Draghi vede Lega, Fi e Pd e ragiona su come aumentare il fondo bollette
L'obiettivo è arrivare, dagli oltre 6200 emendamenti presentati, a circa 500 segnalati per approvare la legge di bilancio prima di Natale. A scandire tempi e modi di un iter parlamentare che si annuncia tutt'altro che semplice è Federico D'Incà: tocca al ministro per i Rapporti con il Parlamento, infatti, mettere capidelegazione e capigruppo che si alternano nella sala verde di palazzo Chigi di fronte a fatti e scadenze; Mario Draghi e Daniele Franco, per il momento, si limitano ad ascoltare le diverse proposte che arrivano dalle forze politiche. Nel secondo giorno di consultazioni sulla manovra sono Lega, Forza Italia e Pd a presentare, separatamente, le proposte d’intervento sulla manovra, di bandiera, per una coperta, costituita da circa 600 milioni, che rimane corta. Draghi invita a fare squadra. Per promuovere “una crescita davvero equa e sostenibile”, ribadisce il premier, c'è bisogno di “cooperazione costante”, di confronto e collaborazione, di un “percorso condiviso”.
Le posizioni, però, restano per lo più distanti. Unanime, almeno fino a questo momento (oggi il Premier vedrà Iv, CI, Leu e Autonomie) è la richiesta di un nuovo intervento contro il caro bollette. Draghi stesso si dice “pronto a intervenire” con nuove risorse a tutela delle fasce più deboli. Il Governo pensa al risparmio che deriva dalla riforma del fisco: un motivo contabile fa sì che, avendo Irpef e Irap un meccanismo di saldo e acconto, il primo anno la riforma costerà meno rispetto agli 8 miliardi previsti, creando così un tesoretto da 800-900 milioni. Il pressing che arriva dai partiti, Lega in testa, è forte. Il premier vuole innanzitutto finire il giro di consultazioni avviato con le forze di maggioranza per capire se la richiesta di arricchire il fondo contro il caro bollette in manovra è unanime o se invece il risparmio va spalmato anche su altre misure. In legge di bilancio ci sono già due miliardi contro il caro bollette, cifra che dovrebbe riuscire a coprire gli aumenti del costo dell'energia fino a febbraio-marzo; se poi le risorse non dovessero bastare si potrebbe intervenire con un decreto ad hoc.
La Lega chiede di intervenire recuperando risorse dal reddito di cittadinanza, misura invece intoccabile per il M5S. Il presidente del Consiglio sa che su questo tema si combatterà una delle battaglie politiche più toste in Parlamento. Si va verso un ammorbidimento, poi, delle misure previste per il superbonus. L'obiettivo principale, specie di M5S e Pd, resta il superamento del tetto Isee da 25 mila euro. E se il Carroccio punta su automotive, rottamazione delle cartelle e Flat tax, i dem insistono per aumentare i fondi sulla scuola, in modo da implementare gli organici Covid. Importante, poi, per il Pd, riprendere il dialogo con i sindacati, saltato sugli 8 miliardi da destinare al taglio delle tasse: “C'è una volontà assolutamente chiara di Draghi e Franco di proseguire il confronto”, assicura Andrea Orlando. Fi, che punta anche al rinvio di un anno di tutte le tasse sugli spazi esterni per bar e ristoranti, propone un fondo di garanzia pubblica che consenta agli utenti e alle aziende di rateizzare le bollette più alte di questi mesi.
Letta sprona i partiti a trovare una intesa comune sul Quirinale
Enrico Letta richiama la maggioranza che sostiene il governo Draghi e, in vista dell'elezione del presidente della Repubblica, invita tutti “a fare dei passi avanti di comune accordo, smussando gli spigoli e facendo questo lavoro insieme”. Sul Quirinale, ormai da diverse settimane, si è aperto il dibattito politico. Con l'aumento dei contagi e il rischio che Mario Draghi sia chiamato a prendere decisioni dettate dall'emergenza ancor prima che si riunisca il Parlamento in seduta comune, l'appello del segretario del Pd suona come un invito a non andare in ordine sparso. Letta fa un ulteriore passo in avanti: “Questo governo che noi sosteniamo con grande convinzione, il presidente del Consiglio, il lavoro che Draghi sta facendo, credo che questa direzione di marcia sia unica in Europa e a livello europeo possiamo essere punto di riferimento”, rimarca schierandosi in sostanza tra i leader che, da qualche giorno, hanno palesato la preferenza che il Premier rimanga a palazzo Chigi. “La legge di bilancio è stata approvata dalla maggioranza più larga di sempre. Questa stessa maggioranza parlamentare affronterà nel mese di gennaio la scelta del nuovo capo dello Stato. Tutto ciò ha bisogno di questo sforzo di unità in cui ognuno deve fare due passi avanti per evitare di fare passi indietro tutti insieme”, è il ragionamento che il leader dem condivide con la platea dell'assemblea Alis.
Dello stesso avviso anche il capo M5S Giuseppe Conte: “Serve un dialogo e un confronto con tutte le forze del Parlamento. Bisogna confrontarsi per trovare una persona che rappresenti tutti”, ma avverte “Berlusconi non è il nostro candidato”. Il partito di Draghi premier fino al 2023, insomma, si allarga. L'asse Pd-M5S, dunque, conferma di non tramare dietro le quinte per portare il paese alle urne nel 2022. Intanto i partiti, che ad oggi parlano più di chi non diventerà Presidente della Repubblica che di possibili candidati, rimangono in attesa che Draghi sciolga la riserva. Difficile immaginare, però, che ciò possa avvenire in piena legge di bilancio e quindi prima della fine del 2021; intanto il totonomi impazza.
Il M5S ha deciso: sì al finanziamento pubblico con il 2 per mille
La democrazia diretta a 5 stelle promuove la svolta sul finanziamento pubblico al Movimento e, con poco più di 24 mila voti favorevoli, la maggioranza della base degli iscritti dà il via libera al 2 per mille. È un dato in leggero aumento ma in linea con il precedente voto che ha incoronato Luigi Di Maio, Roberto Fico e Virginia Raggi. Entrambe le tornate sono tuttavia molto distanti dall'affluenza ottenuta in occasione della votazione per la sua nomina a Presidente del M5S: allora votarono oltre 67 mila iscritti su un totale 115.130 aventi diritto e Conte aveva incassato oltre 62 mila voti. Ma a conti fatti, il leader 5 Stelle può in ogni caso tirare un sospiro di sollievo: se la votazione fosse stata di segno opposto, non sarebbe bastata la scelta tattica di non mettere la sua faccia sulla consultazione. Oltre ai circa 10 mila iscritti che hanno bocciato la proposta, hanno confermato la loro contrarietà anche alcuni esponenti del M5S che non hanno digerito il cambio di rotta su un tema così identitario per il M5s, come l'ex ministro Danilo Toninelli o il capogruppo alla Camera Davide Crippa che si è fatto portavoce di quanti giudicano la “capriola” un gioco che rischia di non valere la candela.
Gli iscritti hanno anche votato per la destinazione delle risorse affluite al fondo delle restituzioni. Circa 4 milioni di euro verranno ripartiti tra una serie di istituzioni assistenziali ma anche al Cnr. Gli altri 3,5 milioni del fondo verranno indirizzati ad analoghe iniziative su base territoriale, ha chiarito Conte: il “territorio” è infatti la parola chiave in base alla quale il leader M5S intende provare a galvanizzare i 5 stelle sul nuovo corso. Anche la svolta sul finanziamento pubblico, spiega Conte, servirà a “rafforzare l'azione politica sui territori, elaborare nuovi progetti a livello nazionale e locale”. E a prepararsi alle nuove sfide: in settimana dovrebbero andare in votazione anche le nomine nella segreteria: i vicepresidenti già designati e i responsabili dei Comitati, non ancora formalizzati e fonte di scontento per gli esclusi. Attesa ad inizio mese anche la presentazione delle squadre per il rinnovo del direttivo della Camera per il quale si dovrebbe presentare l'uscente Davide Crippa e lo sfidante Angelo Tofalo.
L’Aula del Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi oggi per la discussione, su cui molto probabilmente il Governo metterà la fiducia, del decreto recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Difesa si confronterà su alcuni schemi di decreti per l’acquisizione di diverse tipologie di sistemi d’arma. La Istruzione esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il finanziamento di Comitati ed Edizioni nazionali 2021 e riprenderà poi il ciclo di audizioni sull'affare assegnato relativo all’impatto dei cambiamenti climatici sui beni culturali e sul paesaggio. La Lavori pubblici proseguirà il ciclo di audizioni sul ddl per il riordino delle disposizioni legislative in materia di costruzioni e proseguirà il confronto sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del Piano nazionale sicurezza stradale 2030. La Agricoltura svolgerà delle audizioni sull’affare assegnato sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti. La Industria e riprenderà il ciclo di audizioni sulla normativa relativa alla capienza dei locali da intrattenimento. La Lavoro svolgerà delle audizioni nell’ambito della nomina dei componenti della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP).
L’Aula della Camera
Dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.20 per le votazioni al decreto, già approvato dal Senato, per l’accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l’organizzazione di pubbliche amministrazioni e di protezione dei dati personali. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Trasporti, dibatterà sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sull’organizzazione e funzionamento dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. A seguire proseguirà il confronto sul ddl per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Associazione Chiesa d'Inghilterra, sulla pdl per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista e sulla pdl di modifica del Testo unico delle disposizioni sull'immigrazione, in materia di rilascio del permesso di soggiorno alle vittime del reato di costrizione o induzione al matrimonio. La Giustizia, con la Affari Sociali, proseguirà le votazioni sulle pdl relative alla morte volontaria medicalmente assistita. La Esteri ascolterà l'Ambasciatore Carlo Trezza sulla Decima Conferenza di Riesame del Trattato di non proliferazione e non primo uso nucleare.
La Difesa si confronterà su alcuni schemi di decreti per l’acquisizione di diverse tipologie di sistemi d’arma. La Bilancio esaminerà il decreto per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. La Finanze si confronterà sulla legge di delega al Governo per la riforma fiscale e sulla risoluzione per la tutela del risparmio privato e per favorire il suo impiego nell'economia reale. La Cultura esaminerà lo schema di decreto ministeriale recante istituzione della tabella triennale 2020-2022 degli enti privati di ricerca e lo schema di decreto ministeriale recante approvazione del programma per l'utilizzazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2021, 2022 e 2023.
La Ambiente esaminerà la pdl per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare, la cosiddetta legge Salva Mare. La Trasporti, con la Attività Produttive, esaminerà l’Atto europeo che stabilisce regole armonizzate sull'intelligenza artificiale. La Lavoro ascolterà la il Ministro del Lavoro Andrea Orando sulle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro. La Agricoltura esaminerà le pdl sulla disciplina dell'ippicoltura, le pdl sui danni provocati dalla fauna selvatica e le pdl per la promozione del lavoro e dell'imprenditoria femminile nel settore dell'agricoltura, delle foreste, della pesca e dell'acquacoltura.