto il limite massimo retributivo di 240.000 euro annui per dipendenti, collaboratori e consulenti del soggetto affidatario della concessione; inoltre viene fissata la durata della concessione per l’emittente pubblica a 10 anni contro i 20 precedentemente previsti.

Nella giornata di giovedì la Camera ha poi approvato, con 241 voti favorevoli, 107 contrari e 15 astenuti, il decreto-legge relativo alle misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di Cassazione, per l'efficienza degli Uffici giudiziari e per la giustizia amministrativa . Il provvedimento, che ora passa all’esame del Senato per la sua approvazione definitiva, contiene interventi sull'organico e misure di efficienza per gli Uffici giudiziari al fine di accelerare la copertura dei posti vacanti, insieme a norme che semplificano la trattazione del contenzioso in Cassazione e sul processo amministrativo telematico. La stessa norma prevede anche la proroga al trattenimento in servizio dei Magistrati in funzioni apicali e direttive. Nelle cause civili davanti alle sezioni semplici viene ampliato il ricorso alla trattazione in Camera di consiglio al fine dilimitare la necessità dell'udienza e si semplifica il meccanismo nelle cause filtro. Inoltre, in vista dell'avvio del processo amministrativo telematico, viene istituita una Commissione di monitoraggio con il compito di riferire mensilmente al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, proponendo le modifiche organizzative necessarie per il miglior funzionamento del processo telematico. Viene infine stabilità l’obbligatorietà della registrazione telematica dei ricorsi, degli atti processuali e delle sentenze.

L'Aula della Camera ha poi rinviato alle Commissioni Giustizia e Affari Sociali il ddl in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati. Approdato in Assemblea lo scorso luglio, il testo della proposta di legge, frutto del lavoro dell'Intergruppo parlamentare capitanato dal Sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, non ha avuto sin da subito vita facile: il provvedimento ha infatti incontrato le forti resistenze di diverse forze politiche, a cominciare da quelle di centrodestra. Ma anche all'interno della stessa maggioranza le divisioni non sono mancate: Area Popolare è fermamente contraria e anche all'interno dello stesso Pd le posizioni non sono univoche. E così, dopo un aspro scontro tra i sostenitori della legge e i contrari, e l'incognita di una mole enorme di emendamenti, si è convenuto sul ritorno in Commissione per un ulteriore esame del provvedimento.

La Commissione europea apre alla flessibilità dei conti pubblici per Paesi membri come l'Italia e, per bocca del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, si dice "pronta a considerare le spese per lacrisi di rifugiati o un terremoto o un Paese che soffre attacchi terroristici come il Belgio". Moscovici, parlando all' Atlantic Council a Washington a margine degli incontri annuali del Fondo Monetario Internazionale, ha precisato che tali "flessibilità sono precise, limitate e chiaramente spiegate". In generale "un Paese deve rispettare i criteri e ridurre il debito, è il principale problema di Italia e Belgio". Le posizioni di Bruxelles, secondo l'esponente comunitario, non sono certo una novità: Moscovici ha spiegato che la Commissione Ue ha "detto chiaramente cosa è la flessibilità nel gennaio 2015. Dobbiamo incoraggiare i Paesi che creano molti investimenti, lo abbiamo fatto con l'Italia". Moscovici, parlando poi a Bloomberg Tv, ha anche segnalato la "minaccia populista" che attualmente c'è in Italia e ha aggiunto che proprio per questo " sosteniamo gli sforzi di Renzi affinché sia un partner forte nella Ue". Parole che, in Italia, hanno scatenato una marea di polemiche che sicuramente non si placheranno in tempi brevi.

 



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