Sulla riforma della Giustizia Draghi chiama i leader, Conte compreso

Mario Draghi richiama la maggioranza all'unità e chiede di non avere defezioni su quelle riforme che devono essere portate avanti, senza se e senza ma, a partire dalla riforma Cartabia della Giustizia che deve viaggiare veloce senza intoppi. Non è un “va approvata così com'è”, piuttosto un “non perdiamo tempo per piazzare bandierine” che ostacolerebbero un percorso eccezionale come quello del Recovery Fund. La tabella di marcia è fitta e la riforma del processo penale, che in Consiglio dei ministri ha incassato l'unanimità, deve fare il suo iter parlamentare, ma non essere sommersa da emendamenti che la soffocherebbero. Ecco allora l'incontro di martedì con il segretario del Pd Enrico Letta e con Antonio Tajani, coordinatore e vicepresidente di Forza Italia. Ieri il confronto con il leader della Lega Matteo Salvini che una nota sintetizza: “Durante il colloquio sono stati affrontati temi legati alle riforme, con particolare riferimento agli interventi sulla giustizia, la concorrenza e il fisco, alle prospettive economiche generali e all'evoluzione del quadro epidemiologico del Paese”. 

Il nodo giustizia, soprattutto con i mal di pancia provenienti dal M5S, deve essere sciolto. E non è un caso che dopo i colloqui con i tre vertici politici, i partiti in Commissione Giustizia della Camera, abbiamo chiesto di confermare l'approdo in aula del ddl per il 23 luglio: “Rispettare la calendarizzazione” è stato l'imperativo da parte del Pd, Fi e Lega mentre al contrario M5S e FdI hanno chiesto più tempo e un’aggiunta di riflessione. Il problema restano comunque i 5 Stelle che, dopo la contrariata di Giuseppe Conte soprattutto sulla modifica alla prescrizione, rischiano di trasformarsi in una mina vagante, cosa il premier vuole evitare nel modo più assoluto. Ecco perché Draghi ha chiesto un incontro, per la prossima settimana, al leader in pectore del M5S Giuseppe Conte, un appuntamento cruciale per sbloccare la partita della giustizia.  

L’ipotesi dell’estensione del green pass alla francese agita la maggioranza

La decisione di Emmanuel Macron sul green pass divide le forze politiche. Nella maggioranza che sostiene il Governo Draghi le posizioni sono diverse, quasi antitetiche, e per questo motivo servirà una mediazione. A tracciare la linea è Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari Regionali: si valuterà un “estensione” ad altri servizi “nella logica chiave di incentivare il più possibile le vaccinazioni” ma senza “inseguire modelli stranieri”; gli occhi sono puntati sulla curva dei contagi, ma è difficile ipotizzare un obbligo alla francese ovvero esteso anche a bar e ristoranti, non solo ai grandi eventi. Matteo Salvini non ne vuole proprio sentire parlare: “Non devi tirare fuori siringa o tampone per andare a bere un cappuccino o mangiare una pizza. Se ci sono eventi particolarmente affollati, come può essere allo stadio, ci può essere una richiesta di controlli sacrosanta ma il vaccino deve essere una scelta consapevole non un obbligo”, spiega dopo aver incontrato il premier Mario Draghi. La linea Macron piace invece a Pd, e Italia Viva mentre a chiedere chiarezza sono in primis i governatori delle regioni.  

“Serve equilibrio, il nostro scopo è salvaguardare la salute dei cittadini e le attività economiche”, argomenta il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Allo stesso tempo, sempre dai territori, si rinnova la richiesta di cambiare i parametri delle zone basandosi non sui contagi ma sulle ospedalizzazioni: con l'attuale situazione pandemica infatti, salvo cambi in corsa, molte Regioni diventerebbero in breve tempo a rischio zona gialla in piena estate. Le due questioni sono legate e, a quanto filtra, Palazzo Chigi intende affrontarle in maniera sistemica, con le orecchie attente ai consigli del Cts. La prossima settimana dovrebbe tenersi una cabina di regia per fare un quadro della situazione. Ma sul Green Pass anche all'interno dello stesso ministero della Salute le posizioni non sono convergenti: il sottosegretario Pierpaolo Sileri parla di “scelta giusta” effettuata dalla Francia che dovrebbe essere riproposta pure in Italia ma la pensa in maniera opposta il collega Andrea Costa secondo cui “con i dati attuali” prevederlo per un caffè al bar o una pizza al ristorante è “eccessivo” perché i dati su ospedalizzazioni e terapie intensive restano “confortanti”. 

Si tratta sulla data del voto per le amministrative, ipotesi 26/9 o 3/10

Si tratta sulla data del voto dei 1304 comuni italiani chiamati a rinnovare i vertici amministrativi in autunno. La scelta potrebbe cadere sull'ultima domenica di settembre, il 26, o in alternativa sulla prima di ottobre, il 3. Anche su questo la maggioranza è però già divisa: il Pd spinge per anticipare le urne mettendo al riparo le elezioni dal rischio Covid mentre il leader della Lega Matteo Salvini punta tutto sul 10 ottobre. L'ultima parola ufficialmente spetta al Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese che prima porterà la proposta in Consiglio dei ministri; il tempo stringe e in molti si aspettano una scelta nell'arco della prossima settimana-dieci giorni. A disposizione c’è un arco temporale ristretto: la finestra elettorale va dal 15 settembre al 15 ottobre, come deliberato dalle Camere; anticipare l'apertura delle urne viene giudicata “un'idea ragionevole” dal Nazareno che spiega questo orientamento come una scelta dettata dalla prudenza: i contagi, in particolare quelli dovuti alla variante Delta, stanno aumentando velocemente e si vuole evitare il rischio di ulteriori slittamenti considerando che il rinnovo dei Consigli comunali arriva già con cinque mesi di ritardo. “Bisogna essere rigorosi e in linea con le valutazioni sanitarie”, è la convinzione del responsabile enti locali del Pd Francesco Boccia

Nel mirino Salvini che, a margine dell'incontro con il premier Mario Draghi, ha stoppato qualsiasi ipotesi di anticipo: “Far le elezioni a settembre vuol dire fare le liste a ferragosto. Dai, non scherziamo. Si vota il 10 ottobre”. Eppure “tutti” i sindaci, osserva sempre Boccia, pretendono la “certezza dello svolgimento delle elezioni e evitare ulteriori slittamenti”. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, i candidati sindaci per il centrosinistra a Bologna e Torino Matteo Lepore e Stefano Lo Russo, ma anche Paolo Damilano, candidato del centrodestra a Torino, si sono detti a favore: “Appoggio la proposta di anticipare il voto alla fine di settembre. Mi sono confrontato con il sindaco di Milano ed entrambi siamo convinti che la situazione epidemiologica suggerisca una revisione dei tempi”, afferma proprio Damilano, anche perché c’è da fare i conti con i ballottaggi, che altrimenti rischiano di essere fissati a fine ottobre, troppo tardi secondo molti. Ad orientare le scelte potrebbe arrivare il parere del Comitato tecnico scientifico

L’Aula del Senato

L’Assemblea del Senato riprenderà i propri lavori alle 9.30 con l’esame del disegno di legge per il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità, il cosiddetto ddl Zan. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali con la Giustizia esaminerà il decreto per il rafforzamento della capacità amministrativa delle Pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia. La Bilancio esaminerà il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 e le disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021. La Finanze dibatterà i ddl per il recupero dei crediti in sofferenza, i ddl per l’istituzione dei certificati di compensazione fiscale, il ddl relativo all’imposta di registro sugli atti giudiziari e quello sul rapporto di conto corrente. La Territorio esaminerà il ddl cosiddetto salva mare. 

L’Aula della Camera

Dopo che ieri ha approvato in prima lettura il decreto sostegni bis, l’Aula della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame della relazione sulla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per il 2021 e la relazione analitica sulle missioni internazionali in corso. A seguire esaminerà la pdl per la ridefinizione della missione e dell’organizzazione del sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia d’insindacabilità nei confronti di Monica Faenzi, la pdl di modifica al codice delle pari opportunità tra uomo e donna in materia di rapporto sulla situazione del personale, le mozioni per il rilancio del sito produttivo Whirlpool di Napoli e la salvaguardia dei relativi livelli occupazionali. Successivamente dibatterà sulla pdl in materia di equo compenso delle prestazioni professionali e sulla proposta di legge per la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l’anno 2021 in conseguenza dell’epidemia di COVID-19. 

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Trasporti, esaminerà il decreto per la definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e l’istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. La Giustizia dibatterà sullo schema di decreto ministeriale per l'accertamento dell'esercizio della professione forense e sulla pdl per l’accesso alla professione forense e sulla pdl per la tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori. La Commissione Esteri, con la Affari Sociali, discuterà la proposta di istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'OMS per evitarne la propagazione nel mondo. La Difesa proseguirà il ciclo di audizioni sulla pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica, della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto difesa. 

L’Ambiente, con la Trasporti, esaminerà lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per l'individuazione di ulteriori interventi infrastrutturali da realizzare e sui Commissari straordinari individuati per ciascuna opera. La Affari Sociali esaminerà la legge delega per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. La Agricoltura esaminerà la pdl per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico e la pdl sulla disciplina della pesca ricreativa in mare e disposizioni per la salvaguardia della fauna ittica e dell'ecosistema marino. Infine la Politiche dell’Ue dibatterà sulla relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2021 e quella consuntiva per l'anno 2020.

 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social