Al via l’ultimo vertice UE di Angela Merkel
Il Consiglio europeo che inizia oggi alle 15.00 a Bruxelles, cui per l'Italia parteciperà il premier Mario Draghi, segnerà la fine di un'era, quella, durata 16 anni, della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha marcato tante scelte dell'Ue, dai negoziati sul Trattato di Lisbona a quelli sul primo grande pacchetto climatico dell'Unione (il 20-20-20), dalle famigerate politiche d'austerità durante la crisi del debito sovrano alla svolta del 2020 con le decisioni coraggiose sul Next Generation EU e sul Green Deal. Durante il Consiglio europeo vi sarà una foto ricordo che sarà soprattutto quella d'addio per Merkel e per un altro primo ministro che lascia la scena, lo svedese Stefan Lofven, premier dall'ottobre 2014 e il cui governo è stato sfiduciato a giugno.
Al vertice dei capi di Stato e di governo non sono previste decisioni importanti, ma soprattutto discussioni che dovrebbero far emergere le diverse posizioni dei ventisette su alcuni temi caldi, in particolare la risposta all'impennata dei prezzi dell'energia e l'impatto che può avere sull'attuazione del Green Deal, e poi la questione della sfida polacca al primato del diritto comunitario sul diritto nazionale. Sulla questione, oltre alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e ai leader più sensibili alla questione, dovrebbe intervenire nella discussione il premier polacco Mateusz Morawiecki, ma non è prevista, comunque, una conclusione formale sul tema nel documento finale del Consiglio europeo. Domani, invece, il vertice si occuperà d’immigrazione e della transizione digitale. Riguardo all'immigrazione, i Ventisette discuteranno della "dimensione esterna", ovvero gli accordi dell'Ue con i paesi di origine e di transito dei migranti per cercare di limitare le partenze.
Berlusconi, Salvini e Meloni rilanciano l’unità del centrodestra
A pochi giorni dalla bruciante sconfitta alle elezioni amministrative il centrodestra si riunisce. Silvio Berlusconi ospita Matteo Salvini e Giorgia Meloni a Villa Zeffirelli, ribattezzata Villa Grande, e riunisce tutti attorno a un tavolo. L'incontro, spiega una nota dopo due ore di confronto, si è svolto “in un clima di massima collaborazione” e dopo “un attento esame dei risultati elettorali e delle cause che li hanno determinati, i leader del centrodestra hanno stabilito che, d’ora in avanti, avranno incontri periodici (con frequenza settimanale) per concordare azioni parlamentari condivise”. “La lezione delle amministrative ci è servita, sia la sconfitta nei grandi comuni che l'astensione da record. Un centrodestra diviso e litigioso allontana fiducia e italiani, e quindi abbiamo il dovere di lavorare compatti”, rimarca il leader del Carroccio, annunciando di aver chiesto al Cav “di fare una riunione già la settimana prossima dei ministri di Lega e Forza Italia per coordinare l'attività di tutti e sei i ministri perché se lavorano compatti in Cdm ottengono più risultati”.
Compattezza, è questa la parola d'ordine, perché il centrodestra non poteva e non doveva dividersi anche a fronte di una sconfitta cocente. I tre leader concordano il cambio di sistema e raggiungono una sintesi sulle prossime elezioni: i candidati dovranno essere scelti per tempo e dovranno avere un giusto profilo; via la “fissazione” del civico sconosciuto, si parte da figure politiche o comunque rappresentative del territorio e delle richieste dello stesso, e se la scelta dovesse ricadere su un esponente della società civile, l'identikit deve essere come quello di Guido Bertolaso. La discussione si è poi spostata su temi nazionali, con lo stesso spirito di unità “il centrodestra intende muoversi compatto e per tempo per preparare i prossimi appuntamenti elettorali e politici, con particolare attenzione all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica”. Su questo fronte il nome resta sempre quello di Silvio Berlusconi, cui è stata confermata sincerità della scelta. Il Cav ovviamente spera che i voti mancanti siano recuperati in questi mesi, ma non è tanto ingenuo da non capire che si tratta di una candidatura di bandiera e che lo schieramento di centrodestra potrebbe non bastare.
Il centrodestra dice no a una legge elettorale proporzionale
Il centrodestra prova a blindarsi e, per farlo, sigla un patto sulla legge elettorale. Berlusconi, Salvini e Meloni sono chiari e rilanciano la loro “indisponibilità” a sostenere un cambiamento del Rosatellum in senso proporzionale: “Significa il caos, noi vogliamo un sistema che la sera del voto ti dice chi governa, chi ha vinto e chi ha perso, quindi un maggioritario” mette in chiaro Salvini, “A noi va benissimo l'attuale legge, se qualcuno a sinistra vuole modificarla, noi possiamo ragionare ma di una legge ancora più maggioritaria”. Nei capannelli in Transatlantico la posizione del centrodestra non arriva inaspettata e i ragionamenti sulle future “regole del gioco” proseguono. Per gli addetti ai lavori l'unica possibilità per modificare la legge elettorale attualmente in vigore sarebbe quella di intervenire sul Rosatellum eliminando i collegi e inserendo un premio di maggioranza. In buona sostanza le quotazioni per una legge d’impianto proporzionale con una soglia di sbarramento al 5% sembrano ormai calare vertiginosamente; l'unica possibilità, per alcuni, è che la Lega esca dal Governo e FI sostenga poi la nuova legge, tenendosi mani libere, ma l’ipotesi sembra decisamente improbabile al momento.
Per Base riformista, l’area del Pd guidata da Lorenzo Guerini e Luca Lotti, c'è “la necessità di riflettere sull’opportunità di una legge elettorale d’impianto proporzionale: una legge che unisca le ragioni della governabilità a quelle della rappresentanza e che favorisca la scomposizione di un centrodestra diviso tra europeisti e sovranisti”. Ma correnti del Pd a parte al momento il dibattito è congelato e con ogni probabilità lo sarà sino a quando non verrà eletto il nuovo Presidente della Repubblica. Quello che però sembra certo, e i prossimi mesi saranno determinanti per capirlo definitivamente, è che il centrodestra è totalmente ostile a ogni ipotesi di un ritorno al proporzionale e che tale posizione inevitabilmente mette in difficoltà la costruzione del “campo largo” nel centrosinistra.
L’Aula del Senato
Dopo che ieri sono state discusse le mozioni sul divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e le mozioni sul contrasto a ogni forma di violenza e di totalitarismo nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato non si riunirà. I lavori dell’Aula di Palazzo Madama riprenderanno martedì prossimo alle 16.30 con la discussione del decreto per il contrasto degli incendi boschivi.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening; si confronterà poi sul ddl per la tutela dei minori e della dignità della donna nella comunicazione, e sul ddl relativo all’indennità di funzione dei Sindaci. La Giustizia, con la Lavoro, esaminerà i disegni di legge contro le molestie nei luoghi di lavoro.
La Finanze si confronterà schema di atto aggiuntivo alla convenzione tra il Mef e il direttore dell'Agenzia delle entrate per la definizione dei servizi dovuti, delle risorse disponibili, delle strategie per la riscossione, sul ddl in materia di IVA agevolata per l'acquisto di strumenti musicali e dei relativi accessori, sui ddl per il recupero dei crediti in sofferenza; svolgerà poi diverse audizioni sui ddl relativi ai crediti fiscali. La Lavori Pubblici svolgerà diverse audizioni sul ddl di delega al Governo in materia di contratti pubblici. La Industria esaminerà il decreto per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale. La Territorio esaminerà il decreto per il contrasto degli incendi boschivi.
L’Aula della Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame del decreto, approvato la settimana scorsa dal Senato, sulle misure urgenti in materia di crisi d'impresa e di risanamento aziendale, nonché di ulteriori misure urgenti in materia di giustizia e delle mozioni sul divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sulla pdl per il rilascio del permesso di soggiorno alle vittime del reato di costrizione o induzione al matrimonio, sulle pdl per l'introduzione del rinvio parziale delle leggi di conversione dei decreti legge da parte del Presidente della Repubblica e di limiti costituzionali alla decretazione d'urgenza, e sulla pdl sull’istituzione delle circoscrizioni di decentramento comunale. La Cultura, con la Trasporti, esaminerà diversi schemi di decreti legislativi sul diritto d'autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale. A seguire svolgerà dell’audizioni sull’indagine conoscitiva relativa alle fondazioni lirico-sinfoniche.
La Ambiente, con la Attività Produttive, con la Trasporti, proseguirà l’esame del decreto in materia d’investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali. La Lavoro svolgerà delle audizioni sulla risoluzione per la verifica dell'efficacia degli interventi di politica attiva del lavoro e la definizione degli obiettivi generali in materia per le amministrazioni, ed esaminerà il ddl per l'accesso al trattamento pensionistico.