Draghi trova l’intesa in Cdm sui balneari, ma Lega già si smarca
Mario Draghi porta in Consiglio dei ministri la riforma dei balneari: sarà un emendamento al disegno di legge per il mercato e la concorrenza a sancire la scadenza al 31 dicembre 2023 delle concessioni in atto, mentre un disegno di legge delega impegna il Governo, entro sei mesi, ad adottare uno o più decreti legislativi per semplificare la nuova disciplina. L'obiettivo è quello, grazie alle gare e al nuovo regime di concorrenza, di migliorare i servizi offerti e contrastare il caro ombrellone. Tra i “principi e i criteri direttivi” individuati dal Governo ci sono “l’adeguato equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere o libere attrezzate”, nonché “la costante presenza” di varchi specifici che consentano il “libero e gratuito” accesso al mare. Le gare saranno indette “nel rispetto dei principi d’imparzialità, non discriminazione, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità, da avviare con adeguato anticipo rispetto alla loro scadenza”. Prevista anche “un'adeguata considerazione degli investimenti” fatti e “della professionalità acquisita”, ferma restando, però, la necessità di “non precludere l’accesso al settore di nuovi operatori”.
Previste poi, specifiche tutele per chi negli ultimi anni ha utilizzato la concessione “quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”, e una “clausola sociale” che mira a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato nell’attività del concessionario uscente. C’è poi il divieto di fare proroghe o rinnovi anche automatici, mentre la durata della concessione sarà calibrata su un periodo non superiore a quanto strettamente necessario per garantire l'ammortamento e l'equa remunerazione degli investimenti autorizzati. Possibile anche la previsione di un indennizzo da riconoscere al concessionario uscente e a carico del subentrante in caso di mancato ammortamento degli investimenti realizzati, mentre andrà definito un numero massimo di licenze di cui può essere titolare, in via diretta o indiretta, uno stesso soggetto.
La partita vede i partiti, ancora una volta, distanti, tanto che ai Ministri serve una pausa tecnica durante la riunione del Governo per esaminare la riforma, che poi però viene approvata all'unanimità. In realtà, almeno per quel che riguarda la Lega, è un sì che rimanda tutto al Parlamento: “Il testo approvato dal Cdm è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie all’accoglimento di alcune nostre proposte. Ora siamo già al lavoro, anche con le associazioni del settore, per cambiare e migliorare il testo in Parlamento” dice chiaro Gian Marco Centinaio, sottosegretario Mipaaf, mentre Matteo Salvini annuncia che già oggi incontrerà i rappresentanti d’imprenditori e lavoratori del settore. “Inammissibili” per il Pd “doppiezza e inaffidabilità” dimostrate dalla Lega: “Prima i Ministri leghisti approvano il testo in Cdm e cinque minuti dopo Matteo Salvini lo rimette in discussione preannunciando presunte migliorie parlamentari. Per noi vale la posizione assunta in Consiglio dei ministri all’unanimità. Non sono ammissibili giochini politici”, tuona il responsabile economia Antonio Misiani. E se il M5S giudica “soddisfacente” l'impianto complessivo del testo e le gare “formalmente” sbloccate, durissima la reazione di FdI: “Oggi in Consiglio dei Ministri si è consumato il primo atto di un esproprio ai danni di trentamila imprese balneari che avrà durissime conseguenze economiche e sociali”, attacca Giorgia Meloni.
La Consulta boccia il referendum sull'eutanasia. Ora tocca al Parlamento
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto dall'Associazione Coscioni sull'eutanasia, quindi niente referendum. Invece è attesa per oggi la pronuncia sugli altri sette referendum: uno riguarda la depenalizzazione della cannabis, che vede tra i promotori ancora l'Associazione Coscioni con +Europa, Radicali Italiani, Possibile, PaP e Prc e una lunga serie di associazioni, gli altri 6 sono tutti sulla giustizia e stavolta a raccogliere le firme sono stati i Radicali e la Lega, cui poi si sono uniti nove consigli regionali tutti di centro-destra. Ci sono volute tre ore di Camera di consiglio per arrivare alla decisione sull'eutanasia. La sentenza sarà depositata solo nei prossimi giorni. Ma intanto l'ufficio stampa della Corte ha anticipato le motivazioni: la Consulta ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, “a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”. Insomma, se vincessero i sì le norme che resterebbero in piedi non assicurerebbero la tutela minima delle persone più deboli e più esposte.
Immediata le reazione di Marco Cappato: “Questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile”. Anche sul fronte politico sono in tanti a rammaricarsi, per primo Matteo Salvini: “Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”. Sul punto non ha dubbi il leader del Pd Enrico Letta: “La bocciatura da parte della Corte Costituzionale del referendum sull'eutanasia legale deve ora spingere il Parlamento ad approvare la legge sul suicidio assistito, secondo le indicazioni della Corte stessa”. Secondo Giuseppe Conte c’è ora un “imperativo politico e morale di dare risposte. La grande partecipazione alla raccolta di firme lo impone al Parlamento”. Paola Binetti si felicita: “È passata la nostra linea: sulla vita non si vota. Mi auguro adesso che la Camera agisca coerentemente con le decisioni prese dalla Corte”
Conte tenta il rilancio aprendo il dibattito interno sui referendum
Il Movimento 5 Stelle si prepara alla campagna sui referendum. Su questo fronte Giuseppe Conte cerca di tornare in sella in attesa che a livello formale si superi l'ordinanza del Tribunale di Napoli. In attesa che i giudici si pronuncino sul ricorso presentato dai legali pentastellati, l'ex premier ha convocato un'assemblea congiunta per tracciare la linea del suo partito: il tema su cui dimostrare la sua leadership politica è la campagna referendaria su giustizia e cannabis. Già nella riunione preparatoria con i capigruppo in Commissione, Conte aveva esposto la necessità di ragionare per non schierarsi su tutti gli argomenti dalla parte del no.
Mentre il leader parla, però, arriva dalla Consulta la notizia dell'inammissibilità del quesito sul fine vita, quindi Conte passa a rilanciare il ruolo del Parlamento per approvare finalmente una legge sul fine vita. Sulla cannabis, invece, la linea è ben chiara: “Il quesito mi sembra abbastanza consonante” con la posizione del Movimento, e questo “ci spinge ad abbracciare convintamente questo quesito referendario”, anche se, specifica, “la strada maestra è quella di una disciplina organica, articolata”. Perché “ci aspettano settimane di dibattito, bisogna afferrare certi concetti. Ad esempio il quesito non distingue tra maggiorenni e minorenni, questa potrebbe essere una sensibilità sociale abbastanza diffusa e condivisa, quella di fare delle differenziazioni e di non consentire ai minorenni la coltivazione delle piante di cannabis. Nel nostro testo questa distinzione c'è”. Sui referendum sulla giustizia la posizione del M5S sembra fortemente orientata verso il no a tutti i quesiti: Giuseppe Conte ha più volte ribadito l’importanza delle norme della cosiddetta legge Severino e la netta contrarietà alla separazione delle carriere.
L’Aula del Senato
Dopo che ieri ha approvato all’unanimità la mozione relative al Nutri-Score e al piano al decennale Farm to fork, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare alcuni documenti definiti dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari in materia di insindacabilità.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl sulle imprese sociali di comunità, il ddl sull’inserimento dello sport in Costituzione, il ddl di modifica della disciplina della Corte dei conti e il ddl per l’equilibrio di genere nelle cariche pubbliche. La Giustizia si confronterà su diversi disegni di legge relativi alla distribuzione territoriale degli Uffici giudiziari, sulla proposta d’istituzione di una commissione d'inchiesta sull'uso politico della giustizia, sul ddl relativo al turismo riproduttivo, sul ddl relativo alla costituzione e al funzionamento del Consiglio superiore della magistratura, sul ddl sui tempi del procedimento penale e sul disegno di legge per il recupero degli autori di violenze. A seguire esaminerà il ddl sull’equo compenso per le prestazioni professionali e il ddl sulla riproduzione fonografica e audiovisiva degli atti processuali. La Commissione Bilancio esaminerà il cosiddetto decreto sostegni ter il cui termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per lunedì prossimo alle 15.00. La Istruzione esaminerà il ddl per la promozione dei cammini come itinerari culturali. La Agricoltura ascolterà i rappresentanti dell'Associazione nazionale imprese salute animale (AISA) sul recepimento del Regolamento Ue in materia di medicinali veterinari. La Industria esaminerà la legge annuale per la concorrenza, l’Atto europeo per l’efficace risposta all'aumento dei prezzi dell'energia, il ddl di disciplina dell'attività di perito assicurativo e il ddl per la tutela e sviluppo dell’artigianato artistico. La Territorio esaminerà il disegno di legge sulla rigenerazione urbana.
L’Aula della Camera
Dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 15.00 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Dalle 16.30 voterà la fiducia sul decreto, già approvato dal Senato, di proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19. A seguire ne esaminerà gli ordini del giorno per poi passare all’approvazione definitiva del provvedimento.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Bilancio, dibatterà sul decreto mille proroghe. La Giustiziadiscuterà la proposta di legge sui benefìci penitenziari per i condannati per reati c.d. ostativi. La Cultura alle 13.45 ascolterà il Ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi sulla relazione sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) riferito all'anno 2021. La Trasporti alle 14.00 ascolterà il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannininell'ambito dell'esame del Documento strategico della mobilità ferroviaria di passeggeri e merci. La Lavoro ascolterà l'Associazione sindacale nazionale dei datori di lavoro domestico (Assindatcolf), Confapi, Confcommercio e Confesercenti nell'ambito dell'esame delle proposte di legge sulle prestazioni di lavoro accessorio e riprenderà la discussione sulle pdl per la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. La Affari Sociali esaminerà il decreto per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore.