Dopo giorni di polemiche l’Eurogruppo trova l’accordo sulle misure anti-crisi
I Ministri europei delle finanze hanno raggiunto un accordo ieri sera, durante una videoconferenza dell'Eurogruppo aperta anche ai Paesi non appartenenti all'Eurozona, su un pacchetto di misure complessivo da circa 500 miliardi di euro per la risposta immediata alle conseguenze economiche della crisi del Covid-19. La riunione dell'Eurogruppo allargato, che era stata sospesa mercoledì dopo 16 ore di negoziati, era ripresa ieri alle 21.30 ma era durata solo mezz'ora; il negoziato vero, evidentemente, si era svolto in precedenza, con colloqui ristretti fra il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno e i Ministri dei Paesi più coinvolti: da una parte Italia, Francia e Spagna, dall'altra l'Olanda e la Germania. I Ministri hanno redatto un rapporto di quattro pagine che contiene tutte le proposte concordate e che sarà consegnato ora al presidente del Consiglio europeo Charles Michel per essere discusso poi da capi di Stato e di governo dell'Ue. Il pacchetto comprende innanzitutto il nuovo meccanismo Sure proposto dalla Commissione per il sostegno (tramite prestiti per 100 miliardi di euro garantiti da 25 miliardi assicurati dagli Stati membri) ai sistemi nazionali di cassa integrazione. I Ministri si sono impegnati a completare in modo rapidissimo la procedura legislativa, affinché Sure sia operativo il più presto possibile, probabilmente già entro qualche settimana.
A questo strumento per salvaguardare l'occupazione viene aggiunto poi un meccanismo finanziario per sostenere la liquidità delle imprese: una “garanzia paneuropea” da 25 miliardi di euro che permetterà di mobilitare prestiti per 200 miliardi di euro, con fondi raccolti sul mercato dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) e destinati alle aziende, soprattutto le Pmi, tramite le banche nazionali di promozione come la CDP italiana. Il terzo elemento del pacchetto, il più controverso, consiste nell'apertura di una linea di credito dedicata al Fondo salva-Stati (Mes) da 240 miliardi di euro in totale, attivabile da qualsiasi Paese membro che lo voglia. Questa linea di credito, battezzata “Pandemic Crisis Support”, non richiederà alcuna “condizionalità macroeconomica”, sarà accessibile a tutti gli Stati membri in base a termini standardizzati e uguali per tutti, ma avrà un campo d'applicazione circoscritto al finanziamento della spesa sanitaria e di prevenzione diretta e indiretta, fino a un ammontare pari al 2% del loro Pil. La chiave dell'accordo sull'assenza di condizionalità del Mes (l'Olanda non accettava che i Paesi beneficiari non s’impegnassero a rispettare la disciplina di bilancio) sta nella formula usata nel rapporto dell'Eurogruppo, che ribadisce semplicemente che tutti gli Stati membri dovranno sottostare alle stesse regole di sostenibilità finanziaria nel periodo post-crisi.
“Successivamente gli Stati membri dell'Eurozona rimarranno impegnati a rafforzare i fondamentali economici e finanziari, coerentemente con il quadro di coordinamento e sorveglianza economica e di bilancio dell'Ue, compresa l'eventuale flessibilità applicata dalle competenti istituzioni". Infine, l'accordo prevede che si lavori anche a un “Fondo per la ripresa”, temporaneo e mirato, per il finanziamento a medio termine dei programmi nazionali di rilancio delle economie durante e dopo la recessione ormai inevitabile. Il Fondo sarà gestito attraverso il bilancio comunitario e sarà finanziato con modalità e meccanismi ancora da decidere; questa formula potrebbe comprendere gli eurobond, o comunque emissioni di debito comune, ma su questo non c'è accordo.
C’è soddisfazione nel Governo per il raggiungimento dell’accordo
Per il Governo è il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri a tirare le conclusioni dell'accordo raggiunto nel corso della riunione dell'Eurogruppo. A giudizio del titolare del MEF l'intesa segna per l'Italia un “ottimo risultato”, anche se non passa, almeno per il momento, la proposta di european recovery bond per cui si è battuta. Grazie all'iniziativa italiana, rivendica però Gualtieri, l'agenda europea è cambiata e si è passati da un'unica proposta (il ricorso al fondo salva Stati (Mes) con condizionalità leggere) “a un pacchetto di quattro proposte”: 200 miliardi dalla Bei, 100 miliardi del nuovo programma Sure e proposta italo-francese di un Fondo per la Ripresa finanziato da debito comune europeo. Il dossier eurobond finirà poi sul tavolo del Consiglio Europeo. Soddisfatto anche il Commissario Ue agli Affari economici, l'ex premier italiano Paolo Gentiloni, secondo cui l'Eurogruppo ha approvato un “pacchetto di dimensioni senza precedenti per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese e il Fondo per un piano di rinascita”. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli festeggia: “Abbiamo avuto ragione ad avere fiducia nell'Europa”. Accoglie con favore l'accordo anche il leader di Italia viva Matteo Renzi: “Da quel che si capisce pare si sia fatto un pacchetto che tiene in considerazione un po' gli impegni di tutti. Si è fatto un buon lavoro”, afferma. “A questo punto penso che tutti gli alibi legati all'Europa vengano meno. Mi pare che sugli eurobond ci sia un primo passo, ora tocca a noi”. Più prudente il Movimento 5 stelle, che nella maggioranza si distingue perché è da sempre contrario al ricorso al Mes.
Le opposizioni criticano l’accordo anche se FI commenta positivamente
Dal fronte dell'opposizione insorgono Lega e Fratelli d'Italia. Matteo Salvini definisce l'accordo una “Caporetto” per l'Italia e annuncia che la Lega presenterà una mozione di sfiducia per chiedere le dimissioni di Gualtieri. “Il Mes light, come la Coca Cola light, è una truffa, una rapina”, afferma, sostenendo che non esiste Mes senza condizioni e questo vuol dire che l'Europa presterà soldi all'Italia chiedendo il rispetto dei vincoli Ue, cosa che potrebbe portare a una “patrimoniale o innalzamento dell’età pensionabile” in futuro. “Il ministro Gualtieri ha firmato per attivare il Mes, niente Eurobond e Italia messa sotto tutela”, commenta Giorgia Meloni, “Non permetteremo a nessuno di banchettare sulla nostra nazione come già successo in Grecia. Lo abbiamo preannunciato e lo ribadiamo: ora Conte, Gualtieri e Di Maio dovranno affrontare il Parlamento, dove Fratelli d'Italia è già schierato per impedire questo atto di alto tradimento verso il popolo italiano”. Tra le fila dell'opposizione, positivo il commento di Antonio Tajani, di Forza Italia, a dimostrazione del fatto che sul dossier il centrodestra è diviso.
Il Senato approva, non senza tensioni, il decreto Cura Italia con la fiducia
Il decreto Cura Italia ha superato la prova del Senato. Il provvedimento da 25 miliardi con le prime misure economiche di contrasto al coronavirus è stato approvato con fiducia con 142 voti favorevoli, 99 contrari e 4 astenuti. Ora verrà trasmesso alla Camera per la sua più che probabile approvazione definitiva. Per la prima volta, un provvedimento varato dal Governo per far fronte all'emergenza sanitaria non è passato con accordo bipartisan. In Aula nessun clima da unità nazionale. Dall'opposizione sono volate urla e accuse, complice anche il giallo della bollinatura, cioè del via libera che la Ragioneria dello Stato dà alle misure dopo averne valutata la copertura economica. Già in avvio di seduta il clima era teso: le opposizioni avevano annunciato che avrebbero votato contro, accusando il Governo di aver scritto il provvedimento da solo malgrado gli incontri e le cabine di regia. Per Giorgia Meloni “Con l'apposizione della fiducia viene definitivamente smascherata la farsa della presunta volontà di condivisione da parte del governo Conte”.
Matteo Salvini ha definito il decreto “una presa in giro per milioni d’italiani che non vedranno una lira”. A dare un nuovo là allo scontro in Aula è stato l'inciampo sulla bollinatura: il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà prima ha posto la questione di fiducia poi, terminato il dibattito, ha chiesto uno stop dei lavori di un quarto d'ora. Il sospetto era che non ci fosse ancora una versione definitiva e che si volessero modificare delle misure, cambiando così l'impianto esaminato dalla Commissione, dove maggioranza e opposizione si sono confrontate sulla sostanza del decreto. In realtà, i rilievi della Ragioneria riguardavano soprattutto norme doppione, contenute sia nel Cura Italia sia nel successivo decreto Liquidità. Il giallo si è sciolto con il nuovo via libera della Commissione, che ha permesso di procedere col voto di fiducia. Fra i provvedimenti contenuti nel Cura Italia, la cassa integrazione in deroga estesa a tutta Italia, le misure per dotare le strutture sanitarie degli strumenti necessari a combattere il coronavirus, l'aumento degli straordinari per i medici e la possibilità di mettere sotto contratto sanitari ancora in formazione. E poi il bonus babysitter, la proroga degli sfratti, il fondo garanzia per le imprese, il rinvio delle scadenze o la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi per le piccole imprese, per i professionisti e le partite iva. Il decreto prevede anche 600 euro per i lavoratori autonomi.