La Commissione approva la manovra ma critica le norme su Pos, fisco e pensioni

Come annunciato, ieri è arrivato il giudizio di Bruxelles sulla manovra economica: è positivo sebbene ci siano dei passaggi di critica sulle riforme strutturali, a partire dalla riforma fiscale, ma anche sui costi del sistema pensionistico. Il giudizio della Commissione Ue, comunque, è “complessivamente positivo, con alcuni rilievi critici”, ha sottolineato il Commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni: il Governo ha raccolto l'invito di Bruxelles alla prudenza e a tenere sotto controllo la spesa corrente. La manovra, del resto, è stata messa a punto in un solo mese dal nuovo esecutivo “immagino con diverse richieste alle quali far fronte” ma insomma, “c'è un equilibrio”. Purtuttavia il giudizio della Commissione non fa sconti sconti sui temi più dibattuti come l'innalzamento del tetto al contante da 2mila a 5mila euro, i limiti per il Pos a 60 euro e la rottamazione delle cartelle esattoriali: misure che “non sono in linea” con le raccomandazioni specifiche per l'Italia sulla lotta all'evasione fiscale

“Nel complesso, la Commissione ritiene che il progetto di bilancio dell'Italia sia in linea con gli orientamenti di bilancio contenuti nella raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022”. Le ipotesi macroeconomiche del Governo sembrano “plausibili” e convince la valutazione sull'impatto delle misure. Gentiloni ha però invitato a non “contraddire o capovolgere” gli obiettivi del Pnrr con la manovra: “Ne stiamo discutendo con le autorità italiane”. La premier Giorgia Meloni si è detta particolarmente soddisfatta del giudizio: “Conferma la bontà del lavoro del Governo italiano, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta. In questa direzione continueremo a lavorare nell'interesse dei cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese”. “Grande soddisfazione” ha espresso anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: “Abbiamo smentito i gufi nazionali: serietà e responsabilità pagano e continueranno a essere alla base di ogni nostra decisione”. Applausi all'Italia anche dal vice presidente della Commissione e falco Valdis Dombrovskis: “Dovrebbe tenere sotto controllo la spesa corrente e mantenere il ritmo delle riforme e degli investimenti”. 

Prima dell'alba poi è arrivato il via libera Ue al finanziamento di RepowerEu, il piano che consentirà ai singoli Paesi di avere nuove risorse da aggiungere ai loro Pnrr per combattere il caro energia e ridurre la dipendenza dalla Russia. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen aveva indicato che per l'Italia valeva 9 miliardi, ma la cifra finale potrebbe essere ben più bassa, visto che l'accordo finale non include i fondi di coesione e sarebbe comunque ancora in corso il confronto. Nell'intesa finale è invece incluso un finanziamento dal fondo per l'innovazione per 20 miliardi complessivi dalla vendita delle quote di emissione (Ets). 

La maggioranza cerca l’intesa sulla manovra. Reddito di cittadinanza nel mirino

Nella maggioranza si tratta per allargare le maglie della legge di bilancio ma resta sempre dirimente il nodo delle risorse, tanto che spunta l'ipotesi di una stretta ulteriore sul reddito di cittadinanza annullando l'agevolazione per gli under40 come ipotizzato anche in un emendamento del Terzo Polo. Il Governo continua a tessere la tela della manovra e, nel frattempo, scioglie la questione dei crediti d'imposta maturati sul Superbonus con la possibilità che le cessioni a banche e assicurazioni passino da due a tre. In arrivo anche la proroga al 31 dicembre per chi ha già deliberato i lavori entro il 25 novembre. Ma il tempo stringe e continua il confronto interno tra i partiti della maggioranza, tanto che il centrodestra, riunito, arriva a rompere l'etichetta parlamentare non presentandosi in Commissione e incorrendo in un incidente che manda su tutte le furie le opposizioni. Il Pd, insieme a M5S e Avs arrivano ad occupare la presidenza per protesta e la maggioranza è costretta a scusarsi. Contro la manovra va giù duro il leader M5S Giuseppe Conte: “Se non l'avessimo vista nero su bianco non avremmo creduto a una manovra così misera. Da chi si definisce patriota ci saremmo aspettati misure a sostegno dell'Italia”. 

La maggioranza, in ogni caso, è alle prese con diversi nodi ancora da sciogliere e il menu delle richieste è davvero ampio, a partire, appunto, dal fronte delle pensioni. Forza Italia non è intenzionata in alcun modo ad arretrare nella battaglia sull'innalzamento delle pensioni minime: per gli azzurri è imprescindibile, ribadisce il capogruppo in Bilancio Roberto Pella, come lo sono gli aumenti della decontribuzione sulle assunzioni degli under 35. Nel frattempo, il Governo lavora anche per mantenere aperto il filo con la parte più dialogante dell'opposizione, il Terzo Polo: oltre all’accordo su Industria 4.0, alla maggioranza piace un emendamento che blocca il reddito di cittadinanza per gli under40. Resta ancora da capire come andrà a finire la questione della soglia sotto la quale scatta la multa se non si dà la possibilità di utilizzare il Pos: l'ultima cifra circolata è quella di 40 euro ma la misura sarebbe ancora in via di definizione. 

Intanto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti anticipa che “sono allo studio interventi” per facilitare il “prelievo di contante tramite il convenzionamento con esercizi commerciali diffusi sul territorio”. Novità potrebbero arrivare sul fronte della famiglia: Noi Moderati fa infatti sapere che accanto all'estensione, quasi scontata, del mese in più di congedo all'80% anche ai papà, potrebbe trovare spazio anche la proposta, sempre dei centristi, di alzare tutto o parte di quello attualmente previsto al 30%. Intanto sul fronte Superbonus arriva l'emendamento del Governo al decreto aiuti quater sullo sblocco dei crediti d'imposta già maturati con la garanzia pubblica attraverso la Sace. 

Al via l’ultimo Consiglio Ue dell’anno. Si parlerà di energia, Ucraina e migranti

Oggi inizierà l’ultimo Consiglio Ue dell'anno, il primo per la Premier Giorgia Meloni. I lavori cominceranno alle 9.30 per concludersi probabilmente in tarda serata. Tra le voci principali in agenda ci sono la questione energetica, la riforma strutturale del mercato elettrico che diversi Paesi chiedono alla Commissione di accelerare, e il difficile accordo, vicino ma non ancora raggiunto, sul tetto al prezzo del gas, punto sul quale l'Italia insiste molto, affiancata dai Paesi del Sud dell'Europa. Il Consiglio Ue ne discuterà certamente, ma i negoziati tecnici sugli ultimi parametri da definire sono stati affidati ai ministri dell'Energia, con la capace regia della presidenza di turno ceca, e le attese sono che si arrivi finalmente all'accordo durante la prossima riunione ministeriale di lunedì 19 dicembre. In particolare, resta da concordare la soglia di prezzo del gas (che l'Italia vorrebbe sotto i 200 euro per MWh), oltre la quale scatterebbe, dopo qualche giorno di sforamento, il “meccanismo di correzione del mercato”. I capi di Stato e di Governo, quindi, nelle loro conclusioni solleciteranno il Consiglio a finalizzare l'accordo entro lunedì. 

L'Italia ritiene che il price cap sia una “priorità per i cittadini e le imprese di tutto il continente” e chiede che il tetto abbia “una soglia sufficientemente ridotta, un'ampiezza di applicazione significativamente estesa, e una tempistica di attivazione capace di rispondere repentinamente alle speculazioni di mercato”. Per il Governo, inoltre, è importante che “i Paesi che hanno meno spazio di bilancio non vengano lasciati soli alle prese con lo sforzo economico-finanziario per contenere l'impatto della speculazione sui prezzi del gas” e che vengano resi “disponibili il prima possibile fondi europei per aiutare famiglie e imprese, assicurando il giusto grado di flessibilità sull'utilizzo”. 

I capi di Stato e di Governo non mancheranno, naturalmente, di riaffermare il loro sostegno all'Ucraina, come ha ribadito anche nelle sue comunicazioni in Parlamento Giorgia Meloni. Si discuterà anche del sostegno militare a Kiev: è stato già accettato l'aumento delle risorse messe a disposizione dagli Stati membri nello European Peace Facility, il fondo da 5,8 miliardi di euro che doveva essere utilizzato per sei anni a livello globale e che ha finanziato in un solo anno 4 miliardi di euro di aiuti militari a Kiev. E sarà anche un'occasione per continuare il discorso sui fondi per la difesa comune e lo sviluppo di capacità industriali coordinate nel settore. 

Altro tema centrale del vertice sarà, durante la discussione sulle relazioni transatlantiche, quello della risposta europea alI’inflation Reduction Act americano, che rischia di alterare pesantemente le condizioni di concorrenza fra le due economie, con massicce sovvenzioni pubbliche di Washington per le proprie imprese, soprattutto nel settore della transizione verde. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, d’altra parte, ha riconosciuto “il rischio che la legge sull'inflazione Usa porti a una concorrenza sleale” e che per questo “serve una risposta europea”. C'è, infine, un altro tema che, pur non ufficialmente in agenda, rischia di irrompere nel vertice, ed è quello dei migranti, non soltanto per le tensioni tra Italia e Francia, che sembrano per ora allentate, dopo il caso Ocean Viking. Alcuni Paesi del Nord (Austria, Belgio, Olanda), durante la discussione sul Vicinato Meridionale, intendono porre la questione dei movimenti secondari dei migranti irregolari che cercano di raggiungere Stati membri diversi da quelli di primo arrivo, un terreno su cui si rischia il muro contro muro, visto che i Paesi del Mediterraneo, Italia in testa, ritengono invece che il tema flussi vada trattato complessivamente. 

Alla Camera

Dopo che ieri ha approvato definitivamente il decreto di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento d’iniziative della NATO, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria nonché di Commissioni presso l’Aifa, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. L’Aula di Montecitorio riprenderà i propri lavori martedì prossimo alle 10.30 per la discussione sulla legge di bilancio 2023 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali alle 13.00 audirà il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli sulle linee programmatiche del suo dicastero. La Giustizia esaminerà il decreto relativo divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, agli obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e alla prevenzione e contrasto dei raduni illegali, il cosiddetto decreto anti-rave. La Bilancio dovrebbe iniziare i primi voti degli emendamenti sulla legge di bilancio 2023 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. Alle 13.00 la Cultura, assieme alla rispettiva del Senato, proseguirà il confronto sulle linee programmatiche del Ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 15.00, quando svolgerà le interrogazioni a risposta immediata. Le Commissioni, invece, non terranno seduta.



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social