Il CdM approva uno scostamento di bilancio da 25 miliardi
Sale a 25 miliardi l’entità della manovra estiva che il Governo è pronto a varare ad agosto. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a una richiesta di deficit aggiuntivo che porterà il livello dell'indebitamento netto dal 10,4% all'11,9% mentre il debito salirà dal 155,7% al 157,6%. Con la Relazione che sarà inviata alle Camere, sentita la Commissione europea, il governo chiederà l'autorizzazione per un ulteriore ricorso all'indebitamento di 25 miliardi di euro per l'anno 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 miliardi di euro nel 2023, 5 miliardi di euro nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi dal 2026. Il nuovo sforamento per l'anno in corso, superiore ai 20 miliardi preventivati, si colloca nella scia dell'esito positivo del negoziato europeo sul Recovery fund che ha portato in dote all'Italia circa 209 miliardi. La decisione di alzare l'asticella è stata presa nel corso del vertice dei capidelegazione e dei responsabili economici con il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri che ha preceduto il Cdm. Il via libera del Parlamento alla nuova richiesta di extra deficit, la terza dopo i 20 miliardi del dl Cura Italia e i 55 miliardi del decreto Rilancio, arriverà mercoledì 29, contestualmente al Piano nazionale di riforma che potrà così essere ufficialmente trasmesso a Bruxelles. Priorità sarà data alla proroga della Cig ma arriveranno anche i fondi per far ripartire le scuole in sicurezza e una rimodulazione delle tasse sospese e rinviate a settembre per le imprese più colpite. Inoltre, “verrà garantito il necessario sostegno agli enti territoriali, le cui risorse sono state ridotte dai mancati introiti fiscali degli ultimi mesi, al fine di garantire la regolarità dell'azione pubblica a tutti i livelli di governo”.
L'esecutivo “conferma l'obiettivo di ricondurre verso la media dell'area euro il rapporto debito/PIL nel prossimo decennio, attraverso una strategia che, oltre al conseguimento di un adeguato surplus primario, si baserà sul rilancio degli investimenti, pubblici e privati”. Per finanziare la nuova cassa integrazione Covid serviranno tra i 6 e gli 8 miliardi: dovrebbe essere estesa per altre 18 settimane ma con dei paletti per l'accesso, a partire dal calo del fatturato; in alternativa le imprese potranno contare su meccanismi di incentivi per le nuove assunzioni, sotto forma di decontribuzione. In arrivo anche un rafforzamento del Fondo di garanzia centrale per le Pmi. Dovrebbe poi essere prorogato fino a fine anno il blocco dei licenziamenti che potrebbe valere però solo per le aziende che utilizzano la cassa integrazione. Il Governo conta poi di inserire nel prossimo decreto una norma per prorogare lo smart working anche nel settore privato così come previsto per il 50% della PA dal dl Rilancio. Sul fronte fisco, il Governo intende alleggerire i versamenti delle tasse rinviate a settembre per le imprese più colpite con una sforbiciata che dovrebbe valere circa 4 miliardi e una rimodulazione delle scadenze, un anticipo della riforma in cantiere che punta a riscrivere il calendario dei versamenti per le partite Iva, superando il meccanismo degli acconti e dei saldi e con una diluizione nel corso dell'anno degli importi da versare calcolati in base a quanto effettivamente incassato.
Sulla legge elettorale arriva lo stop, ma il Pd accelera
Sulla legge elettorale si allarga ancora la crepa nella maggioranza. A spingere perché i tempi si accorcino è il Partito democratico, che chiede il rispetto dei patti e ricorda che anche su questo punto venne stilato il programma di governo della coalizione. Dopo il braccio di ferro degli ultimi giorni, però, anche i dem sembravano convinti a dare un colpo di freno alla discussione, tanto che nell'ufficio di Presidenza della commissione Affari costituzionali della Camera, su proposta del capogruppo dem Stefano Ceccanti, è passata all'unanimità la decisione di procedere all'esame del testo base solo dopo l'esito della Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Poche ore più tardi, però, i democratici hanno cambiato idea, spingendo per riconvocare l'Udp e rivedere la scelta. Eppure da fonti parlamentari era già trapelata la notizia che il presidente della Commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia avrebbe chiesto a Roberto Fico il rinvio della discussione generale in aula della legge elettorale e di quella sul conflitto d’interessi. Anche perché il 27 luglio sarà all'esame dell'assemblea la separazione delle carriere, ma senza mandato al relatore.
Il turbinio di rumors fa presto il giro delle chat dei parlamentari. Soprattutto di centrodestra, che replica con una nota vergata Lega, Forza Italia, FdI e Noi per l'Italia: “Non ci sono ragioni per non procedere in questa direzione, è perciò inaccettabile che, per risolvere i propri problemi interni, il Pd chieda di riconvocare l'ufficio di Presidenza per modificare una decisione già assunta”. A rincarare la dose la capogruppo forzista Mariastella Gelmini: “Il Parlamento non è la Ditta e le regole del gioco non si scrivono così, Zingaretti se ne faccia una ragione: non ci sono le condizioni perché la legge vada in aula a fine luglio”. Matteo Salvini si dice disponibile a un'intesa con la maggioranza sul tema, ma solo “se si vota una settimana dopo”. Oggi è previsto un nuovo ufficio di Presidenza della commissione Affari costituzionali al termine della Conferenza dei capigruppo (in programma alle 14.00). La scelta, dunque, è quella di seguire lo schema già approvato all'unanimità e procedere sul testo; il Pd, annuncia Stefano Ceccanti, chiederà “che l'adozione del testo base abbia luogo nel primo giorno utile, cioè nella giornata di lunedì”.
Al Senato Quagliariello, Berutti e Romani lasciano Forza Italia
Qualcosa si muove nell'area del centrodestra al Senato. I senatori Gaetano Quagliariello di Idea, Massimo Berutti e Paolo Romani di Cambiamo (il movimento del governatore ligure Giovanni Toti) hanno annunciato la loro iscrizione al gruppo Misto all'interno del quale nasce la componente unica di Idea e Cambiamo, che mira a collocarsi saldamente nell'area liberale-conservatrice, in raccordo con le altre forze di centrodestra, all'opposizione della maggioranza di governo targata Pd, M5s, Iv, Leu. L'addio a Forza Italia è tecnicamente inevitabile: il passaggio al Misto per creare il nuovo soggetto richiede le dimissioni dal gruppo azzurro. Se Quagliariello in realtà è stato da sempre un indipendente all'interno di Forza Italia. Romani e Berutti già dagli ultimi mesi del 2019 avevano aderito al progetto di Toti. Nessuna contrapposizione quindi con il partito di Silvio Berlusconi, ma la necessità di dare spazio alle anime liberali che non sentono di avere una collocazione in questo momento. La componente, spiega una nota che ufficializza la novità, è collocata “senza se e senza ma all'opposizione di questo Governo, con l'obiettivo di mettere in campo ogni iniziativa per archiviare un esecutivo drammaticamente inadeguato, in raccordo con le altre forze del centrodestra”.
Gaetano Quagliariello dice: “Mi sono iscritto come indipendente al gruppo di Forza Italia perchè il Misto era costituito pressoché integralmente da colleghi appartenenti a una forza politica di sinistra. Ora che è diventato un vero gruppo Misto, c’è l’agibilità per costituire una componente liberal-conservatrice che sia federatrice di altre anime liberali”. Per Massimo Berutti “dopo un impegno ventennale in Forza Italia, il mutare delle condizioni politiche degli ultimi anni richiedeva un cambio di passo. L'obiettivo che già da tempo sto declinando in Cambiamo è di dare vita a uno scenario rinnovato per rilanciare in modo concreto la tradizione liberale e cattolica”. Paolo Romani, che in Senato è stato anche capogruppo di Forza Italia nella passata legislatura, aggiunge: “La scelta di costituire una componente all'interno del Misto funge da stimolo e da nucleo aggregatore di tutti coloro che credono a uno spazio politico, all'interno del centrodestra, liberale, popolare e riformista, e risponde anche all'esigenza di dare un contributo in linea con questi principi a un piano di rilancio che influenzerà il prossimo futuro dell'Italia e che non può essere lasciato in mano ad un Governo inadeguato”.
Al Senato
L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 15.00 per svolgere le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia dibatterà sul disegno di legge relativo alla Magistratura onoraria. La Finanze dibatterà sul ddl per l’utilizzo del conto corrente e sul ddl relativo all’imposta di registro sugli atti giudiziari. La Commissione Industria, con la Lavori Pubblici, proseguirà il ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull'intelligenza artificiale. La Territorio proseguirà l’esame degli Atti del Governo relativi al pacchetto economia circolare. Infine la Politiche dell’UE proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea.
L’Aula della Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 10.00 per l’esame della proposta per l’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Coronavirus. A seguire si confronterà sulla pdl per il sostegno al settore agricolo, sulla mozione per il completamento dell'idrovia Padova-Venezia, sulla pdl per l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla diffusione massiva di informazioni false e sulla mozione relativa al rispetto degli accordi internazionali sull'autonomia di Hong Kong e la tutela dei diritti umani in quel territorio.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà la pdl per la separazione delle carriere giudicante e requirente della Magistratura. La Giustizia esaminerà la pdl sulla violenza o la discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere. La Commissione Esteri proseguirà il ciclo di audizioni sull’indagine conoscitiva sulle eventuali interferenze straniere sul sistema di relazioni internazionali della Repubblica italiana. La Difesa proseguirà le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione Strade Sicure. La Cultura esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento del Ministero dell'istruzione per l'anno 2020 relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. La Affari Sociali esaminerà la pdl sulle attività funerarie, sulla cremazione e sulla conservazione o dispersione delle ceneri. L’Agricoltura esaminerà la pdl sugli interventi a favore del pomodoro San Marzano.