Ancora nessun voto sulla Manovra. La maggioranza punta a chiudere oggi
Il tempo stringe e la maggioranza deve chiudere l’intesa per approvare gli emendamenti alla prima legge di bilancio del Governo di Giorgia Meloni. Dopo diversi giorni di dibattito, la Commissione Bilancio della Camera procede ad oltranza da oltre 10 ore con una seduta notturna iniziata lunedì nel tardo pomeriggio che deve portare al voto e al successivo mandato al relatore. Il fondo destinato alle proposte di revisione d’iniziativa parlamentare si è assottigliato per via dei pacchetti del Governo e ora è di circa 200 milioni di euro. Se i testi del Governo sono arrivati tra domenica sera e lunedì mattina con cinque differenti pacchetti di emendamenti, quelli dei relatori ancora non sono stati ultimati, così la Commissione non ha ancora proceduto a un solo voto favorevole, nemmeno su alcuni testi su cui nei giorni scorsi è stata trovata una mediazione. Le diverse forze politiche, nonostante la normale dialettica tra gli schieramenti e le inevitabili tensioni, si dicono più o meno ottimiste sui tempi dell'intesa.
L'obiettivo della maggioranza è chiudere in Commissione con il mandato al relatore oggi perché la Conferenza dei capigruppo della Camera ha fissato l'avvio dell'esame del testo emendato in Aula per domani alle 13.00. Si va, dunque verso il voto di fiducia, da effettuare giovedì per provare a chiudere la partita alla Camera venerdì sera. Il termine per la presentazione degli emendamenti in Aula è stato fissato alle 16.00 di domani, quello per gli ordini del giorno alle 17.00. Se tutto filasse liscio il passaggio in Senatopotrebbe avvenire tra il 27 e il 29 dicembre, un calendario pensato per evitare l'esercizio provvisorio, che scatterebbe dal 1° gennaio in caso della mancata approvazione del Parlamento. La premier Giorgia Meloni ha voluto allontanare questa prospettiva assicurando che: “Non ci sarà esercizio provvisorio”.
La contesa in Commissione Bilancio riguarda varie misure, da quelle sul contante a quelle sul fisco e le pensioni, dal taglio del cuneo fiscale alle pensioni, dalla rinegoziazione dei mutui ipotecari con la possibilità di passare dal tasso variabile al fisso, all'estensione del congedo parentale, passando per le assunzioni nella PA fino ai fondi per il dissesto idrogeologico, allo stop sulle norme sull'innalzamento a 60 euro del limite per gli esercenti per rifiutare l’uso del Pos: queste alcune delle modifiche presentate dal Governo e ora all'esame della commissione Bilancio della Camera e poi un’ulteriore stretta sul reddito di cittadinanza, ridotto per il 2023 da 8 a 7 mesi in attesa della riformulazione del provvedimento nel 2024; nella notte, intanto, ha preso forma il contenuto del nuovo bonus cultura, che potrebbe chiamarsi CartaG, in sostituzione di 18App. Resta l'attesa, invece, per possibili proposte emendative in materia di pace fiscale e di ristori ai commercianti sulle commissioni bancarie dopo l'eliminazione della norma sul Pos.
Alla Camera
Nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera dei deputati non si riunirà. I lavori dell’Aula di palazzo Montecitorio riprenderanno domani alle 13.00 con l’esame della legge di bilancio 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. L’arrivo in Aula della manovra, però, potrebbe slittare se i lavori della Commissione Bilancio non terminassero in tempo.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia esaminerà il decreto, già approvato dal Senato, relativo al divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, agli obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e alla prevenzione e contrasto dei raduni illegali, il cosiddetto decreto anti-rave. La Esteri esaminerà la proposta di ratifica del protocollo aggiuntivo alla Convenzione contro il doping. La Bilancio tornerà a riunirsi a partire dalle 14.00 per proseguire la discussione degli emendamenti sulla legge di bilancio 2023 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. La Finanze dibatterà su diversi schemi di decreto legislativo, tra cui quello recante sulla cooperazione amministrativa nel settore fiscale e quello sui fornitori di servizi di crowdfunding per le imprese.
La Ambiente si confronterà sul decreto-legge per le popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022. Alle 10.30 di domani ascolterà le linee programmatiche del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Sebastiano Musumeci e a seguire esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento del ministero relativo a contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi. La Attività Produttive esaminerà lo schema di decreto legislativo per una migliore applicazione e una modernizzazione delle norme dell'Unione relative alla protezione dei consumatori. Alle 12.00 la Lavoro ascolterà, con la Affari Sociali, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone sulle linee programmatiche del suo dicastero. La Agricoltura ascolterà i rappresentanti dell'Associazione piscicoltori italiani (API) sulle problematiche del settore dell'acquacoltura.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi domani alle 14.00 per l’esame del decreto aiuti quater.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il disegno di legge per l’elezione diretta dei presidenti delle province e dei sindaci, il ddl su statuti, trasparenza e finanziamento dei partiti politici, il ddl per la compartecipazione dello Stato alle spese per minori in comunità o istituti, il ddl per il ripristino della festività nazionale del 4 novembre e il ddl per l’istituzione del Garante della protezione dei dati personali e dei diritti umani. La Giustizia, alle 10.00 proseguirà l’audizione del Ministro della giustizia Carlo Nordio sulle linee programmatiche del suo dicastero. A seguire esaminerà il ddl sull’avocazione delle indagini per delitti di violenza domestica o di genere, e si confronterà sullo schema di decreto legislativo per la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione nelle disposizioni normative nazionali e sullo schema di decreto legislativo sulle azioni rappresentative a tutela degli interessi collettivi dei consumatori. Infine, dibatterà sull’istituzione di un’indagine conoscitiva sulle intercettazioni.
La Esteri e Difesa esaminerà il decreto per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi e materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina e la risoluzione sul rispetto dei diritti delle donne in Iran e sulla repressione delle manifestazioni di protesta. La Ambiente e Lavori Pubblici esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento del ministero relativo a contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi e lo schema di decreto legislativo sul distacco dei conducenti nel settore del trasporto su strada. La Industria e Agricoltura svolgerà delle audizioni sul decreto per la tutela dell'interesse nazionale nei settori produttivi strategici. La Affari Sociali e Lavoro esaminerà la proposta d’indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria nel quadro dell'efficacia complessiva dei sistemi di Welfare e di tutela della salute.
L’Ue sigla l’accordo sul price cap a 180 euro al Mwh. Meloni, una grande vittoria
Dopo mesi di trattative gli Stati membri dell’Unione hanno dato finalmente il via libera al tetto al prezzo del gas con il voto a favore della Germania, l'astensione di Olanda e Austria, mentre l'Ungheria ha votato contro. Il meccanismo di correzione del mercato del gas, che sarà operativo dal 15 febbraio, si attiverà con il verificarsi di due condizioni: quando il prezzo sul mese successivo dei futures del Ttf di Amsterdam supera i 180euro/MWh per tre giorni lavorativi e quando il prezzo Ttf mensile è superiore di 35 euro rispetto a un prezzo di riferimento per il Gnl sui mercati globali per gli stessi tre giorni lavorativi. In realtà quest'ultimo legame con i prezzi del mercato globale si fonda su un “limite di offerta dinamica” che non può essere inferiore ai 145 euro. Nel caso il prezzo di riferimento per il Gnl sui mercati globali dovesse scendere sotto tale soglia, il limite di offerta dinamica rimarrà alla somma di 145 euro e 35 euro, ovvero 180 euro. Questo per garantire che il tetto non scenda troppo e salvaguardare le forniture. Una volta attivato, il limite di offerta dinamica si applicherà per almeno 20 giorni lavorativi mentre sarà disattivato automaticamente, in qualsiasi momento, se un'emergenza regionale o dell'Unione è dichiarata dalla Commissione europea, ad esempio in caso di forniture insufficienti.
Plaude al risultato la premier Giorgia Meloni che lo definisce “una piccola grande vittoria”: “Siamo riusciti a spuntarla in Europa sul tetto al pezzo del gas. Una battaglia che davano per spacciata e invece ci siamo riusciti”. Dal Governo ribadiscono il ruolo decisivo delle ultime interlocuzioni della premier anche al vertice della scorsa settimana ma quella del price cap è una partita iniziata in solitaria dall'ex premier Mario Draghi fin dal Consiglio europeo di marzo e che sulla strada ha raccolto il consenso di un numero sempre maggiore di Stati membri. Si poteva votare a maggioranza qualificata e alla fine così è stato ma di fatto si è portati a bordo la Germania, storica oppositrice, con l'astensione dell'Olanda. La presidenza ceca canta vittoria, tanto che si presenta alla stampa con la maglietta con una sua citazione, “Convocheremo tanti Consigli Energia quanti necessari”, in ricordo dei sei Consigli che ci sono voluti per arrivare al risultato.
“Questo è un primo passo che va verso una soluzione che ci permetta di calmierare il sistema delle bollette”, ha affermato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin al termine del Consiglio. Alle parole del Cremlino che ha definito il price cap uno strumento “inaccettabile”, che “contraddice i principi di mercato”, Pichetto risponde: “La reazione della Russia credo che sia una dimostrazione che questo tetto ha un effetto efficace”. Il via libera al meccanismo spiana la strada anche all'adozione degli altri due regolamenti, quello sugli acquisti congiunti di gas e la solidarietà Ue, e quello sui permessi alle rinnovabili: “Queste decisioni consentiranno all'Ue di prepararsi per il prossimo inverno in modo più efficace e accelerare la diffusione delle energie rinnovabili”, ha commentato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Calderoli accelera sull’autonomia: in Cdm entro fine anno
La legge per l'attuazione dell'autonomia differenziata arriverà in Consiglio dei ministri entro la fine dell'anno, l'iter parlamentare sarà completato entro il 2023 mentre nel 2024 ci potranno già essere i primi trasferimenti di funzioni dallo Stato alle Regioni che ne faranno richiesta. Il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli fissa le tappe del regionalismo differenziato e rassicura sul sostegno alla riforma da parte di tutte le forze di maggioranza e della premier Giorgia Meloni: “Rispetto al lavoro fatto dagli ultimi Ministri abbiamo voluto imprimere un’accelerazione ma nel segno della continuità” spiega Calderoli; con la scelta di tenere come riferimento l’articolo 116 della Costituzione “abbiamo impostato un percorso amministrativo certo”. L'obiettivo dichiarato è di completare l’iter della legge e la definizione del Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, tramite Dpcm entro la fine del 2023.
Nel dettaglio, la cabina di regia inserita nella legge di stabilità dovrà redigere entro sei mesi un elenco dettagliato dei servizi da sottoporre a devoluzione. Poi ce ne vorranno altri sei per stabilire “costi e fabbisogni standard per ciascuna voce”, premessa “indispensabile per qualsiasi processo di decentramento è mai stato fatto finora”, spiega Calderoli; in parallelo avverrà il passaggio parlamentare per l'approvazione della legge di attuazione. “Se i due binari corrono in maniera identica e simmetrica sarà possibile iniziare a firmare le prime intese Stato-Regioni su singole materie già all’inizio del 2024”. Soddisfatta la Lega, che vede nelle parole di Calderoli la risposta alla scarsa attenzione alle istanze del Nord: “Io nasco nella Lega lombarda, nella Lega Nord e oggi Lega Salvini Premier: la realizzazione dell'autonomia dà concretezza a tutto quello che abbiamo sognato per una vita. E io sono la prima persona in pista per dare quella risposta”, promette il Ministro.