Draghi ha finito le consultazioni dei partiti sulla manovra e lavora al tesoretto

Finito il giro di consultazioni con i partiti Mario Draghi ha convocato per oggi a Palazzo Chigi i sindacati, con l'obiettivo di chiudere la partita sulla manovra, magari utilizzando per un aggiustamento il tesoretto reperito dalla riforma fiscale che ammonterebbe intorno agli 800-900 milioni di euro. Dopo gli incontri dei giorni scorsi, ieri a Palazzo Chigi sono arrivati i gruppi delle Autonomie, di Coraggio Italia, di Italia viva e di Leu; il premier e i Ministri Daniele Franco e Federico D'Incà hanno incassato un sostanziale apprezzamento (soprattutto dalle prime tre formazioni) e raccolto le varie richieste. “Abbiamo ascoltato le istanze di tutte le forze politiche che sostengono il Governo. Tutte le proposte saranno oggetto di un lavoro di sintesi così da rendere il documento condiviso nel modo più ampio”, scrive su Facebook D'Incà. Obiettivo è quello di sminare il terreno dalle tensioni, visti anche i tempi stretti e la valanga di emendamenti: quelli presentanti in Commissione sono 6.290 ma su questa enorme massa, spiegano fonti parlamentari di maggioranza, si sta lavorando per cercare di arrivare a circa 500 proposte di modifica segnalate dai gruppi e su cui si concentrerà l'esame della Commissione Bilancio. 

Nel merito del provvedimento, l'accordo sul fisco era stato trovato, ma sul tema tutti i partiti, più o meno, in questi tre giorni d’incontri hanno chiesto aggiustamenti; tra gli altri, Leu chiede un maggiore taglio per le fasce più basse, la Lega rilancia la flat tax, Iv la decontribuzione dei lavoratori. Altra priorità segnalata da tutti, e che lo stesso Draghi ha ben presente, è quella del caro bollette. Proprio su questi due fronti, secondo quanto si apprende, potrebbe concentrarsi un intervento aggiuntivo basato sul tesoretto: parte dei fondi potrebbe andare alla riduzione dei costi di gas e luce, parte a un ulteriore intervento sul cuneo fiscale, una soluzione proposta anche da Italia viva. Da trovare anche una quadra sul reddito di cittadinanza, su cui le opinioni variano dal Carroccio che vorrebbe se non abolirlo restringerne di molto le maglie, ai pentastellati che dicono “mai un ridimensionamento” passando per il Pd che apre a modifiche mantenendo però l'impianto. Altro tema è il superbonus 110%: tutti i partiti lo sostengono, ma tornare indietro sulle modifiche apportate sembra difficile. 

Draghi convoca i Sindacati a palazzo Chigi

Il Governo è al lavoro per inserire in legge di bilancio una riduzione del cuneo fiscale per aiutare i redditi più bassi, meno toccati dal taglio dell'Irpef, una misura che sembra venire incontro anche alle richieste dei sindacati, dopo la rottura del tavolo al ministero dell'Economia. Sul piano politico un segnale di apertura Mario Draghi l’ha inviato con la convocazione, questa mattina, di Cgil, Cisl e Uil a Palazzo Chigi per un nuovo confronto sulla manovra, prima del rush finale in Parlamento. Questa mattina il Premier, assieme ai Ministri Daniele Franco e Andrea Orlando cercherà di trovare un’intesa in extremis, che sarà certamente utile per l’avvio, la prossima settimana, del confronto sulle pensioni. Scongiurare rotture, per Palazzo Chigi, è essenziale per evitare che il percorso di esame della legge di bilancio al Senato, già in enorme ritardo, diventi un calvario: un segnale sui contributi parlerebbe a tutti, da Leu a Fdi, dai sindacati a Confindustria. 

Il leader della Cgil Maurizio Landini in un'intervista al Corriere della Sera è molto chiaro: “Spero si apra un vero tavolo di confronto, perché finora ci hanno solo informati delle intese raggiunte nella maggioranza. Ma noi rappresentiamo i lavoratori dipendenti e i pensionati che, osservo, pagano l'85% dell'Irpef. Cgil, Cisl e Uil hanno già in corso una serie di iniziative di mobilitazione sul territorio e nelle categorie. Valuteremo il da farsi dopo l'incontro. Senza risultati, dovremo inasprire le forme di mobilitazione. Lo sciopero generale non è un fine, ma un mezzo cui il sindacato ricorre quando tutti gli spazi di confronto sono chiusi. A partire da domani, vogliamo un tavolo e risultati su fisco, pensioni, lavoro”. Per Landini “nella manovra ci sono alcune cose importanti, come l'avvio della riforma degli ammortizzatori, l'aumento della spesa per la sanità pubblica, e le risorse per i contratti pubblici. Ma su fisco, pensioni, scuola, precarietà e politiche industriali non ci siamo ancora, servono dei cambiamenti”. 

C’è tensione nel M5S. Di Maio media e rilancia il ruolo del Movimento

L’apertura al 2 per 1000 è solo l'inizio: il Movimento 5 Stelle si prepara per il grande salto, qualcuno dice verso la definitiva trasformazione in partito tradizionale, altri invece sostengono verso un futuro più strutturato. La verità, forse, sta nel mezzo, anche se non mancano gli scontri interni. Per sciogliere i dubbi servirà tempo e il contributo di tutti, e in questo senso sarà importante che figure di primo piano come Luigi Di Maio proseguano nell'opera di mediazione. “Sul 2 per 1000 il 72% degli iscritti ha votato sì. È chiaro che in questo momento storico il Movimento, come tutte le altre forze politiche, sta affrontando questa nuova fase. La pandemia ha cambiato tanto, anche l'offerta politica”, rassicura l'ex capo politico. Per il Ministro degli Esteri “L'azione politica che sta portando avanti Giuseppe Conte è soprattutto quella di dare una struttura”, dunque, non è il momento di mettere in discussione la sua leadership è il messaggio.

Ma i nodi da sciogliere sono tanti. A partire dal capitolo delle alleanze, ancora maldigerite da un pezzo di truppe. Ma Di Maio ha una convinzione: “I sondaggi dicono che ci sono quattro forze politiche in un fazzoletto di voti, credo che il M5S può ambire benissimo, sotto la guida di Conte, a diventare leader della coalizione”. Un test fondamentale sarà quello dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Conte ha fatto una parziale marcia indietro schierandosi con chi ritiene più utile e proficua la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi, eppure resta in piedi, per dirla con le parole di Di Maio, il derby tra “chi vuole arrivare a scadenza naturale della legislatura e chi, invece, usa l'elezione del capo dello Stato per andare a votare prima”. Per le urne c'è tempo, intanto i Cinque Stelle aspettano la risposta sul superamento di un altro tabù: il tetto dei due mandati, con buona pace del co-fondatore Beppe Grillo. Intanto, a stretto giro i pentastellati dovranno scegliere il nuovo capogruppo alla Camera: le elezioni sono fissate per il prossimo 9 dicembre, con deadline il 6 per la presentazione delle candidature; l'unica ufficiale, al momento, è quella dell'uscente Davide Crippa, ma sullo sfondo potrebbe arrivare quella di Angelo Tofalo.

La von der Leyen apre al confronto sull'obbligo vaccinale

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen apre all'obbligo vaccinale. O almeno a discuterne: “L'obbligo vaccinale è pura competenza degli Stati membri, non sta a me dare raccomandazioni ma la mia opinione personale è che due o tre anni fa non avrei pensato di assistere a ciò che vediamo oggi. Abbiamo questa orribile pandemia, abbiamo vaccini salvavita che non vengono usati in modo adeguato dappertutto, con un enorme costo per la salute pubblica”, ha spiegato von der Leyen nella conferenza stampa in cui ha presentato la nuova strategia dell'Ue contro la pandemia di Covid e in particolare contro la variante Omicron. “In Ue il 77% degli adulti è vaccinato, questo significa che un terzo non lo è. Sono 150 milioni di persone, e sono molte. Non tutti possono essere vaccinati. Penso che sia comprensibile e appropriato parlare dell'incoraggiamento, dell'obbligo, a vaccinarsi con un approccio comune”, ha aggiunto. Al momento solo Austria e Germania hanno mostrato la volontà di imporre la vaccinazione a tutta la popolazione. 

Von der Leyen, intanto, ha rilanciato l'allarme sul rischio rappresentato dalla variante Omicron: “Non ne sappiamo molto ma ne sappiamo abbastanza per essere preoccupati”, ha spiegato, “Dalla nostra esperienza con Delta sappiamo che è una corsa contro il tempo. Ci vorranno due-tre settimane per avere i dati sulla variante e dobbiamo fare del nostro meglio in questo tempo in attesa per fare di tutto”, ha aggiunto. Se sarà necessaria la modifica dei vaccini “ci vorranno cento giorni per farlo”, ha chiarito. La linea della Commissione è quella della prevenzione: “Speriamo per il meglio, ma siamo pronti al peggio”. E la soluzione sono i vaccini: l'Unione ne ha abbastanza per soddisfare le richieste per i richiami. “Avremo 360 milioni di dosi di vaccini mRna che ci verranno consegnate entro la fine del primo trimestre. Questo vuol dire che tutti i cittadini europei potranno avere una dose di richiamo”, ha annunciato la leader Ue. E le dosi Pfizer-BioNTech per i bambini (5-11 anni), che sono state autorizzate dall'Ema la scorsa settimana, saranno disponibili dal 13 dicembre.

L’Aula del Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per confrontarsi sul decreto relativo alle misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili. Provvedimento su cui il Governo è intenzionato a mettere la fiducia.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sul ddl di modifica alla disciplina relativa alla Corte dei conti. La Difesa si confronterà su alcuni schemi di decreti per l’acquisizione di diverse tipologie di sistemi d’arma. La Agricoltura, assieme alla Politiche dell’UE della Camera, ascolterà il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli in merito al percorso di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e alla definizione del Piano strategico nazionale (PSN) nell’ambito della nuova politica agricola comune (PAC). 

L’Aula della Camera

Dopo che ieri ha approvato definitivamente il decreto per l’accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l’organizzazione di pubbliche amministrazioni e di protezione dei dati personali, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame della proposta di legge per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo e della mozione sulle iniziative in relazione al caso di Julian Assange.

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà il confronto sul ddl per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Associazione Chiesa d'Inghilterra, sulla pdl per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista. Esaminerà poi la pdl per il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità, e la pdl sui controlli sulla detenzione di armi da fuoco e per il rilascio e il rinnovo della licenza di porto d'armi. 

La Giustizia si confronterà sulla proposta di legge delega per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura. La Finanze si confronterà sulla legge di delega al Governo per la riforma fiscale. La Cultura esaminerà le risoluzioni Iniziative per garantire il diritto all'istruzione degli alunni delle scuole delle piccole isole e dei comuni montani e la risoluzione per la partecipazione dei giovani alla Conferenza sul futuro dell'Europa. La Affari Sociali esaminerà il ddl di delega in materia di disabilità. 



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