Il Governo proroga lo stato d’emergenza sino al 31 marzo

Il Governo ha prorogato lo stato di emergenza fino al 31 marzo 2022. La decisione, si legge nel testo approvato dal Consiglio dei ministri, arriva in considerazione del rischio sanitario connesso al protrarsi della pandemia. Il testo, inoltre, disegna il percorso di uscita dal regime eccezionale: spetterà al Capo della protezione civile Fabrizio Curcio e al Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo adottare delle ordinanze “finalizzate alla programmazione della prosecuzione in via ordinaria delle attività necessarie al contrasto e al contenimento” della pandemia, regolare la nuova normalità insomma. In ogni caso Mario Draghi non intende abbassare la guardia e in questa direzione va l'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza che prevede dal 16 dicembre al 31 gennaio l’obbligo del test negativo per tutti gli arrivi dai Paesi dell’Unione Europea. Non solo: per i non vaccinati oltre al test negativo è prevista la quarantena di 5 giorni. Il decreto proroga tutte le disposizioni già messe in campo, dalle zone di colore ai prezzi calmierati per test antigenici e tamponi molecolari; fino al 31 marzo sono confermati i congedi parentali al 50% per i genitori con figli in quarantena causa Covid ed è prorogata anche la possibilità di smart working per i lavoratori fragili. Il testo stanzia poi 6 milioni, nel 2022, per la realizzazione di un hub militare per lo stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le esigenze nazionali. 

Regioni, sindaci e alcuni ministri insistono poi sulla possibilità di introdurre l'obbligo di mascherina all'aperto in tutta Italia. La misura è già prevista per chi si trova in zona gialla e, a parere di chi la sponsorizza, aiuterebbe a contenere il contagio nelle vie delle città durante le feste. Il Consiglio dei ministri, però, non esamina la stretta, anche se non si esclude che con l'aumentare dei casi positivi alla fine ci si possa arrivare. Del resto, il primo a invitare tutti a tenere alta la guardia resta Sergio Mattarella: “Oggi finalmente possiamo incontrarci, anche se le condizioni ci richiedono sempre molta attenzione e prudenza”, dice il presidente della Repubblica, consegnando al Quirinale gli attestati agli Alfieri della Repubblica. Plaudono alla decisione assunta da Draghi M5S, PD eFI: “Ritengo che il Governo abbia fatto benissimo a prorogare lo stato di emergenza e non abbia ceduto a qualche sirena” che “suggeriva di costruire un meccanismo normativo che in qualche modo trapiantasse questo sistema, a prescindere dalla proclamazione dello stato di emergenza”, sottolinea Giuseppe Conte; prorogare lo stato d'emergenza è stata una “scelta utile e positiva, che va nella giusta direzione, mi avrebbe stupito l'opposto”, gli fa eco Enrico Letta; “Oggi in Cdm abbiamo scelto la via della sicurezza a tutela della salute dei cittadini, della ripresa dell’economia, di un Natale senza lockdown”, sottolinea da FI Mara Carfagna. Resta invece sulle barricate Giorgia Meloni

L’Ue attende il Pnrr italiano. Il Governo assicura il pieno rispetto dei tempi

La Spagna ha ricevuto già via libera per il 2021, la Francia punta, a incassarlo entro dicembre, la Grecia avanzerà nei prossimi giorni la sua richiesta. È l'Italia, ora, a essere tra i Paesi più attesi a Bruxelles, visto e considerato che è quello che ha ricevuto più fondi dal Next Generation Ue. Il governo guidato da Mario Draghi, tuttavia, torna a garantire, tramite il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, che i tempi saranno rispettati: “Su 51 obiettivi ne mancano sette-otto, lavoriamo per raggiungere il risultato entro il 31 dicembre e ottenere il riconoscimento della prima tranche di finanziamento”. A Bruxelles, in verità, sono convinti che a farcela entro l'anno siano Madrid, Parigi e forse Atene: “Ci aspettiamo le richieste degli altri Paesi all'inizio del 2022”, spiegava lunedì in tarda serata alle Commissioni congiunte Bilancio ed Economia del Parlamento Ue il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis. Da parte dell'esecutivo europeo, in realtà, non c’è nessun ultimatum all'orizzonte. Un Paese membro può presentare la richiesta di finanziamenti per il 2021 e il prospetto degli obiettivi previsti nel cronoprogramma e valutati come raggiunti anche l'anno prossimo senza incorrere in nessuna reazione punitiva. 

C’è, tuttavia, un però: essendo che la scadenza del Next Generation Ue è prevista nel 2026 e ciascun Paese può presentare due richieste di finanziamento l'anno, se la domanda dell'Italia slittasse a gennaio nel 2022 Roma potrebbe chiedere al massimo un'altra tranche; anche per questo il Governo italiano deve correre per restare nei tempi almeno nell'invio della domanda. Che la prima tranche di fondi, quasi 25 miliardi, arrivi con il nuovo anno sembra invece ormai scontato. Nel frattempo l'Ue si appresta al lanciare il Recovery and Resilience Facility scoreboard, una sorta di tabellone segnapunti che darà il quadro delle performance dei Paesi membri sull'attuazione dei Pnrr. Non essendo ancora completata alcuna procedura di esborso dei finanziamenti (per la Spagna si attende il parere del Comitato economico e finanziario) nei primi giorni il tabellone sarà operativo ma piuttosto vuoto, ma nel medio termine l'obiettivo è fornire un monitoraggio trasparente dei progetti, mettendo in evidenza anche gli indicatori transnazionali che l'Ue ha istituito per il giudizio sui Recovery Plan nazionali. In Italia, parallelamente alla corsa contro il tempo sul Pnrr, si assiste anche a un’accelerazione sul Dl Recovery: il 17 il testo è atteso in Aula alla Camera e il 20 il Governo porrà la fiducia. 

Letta e Conte lanciano l’intesa su una proposta comune per il Quirinale

Si rafforza l'asse tra Pd e M5S nella partita per il Quirinale a favore di un accordo largo, senza escludere una proposta comune, nel giorno in cui Giorgia Meloni ammonisce: “Nessuno pensi di poter eleggere un Capo dello Stato senza di noi” e annuncia a giorni un vertice tra i leader del centrodestra. Intanto il Presidente della Camera Roberto Fico, durante il tradizionale scambio di auguri con la stampa parlamentare, comunica che invierà il 4 gennaio la lettera per la convocazione del Parlamento in seduta comune. Bisogna ricordare che le Camere sono convocabili per l'elezione del nuovo Capo dello Stato in un range che va da un minimo di 15 giorni a un massimo di 30 appunto dalla data in cui viene inviata questa lettera. In sintesi, facendo i conti, i grandi elettori sono preallertati dal 18 gennaio sino al 2 febbraio, per iniziare il loro delicatissimo compito, che in effetti si preannuncia veramente difficile: da un lato il centrodestra con la leader di Fratelli d'Italia chiarisce che la coalizione sarà “unita e compatta” su un “candidato patriota”, dall'altro lato il fronte giallorosso formato da Pd e M5s vuole scongiurare il rischio di un'elezione a maggioranza semplice, dicendosi favorevoli a confronto aperto su una figura di “alto profilo morale”, come suggerito da Giuseppe Conte

L’asse formato dai due ex premier è emerso plasticamente nel corso della presentazione di un saggio, “La legge della fiducia. Alle radici del diritto”, scritto Tommaso Greco, ordinario di Filosofia del Diritto presso l'Università di Pisa e amico d’infanzia del leader dem. “Tutti noi, tutte le forze politiche” è l'auspicio di Letta “dobbiamo continuare a dimostrare responsabilità. È il momento in cui ognuno rinfoderi le baionette, rinfoderi tutto ciò che sia contundente rispetto alle altre forze politiche”. Appello subito accolto da Giuseppe Conte: “Ritengo che sia assolutamente corretto, e lo dico da partito di maggioranza relativa che potrebbe sbracciarsi per un nome, che ci sia ampio coinvolgimento di tutti. Mi fa sorridere chi parla di primato, chi si assume l'iniziativa di fare nomi. Confrontiamoci insieme, valutiamo le differenti sensibilità e cerchiamo un risultato condiviso”. Quindi l'apertura esplicita al Pd: “Non escludo un’iniziativa comune su una figura di alto profilo morale”. A ruota le lodi di Letta: “Da Conte parole importanti” e abiura verso quello che ha definito il “modello Leone”, cioè a maggioranza semplice e risicata. “Un'elezione con 505 voti sarebbe una grave ferita istituzionale al Paese: chi si assume la responsabilità di questo progetto fa un grande danno”, è il monito di Letta. 

L’Aula del Senato

Dopo che ieri ha approvato il ddl sui reati contro il patrimonio culturale e il disegno di legge sull’istigazione alla violenza, all'autolesionismo e al suicidio, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.00 per le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi in vista del Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre 2021.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto sulle misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali e il ddl per l'introduzione in Costituzione del diritto di accesso allo sport. La Difesa si confronterà su alcuni schemi di decreti per l’acquisizione di diverse tipologie di sistemi d’arma. La Istruzione si confronterà sul ddl per il rilancio del comparto archivistico. La Agricoltura svolgerà delle audizioni sul disegno di legge su disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell'agricoltura contadina. La Industria si confronterà sull’Atto europeo di risposta all'aumento dei prezzi dell'energia, un pacchetto di misure d'intervento e di sostegno. La Lavoroesaminerà il disegno di legge delega in materia di disabilità.

Sulla manovra i lavori in Commissione Bilancio proseguono con grande lentezza. Si succedono gli incontri di maggioranza sugli emendamenti con i relatori Daniele Pesco (M5S), Erica Rivolta (Lega) e Vasco Errani (Leu) ma sono state sconvocate le sedute di ieri sera e di questa mattina per consentire alla maggioranza di proseguire il lavoro sui pareri del governo sugli emendamenti segnalati. Prosegue anche l'opera di sintesi su alcuni temi sui quali c'è condivisione tra i gruppi come SuperbonusscuolaTosap, ricostruzione post-sisma. L'obiettivo è arrivare a un pacchetto di modifiche condiviso, alcune anche con l'opposizione, da sintetizzare in riformulazioni in modo da poter poi procedere speditamente con le votazioni che si dovrebbero concludersi domenica così da andare in Aula dal 21 dicembre. Intanto oggi dovrebbero arrivare gli emendamenti del Governo con gli interventi contro il caro-bollette e sul fisco.

L’Aula della Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per ascoltare le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi in vista del Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre 2021. Alle 15.00, svolgerà le interrogazioni a risposta immediata e successivamente, a partire dalle 16.00, approverà definitivamente il decreto fiscale.

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà la pdl per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista, la pdl per il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità e la pdl per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Associazione Chiesa d'Inghilterra. La Giustizia si confronterà sul ddl di delega per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura, e sulla pdl per l’accesso alla professione forense. La Difesa si confronterà su alcuni schemi di decreti per l’acquisizione di diverse tipologie di sistemi d’arma. 

La Bilancio proseguirà il confronto sul decreto per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose. La Finanze si confronterà sulla legge di delega al Governo per la riforma fiscale. La Cultura proseguirà il ciclo di audizioni sulle fondazioni lirico sinfoniche. La Ambiente dibatterà sulla proposta di piano per la transizione ecologica e sulla pdl in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività. La Trasporti esaminerà le pdl sul volo da diporto o sportivo, la risoluzione per il mantenimento della proprietà italiana delle infrastrutture portuali nazionali, per la semplificazione delle zone economiche speciali (ZES) e delle zone logistiche speciali (ZLS) e per il completamento delle infrastrutture di collegamento nell'ambito della rete TEN-T.

La Commissione Attività Produttive si confronterà, in sede di comitato ristretto, sulle pdl per la promozione delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali, incentivi agli investimenti e all'occupazione e misure di semplificazione. La Affari Sociali concluderà il ciclo di audizioni sullo schema di decreto legislativo recante istituzione dell'assegno unico e universale per i figli a carico e successivamente si confronterà sul provvedimento. La Agricoltura esaminerà la risoluzione sugli obiettivi del Piano Strategico Nazionale nel quadro della nuova PAC e, in sede di comitato ristretto, le pdl sui danni provocati dalla fauna selvatica. 



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