Il 17-18 luglio ci sarà il Consiglio Ue sul Recovery Fund. Gentiloni è fiducioso 

Sul Recovery Fund c'è una data: venerdì 19 e sabato 18 luglio. Per questi due giorni il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha convocato una riunione che, per la prima volta dall'inizio della pandemia, si terrà alla presenza dei leader delle varie capitali; verrà archiviata, insomma, la modalità in videoconferenza. E sarà uno dei momenti cruciali in vista del possibile via libera ai fondi europei a favore dei Paesi più colpiti, Italia in primis. Potrebbero però essere necessarie ulteriori convocazioni. Venerdì scorso, durante l'ultimo confronto in video, la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva spronato i leader ad impegnarsi per giungere ad un'intesa prima della pausa estiva. E lo farà ancora più in luglio, quando avrà la presidenza di turno semestrale. Il commissario all'Economia Paolo Gentiloni si è detto fiducioso: l'accordo potrebbe essere siglato già in luglio ma il premier dell'Olanda Mark Rutte, capofila dei rigoristi, fa capire che i negoziati potrebbero andare per le lunghe, fino a settembre, se non oltre. Già in questi giorni, comunque, procede freneticamente un confronto a distanza. 

Rutte è stato ricevuto all'Eliseo dal presidente francese Emmanuel Macron, mentre il suo Ministro degli Esteri Stef Block è venuto alla Farnesina per confrontarsi con Luigi Di Maio. “Permangono delle differenze di vedute su quali siano le soluzioni migliori da adottare: noi dobbiamo lavorare per superare queste differenze e raggiungere un accordo forte”, ha spiegato l'esponente pentastellato. L'agenda diplomatica mostra quanto intensi siano i contatti in questi giorni: oggi il presidente Charles Michel avrà un colloquio a distanza con il premier Giuseppe Conte e i colleghi di Malta e Slovacchia, domani sentirà i leader di Grecia, Finlandia, Olanda, Portogallo, Spagna e Repubblica Ceca. Michel ha il difficile compito di trovare una soluzione accettabile per tutte le parti. Conte, da parte sua, ha già messo le mani avanti: “Dalla Commissione europea è arrivata una proposta ambiziosa, tanto nella dimensione complessiva (750 miliardi) quanto nel bilanciamento tra prestiti e contributi a fondo perduto (rispettivamente 250 e 500). Ci sono ancora tre settimane abbondanti per discuterne, litigare e, forse, trovare un'intesa”. 

Gualtieri annuncia la riduzione del costo del lavoro ma non dell’Iva

Ha avuto vita molto breve la proposta del taglio delle aliquote Iva avanzata dal premier Giuseppe Conte. Già l’altro ieri il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco aveva espresso le sue perplessità considerando l'elevato costo dell'operazione. Ieri il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri l'ha fortemente ridimensionata: “L'obiettivo del Governo è la riduzione del costo del lavoro. Già dal primo di luglio diventerà operativo il taglio del cuneo fiscale per 16 milioni di lavoratori”. E l'Iva? “Proprio di recente abbiamo disinnescato le clausole di salvaguardia che l'avrebbero fatta aumentare”. E la Germania che ha tagliato tre punti? “È un intervento congiunturale per pochi mesi e per alcune categorie. È un intervento possibile che va distinto da interventi strutturali”. Insomma la riduzione dell'imposta sul valore aggiunto non appare di certo all'ordine del giorno. Anche perché, occorre ricordarlo, una manovra del genere sarebbe contraria alle indicazioni della UE: a Bruxelles infatti preferiscono lo spostamento del carico fiscale dal reddito ai consumi, un po' per questioni di equità, ma soprattutto perché l'evasione fiscale diventa più complicata. 

Meno tasse sui redditi significa ridurre le aliquote Irpef. Un compito molto delicato che l'arrivo del coronavirus ha reso impossibile. Ora si ricomincia grazie al fatto che per la seconda parte dell'anno è attesa una robusta ripresa. I segnali già ci sono come dimostra la crescita da 15,6 punti a 47,5 dell'indice Pmi dell'Eurozona. “In un contesto economico del tutto nuovo, avremo l'esatta quantificazione delle risorse di cui disporremo” dice Gualtieri. Il titolare dell'Economia ha puntualizzato la situazione sfuggendo all'enfasi del resto del Governo; così dopo il premier Conte ha smentito anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, con troppa precipitazione, aveva collegato il Recovery Fund al possibile ribasso delle tasse. Per Gualtieri “Le risorse europee non servono per la riduzione delle aliquote, ma dentro questo quadro si può disegnare una riforma con la riduzione fiscale su lavoro e imprese”. L'altra priorità del Governo ora è “il decreto semplificazione, fondamentale per accelerare la messa a terra degli investimenti; daremo un’ulteriore accelerazione, poi valuteremo interventi aggiuntivi e con grande impegno stiamo lavorando al piano di rilancio che sarà presentato in autunno insieme alla nota di aggiornamento del Def per i prossimi 3 anni”.

Il decreto semplificazioni arriverà in Cdm la prossima settimana

Dopo settimane di confronto, il Governo è al lavoro sul decreto semplificazioni con una serie di riunioni che si susseguono, ma il provvedimento è ancora in fase di preparazione, il che rende altamente improbabile un suo approdo in Consiglio dei ministri questa settimana. Sul punto concordano diverse fonti vicine al dossier. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva a più riprese, nei giorni scorsi, espresso l'auspicio di portare il provvedimento in Consiglio dei ministri questa settimana ma i tempi si allungano e il decreto potrebbe non essere pronto prima di luglio. Sul tema il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha affermato nel suo intervento a Telefisco: “Una delle priorità ora è il decreto semplificazione, fondamentale per accelerare la messa a terra degli investimenti. La Ministra dei trasporti Paola De Micheli sta già aprendo tantissimi cantieri e lavorando pancia a terra, ma con il decreto semplificazione daremo un'ulteriore accelerazione”. 

Il M5S perde altri pezzi: escono la deputata Ermellino e la senatrice Riccardi

In un giorno solo il Movimento 5 Stelle perde altri due pezzi. La deputata Alessandra Ermellino lascia il gruppo alla Camera per aderire al Misto, mentre la senatrice Alessandra Riccardi passa alla Lega di Matteo Salvini. A Palazzo Madama, dove i numeri erano già risicati, per il M5S e per la maggioranza giallorossa suona un altro, preoccupante campanello d'allarme in vista delle future votazioni sul pacchetto europeo. L'emorragia pentastellata forse non è finita qui e presto infatti potrebbero arrivare nuovi provvedimenti disciplinari per i parlamentari non in regola con le restituzioni. “Il sito tirendiconto.it piange: è sotto gli occhi di tutti, le deadline sono prossime”, fanno notare fonti pentastellate, evidenziando l'elevato numero di eletti M5S che non rendicontano da mesi. Il capo politico Vito Crimi, del resto, era stato chiaro: entro il 30 aprile bisognava regolarizzare la propria posizione fino al mese di dicembre 2019; entro il 30 giugno, invece, i parlamentari devono rendicontare le mensilità fino ad aprile 2020. Ma sono tantissimi i pentastellati che non hanno ancora versato nulla o quasi, col rischio di incorrere nelle sanzioni dei probiviri (dalla sospensione all'espulsione). 

Nel frattempo il M5S fa i conti con le ultime due fuoriuscite. “Non vado via dal M5S ma dalle persone che si sono impossessate di un progetto tradendo le speranze di 11 milioni di cittadini", dice Alessandra Ermellino motivando il suo passaggio al Misto. Alessandra Riccardi parla invece di “scelta sofferta ma convinta”, spiegando che uno dei principali motivi di contrasto col M5S si è verificato in occasione del voto sull'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso Open Arms. Sullo sfondo resta la partita per la conquista della leadership del Movimento. Davide Casaleggio ha ribadito che sulla scelta del capo politico decidono gli iscritti grillini: “Alessandro Di Battista ha sempre dato tanto al Movimento 5 Stelle, vedrà in che modo vorrà dare supporto al Movimento 5 Stelle in futuro”, ha affermato in un’intervista a Fanpage, precisando però di non voler entrare “nel merito di singole candidature o singole persone”.

Al Senato

L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame del decreto sulle misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Giustizia, esaminerà il ddl sugli incarichi politici dei magistrati, il ddl per la soppressione dei tribunali delle acque pubbliche e il ddl per il contrasto al bullismo. La Bilancio si confronterà sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla cosiddetta golden power. L’Agricoltura svolgerà diverse audizioni sull’affare assegnato relativo alle problematiche inerenti alla crisi delle filiere agricole causate dall’emergenza da COVID-19 ed esaminerà il ddl per la limitazione alla vendita sottocosto di prodotti agricoli e divieto di aste a doppio ribasso. A seguire si confronterà sugli affari assegnati relativi alle nuove biotecnologie in agricoltura e alle problematiche della filiera bufalina. La Commissione Industria proseguirà l’esame dello schema di decreto legislativo sull'efficienza energetica e ascolterà i rappresentanti Energy & Strategy - Politecnico di Milano sull’affare assegnato per la razionalizzazione, la trasparenza e la struttura di costo del mercato elettrico e gli effetti in bolletta in capo agli utenti. La Salute esaminerà il ddl sulla sicurezza degli esercenti delle professioni sanitarie e quello riforma del Sistema di emergenza sanitaria 118. La Territorio proseguirà il confronto sugli atti del governo relativi al pacchetto sull’economia circolare. La Politiche dell’UE proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea. 

L’Aula della Camera

Dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 13.00 per le votazioni sul decreto per la funzionalità dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonché disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione di un sistema di allerta Covid-19. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’esame della proposta di legge sulla soppressione dei collegi uninominali e di delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali plurinominali. La Giustizia esaminerà la pdl sulla violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere. La Bilancio proseguirà l’esame degli emendamenti segnalati presentanti al cosiddetto decreto rilancio. Alle 12.30, la Finanze ascolterà il Direttore dell'Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini sulle tematiche relative alla fatturazione elettronica. La Trasporti ascolterà il presidente di USAerospace Partners Michele Roosevelt Edwards sulla manifestazione di interesse presentata per Alitalia. La Affari Sociali esaminerà la pdl di delega al Governo per il riordino e potenziamento delle misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi e il decreto in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2. Svolgerà poi diverse audizioni sulla sperimentazione in atto per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 con il plasma e sulle altre sperimentazioni in corso. Infine la Politiche dell’Ue proseguirà le audizioni sul Programma di lavoro della Commissione per il 2020-Un'Unione più ambiziosa e sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020.

 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social